Amare

 

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LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

 

22 MAGGIO 2024

MERCOLEDÌ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

I discepoli sono un piccolo gruppetto che segue il Signore, testimoni delle sue opere, e vedere “uno” che non era di loro e agiva nel nome di Gesù, dava fastidio. Giovanni infatti, parla a nome di tutti: “Abbiamo visto…. e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva”. Il troppo zelo, suscita intolleranza verso chi opera guarigioni e non fa parte del proprio gruppo. Ma Gesù insegna che chi agisce per il bene, anche se è un “altro”, non è mio rivale.

Quando il bene diventa monopolio, non è più bene, diventa un “potere”. L’amore è dono gratuito. Il centro di tutto è il Signore, ogni cosa che possiamo comprendere o fare viene da Lui. L’unico “potere” in cui possiamo muoverci, è quello dell’amore che si fa servo, che manifesta la grandezza e l’universalità di Dio. La Chiesa è cattolica in quanto universale, nasce e si rinnova continuamente dallo Spirito Santo, nasce con gli apostoli, uomini fragili e peccatori come noi. Lo Spirito Santo fa nascere la chiesa da persone umane, che si mettono in cammino confidando nella forza del Signore risorto.

Chi rimane nell’amore del Signore, non può essergli contro, se agiamo nel suo nome, impariamo ad accogliere gli altri e a giudicare quanto facciamo noi, piuttosto di quello che fanno gli altri, perché emerga solo il bene, il bello e il buono per ogni fratello.

“Signore,

aiutami a compiere il bene.

Aiutami a scegliere sempre

una via di pace, di amore,

anche quando chi mi ferisce

non mi chiede perdono.

Perdona Tu per me e con me.

Ama Tu per me e con me,

così che vedendoti segua la Tua via

e mi riconosca amato e perdonato anzitutto da Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

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Perdonare

perdonare settanta volte sette

05 MARZO 2024

MARTEDÌ DELLA III SETTIMANA DI QUARESIMA

Pietro si avvicina a Gesù per chiedere la forza del perdono. Si avvicina a Colui che è in grado di perdonare ogni nostro errore, e il suo è un perdono che cancella, come se non fosse mai successo.

Quando noi perdoniamo, a volte, può capitare di tenere per noi qualcosa, la sofferenza, il rancore o anche semplicemente pensare: “quella persona è fatta così”.

Oggi il Signore ci chiede di perdonare settanta volte sette, ma non solo quante volte perdonare in totale, ma quante volte perdonare QUELLA persona.

Perdonare così tanto, vuol dire mettere in conto altrettante sofferenze, e non è facile; per questo mettiamo in conto la forza di Dio, per questo a piene mani esprimiamo la nostra fatica a Lui, affinché ci dia non solo un po’ di forza, ma proprio la Sua.

Come Pietro avviciniamoci a Lui, chiediamo a Gesù come fare in quella situazione; avvicinarsi così, è chiedere che non sia più solo il dolore o il torto a parlare, ma il suo amore, la sua vita che come ha perdonato noi, ci aiuti per dono, a perdonare settanta volte sette in più, di quanto da soli avremo fatto o abbiamo già fatto.

“Signore,

fa del Tuo perdono il mio rifugio.

Possa sentire il Tuo cuore accanto al mio dirgli: Figlio, io ti perdono.

Per quanto lo farai?

Per sempre, mi dici.

Per quanto dovrò farlo io?

Con la Tua stessa misura.

Mi avvicino a te come Pietro,

stanco e senza forze,

mi avvicino perché credo in Te

e se avrò perdonato per dono Tuo,

sarà il Tuo settanta volte sette

che hai donato a me”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Perdonare

 perdonare

23 FEBBRAIO 2024

VENERDÌ DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA

«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”.

C’è una giustizia più ampia, una giustizia difficile per noi da applicare, ed è quella della misericordia. Quanto è difficile perdonare, soprattutto se la ferita lascia radici profonde. Questo invito che sembra superiore alle nostre forze, racchiude di per sé una forza maggiore nelle parole: “non entrerete nel regno dei cieli”. Sembra un castigo, non un perdono. Niente regno! Ma questo modo di pensare è nostro o di Dio? È nostro. Dio non pensa così. Quel “non entrerete” non è la punizione di una nostra azione, ma è la conseguenza logica di una cosa che è già presente.

Il regno di Dio, la relazione con Lui è già in noi, solo che se continuiamo a pensarla come al nostro solito, non “entreremo”, non ne faremo mai esperienza. Ecco, questo si che ha senso: Dio non ci chiede qualcosa fuori dalle nostre possibilità, perché la forza per farlo è nella relazione con Lui! Dobbiamo però crederci! Per questo il Vangelo continua: se presenti la tua offerta all’altare e ti ricordi di non essere riconciliato con una fratello, puoi lasciare persino l’altare e andare a riconciliarti con il fratello, perché Dio verrà con te.

