Un po’ di storia credo sarà gradita….dai pochi

Morbillo: 7 casi in corso di accertamento e una persona ricoverata al  Maggiore | Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma

Come tutte le favole che iniziano con “C’era una volta…..”, anche in questo caso, comincio con:

“C’era una volta una specie nomade, Homo sapiens che intorno a circa 10.000 anni fa cominciò a sviluppare la tendenza a una vita a dimora permanente in un determinato luogo. La grande  glaciazione aveva avuto termine, il clima era generalmente più favorevole e le risorse a disposizione si erano moltiplicate. Nascono strutture sociali sempre più avanzate e organizzate, e anche alla domesticazione di certe specie animali. Insomma, l’uomo passa da cacciatore-raccoglitore ad agricoltore.

Siamo  nel 9000 a.C.; minuto più minuto meno quando in Mesopotamia e in Persia, vengono addomesticati i primi bovini. Finora non c’è stato modo conoscere quando la peste bovina abbia fatto la sua comparsa.

Le prime testimonianze della sua esistenza sono piuttosto recenti: risalgono ai tempi dei  Romani. La prima descrizione chiara della peste bovina la dobbiamo allo scrittore e oratore romano Severo Santo Endelechio gra l’altro testimone dell’epidemia che colpì i bovini a partire del 376  d.C. Conosciamo, invece, e molto bene i suoi gravissimi sintomi per averli potuto osservare fino a pochi anni fa: lesioni erosive in bocca, febbre alta, ulcere, diarrea, secrezioni nasali e dagli occhi. In breve, nel giro di poche settimane questo virus  Rinderpest morbillivirus era in grado di decimare una intera mandria di bovini.
Passata la fase acuta, continuava a serpeggiare- si cronicizzava, per così dire -e falcidiava bovini ancora per molto tempo. Non mi soffermo oltre e passo direttamente all’esito finale, che vide la sua eradicazione totale. La seconda, dopo il vaiolo a scomparire.

Faccio un salto indietro, adesso. Lungo questa storia millenaria che parte una ventina di secoli fa, a un certo punto succede una cosa che cambierà i destini dell’umanità. Quando ancora il Rinderpest morbillivirus; ovvero il virus  che causa la peste bovina, circolava indisturbato tra i capi di bestiame, una sua Variante ha trovato il modo di infettare  la specie, Homo sapiens.

Addomesticando il bovino, l’uomo aveva sì migliorato le proprie condizioni( erano fonti di benessere e di ricchezza ),  ma anche moltiplicato le eventualità di  prendersi qualche infezione. Per allevare i bovini, infatti, bisognava stargli vicino fisicamente, molto vicino. E non si può dimenticare che ai tempi ci si cibava di latte e della carne di vacca crudi, spesso ancora caldi. Ed ecco che attraverso i secreti ed escreti e il sangue, fu un gioco da ragazzi il salto di specie che divenne realtà. Vale la pena ricordare brevemente che i virus sono parassiti obbligati, cioè, che sono “costretti” a sfruttare i meccanismi di sintesi delle cellule per replicarsi; come dire, che fuori dalle cellule morirebbero. per i Virus, le cellule degli ospiti sono macchine di vita. Per la stragrande maggioranza delle volte i Virus generano particelle identiche a loro stessi, ma può capitare che durante il processo di replicazione  si modificano, magari a causa di una mutazione. Per loro una mutazione è un inciampo, un balbettare nel meccanismo di replicazione virale che genera una imperfezione. Se questo è sconveniente, il virus stesso che la porta scompare; se è conveniente perchè dà un vantaggio  selettivo, allora prende il soprarvvento, generando nuove varianti, nuovi rami di discendenza. E così, il  Rinderpest morbillivirus, a forza di replicarsi, e replicarsi e replicarsi, si è modificato tanto quanto basta per generare variante capace di infettare l’uomo.

Nel tempo, questa variante ha dato origine al Leasles morbillivirus; Virus del tutto nuovo, che causava una malattia altrettanto nuova: IL MORBILLO.

Il Morbillo è meno grave e ababstanza diverso dalla Peste bovina, ma è comunque una malattia che, in assenza di “Vaccinazione” può dare sintomi molto gravi. Oggi ha un tasso di letalità che si aggira intorno allo 0,1% ma in epoca pre-vaccinale provocava ogni anno la morte di milioni di bambini.

