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Un posto per tutti
23 AGOSTO 2023
MERCOLEDÌ DELLA XX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Gdc 9,6-15
Salmo: Dal Sal 20 (21)
Vangelo: Mt 20,1-16
Il regno dei cieli è proprio il posto per tutti, così che gli ultimi arrivati alla fede, sono come quelli che vi erano da più tempo. Come mai? E giusto?
Nella logica dell’amore di Dio: si! Perché il regno di Dio non è da conquistare, ma da accogliere. Non importa quanto tu ci metta a renderti conto della tua relazione con Dio, ciò che conta è comprendere di avere un posto da sempre e non di averlo ottenuto a suon di sforzi. Ed allora, chi ha faticato tutta la vita, cosa deve fare?
Se davvero ha compreso quanto è grande l’amore di Dio, non se lo do manderà nemmeno, perché la relazione con Lui va oltre la misura del contraccambio, è un dono che noi abbiamo ricevuto solo prima di altri, per cui gioire.
Chiediamo al Signore la forza di vivere di una logica diversa, così da comportarci tra di noi, non con i paragoni, ma con quell’amore che Lui stesso ha riversato nei nostri cuori.
Impariamo a gioire per gli altri, alziamo lo sguardo e osserviamo da un altro punto di partenza, e lasciamo sia Lui a condurre e formare il nostro cuore. Allora sì che vivremo il regno di Dio su questa terra, e non solo saremo terreno di accoglienza per altri, che vedendoci spuntare un sorriso per le piccole gioie proprie o altrui, chiederanno: da dove vieni? Vengo dal cuore di Dio, tendi la tua mano, ti porto con me.
“Signore,
libera il mio cuore dal paragone,
dalla logica del contraccambio
ed insegnami la misura del Tuo cuore.
Il regno di Dio, è il posto mio con Te,
è quel luogo dove io posso essere davvero me stesso,
se vi scopro il Tuo amore.
Aiutami a vivere di Te
e fai che nonostante la fatica,
il mio cuore si dilati ad un nuovo orizzonte,
a quel pezzo di cielo che posso vivere già qui ed ora,
perché Tu sei già parte di me.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
BEATA VERGINE MARIA REGINA
MARTEDÌ 22 AGOSTO 2023
BEATA VERGINE MARIA REGINA – MEMORIA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Is 9,1-6
Salmo: Dal Sal 112 (113)
Vangelo: Lc 1,26-38
Oggi facciamo memoria della Beata Vergine Maria Regina, una Regina che si proclama serva del Signore.
Maria è regina in quanto madre di Cristo, il Re. Ella è regina, perché eccelle su tutte le creature in santità: “In lei s’aduna quantunque in creatura è di bontade”, scrive Dante nella Divina Commedia.
In Maria si raccolgono tutte le migliori qualità presenti nelle creature.
Tutti i cristiani vedono e venerano in lei la sovrabbondante generosità dell’amore divino, che l’ha colmata di ogni bene.
Con Maria inizia una nuova storia d’amore tra Dio e tutta l’umanità. Lei non ne comprende ancora la portata, ma si fida, si lascia plasmare da quel saluto divino carico di vita.
Lo Spirito di Dio scende su di Lei, l’ha scelta! È una vera e propria storia d’amore! Dio si presenta a Lei attraverso un Angelo che le dona una promessa: sarai piena di grazia, sarai piena di Dio. Il segno, è un bambino nato da quel “si”, è frutto di amore.
In questo “si”, in questo amore ci siamo anche noi, la nostra storia comincia da quella di Maria. Allora, invochiamola, chiediamo a Lei l’aiuto che il nostro cuore grida, perché Gesù non ha tenuto per sé la piena di grazia, l’ha donata a noi, e non c’è nulla di più grande del cuore della Madre.
Ella accoglie il dolore e le gioie; ogni lacrima in Maria non è sprecata, ma è portata a Dio sull’altare del cielo, e come a Cana disse al Figlio: “non hanno più vino”, ora intercede per noi dal trono dei cieli, affinché il nostro cuore possa trovare il conforto ed il coraggio di camminare.
A Maria oggi affidiamo la nostra vita, chi conosciamo, certi che Lei ci abbraccerà tutti, perché in quell'”avvenga per me”, è avvenuto per noi il miracolo di una storia salvata, di una vita dove la speranza non cesserà mai di battere e in cui ogni cuore un giorno troverà la pace.
“Maria, madre mia
ti porto me stesso ed il mondo intero.
Tu sai quanto dolore ci attraversa.
Tu comprendi e non ci abbandoni.