È faticoso perdonare e Dio lo sa, ma proprio per questo, oggi ci rassicura che non siamo soli. Egli è lì con noi nelle nostre lacrime di rancore, in quei ricordi che svegliano la notte, perché tu sei il suo dono più bello e sempre avrà cura di te.

Si tratta ora di chiedere a Lui di vivere in forza di questa relazione che ci trasformi il cuore, che plachi il tormento per lasciare spazio alla pace. E se ancora non siamo pronti chiediamogli di farlo al posto nostro, chissà che un giorno possiamo farlo anche noi.

Perdonare è difficile, ma è un dono da chiedere, affinché le ferite lasciate non sanguino più e ci sia spazio per una vita più serena, dove quel dolore ora è alle spalle.

“Signore,

quando il mio cuore non è pronto a perdonare,

custodiscilo Tu.

Desidero che la ferita non sanguini più.

Desidero non pensarci.

Il dolore è un tormento. Quando finirà?

Dammi la Tua forza,

affinché la mia croce

senta la forza della Tua mano

e accanto a Te mi senta al sicuro,

tanto da compiere questo gesto

ora per me lontano:

ti perdono.

Ora, quel dolore non fa più male.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Padre

Padre

 

 

20 FEBBRAIO 2024

MARTEDÌ DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA

“Padre nostro”. Con queste due semplici parole inizia la preghiera che Gesù insegna ai suoi discepoli, due parole che bastano per capire la grandezza di un Padre, che ci riconosce tutti suoi figli e in questa moltitudine ama e conosce ciascuno personalmente, tanto da sapere di cosa abbiamo bisogno ancor prima che glielo chiediamo.

Gesù insegna una preghiera essenziale: rivolgersi al Padre, lasciarci guardare, colmare il cuore dalla sua magnanimità. Egli saprà darci tutto quanto serve per la nostra vita, dal pane che sazia il corpo, a quello che sazia il desiderio d’infinito, quell’anelito di cielo che si realizza gia a partire dal vivere su questa terra.

Dal riconoscerci figli sorge la nostra risposta di gratitudine; lodare il suo nome è comprendere di essere custoditi da sempre.

Dio non desidera altro che ogni suo figlio viva il suo regno, ovvero la comunione con Lui, che continuamente ci cerca, la condivisione dei suoi sentimenti verso i suoi figli, la solidarietà con l’umanità di tutti.

Tuttavia in questo cammino, non c’è essere umano che non faccia esperienza del limite che l’umanità comporta, allora chiediamo al Signore di non cadere in quella prova che ci allontana da Lui e di conseguenza dai nostri fratelli. Chiediamo di essere liberati dal male e di essere perdonati per diventare capaci di perdonare, perché solo il perdono restituisce la figliolanza e la fraternità, cosi da poter chiamare sempre Dio: “Padre nostro” e non sprecare mai nessuna parola.

“Padre,

Ti chiamo così,

perché in quest’unica parola c’è abbastanza.

Padre, un parola di affetto

che segna un legame tra me e Te.

Padre ed io per Te sono figlio.

Padre abbi pietà di me,

insegnami a correre da sempre,

ad allargare le braccia del mio cuore verso di Te,

così che ad ogni caduta

il mio cuore Ti proclami: Padre

ed io senta rispondere: figlio mio”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Perdonare

Perdonare

 

17 SETTEMBRE 2023

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sir 27,33 – 28,9

Salmo: Dal Sal 102 (103)

Seconda lettura: Rm 14,7-9

Vangelo: Mt 18,21-35

Tutta la liturgia di questa domenica, ci parla del perdono che Dio ha profuso in abbondanza per ciascuno di noi.

Gesù racconta la parabola del debitore spietato, in risposta alla domanda stupita di Pietro, sulla capacità reale di offrire il perdono ai fratelli, ben più di un numero di volte indicato da una legge. Quante volte? Ma l’amore di Dio, il Suo perdono non ha un numero è infinito, immenso, eterno. Pietro dalla risposta di Gesù capirà che perdonare è dono di Dio.

Così preghiamo nel Salmo 102 di oggi: ” Egli perdona tutte le tue colpe. / Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe./ Come il cielo è alto sulla terra, così è grande la sua misericordia.”

Veramente il “Signore è buono e grande nell’amore” talmente tanto, che noi non riusciamo a comprenderne appieno la portata. Il perdono è in funzione dell’esperienza che facciamo di Dio e non della nostra bontà di cuore. Il perdono è un incontro con Dio che annulla qualsiasi distanza tra noi e Lui. Un incontro che mette al centro la fede, la nostra miseria, il nostro errore e fa esaltare la bellezza del Suo perdono, in grado di dirci che noi non siamo l’errore commesso, ed il perdono diventa la certezza di una nuova possibilità, di poter cambiare e crescere.