L’Ecosistema, il nostro, in movimento…

269,329 Foto Ecosistema, Immagini e Vettoriali

C’è un detto che recita così:”Finchè c’è vita c’è speranza!”. Credo che questo detto sia nato insieme al mondo. E allora ? Finchè ci sarà la vita ci saranno sempre i Virus, ma è anche vero il contrario.

L’ecosistemi e organismi, piaccia o no, dipendono dai Virus. Persino l’evoluzione dipende anche dai virus, che per un succedersi di milioni di anni hanno plasmato la flora e la fauna di questo nostro amato pianeta. Non solo, ma  si sono pure alternati tra genomi di ospiti ( uomo, animale, funghi ecc. ) di specie diverse. Una sorta di tennis da tavolo virale.

Quindi, anche noi umani dipendiamo dai Virus, se non altro perchè con essi conviviamo portandoli a “spasso”: dove andiamo noi, vengono pure i virus. Calcolate che il nostro intestino è popolato da qualcosa come 140.000 specie di Virus, significando una cosa ben chiara e limpida: senza i virus non non esisteremmo ( mi pare di averlo detto in qualche mio precedente ).

Calcolate che ci sono molti più Virus sul nostro pianeta terra, che  stelle nel firmamento che conosciamo. Calcolate che negli oceani abitino circa tante particelle virali come 10 miliardi di volte  il numero stimato di stelle.

Ebbene, tutti questi virus hanno in comune due caratteristiche: un genoma protetto da un guscio a base di proteine e la necessità di necessitare di un  ospite per riprodursi.

A differenza della maggior parte degli animali, che si mantengono in vita tramite il consumo di alimenti morti oppure uccisi da loro stessi; anche brucando l’erba, i Virus per continuare a esistere necessitano di un organismo che sia vivo. Non importa se animale, se una pianta, se un fungo o di un batterio o persino di altri virus. L’importante che siano vivi.

Quanto a loro stessi, le varianti sono infinite. Alcuni hanno solo due – tre geni, e altri che ne hanno centinaia. I Virus patogeni, ovvero quelli che causano sofferenza all’ospite; che fra l’altro sono in numero molto più piccolo rispetto  all’infinità di Virus che campano benissimo senza fare danni come quelli a noi ormai molto noti.

In altri termini, un mondo ancora da esplorare.

Da due anni viviamo questa “PANDEMIA”….

Cosa significa Endemia? Definizione ed Etimologia

Pan (Capricorno) - Mitologia Greca

L’immagine sotto raffigura il dio “pan”

Ma in definitiva, cosa vuol significare questa parola ?

Origina dal greco “pandèmìa”; significando con “pàn”=tutto, e dèmos, “popolo”, quindi tutto il popolo.

Secondo il  filosofo e teologo Vito Mancuso, l’etimologia di questo termine indica però molto di più di quello che sembra. Vediamo di scavare un po’ nella semantica.

Il termine “Pàn” non significa soltanto “tutto”, ma identifica anche il dio Pan, mezzo uomo e mezzo animale, dio della natura. Ha un viso paffuto e occhi espressivi, è una creatura peccaminosa in quanto Ibrida, la sua immagine viene usata spesso per raffigurare il diavolo. Il suo significare “tutto” coinvolge la mente e il corpo come forza inarrestabile e spaventosa che noi chiamiamo “panico”. Quando si è presi dal  panico, infatti, si è completamente assorbiti e guidati da una forza esterna. La paura travolge e rapisce, e si perde la padronanza di sè.

Le pandemie, in effetti, è così che fanno implodere i sistemi: provocando panico e paura. E lo fanno sia in maniera diretta, rendendo inadatte alla vita normale molte persone che si ammalano, sia attraverso un potere insidioso e subdolo: quello di creare una coltre invisibile di nuovi problemi che si aggiungono al resto. Paura di ammalarsi e di morire. Di perdere il lavoro. Ma anche l’amore. Gli amici e le relazioni. La paura del “Vaccino”. La paura dell’ignoto. Una specie di stato di complicazione che ci appesantisce e ci affatica perchè si autosostiene e si alimenta. Fino a quando il sistema non  reagisce, la paura e lo smarrimento si infiltrano nel quotidiano, con esso si scontrano, costringendoci a inventare modi nuovi  per sopravvivere e a confrontarci con temi ed eventi che collettivamente avevamo rimosso: la morte, per esempio, ma anche il rapporto conflittuale e violento che abbiamo con la natura da cui però siamo interamente dipendenti. Una natura che non ci è nè madre nè matrigna: alla natura di noi non importa nulla, ci considera animali come gli altri. E dunque, se non esiste alcun disegno ma solo equilibrio da rispettare, dovrebbe essere più semplice comprendere che i Virus non sono flagelli, ma semplicemente Virus. Creature come le altre che puntano alla sopravvivenza. Che si “Fotocopiano e si replicano soltanto per propagare il proprio genoma. Tutto ciò che i Virus si lasciano dietro è per loro del tutto irrilevante, perchè loro guardano avanti.

