La penna, il viaggio parte ventiquattresima

La radio spenta, eppure guido e sento la musica, sono sobrio, nessun tipo di droga assunta eppure, questo effetto stupefacente di melodie che mi ronzano nelle orecchie. Cerco di pensare altro, provo a vedere se passa questa strana emozione di starti a fianco, il tuo profumo, il tuo ridere. Ho bisogno d’aria “scusami un minuto, devo scendere”, nel tuo sguardo leggo preoccupazione per quanto ho appena detto.Ho bisogno d’aria, “scusami un minuto, devo scendere”, nel tuo sguardo leggo preoccupazione per quanto ti ho appena detto
Siamo in un posto tranquillo, poco traffico, posso permettermi il lusso di chiudere gli occhi, assaporando quella sensazione di te vicina senza arrossire.
Poggiato allo sportello, so che vedi solo le mie spalle, mi rilasso e respiro, un camion che passa mi distrae e non mi accorgo che sei scesa.
Apro gli occhi quando mi prendi per mano e passi l’altra mano sul mio fianco, “tutto bene, come ti senti?”, nei tuoi
“sai perché ci siamo fermati?”, la tua risposta è spontanea, “perché?”, “non riuscivo più ad andare avanti, avevo in mente una musica e mi sentivo stanco, stranamente stanco”
Mi dai un bacio, con delicatezza mi sposti, “guido io”, ed occupi il posto guida, aspetti che occupi il sedile a fianco, “che canzone era?”, “la cercherò..”
Lei- Guidi…il silenzio ci avvolge…ma ho la sensazione che tu senta una melodia…chissà sarà la mia presenza o forse pensi a qualcosa che ti fa sorridere. Sto per chiedertelo ma tu mi dici che hai bisogno d’aria. Accosti e ti fermi…scendi dall’auto… Ti guardo e ti vedo pallido. Ti volti e ti osservo da dietro…sono preoccupata. Tu stai in silenzio e vorrei sapere cosa pensi. Questi tuoi malesseri mi preoccupano. Scendo anche io dall’auto, mi guardo intorno. Il traffico a quell’ora è poco, giusto un camion attira la tua attenzione…ti sveglia da quel torpore. Ti volti e mi guardi. Ti chiedo come stai e tu sicuramente una nota di apprensione nella mia voce. “Sai perché ci siamo fermati?” Mi chiedi…poi mi dici con voce stanca che avevi in mente una musica e ti sentivi stanco. Mi avvicino a te…con delicatezza ti sfioro le labbra con un bacio… Mi siedo al posto di guida e aspetto che tu ti sieda al mio fianco. In me rimane una curiosità…ti chiedo quale era la canzone…e aspettando la tua risposta riparto…

IO- Son vicino a te, scelgo con cura tra la musica, ora una voce di donna si diffonde, cerco il contatto col tuo corpo. “fermati un minuto, per favore”, come ipnotizzata accosti, spegni il motore, slacci la cintura.

In un solo momento, i braccioli son saliti in alto, la tua mano sulla nuca mi guida sino a te, con le labbra chiudi ogni discorso, poi, fai in modo che scivoli sulla tua spalla,e respiri..non un suono.
L’auto spenta, la musica spenta, solo il rumore delle auto che passano ogni tanto ed i suoni della natura, “allora?, qual’era la canzone, quella che stavamo ascoltando?”, prima che possa risponderti, poggi il dito sulle labbra per indicare il silenzio che desideri.
“sei sceso, si..pensavi una canzone, ma era solo quello?, cosa c’è oltre questo.., non stavi bene e, pensavi a qualcosa”.
Sei incalzante con lo sguardo, non ho mai mentito su nulla, “si pensavo altro…avevo, ho un pensiero che mi gira in testa da stamani”. Il tuo sguardo è interrogativo…”si ho avuto un pensiero che raduna tante cose”, mi chiedi subito “cosa?”, “pensavo a cosa sarebbe, vivere insieme, vorrei fare con te, una cosa che esula dai soliti canoni, vorrei scrivere con te una storia, la nostra storia, lo ritengo come fare l’amore”
Mi chiedi “perchè?”, resto in silenzio..ti guardo, “perché sei bella, in tutto e sempre..”
sorridi, arrossendo..faccio entrare in funzione le luci intermittenti, la musica riprende e restiamo così. con te al posto guida che mi tieni sulle gambe
Lei-Dopo le tue parole resto zitta, sorrido e arrossisco. Tu fai ripartire la musica, quella suadente voce femminile. Non so chi sia, ma adesso non importa. Le tue parole le risento…una strana eco nella mia testa le ripete all’infinito. ” Si, scriviamo questa storia”, e te lo dico con una speranza nell’anima. Che tu possa così dimenticare il tuo malessere. Sei bella…mi dici…in tutto e sempre. E già penso a quanto saranno belle quelle pagine da te scritte. “Si, hai ragione tu, è un po’ come fare l’amore. A queste parole mi guardi, ti guardo e finiamo in un abbraccio senza tempo
 IO-ora, cerco le tue labbra, non riesco a staccarmi da te, sento il tuo corpo aderire al mio, sento che mi stringi forte, ti guardo ancora…il resto del mondo, è scomparso
Lei-In quell’abbraccio mi sento sicura, protetta…vorrei non lasciarlo mai. A malincuore lascio la tua stretta e con un filo di voce, rotta dall’emozione, ti sussurro che si sta facendo tardi. “Si, andiamo ” mi dici. Riparto verso quella destinazione…quella località dove il mare è scuro e scure sono le rocce che lo sovrastano

La penna, il viaggio parte ventiquattresimaultima modifica: 2017-12-16T21:57:33+01:00da Totodess