Madre Natura…o meglio chiamarla “mamma ?”

Lumachine di mare - Pesce in cucina

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All’imbarco dei traghetti del mediterraneo capita di trovare bancarelle che vendono stelle marine rinsecchite e conchiglie di tutte le forme. Tra queste, una delle più diffuse è fatta a spirale, larga e capiente all’imboccatura e chiusissima all’apice. Queste conchiglie prima di finire sulle bancarelle era le case dei “gasteropodi”; dei lumaconi  che, lo dice la stessa parola  camminano con la pancia; dal greco gaster= stomaco, e pòdos= piede. Numerosi gasteropodi, circa 5000, appartengono alla famiglia Conoidea e sono accomunati da caratteristiche che vanno al di là dell’abitare in una conghiglia in cui si può sentire il rumore del mare. Sono animali velenosi: dispongono di un pungiglione con cui iniettano  nelle loro prede un veleno mortale. Si nutrono di pesci di fondale; e già, sono lumache, li avvicinano con circospezione e, al momento adatto estraggono una proboscide retrattile dalla quale sparano fuori il “pungiglione”. Il povero pesce, così, arpionato muore in 2-3 secondi, quindi viene risucchiato tutto intero. A digestione conclusa, il Lumacone di mare sputa fuori le lische e gli ossicini in una nuvoletta bianca, che subito deposita al suolo.

Il veleno di alcune specie è potentissimo, contiene centinaia di tossine con effetti sul sistema nervoso. Pensate che in Europa è stato registrato un farmaco a base di una molecola sintetica che imita quella prodotta da una specie di “gasteropodi”. Viene usato per trattare forme di dolore intrattabili con altri farmaci.

Morale di questa breve storia ? Semplice. Madre Natura ha nascosto ricchezze straordinarie nei posti più impensabili, compresi i “gasteropodi”. E chissà cos’altro possiamo scoprire nei lumaconi di mare, nei pesci di profondità, nelle alghe, nei fiori o nelle piante.

La biodiversità è una riserva inesauribile di sostanze utilissime, dal potenziale terapeutico. Anche per questo è essenziale preservare l’ambiente: continuando a contaminare l’habitat che ospita queste incredibili risorse, non stiamo solo condannando intere popolazioni rosse, gialle o blu a soccombere, ma stiamo privando noi stessi della possibilità di trattare patologie magari oggi incurabili attraverso peptidi, molecole o sostanze che ancora non conosciamo.

Madre Natura…o meglio chiamarla “mamma ?”ultima modifica: 2022-01-07T13:58:22+01:00da un_uomonormale0

11 pensieri riguardo “Madre Natura…o meglio chiamarla “mamma ?””

  1. Cara Gina, a conferma della veridicità su quanto ho scritto, ci sono due storie di due studi che curiosamente portarono tutti i ricercatori a vincere nel 2015- o ’16 – non ricordo bene – lo stesso premio Nobel per la Medicina e la fisiologia, assegnato a una professoressa dell’accademia cinese di Scienze per la ricerca sulla malaria. E’ una farmacista, studiosa che ha dedicato decenni alle proprietà “dell’Artemisia annua”, una piccola pianta erbacea, originaria della provincia di Hunan, che la medicina cinese sfrutta da millenni. Oggi il farmaco viene usato per la cura della malaria a livello globale( l’Artemisinina ). Buon pomeriggio a te Gina

    1. Grazie amico mio, molto interessante. Scusami, ma la foto porta anche una lucciola. C’è correlazione con tutto ciò che recita il tuo articolo ? Gina

      1. In verità attendevo che qualcuno fornisse questa domanda. Ribadisco quanto detto prima, nel senso che esistono ovunque verità nascoste con applicazioni impensabili. Calcola la Luciferasi; un enzima che è alla base del meccanismo di generazione della luce, appunto, delle lucciole: il gene corrispondente può essere inserito in sistemi di laboratorio come indicatore di un avvenuto fenomeno. Mi spiego. Se per esempio volessimo testare la capacità di un batterio di entrare in una cellula, si potrebbe utilizzare il gene di questo enzima( “Luciferasi )per segnalare che il batterio ce l’ha fatta ad entrare in una cellula. Per analoghi motivi per studiare l’effetto delle condizioni spaziali sulle popolazioni batteriche che coabitano con noi, la NASA ha deciso di sfruttare i calamari. Grazie alla luminiscenza del loro microbiota, sono considerati ottime fonti di informazioni per studiare il rapporto di simbiosi; ovvero, di convivenza pacifica e utile, fra il calamaro e i batteri bioluminescenti che colonizzano l’organo luminoso nel mantello del calamaro. Pensa che alcuni calamari sono partiti per la Stazione spaziale internazionale e al loro ritorno scopriremo molto di come potrebbe essere il nostro rapporto con i batteri che convivono con noi nello spazio. Buona sera

