Tutti in classe, Sars-cov-2 ci insegna a un vivere nuovo…

Coronavirus, da questa pandemia c'è una lezione che va imparata in fretta - Il Fatto Quotidiano

La lezione di questa Pandemia….

Tutti in classe, Sars-cov-2 ci insegna a un vivere nuovo…ultima modifica: 2022-01-05T15:48:42+01:00da un_uomonormale0

15 pensieri riguardo “Tutti in classe, Sars-cov-2 ci insegna a un vivere nuovo…”

  1. Salve cara Gina, si, sono stato telegrafico. Diciamo che non ho molta voglia di scrivere.
    L’unica certezza che possiamo e che oso confermare è che ne usciremo e ne usciremo cambiati da questa pandemia. La società intera tutta è già pervasa da un’onda di trasformazione e di rinnovamento decisamente più grande di noi che ci costringerà a cambiare con lei ( società ). Se così non fosse per la nostra solita dabbenaggine rimarremmo sulla soglia del mondo che sarà. Buon pomeriggio a te.

  2. Il 10 qui in Abruzzo si riapriranno le scuole e già si parla di screening di massa per alunni e personale. Ormai lavorare a scuola è come andare in trincea, districandosi tra normative fumose e contraddittorie su come gestire i contagi. C’è tanta stanchezza e come la sento io la sentono tutti, immagino. Sembriamo tanti topi spaventati, che fuggono in direzioni diverse senza saper realmente dove andarsi a riparare dal pericolo. Non ero particolarmente socievole anche prima della pandemia, ma una stretta di mano o due parole anche con chi avevo appena conosciuto non mancavano mai. Adesso le interazioni sociali si sono complicate ulteriormente e la solitudine non sempre è una scelta. Mi sono permessa questa digressione. Buona Epifania!

    1. Concordo per le normative contraddittorie, ma non butterei su chi ci governi tutto il peso. Piuttosto metterei la museruola a certa fetta di giornalisti che amano fomentare dubbi e paure: non li credere…
      Ciò che è certo è che questo evento pandemico ha preso tutto ciò che prima ritenevamo certo, indiscutibile, e in certi casi addirittura assoluto. Come l’acqua che bolle sta facendo venire a galla gli gnocchi: il disequilibrio nel nostro rapporto con la natura, l’arbitrarietà della nostra organizzazione sociale, dei ruoli che noi stessi attribuiamo agli altri. Fa male vivere da smarriti; non c’è ragione. Ma qualcosa la stiamo imparando da essa. Prima di tutto che la vita è incerta, ma è un bene prezioso che non può barattarsi con fatue e sterili, se non addirittura criminose ideologie demenziali, e che per uscire da questo stato non dipende dal singolo ma dall’intera nostra specie. In conclusione, siamo invitati a modificare il nostro stile di vita. Buona epifania

  3. Personalmente, sono certa che il cambiamento sia già in atto silenziosamente, ma non tanto da non essere avvertito come novità in molto dei nostri comportamenti e specie per quanto concerne la nostra quotidianità. Anche nelle minime cose non si ha più quella fiducia che si era soliti avere nel prossimo e, perfino gli affetti familiari, appaiono come annacquati , diluiti nella loro consueta compattezza di atteggiamenti e modi che vedeva le famiglie come “cozze legate allo scoglio” (Giovanni Verga). Niente più abbracci e baci. in un raffreddarsi progressivo anche di semplici affettuosità ed un continuo sentirsi addosso una precarietà che sfibra gli stimoli e fiacca la volontà dell’azione anche nei giovani , i quali vivacchiano e male. Certo non parlo di massimi sistemi e i cambiamenti epocali dovremmo , per altro, auspicarli, ma nel nostro piccolo, io sfido chi non abbia avuto la sensazione precisa che il cambiamento, almeno per il momento, è attestato sul peggio. E ancora una volta , dovremo chiamare in causa per un aiuto consistente, la dolce speranza…Grazie, Dott, e scusami se stasera ho forzato un poco la mano. Buona serata.

