la penna, il viaggio, parte ventiduesima

BosaIO-Con i bagagli in mano, mi avvio verso il cofano, chiave col telecomando saldamente nelle tue mani, camminiamo fianco a fianco.

Ad un certo punto vorrei dirti di guidare, ma non ti vedo, sento la tua voce alle mie spalle “no, oggi non riesco a rientrare, si, sto bene, li va tutto bene?, ho ancora delle foto da fare per completare il lavoro, si, ripeto, sto bene, non sono una bimba, so badare a me stessa, ciao”. il viso appare contrariato, i nostri occhi si incrociano, sorride.

Saliti auto, senza guardare metti in moto, la telecamera inquadra lo spazio vuoto dietro noi, esci dal parcheggio e punti verso sud, la direzione che vede il mare alla nostra destra, la strada si snoda in un susseguirsi di curve.

Dopo una decina di minuti in cui hai guidato  sportivamente, una guida rock, come la musica che esce dal lettore, il silenzio termina con un contemporaneo “allora?”, ridiamo all’unisono, mi dici “ci fermiamo un attimo, ho voglia di fumare”, e accosti su una piazzola a strapiombo sul mare.

Sotto di noi, il mare è cangiante, voli di grifoni e gabbiani solcano l’aria, sin lassù l’odore della salsedine, tutti gli alberi intorno orientati a maestrale.Intorno le erbe aromatiche, orchidee selvagge, muretti a secco, non un solo cenno della cosiddetta civiltà.

Scendiamo verso il paese, le curve ora son più morbide perché stai guidando con più calma, possiamo gustare il viaggio, ora sei molto più rilassata, “appena arriviamo, cerchiamo un bar e beviamo un caffè insieme” è il tuo modo di comunicarmi che va tutto bene, il sorriso sulle labbra indica quello…”con molto piacere”, rispondo al tuo sorriso.

Sento la tua mano sulla mia, quella stretta è la riprova del tuo star meglio, ora sei serena e vuoi farmelo sapere, respiri l’aria marina che penetra attraverso il finestrino ed il sorriso viaggia con noi.

Lei-““Dai andiamo…si fa tardi…voglio anche io farti vedere qualcosa”.

Ci incamminiamo, ti prendo sottobraccio e vedo il tuo sorriso. Sembriamo una vecchia coppia…e so che anche tu pensi questo. Facciamo a piedi tutto il lungo fiume. Alla nostra sinistra la vecchia citta’ fatta di case alte e colorate. I vicoli stretti ci invitano ad inoltrarci in quelle viuzze…ed una in particolare te ne voglio far  vedere. In silenzio ci guardiamo intorno…le vie strette e i palazzetti signorili di un tempo ci avvolgono come se ci volessero proteggere. Niente auto per quelle vie…solo il silenzio rotto dai nostri passi. Eppure i muri parlano di vecchie storie, ci osservano fermi.

Ti guido per quella via che voglio farti vedere, svoltiamo a destra…” Eccola” -ti dico-. Una strada lunga e stretta ci accoglie. Il profumo di vini in fermentazione ci accoglie. Ai lati tanti portoni chiusi… “È la via delle cantine”.  Ti fai guidare e mi osservi incuriosito…

È la terza porta alla mia sinistra…uso un vecchio battente e busso. Ci apre la porta un vecchio signore e già giunge alle nostre narici un profumo intenso di quel vino ambrato.  

Saluto il padrone di casa e gli chiedo di poter assaggiare un po’ di quell’elisir…solo un bicchiere per due. Lo porto alle labbra…è divino, proprio come lo ricordavo. Lo offro a te…tu mi guardi sempre più stupito, ma già vedo dai tuoi occhi nascere una risata…mi fai un cenno di diniego…adesso rido io…“almeno una goccia, dai assaggialo “. E più per accontentarmi porti il bicchiere alle labbra. Adesso ridi…chissà cosa pensi.

Andiamo via salutando…e raggiungiamo il fiume. È  ormai l’imbrunire, i lampioni fanno giochi di luce sull’acqua scura. Piccole lucine che il movimento dell’acqua fa sembrare tante piccole stelle, cadute per noi. Sembra una danza infinita.

Mi prendi la mano e mi stringi in un abbraccio…mi sussurri che è tardi, e che dobbiamo andare.  Riprendiamo il viaggio, domani altri luoghi ci aspettano.

 

 

 

 

la penna, il viaggio, parte ventiduesimaultima modifica: 2017-12-13T21:04:03+01:00da Totodess