#testdrive #Citroen nuova #C4 #Cactus #crossover compatto e confortevole

Nello stile della Casa francese con bassi consumi e buone prestazioni

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Un paio d’anni fa, forse qualche mese in più, avevamo provato la Citroen Cactus. Un’auto innovativa, com’è tradizione per la casa francese, che è stata antesignana nelle sospensioni pneumatiche atte a offrire il massimo confort. Ricordate la DS Pallace per esempio. La C4 Cactus era un’auto di rottura, che si presentava con una linea tecnica e compatta, resa inconfondibile dai quattro pannelli di gomma antiurto applicati sulle portiere. E caratterizzata da una gamma di colori giovane e accattivante. La Cactus pur avendo una dotazione essenziale, già montava il cruise control, il sistema di spegnimento del motore ai semafori, la telecamera per le manovre in retromarcia. L’allestimento interno, pur trattandosi di un mini SUV compatto con vocazione per il fuoristrada, non sacrificava la comodità. Le prestazioni, motore diesel 1600, 100 CV, erano buone. La maneggevolezza anche. Il voto che le avremmo assegnato era buono, ancor di più considerando il rapporto prezzo-qualità, e i consumi, davvero contenuti pur senza sacrificare le prestazioni. Quest’anno la sorpresa:

è arrivata la nuova Citroen Cactus.

La linea è più accurata, senza sacrificare la grinta. Lo styling compatto evidenzia la mission fuoristradistica della C4 Cactus. Che con la nuova versione rientra nello standard stilistico. Salendo a bordo, le sorprese non mancano. Le dotazioni si sono ulteriormente arricchite per adeguare l’auto alle opzioni disponibili nel 2018. Le tecnologie di assistenza alla guida sono dodici, metà per la sicurezza attiva, come la frenata automatica d’emergenza, il riconoscimento dei limiti di velocità, l’avviso di superamento della carreggiata, l’avviso del rilevamento di stanchezza, la sorveglianza dell’angolo morto. L’altra metà è dedicata alla

funzionaltà e al benessere alla guida.

Si va dal park assist alla telecamera di retromarcia, al controllo di aderenza. Prestazioni e consumi sono invariati e rispondono alle aspettative. Per cominciare, facciamo un percorso di trasferimento, sufficientemente lungo per testare i consumi. Che rimangono contenuti anche nella marcia in autostrada. Il confort di marcia è buono. Grazie alle sospensioni con smorzatori idraulici progressivi PHC. Il motore diesel dispone ora di 120 CV, quello a benzina va da 80 a 130 CV. La rumorosità è molto bassa, nonostante montiamo gomme per l’utilizzo misto, ottime su strada e buone nel fuoristrada leggero. Il cambio può essere manuale a sei marce, o automatico EAT6, sempre a sei marce. Come avevamo fatto due anni fa, cerchiamo un po’ di fuoristrada. La giornata è uggiosa. Il fondo stradale sterrato potrebbe anche essere umido. L’ideale per sentire come si comporta la C4 Cactus. Scendiamo nella #RivieraFriulana. Le campagne sono nella zona di Carlino. Verso la Laguna di Marano. Ci troviamo tra terre coltivate e zone umide. Sui terreni di bonifica. Aree strappate alle acque dalle bonifiche degli anni ’30. I colori dell’autunno rendono il paesaggio ancor più morbido e invitante. Uno stimolo a testare la Cactus sul fondo con scarsa aderenza. Sul quale la Citroen C4 risponde con realismo alle sollecitazioni. E si dimostra un’auto sicura e affidabile. Nel contempo confortevole.

#charlieinauto114

#testroad #VW sulle strade dei grandi #rally a Taipana una delle speciali storiche dell’ #AlpiOrientali