La salute pubblica dipende dalla collettività e non dalla individualità

Diritto alla salute e interesse collettivo | Comilva

La salute pubblica, dunque, la possiamo paragonare a una sciarpa molto lunga che mantiene caldi i nostri colli. Ognuno di noi ha questa sciarpa che non è visibile attorno al collo: se qualcuno la perde, si scopre il collo di tutti e non di quel singolo individuo.

Quando parliamo di salute, davvero “uno vale uno”, davvero siamo tutti a “contare”. Ogni azione del singolo condiziona indirettamente la vita di tutti, come è evidente quando parliamo di “immunità di gregge”.

Il quanto il coinvolgimento della collettività sia importante- anzi imprescindibile – nella tutela della salute pubblica è però una consapevolezza che stiamo maturando in questi ultimi tempi, nonostante i demenziali atteggiamenti di una sparuta accozzaglia che ignora questo principio di etica e morale.

Siamo ormai consapevoli che questa pandemia ci ha sbattuto in faccia la nostra vulnerabilità: mi piacerebbe che questo ci spingesse a comprendere la ragione per cui ci siamo potuti permettere di dimenticarlo.

Calcolate che fino a qualche decennio addietro – non secoli -la stessa Difterite uccideva, la rosolia provocava gravi invalidità o paralizzava, e ancora, il rachitismo che deformava le ossa, la tubercolosi altamente mortale. Tutti quelli che sono nati nella seconda metà del ‘900 che si sono scansati queste minacce possono considerarsi fortunati.

La scienza, con i suoi studi e progressi ci ha dotato di tecniche di diagnostica avanzate, farmaci altamente efficaci, Vaccini: ci hanno reso meno vulnerabili.

La scienza non vince per alcuni ma vince per tutti

Quando la scienza fa innamorare | Il Bo Live UniPD

Lo constatiamo, e mai come oggi ce ne rendiamo conto. Se la scienza vince è una vittoria che è per tutti: anche per chi  rema contro, come i No-Vax o  complottisti e anche per coloro che boicottano le antenne 5G. Se in questa situazione abbiamo avuto un punto di forza, io la vedo nella capacità di coordinare il lavoro scientifico come se fosse un frutto di una intelligenza collettiva, più che una somma di individualità.

Le intelligenze devono muoversi, entrare in contatto con realtà diverse, perchè solo  attraverso l’incontro con l’altro la conoscenza si espande e il progresso compie passi in avanti.

dovremmo conoscere la potenza della biodiversità.

Biodiversità - Definizione e funzionamento

Intorno agli inizi  degli anni venti  del 20° secolo vi furono alcune aziende del  Piemonte fabbricanti di pellicce che importarono dal sudAmerica un tipo di roditore chiamato “Nutria”. Roditori vegetariani nonchè  amanti dell’acqua. Questi roditori avevano una straordinaria capacità di adattamento e notevole  potenzialità riproduttive. Quando il mercato delle pellicce di nutria entrò in crisi, invece di sostenere i costi di abbattimento degli animali ancora presenti negli allevamenti, gli imprenditori decisero di metterli in libertà. Una cosa bella sicuramente. “Animali restituiti alla loro libertà”. Questo pensarono i più. Sarebbe stato meglio, però, liberare le  Nutrie nel loro ambiente, e cioè nel sudAmerica. Non fu così. In Italia, ad esempio, non era prevista dalla natura la Nutria. E così, senza predatori, ha colonizzato numerosi ambienti naturali diffondendosi in tutto il Centro e il Nord Italia. Questi roditori sono molto voraci, e tuttora sono una minaccia per i pesci e le coltivazioni, oltre che un potenziale diffusore di Leptospirosi, in quanto questi roditori sono serbatoio della leptospira che causa iuna malattia infettiva chiamata, appunto “Leptospirosi”; veicolata da questi animali all’uomo attraverso le urine o tessuti infettati o per via indiretta per contatto con acqua contaminata.

Intanto premetto che ormai abbiamo ben capito, per averlo sperimentato sulla nostra pelle cosa è possibile accadere se si mescolano specie che provengono da continenti diversi; Pangolino = Africa; Pipistrello= Foreste Asia.

