La combinazione Elisir di MAM Finissage Donum Dei
aAll art is quite useless? Bloccare il tempo e restare giovani per sempre. Perché ciò che è impossibile nella realtà diventa fattibile nell’arte.
Ecco l‘utilità nel piano vitale dell’artista, nel concept della Biennalina 2022, l’XI. Dunque “Elisir”, l’eterna giovinezza dell’arte al MAM di Gazoldo degli Ippoliti, esposizione conclusa il 18 dicembre, curata da Gianfranco Ferlisi e Sophia Ricci. Lui critico e storico dell’arte e direttore del Museo di arte moderna dell’alto mantovano, lei giovane ricercatrice in Comunicazione espositiva per i beni culturali dell’Accademia di Brera appassionata al mondo della curatela: un connubio di esperienze che si traduce nell’esposizione di 17 selezionatissimi artisti di arte contemporanea – attraverso la stratificazione di più livelli di significazione – per concludersi in un rinnovato punto di vista della contemplazione richiesta dall’arte. Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Thomas Bentivoglio, Carlo Bonfà, Ivan Bossoni, Alice Capelli, Auro e Celso Ceccobelli, Alessandro Cucchi, Edvige Cecconi Meloni, Nadia Galbiati, Matteo Gironi, Bruno Mangiaterra, Mario Nalli, Rocco Natale, Ermanno Poletti, Mareo Rodriguez, Giulia Santambrogio sono gli artisti, giovani e meno giovani, artisti italiani e internazionali, di questo concorso all’eterna giovinezza, con i loro esoterismi innati.
“Si tratta di continuare a dire che la pittura dialoga con tutti, veicola immagini – racconta Tiziano Bellomi tra i senior – che fare pittura nel contemporaneo è dialogare tra gli artisti e nel rapporto materiale che intercorre fra l’opera come oggetto fisico e il suo autore è “pittura – pittura”. Anche oltre la pittura analitica, insomma, per tornare alla pittura mai morta.” Bellomi scompone i suoi ricordi come fotografie mentali scansionate e ricomposte col sentimento del colore, dei fondamentali, e potenti e vibratili linee verticali.
Apparente controcanto Alice Capelli – tra i giovani – e le sue connessioni al collettivo, presenta il suo “stendino” privato, con appesi gli indumenti intimi, “Corpo sociale” da attraversare per giudicare non l’immagine ma la percezione del contatto, del contenimento, l’indicazione dell’emozione “strappata” da una body panting di lattice e colore dal suo stesso corpo e rimodulata come pattern sul telo bianco steso. Una sorta di arte sotto i vestiti, svelata, stesa, provocante e come considerazione di visibili multiforme vitali.
Alcuni di loro sono in contatto real time, qui. Inviano scatti del saluto ad “Elisir”. Ognuno di essi è momento fondamentale del procedimento alchemico Donum Dei, del conseguimento dell’obiettivo mistico – dei percorsi della coscienza indirizzata a un’intuizione intellettuale ed estetica sino alla “Personificazione del Sole e Luna Alchemici”, Ivan Bossoni – e la trasformazione e il superamento degli elementi materiali – trasformazione ed espansione dell’energia nel tempo, Romeo Rodriguez – per il liquido “Elisir” – sradicando abitudini visive, Carlo Bonfà – di rigenerazione – singolare e realmente concreta del linguaggio della materia, Bruno Mangiaterra – della vita attraverso le opere – sussulti di elementi modulari, Matteo Gironi.
E fare arte come rivelazione dei potenziali che abitano i labirinti della mente umana, Giulia Santambrogio; illustrazioni pittoriche, simboliche e densamente oniriche dell’Apeiron, Edvige Cecconi Meloni; Sculture performative e “post-apocalittiche, Auro e Celso Ceccobelli e Alessandro Cucchi. Folgorante dimensione cromatica che si esalta nei vari strati di pittura ad olio a fornire immagine tangibile in nuove dimensioni, Mario Nalli. Narrative art in rosa e installazioni site specific in vetro rotto, l silmultaneo senso di perdita e cambiamento, Thomas Bentivoglio.
Il percorso allestitivo si completa con la scultura, Ermanno Poletti, con i suoi elementi totemici, la fragilità della materia, al lato sempre oscuro e interiore delle cose visibili; l’estetica anticonvenzionale delle sculture di Rocco Natale, archeologia del presente con un recupero di scarti della contemporaneità; Nadia Galbiati, l’enigma del rapporto tra copia e idea, dell’architettura (immaginaria o meno) genera le direttrici del pensiero in cerca di rassicuranti icone mentali. E opere al neon, portatori di parole incastonate nella luce, Manuela Bedeschi. Un buon progetto nel suo equilibrio, viene di dire che il samadhi, nel suo significato di unione totalità; concentrazione totale dello spirito e congiunzione: del tema, le opere, le persone e i testi di Elisir, è stato raggiunto.
AinT
ELISIR al MaM di Gazoldo degli Ippoliti
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