Spiegaci

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MARTEDÌ 01 AGOSTO 2023

SANT’ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Es 33,7-11; 34,5-9.28

Salmo: Dal Sal 102 (103)

Vangelo: Mt 13,36-43

I discepoli chiedono spiegazioni a Gesù sulla parabola che aveva già raccontato, perché hanno bisogno di comprenderla meglio. Capita anche a noi, nonostante continui chiarimenti o specificazioni che ci ritroviamo al punto di partenza, o almeno ci sembra così.

È bello vedere la pazienza del Signore, non si lamenta, anzi rispiega, perché ha compreso che in fondo se si chiede, è dovuto al fatto che quella cosa sta veramente a cuore. Forse dovremmo far fare questa esperienza di accoglienza e pazienza ad altri e gioire quando la sperimentiamo su di noi, poiché non è scontata.

Spesso non ci rendiamo conto di andare avanti per ripetizioni: stessi sbagli, stessi inciampi, stesse domande, ma l’amore? Si! Anche l’amore di Dio è sempre lo stesso. Un amore che pazientemente accoglie, non si stanca di ripetere che gli stiamo a cuore.

Oggi ringraziamo Dio per il dono della Sua presenza sempre viva in noi, per quella pazienza che restaura il cuore. Ringraziamo per tutte le persone, i compagni di viaggio che ci stanno accanto e non si stancano nonostante mille chiarimenti, essi ci dimostrano il vero volto di Dio e come davvero è il Suo amore, il vero motore del mondo.

“Signore,

ad ogni passo, ad ogni inciampo,

Tu ci sei.

Nel ripetersi della mia inquietudine, Tu sei l’unico che mi ascolta.

Consola il mio cuore, in quel ripetere che ho paura ti allontani.

Ma Tu sei sempre qui con me, per amore.

L’amore è il motore che hai dato a questo mondo

affinché il Tuo viso, i tuoi gesti, le tue parole si ripetano

ed io guardando a tutto questo

sia capace di comprendere e ripetere una cosa nuova:

l’amore che hai dato a me.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Buona giornata

Un ricordo nella preghiera ai giovani che stanno vivendo l’esperienza della GMG a Lisbona.

 

 

 

 

 

Seme e lievito

seme e lievito

 

DOMENICA 23 LUGLIO 2023

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sap 12,13.16-19

Salmo: Dal Sal 85 (86)

Seconda lettura: Mt 13,24-43

Vangelo: Mt 13,24-43

Il Vangelo di oggi ci narra tre parabole sul regno dei cieli.

Nella prima parabola ci lascia sempre stupiti come il Signore consenta che il grano e la zizzania crescano assieme fino alla mietitura. È importante per noi cogliere il motivo di questa volontà Divina di lasciar coesistere bene e male. La Sapienza contadina che il Signore ci porta come esempio ci spiega che faremmo peggio a togliere subito la zizzania, perché perderemo anche il buon grano. La Sapienza Divina ci insegna la pazienza del padrone verso tutti. Quanti esercitano la pazienza rivelano la forza di Dio; la potenza dell”amore paziente non rinuncia ad essere tale quando l’uomo lo disattende, anzi scopre dimensioni di umanità.

Nelle altre due parabole il regno di Dio viene presentato con una realtà minuscola e come da qui emergano cose straordinare. Il granello di senape non è considerato tanto per la sua piccolezza, quanto per la sua potenza.

Il lievito non mostra l’evidenza del regno bensì l’agire, l’essere e il fare, che portano all’unità dell’unica sostanza.

Facciamo nostre le parole di una colletta della liturgia di oggi e preghiamo:

“Ci sostengano sempre, o Padre,

la forza e la pazienza del tuo amore,

perché la tua parola, seme e lievito del regno,

fruttifichi in noi

e ravvivi la speranza

di veder crescere l’umanità nuova.”

 

Germoglio dell’umanità

 

germoglio dell'umanità

 

MERCOLEDÌ 10 AGOSTO 2022

SAN LORENZO, DIACONO E MARTIRE – FESTA

 

LITURGIA DELLA PAROLA  (clicca qui)

Prima lettura: 2Cor 9,6-10

Salmo: Sal 111 (112)

Vangelo: Gv 12,24-26

 

Il chicco di grano per portare frutto, dev’essere messo nella terra e morire. Questo sembra paradossale, eppure se ciò non accadesse non avremmo più spighe. La natura attorno a noi ci aiuta a cogliere uno dei più grandi insegnamenti di Gesù: perdere la vita non è morire, è trasformarla!

