“Vieni e vedi”

vien e vedi

 

GIOVEDÌ FERIA PROPRIA DEL 5 GENNAIO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Gv 3,11-21

Salmo: Sal 99 (100)

Vangelo: Gv 1,43-51

Cosa è avvenuto di buono? La domanda di Natanaele rimbalza nella storia, investe coloro che credono e chi ancora non lo sa.

Siamo pellegrini alla ricerca di qualcosa di buono per il proprio cuore. Cercatori di senso, che fanno della loro vita un viaggio verso quell’uomo tanto buono, da rendere gli uomini capace di essere buoni, di gesti di umanità, dati da un amore che precede.

Tutto comincia da una domanda: “può venire qualcosa di buono”? Oppure chiedersi dinanzi ad un Angelo: “come avverrà questo” ? E la vita è tutta una risposta, un sì esteso nel tempo ad un Dio il cui amore supera i confini del mondo. Oltre il tempo, oltre lo spazio, siamo richiamati dal fascino di un uomo in grado di dirci: “seguimi” così come sei, perché io ti amo così.

Vieni e vedi o uomo alla ricerca di un senso, perché stai cercando Dio, Egli ti ha trovato e la domanda che dentro di te ti inquieta, troverà la pace solo vedendo l’amore scendere dal cielo sulla terra e venire a casa tua.

 

 

Cercare e trovare

 

cercare e trovare

 

27 LUGLIO 2022

MERCOLEDÌ DELLA XVII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ger 15,10.16-21

Salmo: Sal 58 (59)

Vangelo: Mt 13,44-46

 

Parafrasando il Vangelo di oggi, potremmo dire che il regno dei cieli è un dono da cercare e dopo averlo trovato, bisogna averne cura come quando si tiene ad una cosa rara, tanto da tenerla per sé, l’unica differenza è che sarà sempre un dono per tutti.

Il regno dei cieli è quel dono unico, dato a tutti, ma personale per ciascuno di noi, perché ognuno scoprirà il suo momento: quell’incontro che tocca il cuore e ci fa rendere conto della presenza di Dio.

Il regno dei cieli è qui, dirà Gesù in un altro brano del Vangelo, è vicino a noi, poiché Egli ci è accanto ogni situazione, anche quelle dolorose, dove il cielo sembra essere così distante.

Se c’è una persona che unisce cielo e terra, è proprio Gesù, un volto umano con il cuore di Dio, le cui mani si alzano al cielo, verso il Padre per implorare, pregare, benedire e ringraziare.

Questo tesoro noi l’abbiamo cercato ovunque, alcuni l’hanno trovato, altri sono ancora in ricerca, e quello che accomuna tutti è essere pellegrini del cielo con i piedi per terra. Per quanto sia difficile la vita, essa ci condurrà al nostro cuore, attraverso cui potremmo trovare il cuore pulsante di Dio.

“Signore, ti cerco,

i miei piedi camminano, ma sono piccoli i miei passi.

A volte inciampo, cado e torno indietro,

ma non mi stanco

desidero trovarti.

In me c’è l’animo del cercatore,

come qualcosa che mi attira a proseguire per trovarti.

Ogni giorno mi fermo e ricomincio.

Cercare Te è cercare me stesso,

ovvero quella parte di me, che hai già trovato

e che mi spinge ad andare avanti

per ricongiungerci

e poter vivere eternamente insieme”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Vedere, ascoltare e comprendere

 

vedere, ascoltare e comprendere

 

21 LUGLIO 2022

GIOVEDÌ DELLA XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Ger 2,1-3.7-8.12-13

Salmo: Sal 35 (36)

Vangelo: Mt 13,10-17

 

Il Vangelo della liturgia odierna, ci presenta un cammino attraverso le parabole che Gesù racconta, per rendere attuale e concreta la Sua Parola.

Siamo di fronte ad una Parola di Dio pellegrina che viaggia verso di noi, attraverso le dinamiche della nostra quotidianità e si inserisce all’interno di essa, per donarci una scia da seguire. Quel popolo nelle tenebre, con Gesù ha visto e riconosciuto una luce capace di rendere giorno la notte, e le stelle sono diventate come segnali luminosi di una strada percorsa nei secoli, da pellegrini alla ricerca di Dio.

Oggi siamo noi a compiere gli stessi passi, tra discese, salite, buio e luce, quello che conta e che rimane fermo nello scorrere del tempo, è la Sua presenza in noi.

In quei momenti di fatica dove non riusciamo a vedere, ascoltare e comprendere, non tutto è perduto; proprio lì, dove pare non esserci una via, il Signore ci viene incontro donandoci uno strumento: le parabole, per entrare all’interno del Suo messaggio e farne dimora.

Beati noi, quando vedremo e ascolteremo, tutto ci sembrerà un po’ più chiaro, o comunque avremo imparato che la strada verso Lui, è dinanzi ai nostri occhi e la stiamo già percorrendo.

“Signore,

le tue parole oggi

consolano il mio cuore,

perché anche per me c’è una speranza.

Quando tutto mi sembra buio, vuoto e arido,

arriva la tua parola a riempirmi la vita.

Fa che sappia fermarmi ad ascoltarla,

così da poter guarire il mio cuore,

per vedere, ascoltare e comprendere fino in fondo,

giorno dopo giorno,

quelle parole di speranza e umanità

preparate per me, per tutti”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

La via di quella porta stretta

 

la via di quella porta stretta

 

MARTEDÌ 21 GIUGNO 2022

SAN LUIGI GONZAGA, RELIGIOSO – MEMORIA

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 2Re 19,9b-11.14-21.31-35a.36

Salmo: Sal 47 (48)

Vangelo: Mt 7,6.12-14

 

C’è una porta da ricercare, trovare e aprire: Gesù afferma essere quella che conduce alla vita.

Ognuno di noi nel corso della sua storia intraprende un percorso, ciascuno con le proprie difficoltà, croci e periodi di buio, ma se c’è una cosa che accomuna tutti, è quella porta.

Siamo come pellegrini alla ricerca di un porta stretta, che ha una promessa di vita, tuttavia nel cammino si presentano tante porte larghe, comode, percorribili, ma alla fine non ci lasciano ciò che abbiamo sperato. Esse sono come il peccato: un tentativo di felicità che però ha sbagliato il bersaglio, e ci ritroviamo di nuovo in ricerca.

Come ripartire?

Gesù ci dà un insegnamento: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.”

È attraverso gli altri, nell’imparare a essere un dono che precede, comprende e ama, che scopriamo la via di quella porta stretta, perché donare è un riflesso di amore, che illumina il proprio ed altrui buio del cuore.

Il primo che ha offerto tutto se stesso, è Gesù. Egli non cercava la porta, ma coloro che camminavano in cerca di vita e cerca noi, l’amore di Dio ci viene incontro. La strada è guardare alla Sua croce che non allargherà la porta, ma la nostra capacità di comprendere come l’amore di Dio è quella porta che ci dà vita, per tutta la vita.

Nella nostra via a tratti angusta c’è il Signore, e noi, affaticati e stanchi pellegrini in ricerca, diventiamo coloro che sono stati trovati, amati ed accompagnati in un viaggio dove l’amore è la scoperta, la certezza, la forza per fermarci, respirare e ripartire.