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Un’auto per tutti i giorni. La mission della Volkswagen è da sempre incentrata sulla produzione di vetture ‘per il popolo’. Questo slogan, è talmente radicato nella strategia aziendale da essere divenuto il simbolo della Casa tedesca. Che oramai in un unico Gruppo, il Volkswagen Group, riunisce quattro marchi, VW compreso. Un Gruppo, che realizza modelli di grande diffusione. Una delle scelte vincenti della VW, decenni prima di divenire il colosso economico attuale, è stata quella di realizzare la Golf. L’auto che è arrivata alla settima generazione. E ha sempre mantenuto la caratteristica precipua di essere innanzitutto un’auto accessibile a tutti. Da questo, a offrire a più versioni, con opportunità diversificate e alla portata di molti. Così, quando vi ritrovate davanti a un’auto familiare, vi aspettate che sia spaziosa, confortevole, che non consumi molto. Ma nel contempo assicuri prestazioni sufficienti a trarvi d’impaccio in caso di necessità. Il sedile di guida, possibilmente anche gli altri, comodo ma avvolgente quanto basta, e il volante con una buona presa: sono dettagli che cominciano a insospettirci. Che dai due orologi della strumentazione posti dietro al volante spicchino dati come l’indicazione della velocità massima nel tachimetro piuttosto elevata, può dipendere dalla disponibilità di diverse versioni di questo modello di auto. Ciò che concretizza i nostri sospetti sono i comandi destinati a selezionare la funzione con la quale si intende gestire il motore e l’assetto della Golf Alltrack. Su uno dei pulsanti si legge Sport. E le palette dietro al volante per cambiare le marce, se possibile, più velocemente del cambio automatico DSG a sette rapporti, o anche semplicemente in modo più adattivo rispetto a qualsiasi condizioni nella quale ci troviamo a guidare. In effetti, scorrendo la scheda della nostra Golf Alltrack, leggiamo che a una cilindrata di 2000 cc per un motore diesel con un’ottima curva di coppia, e comunque con 184 CV a disposizione, corrispondono consumi contenuti. Rispetto alle qualità emergenti di questa Golf, non ci resta che premere il pulsante dell’accensione, e dopo avere innestato la marcia, lasciare che sia il motore a raccontarci le sue capacità. Per farlo, cerchiamo una strada adatta per poter mettere alla prova la Alltrack. Che già dal nome lascia trasparire la sua vocazione. Cominciamo dall’asfalto. Siamo fortunati: oggi piove e l’asfalto è scivoloso. Così imbocchiamo da Attimis la salita per Taipana. È una delle speciali storiche del Rally delle Alpi orientali. Fino a qualche decennio fa, le strade di raccordo in cima alla montagna erano sterrate. Ora cercheremo di scoprire se sono stare asfaltate. La salita non impensierisce la Golf. Ma nemmeno i tornanti o il misto veloce. Le quattro ruote motrici la tengono incollata all’asfalto. La potenza del motore fa il resto. La Alltrack ci trasmette la sensazione di essere alla guida di un’auto da rally: diesel… Il tiro ai bassi del motore ce la estrae da ogni tornante, e quale che sia la marcia inserita, la Golf non indugia a scattare in ogni situazione. Arriviamo in cima e una valle ricoperta dalla vegetazione verde e rigogliosa racchiude il capoluogo comunale: Taipana. Un territorio molto esteso, si spinge verso la Slovenia e comprende zone di pregio naturalistico, faunistico, venatorio. Ci spingiamo verso le frazioni, come Prossenicco. E finalmente scorgiamo una strada bianca scorrevole, che si infila nel bosco. È piovuto da poco, e il fondo è compatto. Proviamo in diversi modi a far pattinare la Golf Alltrack, ma ogni sforzo per superare i limiti e far sbandare questa Golf risulta inutile. Anche sullo sterrato veloce si conferma una vettura per tutti. Che, però, nel caso siamo motivati a chiederle una prestazione superiore, per motivi di sicurezza, o semplicemente per il piacere della guida, la Alltrack replica con altrettanta sicurezza e affidabilità. Anche se la stimoliamo spingendo a fondo sull’acceleratore. Probabilmente, se togliessimo i controlli elettronici e l’assistenza alla guida, la situazione si farebbe più divertente. Ma il tempo stringe. E imbocchiamo una delle strade che tra la montagna un panorama mozzafiato verso la #RivieraFriulana scorgiamo laguna e anche il mare, scendiamo verso la pianura friulana. Per dirigerci nel pordenonese. La nostra meta è Valvasone, antico borgo medioevale nel pressi del fiume Tagliamento. Uno splendido castello arricchisce la parte sud orientale del borgo medioevale rurale di Valvasone. Visitabile, al suo interno il più piccolo teatro della Penisola. Il nostro #testdrive per oggi è finito, e con rammarico il castello, come il borgo che si è sviluppato attorno, sono nati in funzione della posizione geografica. Da lì si dominava il guado del fiume Tagliamento, il passaggio obbligato delle merci e degli spostamenti verso la Germania e il nord Europa.

#charlieinauto113