In ogni dove le grandi epidemie coglievano le autorità alla sprovvista e Covid-19 non ha fatto eccezione. Tutto questo ha generato confusione, caos e improvvisazione. Nemmeno i Lazzaretti meglio gestiti erano in grado di affrontare l’improvviso aumento di casi dovuto a una pestilenza. Davanti all’enorme numero di malati e moribondi, spesso i consigli di salute pubblica ricorrevano all’espediente di tentare solo la Profilassi, rinunciando alla speranza di fornire trattamenti.
Un approccio comunemente adottato consisteva nell’isolare i pazienti o sospetti tali e i familiari nelle loro case, che poi venivano contrassegnate con una “Croce Rossa”, sigillate e guardate a vista per evitare che qualcuno entrasse o uscisse. Questa misura draconiana condannava famiglie e inquilini alla segregazione forzata con malati agonizzanti e morti. In simili circostanze, non c’era alcuna possibilità di ricevere provviste o cure mediche. Regole severe riguardavano anche i cadaveri, che si pensava emettessero miasmi; era quindi fondamentale liberarsene più in fretta possibile, minimizzando nello stesso tempo ulteriori rischi per i vivi.
Di conseguenza erano vietati i funerali, i cortei funebri e le ultime attenzioni per il defunto, come la deposizione e la veglia.
Come nei Lazzaretti, i cadaveri trovati nella città venivano gettati in fosse scavate in terra non consacrata. Prima di chiudere definitivamente la fossa, lo strato superiore di corpi veniva cosparso di terriccio e soda caustica per favorire la decomposizione e impedire che i miasmi contaminassero l’aria.
Ecco cosa accadeva.