Fa che nel cammino della nostra vita,
il cuore resti alla ricerca di Te
e scopra che quello che sta cercando è già presente: perché Tu ci ami!
Consola il mio cuore, abbraccialo Tu.
Stammi accanto persino quando le parole non sanno spiegare
e donami la forza di farcela,
di andare avanti sicuro del Suo amore, al sicuro con Te”.
(Shekinaheart eremo del cuore)
“Avrai un tesoro nel cielo”.
LUNEDÌ 21 AGOSTO 2023
SAN PIO X, PAPA – MEMORIA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Gdc 2,11-19
Salmo: Dal Sal 105 (106)
Vangelo: Mt 19,16-22
“Avrai un tesoro nel cielo”.
Quante volte guardando il cielo rimaniamo affascinati dal suo mistero, miliardi di stelle, di galassie che non vediamo, o di albe e tramonti che ci stupiscono e ci lasciano senza fiato dallo splendore di bellezza.
Gesù oggi ci dice, che in quel cielo c’è il nostro tesoro, si può compiere il desiderio di felicità che accompagna l’esistenza umana.
I comandamenti che il Signore ha dato, sono un mezzo per giungere alla pienezza della gioia, quella che il cuore desidera. Se ci si limita all’osservanza, non si arriva alla vita compiuta nell’amore. L’amore fa volare alto, fa uscire da noi stessi.
Sogni e desideri sono ingredienti della vita, ma non possono determinare le nostre scelte, in quanto non sono esenti da illusioni, come nella cultura di oggi, dove le persone sono spinte a realizzarsi secondo i canoni del successo.
Alzare lo sguardo verso il cielo ci spinge invece ad una nuova visione, più lungimirante. La stella polare a cui guardare e che segna l’itinerario della vita si chiama Gesù.
La bellezza di Cristo trascende il visibile, solo l’amore è in grado di narrarla e dunque di indurre a contemplarla.
Chiediamo al Signore che ci dia lo stupore davanti a Lui, davanti a tante ricchezze spirituali che ci ha dato. E con questo stupore ci doni la serenità di vivere in pace nel cuore anche le difficoltà che incontriamo. Fissiamo il nostro sguardo cosi come il cuore in Lui, perche la nostra vera ricchezza, il nostro vero tesoro, oltre la bellezza del cielo, oltre il visibile, è l’amore di Dio.
“Gesù Tu sei il tesoro del mio cuore.
Fa che il mio cuore possa librarsi in alto, in cielo
e giungere fino a Te,
così che ovunque io sia, Tu sia con me
ed ogni desiderio parta da questa unione raggiunta,
ogni dolore o fatica
trovi la consolazione del Tuo cuore.
Tu, battito del Padre
venuto a dar vita al mio cuore,
riempimi del cielo che vedo
e sia capace di donarlo agli altri,
come quel tesoro più bello
di cui tutti abbiamo bisogno
e andiamo cercando”.
(Shekinaheart eremo del cuore)
Briciole di pane
20 AGOSTO 2023
XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Is 56,1.6-7
Salmo: Dal Sal 66 (67)
Seconda lettura: Rm 11,13-15.29-32
Vangelo: Mt 15,21-28
Una donna straniera, una donna forte, una donna che chiede pietà per la figlia malata, e non si arrende davanti a Gesù che sembra essere restio a questo incontro. Persino i discepoli intervengono perché possa esaudirla. Questa donna non molla e rilancia ancora la sua richiesta di aiuto, convinta in cuor suo, che Gesù può fare qualcosa, può guarire sua figlia. Certo è straniera, non frequenta il tempio, non conosce le leggi dei rabbini, ma comprende che Gesù può dare vita, ed è venuto per tuttl.
La sofferenza, la malattia, il dolore, accomunano tutti gli esseri umani, non esiste lo straniero, ma soltanto la persona bisognosa di vita e di salvezza.
Credere nella potenza di Dio è fidarsi che in poca cosa, come una briciola di pane che cade dalla tavola, sia racchiusa tutta la forza di Dio, il dono di salvezza. Basta una briciola di fede per nutrirsi e vivere di quel pane di vita che è Gesù e si dona.
Gesù loda questa donna, perché accontentandosi di una briciola di pane, ha mostrato una grande fede, tanto da colmare il desiderio del suo cuore, il desiderio di una madre per la guarigione della figlia.
“Signore,
tengo stretta quella briciola di pane
che è la mia fede;
custodiscila Tu affinché non si perda.
È una briciola lo so,
ma è tutto quello che ho,
è fatta di Te e con Te: è pane.