    1. Ma questo è già un fenomeno epocale che stiamo vivendo. Ti faccio un esempio. Se ci sediamo su una stella e guardiamo il nostro pianeta a una distanza comprenderemo cosa sta accadendo alla nostra amata terra e a noi suoi abitanti, “grazie” a questo virus. Faccio un piccolo passo indietro. Quando migliaia di anni fa l’uomo addomesticò il bovino, un virus che circolava in questa popolazione animale e che ha circolato fino a qualche tempo fa; virus terribile della peste bovina, ha fatto il salto di specie e ha infettato l’uomo. Questo virus è diventato poi il virus del morbillo. Con quell’uomo primitivo si è sparso a molti continenti e meno in altri diventando patogeno delle persone. Oggi, noi con questa emergenza stiamo assistendo a un fenomeno analogo. Vi è un virus in una foresta che è stato forzato ad uscire da quella foresta, e forzato a coabitare con altri virus presenti in altre specie animale che con quella con cui il pipistrello non dovevano proprio entrare a contatto. E così abbiamo portato un giungla dentro una megalopoli che sono piene e stracolme di persone, soprattutto persone che non sono in grado di rispettare le norme igieniche sia per una questione di cultura e che di sicuro non hanno accesso a cure mediche. Questo coronavirus è quindi passato nella specie umana. Ma il problema vero è che mentre il virus del morbillo 5000 anni fa si spostava a piedi, questo nostro coronavirus essendo entrato in una megalopoli e non in un villaggio di 100 persone, è salito sugli aerei e quindi si è disseminato in tutta la popolazione della terra con una velocità che non era prevista in natura. Per questo è un fenomeno epocale. E per questo io credo che pensare un futuro senza questo virus che coabita con noi è illusorio. L’auspicio è quindi che diventi presto il Coronavirus del raffreddore. Scusami, forse ti ho confusa, ma per sommi capi è la realtà che stiamo vivendo. Buona giornata dell’epifania.

      1. Sì, mio Dott, tu sei stato e sei chiarissimo e hai messo noi ,tuoi lettori, in condizioni di apprendere bene la lezione. Ed io son convinta che le tue tesi siano le più giuste. Il problema che vorrei sottolineare è che speriamo tutti e, sicuramente, che questa pandemia ci abbia aperto gli occhi sugli errori perpetrati finora dal mondo, con la conseguente impellenza di un cambio di rotta, ma che, nel nostro piccolo già ci avvertiamo diversi, cinici, scoraggiati e non certo positivamente attivi anche a livello di contatti umani, che ormai avvertiamo precari e ,in un modo o nell’altro, piuttosto distaccati. Ok.,mio caro,magari io esagero, ma questa sensazione mi si è attaccata addosso ed ho l’impressione che non riguardi solo la mia persona. Intanto,
        buon pomeriggio, a conclusione delle ormai svanite festività natalizie. Ciao.

        1. Dici bene, è una percezione collettiva. L’uomo, quindi noi individualmente e collettivamente con la nostra sbadataggine e la superficialità che ci sono proprie, ha creato le condizioni affinchè questo attuale virus circolasse nel bel mezzo delle megalopoli con quasi 12 milioni di abitanti. Tutto origina dalle foreste dove si incontrano di norma pipistrelli e altre specie selvatiche, tra cui il pangolino. In condizioni normali, diciamo mille anni fa se proprio doveva passare in noi specie umana il sars-cov-2 avrebbe infettato gli abitanti di un villaggio di indigeni ai margini della foresta. Le persone anziane avrebbero sofferto a causa della polmonite, le persone adulte avvrebbero avuto il raffreddore, i ragazzi probabilmente nulla. In ultima analisi il virus non sarebbe mai uscito dai confini del villaggio, perchè solitamente gli indigeni che vivono accanto alle foreste se ne vanno a caccia, a pesca ma non prendono gli aerei per andare in altri continenti e così, con ogni probabilità oggi non avremmo emergenza planetaria. Ciao

  4. Auguriamoci che presto si possa tornare alla “vecchia” normalità, e che questa foto “distante” sia solo un ricordo che sicuramente rimarrà nella nostra memoria, ma speriamo lasci lo spazio a un nuovo modo di vedere le cose, le relazioni e dargli il giusto valore. Buona festa dell’Epifania!