  2. Bene; è un post interessantissimo questo che, ancora una volta , ci offri in lettura e che tratta un argomento importante nel campo della biodiversità marina che, di solito, è poco trattata, anche perché non facilmente e a fondo conosciuta se non dai ricercatori biologi e dagli addetti ai lavori ,come i subacquei. Le conchiglie che tu citi e che costituiscono il riparo dei gasteropodi, dunque , nell’apparenza di tanta grazia, celano nei lumaconi che le abitano, un potentissimo veleno micidiale per la preda che muore in pochi secondi. Madre natura le ha dotate , per la sopravvivenza, di un’arma potente, così come ha dotato di mezzi diversi , ma per simile scopo, tutte le sue creature. Riflettere si deve che esse hanno tutte la identica finalità di sopravvivere nel migliore dei modi, non solo per se stesse, ma perché formano un tutt’uno con ogni specie vivente, nel senso che ciascuna ha la sua utilità per il benessere delle altre specie viventi in natura, che siano specie animali , uomini compresi, vegetali, minerali. Una sorta di robustissima catena che tenga uniti gli equilibri naturali , riflettentisi, poi su tutte le
    società umane e sociali della Terra. Spero di essere stata all’altezza del significato che tu hai inteso evidenziare con questo tuo post. Buon pomeriggio. Ciao

    1. Centrato in pieno. Vedi, per quanto io sia affascinato da queste ricerche, tuttavia concordo con la piccola, ormai grandicella Greta Thunberg la quale afferma che non esiste un pianeta terra B. Prima di esportare su Marte o chissà dove le nostre malsane abitudini, abbiamo ancora la possibilità di ridefinire il nostro ruolo sulla nostra terra: non più usurpatori, ma difensori; non più predatori, ma dei veri guardiani. Ciao

  3. Carissimo, ci trovi pienamente d’accordo con il tema della biodiversità che è una fonte preziosa di vita da preservare. Se la natura è custodita sarà buona anche la qualità di vita dell’uomo e di tutti gli esseri viventi. La natura ha un suo equilibrio e quando questo viene stravolto tutti ne sono coinvolti. Buona giornata! Un caro saluto!

    1. Tutte le attività che alterano gli ecosistemi; come la deforestazione, il commercio di animali selvatici, le coltivazioni o gli allevamenti intensivi, ma anche l’introduzione forzata di specie non autoctone, aumentano il rischio dell’emersione e della diffusione di nuovi patogeni pericolosi per l’uomo e non solo. Per questo le prime direttrici su cui impostare il mondo nuovo che ci attende non potrà che essere il rispetto; per il pianeta, per l’ecosistema, per la natura e per l’equilibrio millenario che essa ha saputo creare. Buona serata a voi carissime.

  4. Interessante questo tuo post, Peppe. Mi piace molto l’excurs che hai fatto per trarre delle conclusioni inoppugnabili. Sono del tutto d’accordo con il pensiero di EremodelCuore: non aggiungo altro se non il mio buon pomeriggio, ciao

  5. Semplice domanda: “Se tutti i soldi che sul nostro pianeta vengono sprecati malamente, leggi armamenti più disparati e per tutti gli stati che contano, venissero dirottati per la difesa della nostra biodiversità e la scoperta di tutto quello che “mamma terra” ci cela abilmente nei posti più disparati, come andrebbe la nostra vita e il nostro vivere rispettoso della natura?”.
    Buona sera Doc.

    1. La salute caro mio, non è un bene individuale, non esistono tante “saluti” quanti esseri umani e animali e piante sulla Terra: di salute ne esiste una soltanto ed è quella del sistema in cui tutti; esseri umani, animali, piante e, più in generale, l’ambiente, siamo immersi. La salute è come la linfa che scorre e che ci attraversa tutti : quella di ciscuna persona, ciascun animale, ciascun insetto, ciascun pipistrello e ciascuno sperduto angolo della foresta pluviale è strettamente indipendente da quella di tutti gli altri elementi/ abitanti del sistema. Siamo cresciuti con la convizione di essere i feudatari o, peggio ancora, i padroni dell’Universo, che la natura stessa ci avesse posto al vertice del sistema, e con noi la nostra salute. Buona sera a te carlo

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