Tu pane del cielo,
hai posto in me un pezzo di Te,
e non me ne voglio separare.
Guarisci il mio cuore,
fa che viva unita a quella briciola così piccola,
ma che ha tutto: ha Te!”.
(Shekinaheart eremo del cuore)
“Lasciateli”
19 AGOSTO 2023
SABATO DELLA XIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Gs 24,14-29
Salmo: Dal Sal 15 (16)
Vangelo: Mt 19,13-15
“Lasciateli”.
Il Signore oggi ci invita a lasciare, che cosa? Chi? Il nostro cuore di fanciullo a Lui.
Vi sono delle caratteristiche tipiche dei bambini: la tenerezza, la curiosità, l’intelligenza. Oggi ci viene chiesto di liberarle, perché se siamo stati bambini, e su questo non vi sono evidenti dubbi, sono dentro di noi. Durante il corso della vita le sofferenze, le fatiche, lasciano andare quelle caratteristiche che un tempo erano anche nostre. Pensando alla tenerezza, impariamo a farla diventare adulta e a dargli il volto di confidenza filiale in Dio. La curiosità che non è l’impicciarsi, ma è: chi cerca, va in profondità e prosegue nel cammino con la serietà e vivacità del cuore. Infine l’intelligenza ovvero, sapere leggere dentro la nostra storia quel filo rosso che ci conduce a Dio.
Ecco che essere bambini non è essere infantili, ma è non avere perso quelle caratteristiche in grado di farci vedere il regno dei cieli, la sua Presenza qui ed ora in mezzo a noi.
“Signore,
donami un cuore fanciullo,
che nella semplicità sappia riconoscerti Padre
e sappia affidarsi a te.
Aiutami a camminare in avanti
e che impari a starti accanto.
Fa che non mi perda nel cercarmi e ritrovi Te a trovarmi”.
(Shekinaheart Eremo del Cuore)
“Per la durezza del cuore”
18 AGOSTO 2023
VENERDÌ DELLA XIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Gs 24,1-13
Salmo: Dal Sal 135 (136)
Vangelo: Mt 19,3-12
“Per la durezza del cuore”.
Oggi il Signore ci invita a comprenderci più in profondità, a dare nome al perché delle nostre azioni. Da dove vengono? Da un cuore riconciliato o da un cuore duro? Non dobbiamo temere cosa troveremo. Dobbiamo chiederci cosa farne, cosa ci spinge realmente. Gesù è venuto ad insegnarci uno stile di vita che non è uno sguardo lontano dalla realtà anzi, si muove a partire da questa.
I farisei mettono alla prova Gesù, e Lui risponde perché il suo cuore è talmente libero che dinanzi alla prova non barcolla. Chiediamo al Signore anche noi di essere così, di vivere di quell’autenticità che da conforto al cuore. Il Suo amore è più forte del nostro metterlo alla prova, è più fedele dei nostri inciampi ed è concreto in tutte quelle realtà della vita dove pensiamo non vi sia.
Affidiamo a Lui chi siamo, e piano piano la durezza delle sofferenza, la fatica del comprendere, cederanno il passo dinanzi ad un amore più grande e forte; ed ogni nostra azione allora, seppur la stessa, parlerà in maniera diversa, poiché essa avrà conosciuto cos’é l’amore e dentro il cuore ritroverà la speranza.
“O Signore,
mi rivolgo a Te con il cuore in mano.
Potessi togliere il mio peccato!
Potessi inabitarmi del Tuo amore,
E non esaurirmi in un cumulo di cose da fare.
Affido a te la mia vita, il mio cammino.
Giunga a Te il cuore di chi ha voglia di restaurarlo
e fa mio Dio che nutrendomi di Te;
possa compiere azioni a partire da questo nutrimento;
così da poter vivere di quella speranza che trovo negli occhi di molti
e che spero un giorno riempia lo sguardo mio”.
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Perdono
17 AGOSTO 2023
GIOVEDÌ DELLA XIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Gs 3,7-10.11.13-17
Salmo: Dal Sal 113A (114)
Vangelo: Mt 18,21-19,1
Ricominciare è credere all’amore che fa nuove tutte le cose: questo è il frutto del perdono. Gesù per noi ha risorse infinite di misericordia, perché la giustizia di Dio non si preoccupa di ristabilire una parità tra debitore e creditore, ma condona sempre.
Cristo ha già pagato il nostro debito che ci era impossibile pagare da soli, la salvezza ci è già donata. Fissando i nostri pensieri su tanto perdono ricevuto, il nostro cuore vive la meraviglia di un amore avvolto di misericordia, cosi perdonare gli altri non è solo un semplice suggerimento, bensi un partecipare il dono della salvezza.
