La penna, il viaggio, parte venticinquesima

Io- “Ogni uomo vale quanto le cose che ricerca”, I miei pensieri iniziano citando a braccio  Marco Aurelio la domanda è una sola, questo paragone è valido?, il mio cercare va molto oltre il valore che mi attribuisco. Adesso le racconto tutto, le dico di questo pensiero…no, non le dico nulla, che caos!! Stare in auto ha un vantaggio, che si guidi o fare il passeggero, siamo seduti fianco a fianco e possiamo guardare altrove senza offendere, se mi vedesse negli occhi ora capirebbe subito cosa sto pensando.sei a fianco come presenza rassicurante e fonte di desiderio

Viaggiare nello spazio in  un abitacolo fa diventare il nostro percorso lunghissimo, nel  minuscolo continente accanto a te lasciando vagare Siamo in auto…la mia guida tranquilla ci da l’opportunità di pensare…uno affianco all’altro, ognuno con i suoi pensieri.

Lei-Siamo in auto…la mia guida tranquilla ci da l’opportunità di pensare…uno affianco all’altro, ognuno con i suoi pensieri.Mi volto un attimo, per guardarlo…un attimo soltanto e dal suo sguardo perso e un po’ sognante capisco quali sono i suoi pensieri.Non posso guardare i suoi occhi, la guida mi costringe a fissare la strada, vorrei chiederglielo, ma mi trattengo. Intanto lo scenario cambia…dalla campagna entriamo in un paesino, rallento e accosto. Alcuni murales attirano la mia intenzione. “Scendiamo? Guardiamo da vicino…sono bellissimi “ Tu mi sorridi…scendi dall’auto e apri il mio sportello. Mi piace questa tuo essere galante…lo ho sempre pensato, è un uomo d’altri tempi. Facciamo due passi per quelle strette vie e tu inizi a spiegarmi tutto quello che vediamo

IO-ognuna di queste porte ha visto l’umanità che leggiamo nei libri di storia, i nonni ed i nonni dei nonni”, e presa per mano, mi segui per quei ciottolatiCase rossicce per la pietra usata nella costruzione che stride con le sbarre in alcune finestre ed i portali con lo spioncino, appesi ai muri ancora anelli che servivano per legare i cavalli. Cavalli? i meno abbienti, e lo si nota dall’altezza, avevano l’asino per il trasporto, mentre camminiamo da alcune vecchie stalle ancora l’odore del fieno, e qualche animale legato.Magicamente, suona il mio telefono mentre un asino raglia, “e sono due”, dici…e ridiamo all’idea di chi sta chiamando, persona conosciuta per la capacità d’interrompere i momenti più belli.Nei tuoi occhi, la richiesta di chiudere la chiamata o spegnere il telefono, aspetto che finisca lo squillare e spengo quella fonte di distrazione..tendi la mano, lo prendi e lo infili in borsa “ora voglio vedere chi chiama”, e ridi

Lei-Ti ascolto rapita, mi sazio delle tue parole ogni volta. Osservo ogni cosa che mi fai notare e ogni volta mi sembra di vedere la storia di quella o questa casa. Inaspettato squilla il tuo telefono, con uno sguardo ti chiedo di non rispondere.
Con aria complice anche tu sorridi. Ridiamo insieme e intanto lo prendo e lo infilo in borsa, “Ti va un caffè “,

E te lo chiedo mentre già sento l’aroma provenire da un bar…un piccolo bar all’angolo della via. I vecchi tavolini fuori indicano quanto tempo è passato e quanta vita è trascorsa ai quei tavoli. Tu mi prendi per mano e mi fai strada verso il nostro caffè.

Io-“Pensa, magari troviamo una signora con la moka che se lo sta preparando ed è suo, e noi stiamo entrando inaspettati ospiti”, l’affermazione ti turba, “sai che in un posto simile può veramente succedere?, guarda cosa espone il locale, pubblicità di bevande che son fuori commercio”. La tua risposta è bellissima, “anche noi siamo fuori commercio e tu..quasi demodè, su entriamo e scopriamo cosa ci aspetta”, sposto la tenda di plastica e mi scosto per farti passare.Il locale si presenta come un bistrot anni 50, ottoni, intarsi, ed i tavolini a tre piedi sembra siano stati usati per le riprese di Casablanca, dietro il bancone una signora matronale, che cortesemente saluta in dialetto.

Lei-Entriamo…un vecchio locale…affascinante. Una signora dietro al banco ci saluta e alla nostra richiesta prepara i nostri caffè…siamo fermi al bancone del bar e osserviamo la signora…sicuramente abbiamo gli stessi pensieri… Assaporo lentamente quel caffè…forse troppo amaro. Tu intanto dai qualche moneta alla signora e usciamo… ” Siamo vicini al mare, andiamo a vederlo, abbiamo tutto il tempo”. Tu acconsenti e ci dirigiamo verso l’auto. “Guida tu adesso, mi sento un po’ stanca”. Prendi le chiavi dalla mia mano e mi sorprendi con un bacio delicatissimo sulla guancia. “Andiamo ” mi dici, e mentre lo dici sorridi… Chissà cosa pensi…

 

 

La penna, il viaggio, parte venticinquesimaultima modifica: 2017-12-17T23:07:33+01:00da Totodess