Come il chicco di grano che nel suo decorso diventa un germoglio, ovvero il meglio di sé, l’invito di Gesù non è rinunciare alla nostra vita corporale, ma viverla al meglio, pur nelle fatiche e con delle correzioni, che possono renderci in grado di comprendere più da vicino Lui.

Perdere la vita solitamente è associato alla morte, qui può essere intesa come un percorso attraverso il quale seguendo Gesù, lasciamo andare determinate azioni sbagliate, pensieri negativi, vari tipi di atteggiamenti che fanno parte della nostra vita, quindi “vitali”, per un bene più grande.

Solo così, capiremo che siamo chiamati e destinati a una vita per la Vita, dove il frutto è già nelle nostre mani, ed è la relazione con Lui, l’unica che può renderci davvero vivi.

Il Signore non ha dato solo una parte di sé, ha dato tutto se stesso, è Lui quel chicco che morto nella terra, ha potuto generare il germoglio dell’umanità, e a noi è chiesto di vivere da germogli, riconoscendo che la nostra vita, proviene da quel chicco caduto in terra una volta per tutti.

“Signore,

Tu sei il dono che aspettavo.

Nel difficile cammino della mia storia

ho compreso quanto ti ho cercato,

a volte senza saperlo

e come nell’errore non hai mai smesso di amarmi.

Mi commuovo a pensare

che hai dato la Tua vita per me,

ed hai reso possibile un dialogo

tra la mia storia e la Tua,

per scoprire che non mi avevi mai perso.

Tu mi eri sempre accanto,

affinché un giorno

potessi sentirmi anch’io

parte di quel germoglio dell’umanità

reso vivo da Te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Come i discepoli a chiederci perché

 

come i discepoli a chiederci perché

 

MARTEDÌ 26 LUGLIO 2022

SANTI GIOACCHINO E ANNA, GENITORI DELLA BEATA VERGINE MARIA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: Ger 14,17b-22

Salmo: Sal 78 (79)

Vangelo: Mt 13,36-43

 

Se leggiamo il precedente passo del Vangelo in Mt 13,24ss, possiamo comprendere maggiormente perché i discepoli nel brano di oggi, chiedano a Gesù ulteriori informazioni. Egli introduce la Parabola, di come “il regno dei cieli si possa paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo”, affermando che il padrone alla comparsa della zizzania, dirà ai suoi servi di farla crescere assieme al grano buono, per evitare che sdradicando uno si estirpi anche l’altro.

E noi ci troviamo come i discepoli, a chiederci perché aspettare, poiché dinanzi a un errore preferirebbero estirparlo il più in fretta possibile. Gesù insegna quanto il Suo amore sa vedere oltre quella fragilità, una possibilità di vita che necessita di attesa.

Nel campo che è il mondo è possibile trovare grano e zizzania, Gesù non nasconde ai suoi la possibilità del male, dell’errore e certamente non lo fa per spaventarli, bensì per metterli dinanzi ad una scelta: essere grano buono, ma per esserlo a volte, bisogna aspettare e non estirpare.

 Il campo non è solo il mondo, ma il nostro mondo fatto di cose buone e meno buone ed esse crescono insieme. E come il seminatore lungo il tempo della maturazione del grano si prende cura di tutto il campo, così Dio ci ama e si prende cura di noi sia nel peccato che nella grazia. Affidiamo a Lui questo arduo compito, dove tutto ciò che è ferito, fragile, sarà risorto con Lui e risplenderà in purezza.

“Signore,

aiutami a perdonarmi

quando nel mio cuore

il peccato prende il sopravvento.

Insegnami a comprendere che tu mi ami,

nonostante tutto questo.

Grano e zizzania, fanno parte di un campo che è la vita.

Fammi capire che ci sei Tu a prendertene cura

con l’amore e la pazienza

che nessuno mai potrebbe fare,

e ce la insegni

per imparare a camminare, attendere e sperare

per tutti i nostri giorni”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)