la penna, il viaggio, parte ventitreesima

luzanasIO- Ora il castello sovrasta un borgo tranquillo, dalla piazza scendiamo verso le vecchie conce, antichi portali impregnati dall’odore della malvasia sono ora sostituiti dall’odore del tannino che ancora si sente.

Il fiume con le sue imbarcazioni, si dondolano placide incuranti dei nostri sguardi, ed un andirivieni di pescatori, furgoncini, tracce lasciate dalle piene sulle sponde, altri odori.

Guardare il ponte, il fiume, il borgo, da quella prospettiva, sembra che il medioevo non sia poi così lontano, da un momento all’altro ci aspettiamo di vedere cavalieri armati di lancia, con gli scudi sul braccio sinistro e la spada sullo stesso fianco.

Ti chiedo, “se non sei particolarmente stanca, ci spostiamo ed andiamo a vedere una cosa spettacolare, un ritorno al passato”. il tuo sorriso luminoso, il tuo “si”, e ci spostiamo dalle conce.

Le mani si cercano, l’auto sta diventando qualcosa di simile ad un salotto, seduti fianco a fianco, dal parabrezza osserviamo lo spettacolo della vita, “andiamo?”, ti dico e attendo il tuo cenno d’assenso per mettere in moto.

Rientriamo nel borgo, “sai dove ti sto portando?”, so che non conosci quei posti però adoro provocarti, “no, dove andiamo?”, rispondi rilassata, “andiamo a vedere qualcosa che nelle nostre città è scomparso da tanto”.

Il lettore sembra stregato, oppure mi son distratto, interrompo i tuoi pensieri, “conosci questo posto?”, ridi, “no, so solo che mi piace, e scatterò delle bellissime foto”.

Vorrei dirti, citando a braccio un pensiero che suona più o meno così “fossi riuscito a dirti ti amo oggi, e scopro che sei come una macchia d’inchiostro sul taschino della giacca, indelebile, e non si può coprirla con nulla” , eppure taccio, e ti prendo per mano.

la penna, il viaggio, parte ventitreesimaultima modifica: 2017-12-15T23:51:04+01:00da Totodess