Epifania del Signore

Epifania del Signore

 

VENERDÌ 06 GENNAIO 2023

EPIFANIA DEL SIGNORE – MESSA DEL GIORNO – SOLENNITÀ

Prima lettura: Is 60,1-6

Salmo: Sal 71 (72)

Seconda lettura: Ef 3,2-3a.5-6

Vangelo: Mt 2,1-12

Oggi come i magi mettiamoci dinanzi al bambino per adorarlo, affidiamo a Dio le nostre speranze, affinché la gioia invada il nostro cuore e porti pace lì dove ne abbiamo bisogno.

“Come un viandante sono in cerca della mia stella

per venire da Te.

Cosa possa offrirti che Tu non possiedi?

Cosa darti?

L’oro, perché Tu sei il Re della mia storia,

l’incenso, per adorarti dolce bambino, mio Dio

e la mirra, segno che il Tuo sacrificio non è stato vano.

Come il buon ladrone,

Ti riconosco capace di donarmi

uno spazio nel Tuo cuore, per stare sempre con Te.

Ed io rimetto tutto me stesso nelle Tue mani,

perché Tu sei il Dio bambino venuto per me”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

“Vieni e vedi”

vien e vedi

 

GIOVEDÌ FERIA PROPRIA DEL 5 GENNAIO

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Prima lettura: 1Gv 3,11-21

Salmo: Sal 99 (100)

Vangelo: Gv 1,43-51

Cosa è avvenuto di buono? La domanda di Natanaele rimbalza nella storia, investe coloro che credono e chi ancora non lo sa.

Siamo pellegrini alla ricerca di qualcosa di buono per il proprio cuore. Cercatori di senso, che fanno della loro vita un viaggio verso quell’uomo tanto buono, da rendere gli uomini capace di essere buoni, di gesti di umanità, dati da un amore che precede.

Tutto comincia da una domanda: “può venire qualcosa di buono”? Oppure chiedersi dinanzi ad un Angelo: “come avverrà questo” ? E la vita è tutta una risposta, un sì esteso nel tempo ad un Dio il cui amore supera i confini del mondo. Oltre il tempo, oltre lo spazio, siamo richiamati dal fascino di un uomo in grado di dirci: “seguimi” così come sei, perché io ti amo così.

Vieni e vedi o uomo alla ricerca di un senso, perché stai cercando Dio, Egli ti ha trovato e la domanda che dentro di te ti inquieta, troverà la pace solo vedendo l’amore scendere dal cielo sulla terra e venire a casa tua.

 

 

“erano circa le quattro del pomeriggio”

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MERCOLEDÌ FERIA PROPRIA DEL 4 GENNAIO

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Prima lettura: 1Gv 3,7-10

Salmo: Sal 97 (98)

Vangelo: Gv 1,35-42

Comincia tutto da uno sguardo e poi una domanda: Che cosa cercate? La risposta è carica di significato: sapere dove Gesù dimora per abitare con Lui. Nel testo è persino riportato un dato in grado di farci intendere, quanto questo racconto sia stato importante: “erano circa le quattro del pomeriggio”.

Siamo dinanzi ad un incontro significativo. Capita anche a noi di ripensare ad un avvenimento che ci resta nel cuore e di ricordare quasi ogni minimo dettaglio, ecco il perché dell’ora; qui non si sta raccontando un momento a caso, ma una vera e propria storia d’amore tra Dio e l’uomo!

Dio ci ama, l’Amore invade le pagine che stiamo leggendo, Egli ci insegna ad amare e ci fa capire quanto siamo importanti per Lui, è il Vangelo di un incontro, viviamolo, facciamoci prendere il cuore e l’anima, lasciamoci amare da Dio per dimorare nel Suo cuore e rimanere con Lui.

“Ecco l’agnello di Dio”

ecco l'agnello di Dio

 

MARTEDÌ FERIA PROPRIA DEL 3 GENNAIO

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Prima lettura: 1Gv 2,29-3,6

Salmo: Sal 97 (98)

Vangelo: Gv 1,29-34

Giovanni dice: “ecco l’agnello di Dio”. Come in una foto si mette a fuoco un particolare, così Giovanni con le sue parole ci aiuta a prestare attenzione, a guardare all’agnello di Dio, Gesù.

È come se ci dicesse: eccolo qui, non è lontano, ci è accanto. Lo sappiamo?

Egli è l’agnello di Dio, questo genitivo “di”, ci indica l’appartenenza: è parte del Padre e guardando al Figlio possiamo vedere il Padre. “Cristo è l’Agnello di Dio, che prende su di sé il peccato del mondo e sradica l’odio dal cuore dell’uomo. Ecco la sua veritiera “rivoluzione”: l’amore”. (Benedetto XVI -Messaggio per la XXII GMG)

Come Giovanni, apriamo la strada della nostra vita a Cristo, lasciamoci travolgere dal Suo amore, che è più forte del nostro peccato.

Un agnello fragile, simbolo di sacrificio, offre tutto se stesso per dirti che la tua vita è importante, ha valore agli occhi del Padre, perché come Egli è del Padre anche tu stesso lo sei. Sei parte di questo legame così profondo, per il quale Dio consegna Suo figlio, affinché sulla croce dinanzi a te, ti dica: “Ecco tua madre”, poiché ti amo, e tutto ciò che è mio è tuo, ed il tuo peccato lo vinco io.

 

“Io sono voce di uno che grida nel deserto”

Io sono voce di uno che grida nel deserto

 

LUNEDÌ 02 GENNAIO 2023

SANTI BASILIO MAGNO E GREGORIO NAZIANZENO, VESCOVI E DOTTORI DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

 

Prima lettura: 1Gv 2,22-28

Salmo: Sal 97 (98)

Vangelo: Gv 1,19-28

Giovanni dice di essere voce di uno che grida nel deserto. Nel deserto perché grida? Perché nel deserto, nei nostri deserti, non vi è assenza di nulla, ma vi sono rumori come ad esempio i timori e le preoccupazioni che risuonano dal profondo ed a volte non c’è pace. Per questo, abbiamo bisogno di una voce più forte, in grado di indicarci la Parola fatta carne, in grado di mettere a tacere il frastuono che portiamo dentro.

Grazie a Giovanni, nei nostri deserti non ci sentiremo più soli, poiché ora sappiamo che c’è Qualcuno di più forte, venuto a darci coraggio, a riportare la speranza.

Gesù non ha scelto una condizione favorevole per se stesso, ha scelto di vivere con noi e per noi, con tutto ciò che la vita comporta, affinché avessimo una via in cui credere ed a volte, è nei tempi duri che la si sperimenta. Essi però sono anche i momenti più deboli, dove rischiamo di perdere le forze, allora, ecco che quella voce più forte di tutte grida nel deserto, per dirci che c’è un Dio bambino che ci vuole incontrare e non ci sarà più bisogno di gridare, perché ci sarà Lui con noi per sempre.

Sull’esempio di Giovanni, possiamo diventare anche noi voce per altri così da farci forza nelle difficoltà, poiché come scrisse Padre David Maria Turoldo: “Ogni uomo é un profeta dove si condensa in sillabe il Verbo”.