Doni per te

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 60,1-6

Salmo: Sal 71 (72)

Seconda lettura: Ef 3,2-3a.5-6

Vangelo: Mt 2,1-12

 

Le nostre notti non sono più solo buio, e il cammino incontra una Luce nata sulla terra, per liberarti dal peso dei tuoi peccati, per dirti che se vedi delle ombre è perché c’è una Luce.

I re della terra si prostrano dinanzi al bambino portando doni, che Egli ora ti dice sono per te:

ORO perché tu sappia che sei prezioso agli occhi di Dio,

INCENSO per ricordarti la tua comunione con il Padre,

MIRRA perché tu faccia memoria di un Amore che offre la Sua vita, affinché tu possa sentirti perdonato, amato e redento.

I tuoi piedi stanchi, possono riprendere il viaggio verso quel paese che è la tua vita, ora sei in possesso di tre doni, ne sei il custode, sei rivestito di luce e nel tuo cuore hai ritrovato la tua stella.

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Buon Natale

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 52,7-10

Salmo: Sal 97 (98)

Seconda lettura: Eb 1,1-6

Vangelo: Gv 1,1-18

 

 

Quando nasce un bambino in casa avviene una rivoluzione, cambiano le abitudini, il proprio stile di vita. Così è accaduto a una giovane coppia: Maria e Giuseppe quando è nato Gesù.

Quel bambino che dà Maria è nato era la vita, era la luce, era il Verbo, il bambino che Maria teneva in braccio era il Figlio di Dio. Quando guardiamo un bambino appena nato osserviamo se assomiglia più alla mamma o al papà, ma qui il bambino ha preso da Dio. È un bambino che ha in sé le caratteristiche del Padre, è un bambino il cui sguardo è di Misericordia.

Le prime persone che vede sono i suoi genitori, è lo sguardo di Dio che si è posato su di loro. In quello sguardo pieno di amore ci siamo anche noi, Lui che è la vita, vede chi siamo e come siamo, ma è un Dio che ha le caratteristiche di un bambino e guarda tutto con tenerezza.

Dio per te si fa padre, madre ma anche figlio, affinché tu riconosca per te la disarmante tenerezza di un Dio bambino che è la vita; e tu ritrovi in te nella Sua nascita la tua rinascita, nel Suo Amore il tuo perdono, nel Suo sguardo il tuo coraggio, per ricominciare qui da dove sei. Fermati un momento accogli quello sguardo e riparti da qui, forza non temere, ora puoi, perché oggi è nato il Signore che rivoluzionerà la tua storia, e la vita, la luce e il verbo saranno la tua realtà.

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La vigilia di Natale

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16

Salmo: Sal 88 (89)

Vangelo: Lc 1,67-79

 

 

Siamo alla vigilia di Natale, in questo giorno ci raggiunge un Vangelo che ci dà un promessa: “Dio ha visitato e redento il suo popolo”. Oggi è un giorno grande, una famiglia è in cammino la cui Madre porta con sé, nel grembo il Figlio di Dio, sono in cammino per venire a visitarci e farci sentire suo popolo.

Il bambino che nascerà, entra nella tua casa non come ospite, ma per fermarsi, e rivelarti il volto del Padre. Tutto è pronto affinché tu non ti senta più escluso, dimenticato e abbandonato. In qualsiasi modo tu trascorra il giorno della Vigilia, non dimenticare che tra tutti i preparativi, oggi è Dio che ha preparato qualcosa per te che durerà per sempre: la Sua promessa.

La promessa della Sua Misericordia, la promessa di una direzione verso cui camminare, affinché tu non viva nelle tenebre e veda risplendere il sole anche nelle notti più buie. La promessa di una strada, la tua, che per quanto difficile possa essere, è illuminata da un sole che sorge dall’alto, in modo che tu non ti senta più nel basso ma viva da rialzato, da risorto! 

 

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Contiamo insieme – 2 al NATALE

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O Emmanuele, nostro re e legislatore,

speranza e salvezza dei popoli:

vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.

(Antifona 23 dicembre novena di Natale)

 

A pochi giorni dal Natale, sentiamo l’amore di un Dio che è si fatto bambino per donarci la salvezza. Di che salvezza si tratta? Dalle nostre leggi interiori che ci governano, dalle paure, peccati e da tutto ciò che ci imbriglia e non ci permette di camminare.

