#testroad #testdrive: #Seat Ateca l’auto per visitare le morbide colline del #Collio

Un’escursione tra vigneti e ciliegi per incontrare il ‘Patriarca’ della viticoltura del FVG: Marco #Felluga

Il nostro crossover è morbido e confortevole anche sui percorsi tra i filari delle vigne

Questa volta il nostro #testroad prosegue con un #testdrive in provincia di Gorizia. La collina racchiude un fascino forse atavico. La morbidezza dei declivi, la continua variabilità dei paesaggi e degli scorci che ogni rilievo i consente di scoprire rappresentano un richiamo ineludibile, che trasmette serenità e relax. Se poi ospita grandi realtà produttive, legate alla valorizzazione sostenibile del territorio, il gioco è fatto. Nel Friuli Venezia Giulia, la regione circondata dalla cornice delle Alpi, e che come ricordava lo scrittore Ippolito Nievo è un ‘Piccolo compendio dell’Universo’, l’area collinare è estesa, ma quella maggiormente valorizzata è il Collio. Terra di frontiera fino alla caduta del Muro di Berlino e alla creazione dell’Unione europea, rappresenta oggi un trait-d’union tra l’Italia e la Slovenia. E condivide progetti di sviluppo per una regione enologica transfrontaliera che rappresenterebbe un progetto pilota unico al mondo. Ma ora vi ci portiamo con un’auto che, guarda caso, sembra avere la livrea più adatta per addentrarsi tra le stradine immerse nei ciliegi e tra i declivi vitati. La Seat Ateca è un mezzo comodo e versatile.

Un SUV crossover compatto e completo

Perché è un SUV compatto, spaziosa all’interno, con un bagagliaio capiente, ma nel contempo è un crossover capace di portarci anche tra le stradine rurali e boschive che si inerpicano tra i vigneti. Le ruote da 20’ sono adatte per sfruttarla al meglio sull’asfalto e sulle strade normali. Ma anche su quelle bianche. Non solo, ma dispone della trazione integrale. Il cambio automatico con doppia frizione a sette marce, distribuisce sempre in modo fluido la potenza. Perché questa versione monta un motore da 2000 cc diesel con ben 190 CV di potenza. Ne avevamo provata un’altra, da 120 CV. E all’inizio avevamo letto distrattamente le caratteristiche sul libretto di questa: potenza 140. Ma non si trattava di <cv, bensì di KW. Ovvero di 190 CV. Abbiamo riconsultato il libretto dopo avere provato un paio di partenze ai semafori: sembra quasi un motore a benzina, e quando il cambio automatico passa alle marce superiori, si avverte la spinta. Tra i percorsi sinuosi del Collio, viaggia dunque perfettamente a suo agio. Qui, le strade non sono state costruite lungo il tragitto più breve e rettilineo. Ma evidentemente derivano dagli antichi sentieri e dalle stradine create dagli agricoltori e dagli abitanti della zona in tempi lontani. E la

Seat Ateca, docile ai comandi, lo sterzo leggero e sempre pronto alle nostre attese

viaggia via senza farci rinunciare al confort. Né a noi, né ai passeggeri. Il tetto completamente vetrato, e in parte apribile, ci consente di ammirare il paesaggio e la ricca vegetazione del Collio. Così come i paesaggi che caratterizzano la skyline collinare. La nostra meta? #Russiz Superiore. L’azienda vinicola di Marco Felluga, ora seguita dal figlio Roberto, che si sviluppa su terreni vitati del castello che fu del principe della Torre e Tasso. E che cinquant’anni fa furono acquistati da Marco, ora novantenne, patriarca della viticoltura del Friuli Venezia Giulia. Ora, il castello è un accogliente resort. Dalq quale anche ammirare l’impagabile paesaggio delle valli circostanti, e a est, quella che separa il Friuli Venezia Giulia dalla Slovenia. E ci permette di allungare lo sguardo fino alle Alpi in territorio sloveno. L’occasione è importante: l’

incontro dedicato con Marco Felluga

per un lungo colloquio sulle radici del vino italiano. Che secondo l’esperto viticoltore ha raggiunto i traguardi che si era prefissato, ma ora deve guardare a nuovi orizzonti per battere la crisi e consolidare i risultati ottenuti soprattutto con il successo sui mercati esteri di maggior pregio con i vini bianchi del Collio. E Marco Felluga, dall’alto del suo traguardo, novant’anni, dei quali oltre settanta dedicati al mondo del vino e dell’agricoltura di pregio, lancia una proposta che vuole essere una nuova sfida. Che, auspica, dovrebbe essere colta da altri produttori, anche di altre parti d’Italia: lanciamo prodotto il Pinot Bianco. Raccolto il messaggio, dopo avere apprezzato aromi e profumi di diversi vini e uvaggi bianchi, come Molamatta, ma anche un uvaggio bordolese rosso, come il Rosso degli Orzoni, ma anche il morbido Pinot Bianco, scendiamo tra le stradine che da Capriva portano verso le Valli del Natisone, ma prima, dopo il castello di Ruttars, svoltiamo verso Vencò, il valico con la Slovenia, per provare anche IMG_3488 IMG_3491 IMG_3514 IMG_3521 IMG_3546 DWGX2126[1] EPXU4338[1] HAZL0514[1] HVJM6159[1] SWBO8282[1] SREG2221[1] PUNM0102[1] PDCY1046[1] OKVC9390[1]qualche stradina slovena, sempre immersa tra i vigneti. Anche qui i paesaggi si alternano tra colline lavorate a Vigneto e rilievi ancora immersi nel verde. Con Seat Ateca che asseconda il nostro sguardo.

#charlieinauto67