Ebbene, oggi, il trovarci faccia a faccia con questo virus  nuovo, di provenienza delle foreste asiatiche e che è transitato per due animali, e questi che non dovevano trovarsi nello stesso posto , per poi diffondersi in tutto il globo terrestre, ad una velocità quasi insostenibile per l’uomo, ci costringe; volente o no, a fare i conti con quello che è il nostro ruolo sul pianeta Terra. In buona sostanza, si voglia o no, noi uomini siamo i soli come specie a possedere la capacità di comprendere i meccanismi che regolano la natura e, di conseguenza ne ha la responsabilità.

E allora ? Conoscere la biodiversità  e tutelarla deve essere un imperativo dei nostri compiti primari e per due ragioni fondamentali. Innanzitutto per proteggerci dai “pericoli” che questa biodiversità nasconde; ovverosia, per i patogeni a noi sconosciuti che albergano in tutte le specie animali, e la seconda ragione perchè la biodiversità è una ricchezza straordinaria anche in termini di soluzioni agli stessi pericoli che genera.

Calcolate  che la flora produce sostanze estremamente potenti, nocive e psicotrope( che agisce sulle funzioni psichiche ). Basti pensare all’acido Lisergico che è alla base dell’LSD, o alle foglie  di coca oppure alla Banisteriopsis caapi le cui foglie, mescolate a quelle della ” Banisteriopsis viridis”, si viene a creare un preparato psichedelico come l’Ayahuasca, infuso in uso presso i popoli amazzonici con scopi rituali.

Ma le piante, abbondano anche di sostanze benefiche e curative per noi essere umani. Da millenni assistiamo a come la farmacologia attinge da quel vivaio praticamente infinito che è la  “Natura”.

Il tempo a nostra disposizione è limitato. Non bisogna sprecarlo

Frasi Sul Tempo E La Vita: Tutto Scorre e Non Torna Indietro

Rammento un mio vecchio amico, che di suo padre anziano che molto arrabbiato ( il padre ) gli si rivolse:” Alla mia età non si deve sprecare nulla della vita!”. Lo disse perchè quella giornata non si era svolta con sua soddisfazione.

Adesso, dico io. Questa espressione la si può intendere da diversi punti di vista. Ad esempio, se l’anziano nella sua vita ha ancora molte cose da sbrigare e che quel giorno  non era riuscito a fare niente. Ma la si può intendere in un altro senso. Il padre anziano manifestò la sua insoddisfazione di quel giorno perchè gli altri lo avevano fatto arrabbiare,  che aveva inveito troppo contro gli altri, perchè vi furono troppi frantesi.

Ecco. Diciamola così. Dal momento che il nostro tempo è limitato, non lo vogliamo trascorrere con chiacchiere inutili e liti. Desideriamo vivere in maniera consapevole. Ogni giorno che viviamo è un giorno prezioso, anche se in apparenza non accade un granchè.

Credo che tutti abbiamo la consapevolezza che la vita è un dono prezioso, la vorremmo vivere lasciando una traccia della nostra presenza  di tutti quegli anni accordati.

E allora, lo dobbiamo sfruttare questo tempo e gustarcelo ?

La donna vive il suo processo di “invecchiare” differente dall’uomo.

Paura di invecchiare: accettazione o rassegnazione? - iFormazione

E’ ovvio che non esiste una regola su come la donna viva il suo processo dell’invecchiare. Ma che la donna si trovi davanti a sè sfide particolari lo affermano in molti. Per la donna ha un ruolo fondamentale il suo “orologio biologico”, la menopausa e con questa dire “addio” alla sua fertilità. Altre donne sentono in maniera particolare e intensa la cosiddetta “Sindrome del nido vuoto”, ovverosia, quando i loro figli vanno via di casa. Per la donna ha un ruolo l’ideale della bellezza che i “media” le prescrivono con il martellamento pubblicitario. Ma non solo questi, ma anche i cambiamenti nei rapporti, quando la vita di coppia arriva a una certa età – e così forse va in crisi, con la conseguenza che gli uomini rivolgono la loro attenzione verso una donna più giovane. In molti casi anche l’assistenza ai vecchi genitori è una tematica che tocca in maniera particolare la donna.

