“Vieni e vedi”

vien e vedi

 

GIOVEDÌ FERIA PROPRIA DEL 5 GENNAIO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Gv 3,11-21

Salmo: Sal 99 (100)

Vangelo: Gv 1,43-51

Cosa è avvenuto di buono? La domanda di Natanaele rimbalza nella storia, investe coloro che credono e chi ancora non lo sa.

Siamo pellegrini alla ricerca di qualcosa di buono per il proprio cuore. Cercatori di senso, che fanno della loro vita un viaggio verso quell’uomo tanto buono, da rendere gli uomini capace di essere buoni, di gesti di umanità, dati da un amore che precede.

Tutto comincia da una domanda: “può venire qualcosa di buono”? Oppure chiedersi dinanzi ad un Angelo: “come avverrà questo” ? E la vita è tutta una risposta, un sì esteso nel tempo ad un Dio il cui amore supera i confini del mondo. Oltre il tempo, oltre lo spazio, siamo richiamati dal fascino di un uomo in grado di dirci: “seguimi” così come sei, perché io ti amo così.

Vieni e vedi o uomo alla ricerca di un senso, perché stai cercando Dio, Egli ti ha trovato e la domanda che dentro di te ti inquieta, troverà la pace solo vedendo l’amore scendere dal cielo sulla terra e venire a casa tua.

 

 

Giovanni voce della verità

 

Giovanni voce della verità

 

LUNEDÌ 29 AGOSTO 2022

MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Ger 1,17-19

Salmo: Sal 70 (71)

Vangelo: Mc 6,17-29

 

Il ritornello al Salmo della liturgia di oggi recita: “La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza”, nell’ascoltarle viene da pensare a Giovanni Battista, il cui Vangelo racconta il suo martirio.

Giovanni durante la sua vita preannunciò la venuta di Gesù, era la voce che nei deserti dei cuori più disperati, preparava la via al Signore e seppur prigionero, leggiamo nel brano che persino Erode lo ascoltava volentieri.

Uomo di fede, sperava nella venuta di Gesù per il suo popolo, aveva compreso che Dio ascoltava le sofferenze di ciascuno e non gli avrebbe lasciati soli; anche in carcere, nel vuoto e nel nulla di una prigione non ha mai smesso di dire la verità e fu quella la sua più grande libertà che nessuno poteva togliergli.

La voce di Giovanni che grida: “preparate la via al Signore”, risuona ancora oggi, affinché ogni nostro grido o supplica trovi in Dio il coraggio. Sebbene le voci siano tante, Dio sa distinguerne i suoni, nessuno di noi sarà mai dimenticato dal Suo cuore.

Giovanni ci ha insegnato a sperare in un Dio sceso in terra, ha annunciato fino alla fine la verità che il Signore stesso ha posto sulla Sua bocca, perché preparassimo il cuore alla Sua Parola fattasi carne e venuta ad abitare in mezzo a noi.

“Signore,

dinanzi al mio cuore a volte privo di speranza,

mi sei accanto per non che io tema.

Aiutami a credere persino quando attorno a me

percepisco il vuoto,

come una prigione diventa il mio cuore

se Tu non ci sei.

Sostienimi, perché sei Tu la mia speranza

in un mondo dove a volte si perde il senso,

ma nulla è perduto

perché è qui che sei nato,

in questo mondo, nel mio mondo,

per essere segno, per donare un senso ad ogni cuore, ad ogni vita”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Il simbolo dell’amore

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Dt 30,15-20

Salmo: Sal 1

Vangelo: Lc 9,22-25

 

Le parole di Gesù nel Vangelo di oggi, esprimono una chiara consapevolezza di ciò che dovrà accadere e non nascondono nulla.

Egli invita a seguirlo per una strada che chiaramente avrà le sue difficoltà e ci suggerisce di camminare dietro a Lui. Il Signore è il primo a vedere il percorso, il nostro cammino è segnato dalla croce e con Lui essa diventa non solo un peso da portare, ma anche il metro di misura con il quale siamo portati.

Ciò che penseremmo una perdita, una sconfitta, Gesù la chiama vita e vittoria. Quello che identifichiamo come croce, è per Gesù una via possibile dell’incontro, non si tratta di pensare positivo, perché il dolore e la fatica non sono cosa da poco, la differenza sta nel fatto che Gesù lo conosce prima di noi e non si tira indietro. Lui ha scelto ciò che ci chiede, ha donato la Sua vita affinché anche noi donando la nostra, non la vedessimo come una morte, ma una vita.

In questa Quaresima, alziamo gli occhi al crocifisso e osserviamolo pensando a tutta la consapevolezza che aveva e nonostante questo, ha scelto di salvarci.

Qual è il vero simbolo dell’amore? La croce. Un amore consapevole che non si tira indietro e arriva fino in fondo, poiché senza quel gesto la nostra croce non avrebbe senso. Segui Gesù, segui l’amore che dura per sempre, ritroverai te stesso, la tua croce e con Lui non avrai più paura.