Dio si fa incontro a tutti, perché tutti lo possano cercare e trovare, e questo amore non è possibile trattenerlo per sé, é come calcolare settanta per sette è un numero infinito!
Quanto ci ama Dio? Butta il calcolo, sposta il tuo sguardo e osserva: ogni volta che sbagli Lui ti ama; quando nella tua camera in segreto ti senti solo, Egli è li e ti ama e quando è dura perdonare il dolore che ti hanno provocato, ama per due: per te e per quello che non ti hanno dato.
Dio ama e perdona, facciamo di tutto questo il luogo dove crescere e vivere fino a quando? L’amore non ha un tempo, l’amore semplicemente vive e fa vivere, così il perdono diventa il luogo in cui Dio ogni giorno ha posto la nostra rinascita, é quel fino a quando, oltre tempo, oltre spazio, quell’occasione di possibilità che ci fa toccare fin da adesso la salvezza.
“Signore,
ti chiedo perdono,
per tutte le volte che ho chiuso il mio cuore,
per aver dato al dolore uno spazio che non è suo.
Aiutami a vivere di Te, del Tuo amore,
fammi capace di guarire dall’idea di un amore che ha un limite
e donami di amare illimitatamente
come fai Tu ogni giorno,
da quella prima volte che sono caduto e Tu mi hai detto:
Figlio, ti sono perdonati i tuoi peccati.
Signore grazie per avermi molto amato.”
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Dove due o tre sono riuniti
16 AGOSTO 2023
MERCOLEDÌ DELLA XIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Dt 34,1-12
Salmo: Dal Sal 65 (66)
Vangelo: Mt 18,15-20
Il Vangelo ci invita sempre a pensare in termini di comunione e di unità, “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”.
Questa comunicazione nasce dall’unione fondamentale tra un “io”, e un” tu”, che si accolgono e diventano un “noi”. Senza l’altro l’uomo non è uomo.
Quando il “noi” non è composto per caso, per violenza, per inganno, o per interessi, ma nel nome di Gesù, allora si vive la Sua Presenza. Gesù è il fratello nostro che ci insegna a vivere la relazione con gli altri fratelli, perché ogni fratello si senta ascoltaro, amato e perdonato.
In una società dove la persona umana molto spesso è vista solo come un essere sociale, il credente dice che questo non basta, che dove due o tre sono riuniti nel nome di Cristo, lì c’è Cristo stesso, con la sua passione d’amare, di giustizia, di pace, di mitezza.
In quel “noi” sta la presenza di Dio, come un vento di comunione che ci spinge gli uni verso gli altri, con pietà e verità.
“Signore,
aiuta il mio cuore a pensarmi da fratello.
Educami a farmi prossimo,
affinché io possa incontrarti anche lì,
in quel luogo dove due o tre sono riuniti.
Fa che non si spenga mai quella luce sempre accesa, che ci ricorda
quanto è grande il Tuo amore da pensarci tutti.
Aiutami a compiere passi di comunione
e aumenta la mia consapevolezza
che nonostante la diversità, le differenze,
a volte stanchi o affranti,
ciò che ci lega è il Tuo desiderio di amore per noi:
un amore che unisce.”
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Magnificat!
MARTEDÌ 15 AGOSTO 2023
ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (MESSA DEL GIORNO) – SOLENNITÀ
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Ap 11,19a; 12,1–6a.10ab
Salmo: Dal Sal 44 (45)
Seconda lettura: 1Cor 15,20–27a
Vangelo: Lc 1,39-56
Maria ha permesso alla promessa di Dio racchiusa nella sua parola di compiersi e rivelarsi al mondo; ha acconsentito al Suo desiderio d’incontrare l’uomo. La vita di ogni uomo nasce da un incontro d’amore. Ogni figlio porta vitalità, gioia di vivere, visione di speranza, forza ed energia.
Accogliere il Verbo della vita nella propria umanità, vuol dire far risplendere l’amore di Dio a tutti, far trasparire questa Presenza divina. Proclamare Maria assunta in cielo significa mostrare la grandezza infinita dell’amore di Dio per l’umanità.
Maria, Madre di Dio, è la prima tra le creature a riceve la gloria che appartiene a Dio.
Ci troviamo davanti ad un mistero pieno di speranza, tanto che Dante, giunto in paradiso, fa dire a S. Bernardo quelle straordinarie parole:
Qui se’ a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ‘ mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate (Paradiso, canto XXXIII).