Ora è venuto il momento in cui dove sono e come sono, mi riconosca salvato, apra il mio cuore e dica:

 

“Cammino nello scorrere del tempo

e mi accorgo che ogni passo compiuto, 

ogni persona incontrata, ogni lacrima versata,

ogni risata donata, 

ogni strada percorsa non è stata vana.

Scorgo attorno a me la vita ogni giorno ricominciare: 

vedo ogni foglia cambiare colore, gli alberi spogliarsi e rivestirsi,

sentire il freddo di un inverno pieno di neve che scende e tutto copre.

Sentire il profumo della primavera, l’odore dei fiori, 

assaggiare l’aspro dei frutti

e assistere alla nascita dei primi germogli.

Gustare lo spettacolo del sole che maestoso nutre, scalda, illumina 

e rimango sorpreso come uno spettatore stupito 

dinanzi a ciò che vedo.

Ad un tratto mi accorgo di ciò che sta accadendo:

non sono solo un osservatore,

ma faccio parte anch’io di tutto ciò.

 Sento che la natura mi viene incontro, 

solo così capisco dove sono: 

nel POSTO GIUSTO, 

e questo posto è la mia VITA”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

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Contiamo insieme -3 al Natale

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O Re delle genti, atteso da tutte le nazioni,

pietra angolare che riunisci i popoli in uno,

vieni e salva l’uomo che hai formato dalla terra

(Antifona 22 dicembre novena di Natale)

 

 

È arrivato un bambino che unisce. In che modo? A Natale ci troviamo riuniti attorno a un tavolo, guardiamo i bambini aprire i regali, abbiamo dei giorni di pausa dal lavoro e ci ritroviamo tra amici a scambiare i regali, ma l’unità di cui si parla è un’altra.

Gesù è venuto ad unire ciò che a volte è difficile se fossimo soli: Egli unisce le nostre fragilità, le paure e i nostri modo di pensare. Lì dove ci sentiamo divisi, e ci sembra che non è possibile fare nulla, Egli è venuto a mettere la pace.

È venuto per farci essere un popolo, uno, come uno è il bambino che ci ha riunito, uno come è ciascuno di noi; non siamo più a “pezzi” nella valanga di fatiche della nostra umanità.

Grazie a quel bambino diventiamo “unici” così che come popolo di Dio siamo portatori di pace in noi e tra di noi.

 

 

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Di generazione in generazione

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Sam 1,24-28

Salmo: 1Sam 2,1.4-8

Vangelo: Lc 1,46-55

 

“Di generazione in generazione la sua misericordia”, Maria ci da questa certezza: non esiste nessuno su questa terra che non possa ricevere la Sua misericordia.

Il bambino che da Lei nascerà ci garantisce che tutti i “se”, i “ma”, che mettiamo nella nostra vita possono lasciare lo spazio alla Misericordia. Essa non è solo perdono dei peccati, ma è l’Amore da cui si genera il perdono. Quando nella nostra vita ci sembra che in tutte le cose Dio non c’entri, quando non ci sentiamo capiti, ebbene, Dio è già lì con te. Hai davanti a te un Dio che si è fatto uomo per starti vicino, non ha escluso nulla nella sua umanità: la solitudine, il dolore, la tristezza, proprio perché tu non lo sentissi lontano quando ti senti così. Si è fatto uomo proprio perché tu non avessi solo un Dio da invocare, ma un Dio in cui confidare.

Egli nella sua Misericordia non solo ha intenzione di perdonarti, non è solo un atto di un momento, ma di una vita, di fare della tua vita un incontro con Dio che di generazione in generazione farà parte di te. Allora oggi dedica un momento della tua giornata, a pensare alla nascita di un Bambino che ha a che fare con la tua vita e vuole farne parte, perché in te possa vivere la misericordia di Dio.

 

 

Contiamo insieme -6 NATALE

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O Radice di Iesse,

che ti innalzi come segno per i popoli:

tacciono davanti a te i re della terra,

e le nazioni t’invocano:

vieni a liberarci, non tardare.