Sono molte le donne che definiscono se stesse  in gran parte attraverso l’aspetto esteriore, per cui è importante essere percepite come giovani e belle nella società, hanno dei problemi con il fatto di invecchiare. Le rughe sul viso o i capelli grigi allora procurano un senso di paura, come invecchiare diventi, per loro, qualcosa di minaccioso da cui proteggersi. La paura di invecchiare è per loro una grande sfida a riflettere sui valori autentici. Il valore più profondo di una persona non sta nell’essere guardati dagli altri, nell’avere riconoscimento, o nell’essere giudicati belli.

Molto spesso, è soltanto la prima fase dell’invecchiare che procura i problemi alla donna. Una volta che hanno accettato la propria età, spesso sviluppano valori del tutto diversi.

Diversa è la situazione della donna anziana. In lei emerge l’importanza dell’avere avuto figli o di non averne avuti.

Conosco una signora amica di famiglia che aveva 60 anni quando perse il marito, e che visse altri 30 anni. Ha amato molto il marito, non ha vissuto soltanto il lutto. Ha scoperto in sè nuove capacità. E’ cresciuta interiormente scoprendo sempre di più la propria identità. Come dire, che ci sono donne anziane che accettano il loro destino; che si tratti di perdita del marito, o la perdita di una figlia o del non  avere avuto figli.

ACROMEGALIA e GIGANTISMO

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone
L’Acromegalia e il gigantismo derivano dall’eccessiva secrezione di GH( Ormone della crescita ) causata da un adenoma acidofilo della Ghiandola Ipofisi, che è meno comune di un Adenoma Cromofobo e raramente da un’ipofisi istologicamente normale.
L’Ipersecrezione di GH prima della chiusura delle EPIFISI, detta anche Ghiandola PINEALE, per la sua forma a “pigna”, che è una struttura del cervello localizzata ai margini del 3° ventricolo dove sta contenuto il Liquor cerebrale.Questa mancata chiusura conduce a uno sviluppo proporzionale delle ossa poichè esse aumentano sia in lunghezza che in grandezza.
L’altezza può superare i metri 2,30-2,40 e da qui il termine di Gigantismo Ipofisario.
L’Ipersecrezione dell’Ormone della crescita (GH ), dopo la chiusura delle Epifisi porta ad un eccessivo sviluppo del periostio( la membrana fibrosa che avvolge l’osso ) ed all’Ispessimento Corticale.
L’eccessiva crescita della mandibola produce la sporgenza della stessa e i denti si distanziano.
L’eccessiva crescita delle Ossa e l’Ispessimento dei tessuti molli determinano la caratteristica grossolanità dei tratti del viso.
Le mani si ingrossano e le dita si allargano richiedendo anelli più larghi.
Lo stesso per i piedi occorrono scarpe più grandi.
L’accresciuta dimensione delle mani e piedi ha condotto al termine di ACROMEGALIA. Anche il cuore e i reni possono ingrossarsi e la Clearance renale dei fosfati è frequentemente ridotta.
Si ha erosione delle superfici articolari e spesso Artralgie.
La pelle è ispessita con accresciuta sudorazione: nelle donne si può avere Ipertricosi. Può essere presente Galattorrea e l’Ipertensione arteriosa non è rara.
Un adenoma acidofolo ipofisario non solo produce eccessiva secrezione di GH, ma può anche indurre segni di carenza di altri ormoni Ipofisari ( il TSH in primis )per effetto della compressione del tessuto ipofisario non tumorale.
Possono comparire segni di Ipogonadismo con diminuita Libido in entrambi i sessi e disturbi mestruali nelle donne. Comuni le cefalee
La Diagnosi si basa sui caratteristici rilievi clinici. L’esame radiologico del cranio mette in evidenza ispessimento della teca corticale, ingrandimento dei seni frontali ed ingrossamento ed erosione della Sella Turcica. La RX delle mani mostra aspetto a spatola delle falangette ed ispessimento dei tessuti molli.
La tolleranza al Glucosio di solito è normale.
La Terapia per curare l’Acromegalia e il Gigantismo riconosce l’irradiazione con supervoltaggio con 500 R dell’Ipofisi.
Tuttavia è controversa l’efficacia di questo trattamento che spesso non riesce a correggere l’Ipersecrezione di Ormone della Crescita (GH).
La CRIOIPOFISECTOMIA è stata utilizzata come mezzo per l’Ablazione della Ghiandola Ipofisi ma è stata sostituita dalla IPOFISECTOMIA Chirurgica perchè con questa la correzione dell’Iperfunzione Ipofisaria è più probabile.

