Perdonare

perdonare settanta volte sette

05 MARZO 2024

MARTEDÌ DELLA III SETTIMANA DI QUARESIMA

Pietro si avvicina a Gesù per chiedere la forza del perdono. Si avvicina a Colui che è in grado di perdonare ogni nostro errore, e il suo è un perdono che cancella, come se non fosse mai successo.

Quando noi perdoniamo, a volte, può capitare di tenere per noi qualcosa, la sofferenza, il rancore o anche semplicemente pensare: “quella persona è fatta così”.

Oggi il Signore ci chiede di perdonare settanta volte sette, ma non solo quante volte perdonare in totale, ma quante volte perdonare QUELLA persona.

Perdonare così tanto, vuol dire mettere in conto altrettante sofferenze, e non è facile; per questo mettiamo in conto la forza di Dio, per questo a piene mani esprimiamo la nostra fatica a Lui, affinché ci dia non solo un po’ di forza, ma proprio la Sua.

Come Pietro avviciniamoci a Lui, chiediamo a Gesù come fare in quella situazione; avvicinarsi così, è chiedere che non sia più solo il dolore o il torto a parlare, ma il suo amore, la sua vita che come ha perdonato noi, ci aiuti per dono, a perdonare settanta volte sette in più, di quanto da soli avremo fatto o abbiamo già fatto.

“Signore,

fa del Tuo perdono il mio rifugio.

Possa sentire il Tuo cuore accanto al mio dirgli: Figlio, io ti perdono.

Per quanto lo farai?

Per sempre, mi dici.

Per quanto dovrò farlo io?

Con la Tua stessa misura.

Mi avvicino a te come Pietro,

stanco e senza forze,

mi avvicino perché credo in Te

e se avrò perdonato per dono Tuo,

sarà il Tuo settanta volte sette

che hai donato a me”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Uno sguardo di amore

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MERCOLEDÌ 30 NOVEMBRE 2022

SANT’ANDREA, APOSTOLO – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Rm 10,9-18

Salmo: Sal 18 (19)

Vangelo: Mt 4,18-22

“Vide”. Gesù è Colui che ci guarda per primo. Nell’indaffarsi delle nostre azioni è la grazia che posa il Suo sguardo su di noi, per ricordarci che al di là di quello che facciamo, c’è un legame profondo da cui partire.

“Venite dietro a me”. Seguiamo Gesù in questo Avvento pensando a Maria, Colei che dirà: “ha guardato l’umiltà della sua serva”. Ella si troverà dinanzi allo stupore di uno sguardo precedente al suo Si, come quello dei pescatori di oggi.

La nostra risposta è e sarà sempre preceduta da uno sguardo di amore, di pietà, di Misericordia, tanto da rendere una semplice ragazza la Madre di tutte le genti, e dei pescatori, pescatori di uomini.

Sentiamoci guardati così da Dio, da quello sguardo che fa la differenza e vede oltre ciò che siamo adesso e ci riscatta già ora dal nostro peccato, dal nostro errore. L’Amore entra nelle nostre case e ci guarda con gli occhi semplici di un bambino avvolto in fasce. Egli ci invita a posare lo sguardo su di Lui, per renderci conto di come ci vede e lasciarci commuovere da un Dio in grado di guardarci così, con amore, nonostante tutto.

“Signore, mi guardi lo so,

e a volte non capisco cosa vedi,

perché dinanzi a me, vedo solo fatica.

Donami oggi il Tuo sguardo

in grado di andare oltre,

per essere capace di fare di quello sguardo la mia vita.

E poter venire dietro a Te

così come sono e non come vorrei essere,

consapevole che Tu per me hai un progetto migliore del mio

ed io, voglio ascoltarlo”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Chi può essere salvato?

chi può essere salvato?

 

16 AGOSTO 2022

MARTEDÌ DELLA XX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ez 28,1-10

Salmo: Dt 32, 26-36

Vangelo: Mt 19,23-30

 

 

I discepoli dinanzi alla spiegazione di Gesù sulla difficoltà per un ricco di entrare nel regno dei cieli, si chiedono: “allora chi può essere salvato?”. Forse avevano capito che la ricchezza di cui Gesù parla non era solo economica e sono consapevoli che in fondo, tutti teniamo a qualcosa.

Una domanda lecita quella dei suoi, che può venire anche noi: chi può essere salvato, oppure cosa c’è di me che posso salvare?

Il Signore risponde: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Si, perché nonostante ci sia qualcosa a cui teniamo, in quell’avere c’è qualcosa che si può salvare, non per i nostri sforzi, ma perché quella possibilità di salvezza è visibile solo a Dio.

L’entrare nel regno di Dio, per alcuni è possibile solo con i propri sforzi, per altri che avvenga solamente grazie a Dio e quindi non è necessario fare nulla. La giusta posizione è quella in cui riconosciamo il regno di Dio per quello che è: una relazione eterna con Lui. Allora tutti i nostri sforzi per migliorare sono utili, ma c’è sempre quello spazio, quando le nostre forze vengono meno e la fatica avanza, dove Dio non smetterà mai di credere in noi e la Sua fiducia è già alba di salvezza, perché è già qui con noi il regno di Dio.

“Signore,

venga il Tuo regno nel mio cuore,

fammi scoprire che anche per me è possibile.

Dinanzi a miei errori mi fermo,

sono come bloccato e non so come fare.

Padre, abbi pietà di me,

del tempo che ho perso

a correre dietro alla mia idea di salvezza;

senza pensare che c’è un bagliore di luce

proveniente dal Tuo cuore

per illuminare il mio,

a dirmi che c’è ancora una speranza

perché tu mi ami, fossi anche l’unico a farlo

e nonostante tutto”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)