(Antifona 19 dicembre novena di Natale)

 

A tutti noi che cerchiamo un segno, per noi e la nostra storia, il segno è un bambino. “I re della terra” oppure potremmo dire, ciò che ci governa dentro di noi, ciò a cui noi stessi ci pieghiamo, dinanzi a questo segno tacciono. È questa la vera liberazione: scoprire che non siamo più legati dai nostri idoli, dai nostri peccati, dalle nostre fragilità, dal nostro modo di pensare, ma che dentro di noi viene a regnare un bambino. 

Fermiamoci a contemplare questo segno, soffermiamoci a pensare a tutte le nazioni che lo invocano, che segno volevano? Cosa si aspettavano? Non è detto, ma tutti erano bisognosi di un segno da Dio. Sicuramente Dio ci ha stupito, ci ha dato il segno più tenero che potevamo immaginare, ed è in quello stupore che ci ha liberato da un’idea di Dio per la vera immagine di Dio. Fermati a contemplare, cosa vedi? Un Dio che si può tenere in braccio.

 

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Miracoli

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Mi 5,1-4a

Salmo: Sal 79 (80)

Seconda lettura: Eb 10,5-10

Vangelo: Lc 1,39-45

 

Il bambino in grembo a Maria non è ancora nato ed è già capace di fare sussultare, non è venuto alla Luce ed è già avvenuto un miracolo: quello di Elisabetta. Non è possibile immaginare una cosa così grande, ma è possibile riconoscerla, proprio come ha fatto Elisabetta, proprio come ha fatto Maria.

Due vite “impossibili” diventano luogo di nascita per due bambini, il loro stesso corpo diventa luogo di custodia, di cura della cosa più tenera del mondo: un bambino. Gesù con il suo stesso corpo diventerà luogo di dono, diventerà pane, nutrimento, per entrare in noi, per rendere le nostre vite a volte “impossibili” luogo di Dio. Ciò che hanno vissuto queste due donne non è lontano da quello che possiamo vivere anche noi, ma con una differenza: lo riconosciamo? Ci riconosciamo come luogo dove poter generare vita? Ci riconosciamo tra di noi “miracoli”? Si, perché ciascuno di noi è un miracolo già adesso, grazie a quel Dio bambino nel grembo di una donna; allora:

Salve a te che leggi, sussulta di gioia perchè oggi Dio è entrato nella tua casa.

 

 

 

 

Contiamo insieme -7 al NATALE

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O Signore, guida della casa di Israele,

che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto,

e sul monte Sinai gli hai dato la Legge:

vieni a liberarci con braccio potente.

(Antifona 18 dicembre novena di Natale)

 

L’antifona di oggi, ci guida su che cosa viene a liberarci il Signore: da tutto ciò che ci imprigiona e non ci fa respirare, da tutto ciò che ci paralizza, dal nostro desiderio di segni straordinari, per fare spazio a un segno pieno di tenerezza: un bambino.

Questo bambino è un segno della potente tenerezza di Dio che non usa la forza per liberarci, ma la dolcezza di un amore ancora in fasce. “Il fuoco” e “la legge”, sono tenute in braccio, questo bambino che diventerà un uomo, di queste due cose ne farà una: Amore.

Ci viene donato un bambino che ci indica la direzione: il cuore di Dio e ci insegna la fiducia dell’essere portati in braccio.

 

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Con noi

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ger 23,5-8

Salmo: Sal 71 (72)

Vangelo: Mt 1,18-24

 

Viene alla luce un figlio il cui nome è proprio “Dio con noi”. Un nome che è una garanzia per la nostra vita: dinanzi a tutto ciò che viviamo Dio è con noi, è già presente.

Nelle situazioni di peccato, nei periodi difficili, tendiamo a pensare di essere soli, sentiamo il buio attorno a noi, ed è proprio in questo buio che viene alla luce un bambino. A destare Giuseppe dal sonno non è l’angelo, ma l’avvento di quel bambino che lo spinge ad agire, così è anche per noi; Gesù viene per incontrarci, per farci destare dal nostro buio, dalle nostre paralisi e prendere vita. È un bambino che dà luce al nostro buio e lo illumina al punto da poterci far vedere che Dio è con noi!

Non sentiamoci lontani quasi che sia impossibile raggiungerci, siamo stati raggiunti da colui che: “ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi”, cioè ci ha ricondotto a casa. Non siamo più dei dispersi, il nostro buio ha trovato la luce, nel nostro cuore si è riaccesa la speranza.