La chiamano la malattia “Silenziosa”: L’EMOCROMATOSI

salasso / Naturopatia | Medicina alternativa e metodi di cura delle  malattie.

L’emocromatosi, è un quadro anatomo-clinico caratterizzato da un cospicuo aumento di ferro nei tessuti e da una sintomatologia legata all’insufficienza funzionale degli organi nei quali il ferro si è accumulato. Con il termine, invece, di emosiderosi, si significa un accumulo di ferro che non si accompagna ad alterazioni della struttura e della funzione del tessuto. Della prima; ovvero, della emocromatosi, si conosce la forma ereditaria e alcune forme acquisite.

Il fatto che esprime sintomi particolari quando è in fase avanzata, non viene stimata nella maniera che meriterebbe questa anomalia. Fra l’altro i sintomi sono per lo più aspecifici, oltre agli esami per diagnosticarla che sono poco conosciuti. Non di rado viene confusa con forme di epatopatie da alcol. Il quadro clinico è costituito dall’associazione dei vari segni e sintomi dell’insufficienza funzionale degli organi nei quali il ferro si deposita. Insufficienza epatica e cardiaca, diabete mellito, iperpigmentazione cutanea, ipogonadismo e artropatia. Il fegato è, in genere il primo organo colpito; si verificano epatomegalie( fegato ingrossato) e conseguente sua insufficienza funzionale(alopecia,eritema palmare, ginecomastia, atrofia testicolare, ittero). L’interessamento del cuore è causa di una cardiomiopatia di tipo restrittivo e si manifesta spesso, clinicamente, con un quadro di insufficienza cardiaca congestizia e con aritmie di vario tipo. Non infrequenti sono i casi che sviluppano diabete mellito nella forma insulino-resistente. La colorazione della cute bruna è uno dei segni clinici più frequenti, tanto che al quadro clinico si è valsa l’etichetta di diabete bronzino, e questo a motivo, appunto, dell’aumenta deposizione sia di ferro, sia di melanina a livello del derma.

Frequente, in entrambi i sessi è l’ipogonadismo, che per certi aspetti può costituire la modalità di esordio della malattia, provocata da una insufficienza ipotalamo-ipofisaria, legata all’accumulo di ferro, e conseguente riduzione di produzione di gonadotropine, perciò manifestazioni di perdita della libido, impotenza, amenorrea, alopecia.

Per qunato riguarda l’interessamento in sede articolare( artropatie), la sua causa non è ben conosciuta, anche se è verosimile che è dovuto al sovraccarico di ferro. Questa condizione si manifesta come poliartrite che interessa inizialmente le articolazioni delle mani ( specie la seconda e terza articolazione metacarpo-falangea) e può progredire coinvolgendo i polsi, le anche, le ginocchia e le caviglie. Ai RX si possono osservare sclerosi(indurimento ) dello’osso subcondrale, perdita della cartilagine articolare, restringimento dello spazio articolare ecc. Non di rado si apprezzano fenomeni di pseudo gotta, con sinovite da deposizione di cristalli di pirofosfato di calcio.

Il sospetto diagnostico di emocromatosi ereditaria si pone innanzitutto su base clinica, qualora si riscontri anche uno solo dei sintomi o segni suddetti.

E’ una condizione patologica curabilissima, specie se diagnosticata in fase iniziale, e consiste sia nel rimuovere dall’organismo il ferro in eccesso, sia nel trattamento delle complicanze causate dal danno a carico dei vari organi. Il metodo più efficace per eliminare il sovraccarico di ferro è la cosiddetta salassoterapia: la sottrazione di 500 ml di sangue consente di rimuovere 200-250 mg di ferro. Si rivela necessario salassare il paziente 2-3 volte le settimana anche per un periodo di 2-3 anni fino alla completa normalizzazione della sideremia, della transferrina e della ferritina. Una volta raggiunto questo obiettivo, è bastevole un salasso ogni 2-3 mesi per mantenere nella norma i suddetti parametri.

Una terapia ulteriore di chelanti del ferro, può essere considerata complementare ma non unica. La Desferrioxamina B, può infatti elimnare non più di 300-400 mg di ferro al mese; quantità, in verità insufficiente. Il trattaemnto con Desferrixamina B, viene impiegata quando la salassoterapia non è indicata a motivo, ad esempio di presenza di anemia o ipoproteinemia. Unica raccomandazione è, che

Questo, e molto sinteticamente è l’emocromatosi, sua eziopatogenesi, e relativa terapia. Unica raccomandazione è la diagnosi precoce.