    1. E’ essenziale che apprendiamo la lezione ora, e non dopo, perchè eventi del genere ricapiteranno. Il più raramente possibile, spero, ma ricapiteranno. Gli spillover; ovvero, i salti di specie continueranno a essere eventi biologici estremamente rari, eppure virus nuovi per la nostra specie umana potrebbero diffondersi ancora su scala globale. In ultima analisi, non possiamo sperare che i virus smettano di comportarsi da Virus: loro svolgono semplicemente il loro compito. Ed è naturale che sia così. E nel frattempo ? Nel frattempo siamo chiamati a individuare le migliori strategie per gestire un fenomeno naturale, che si espande su scala planetaria. Buona epifania

  5. Sì, stiamo imparando una convivenza con il virus. E stiamo imparando tante regole nuove che rientreranno a far parte di quella “nuova” normalità. C’è la regola del 2,3,4; c’è la regola del green pass e del super green pass, c’è la regola dell’obbligatorietà dei vaccini per gli over 50; … e potrei continuare con le regole. Ben vengano le regole se comportano una sicurezza effettiva per il cittadino. Buona Epifania, Peppe

    1. Già, “ben vengano le regole se comportano una sicurezza effettiva per il cittadino”. Da questa tua giusta considerazione, traggo un mio personale messaggio. Il testo di questi nuovi decreti che stanno arrivando nella nostra vita sociale, trapelano altrettanti messaggi, sempre a noi cittadini; ovverosia, il messaggio sbagliato come se le minacce fossero le misure di restrizione, e non il Virus. Praticamente come se la questione fosse individuale, non collettivo: “Ti avviso in anticipo, così puoi metterti in salvo”. Ecco quello che io percepisco attorno alle nuove misure.Trapela l’idea di mettere in salvo se stessi. Ovviamente a nessuno piace stare solo, lo penso perchè è così. Comprendo pure, umanamente, che chi ha paura tende a comportarsi in modo non sempre ragionevole. In ultima analisi, le misure non possono essere la strategia determinante, se non associate al comportamento collettivo. Ai virus non interessa una cippa se i singoli infettano e si sentano più al sicuro: i virus non aspettano. Anzi, approfittano ben volentieri di ogni occasione. E queste cui assistiamo per il Virus sono occasioni d’oro. Lieta epifania a te Elena

  6. Premetto che io sono per le regole. Però, converrai certamente che queste regole sono un filino in ritardo, un filino cervellotiche, un filino sofferte, un filino tanto legate alla politica-economia più che alla sicurezza della comunità. Perché la situazione contagi la cui curva è una retta cui assistiamo è pesante e l’abolizione della quarantena per i vaccinati a 120 gg ( indipendentemente dalle 2 o dalle 3 dosi) è un azzardo probabilmente calcolato. Ma probabilmente anche pericoloso, oggi. A presto, ciao Peppe 🙂

    1. Scusami Elena, tu poni un problema vero, ma lo poni come fosse di interesse italiano soltanto. Non mi pare che il resto del pianeta si comporti in maniera encomiabile; anzi. Ammetto che qualche errore c’è stato nella gestione di questo fenomeno epocale ( non dimentichiamo questo termine ),e non mi interessa se su base politico, scientifico o entrambe insieme. Se scorri le pagine di storia delle pandemie troverai anche di più di ciò che evidenzi. Di tutti i problemi presentati dalla Covid-19 il più importante riguarda la preparazione. Nel contesto tra noi specie umana e microbi l’unica difesa che noi abbiamo in possesso è l’intelligenza. Si potrebbe aggiungere la nostra capacità di collaborare, qualora decidiamo di farlo. Purtroppo quando la Covid-19 è comparsa ha trovato un mondo- non l’Italia – impreparato ad affrontare una minaccia preannunciata da tempo. Che dici ? E’ il caso di infierire sempre sul nostro paese ? Ciao

  7. Non infierivo, constatavo, Peppe. E lo facevo da italiana che vive in Italia e che riconosce all’Italia anche una efficace campagna vaccinale. Molto più che in altri Paesi, tra l’altro. Per contro, riferendomi esclusivamente alle nuove disposizioni su quarantene e ai suoi tempi e modi per vaccinati 2 o 3 dosi, ti invito, ma forse l’hai già fatto, a leggere come altri Paesi hanno gestito i giorni. Tutto qui. Ribadisco che sono del tutto con te che la pandemia ha trovato impreparati tutti. Basta, chiudo vado a far la cena e ti lascio un sorriso… ciaooo

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