Credere è prendere coscienza dell’alleanza con Dio, che ci viene rivelata proprio perdonandoci il nostro peccato e dandoci la capacità di vivere in comunione con Lui.

Il miracolo che oggi si impone al nostro cuore è quello di vivere il perdono al fratello, come un segno di quella vita divina, di cui siamo diventati partecipi.

“Signore nella Tua misericordia affido il mio peccato,

aiutami a perdonare, aiutami a perdonarmi.

Donami la Tua forza,

poiché l’amore che viene da Te

è più forte di ogni divisione.

Possa il mio cuore sentire il Tuo perdono,

possa vivere della Tua presenza,

possa sentire il dispiacere per ogni mio errore,

così da non offenderti più.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Perdono

perdono

 

17 AGOSTO 2023

GIOVEDÌ DELLA XIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gs 3,7-10.11.13-17

Salmo: Dal Sal 113A (114)

Vangelo: Mt 18,21-19,1

Ricominciare è credere all’amore che fa nuove tutte le cose: questo è il frutto del perdono. Gesù per noi ha risorse infinite di misericordia, perché la giustizia di Dio non si preoccupa di ristabilire una parità tra debitore e creditore, ma condona sempre.

Cristo ha già pagato il nostro debito che ci era impossibile pagare da soli, la salvezza ci è già donata. Fissando i nostri pensieri su tanto perdono ricevuto, il nostro cuore vive la meraviglia di un amore avvolto di misericordia, cosi perdonare gli altri non è solo un semplice suggerimento, bensi un partecipare il dono della salvezza.

Dio si fa incontro a tutti, perché tutti lo possano cercare e trovare, e questo amore non è possibile trattenerlo per sé, é come calcolare settanta per sette è un numero infinito!

Quanto ci ama Dio? Butta il calcolo, sposta il tuo sguardo e osserva: ogni volta che sbagli Lui ti ama; quando nella tua camera in segreto ti senti solo, Egli è li e ti ama e quando è dura perdonare il dolore che ti hanno provocato, ama per due: per te e per quello che non ti hanno dato.

Dio ama e perdona, facciamo di tutto questo il luogo dove crescere e vivere fino a quando? L’amore non ha  un tempo, l’amore semplicemente vive e fa vivere, così il perdono diventa il luogo in cui Dio ogni giorno ha posto la nostra rinascita, é quel fino a quando, oltre tempo, oltre spazio, quell’occasione di possibilità che ci fa toccare fin da adesso la salvezza.

“Signore,

ti chiedo perdono,

per tutte le volte che ho chiuso il mio cuore,

per aver dato al dolore uno spazio che non è suo.

Aiutami a vivere di Te, del Tuo amore,

fammi capace di guarire dall’idea di un amore che ha un limite

e donami di amare illimitatamente

come fai Tu ogni giorno,

da quella prima volte che sono caduto e Tu mi hai detto:

Figlio, ti sono perdonati i tuoi peccati.

Signore grazie per avermi molto amato.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Amare

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04 MARZO 2023

SABATO DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Dt 26,16-19

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Mt 5,43-48

Amare i nostri nemici è un comandamento molto forte, deciso. Come possiamo fare se a volte facciamo fatica ad amare anche noi stessi?

Amare chi è amabile, non rivela niente, dice solo normalità.

Per Dio, invece, proprio nel nemico, si rivela la gratuità assoluta dell’amore. Infatti, quando eravamo ancora peccatori Cristo morì per noi, come scrive San Paolo nella Lettera ai Romani (Cfr. Rm 5,5-6). Quindi l’amore del nemico rivela l’essenza stessa di Dio: amore gratuito, dono del suo Spirito di vita, perché tutti abbiano la vita.

Dio ci ama tutti perché siamo suoi figli, non perché abbiamo fatto qualcosa di speciale, di buono, o abbiamo delle caratteristiche o delle doti particolari. Il più delle volte siamo creature fragili che sbagliano, che lottano per vivere, che si impegnano e provano ad andare avanti fidandosi del suo amore.

Dio ci ama per come siamo. Solo a partire da questa esperienza di sentirci amati, accolti e perdonati che possiamo vivere la pienezza di essere noi stessi, possiamo provare ad amare gli altri di amore libero e gratuito.

Come nel dono della vita di Gesù abbiamo l’esempio per amare tutti, così dalla preghiera attingeremo la forza di realizzare questo, per sentirci figli dello stesso Padre, che con il suo sole riscalda il cuore di ognuno, e con il dono della pioggia irriga i germogli di tutta l’umanità.

“Signore,

ti rendo grazie perché

mi ami così come sono,

perché hai messo nel mio cuore

la possibilità di amare come Te.

Aiutami a realizzarlo,

fa che sia un dono

e che ti sia gradito,

non per restituirti qualcosa,

ma per fare della mia vita

una riflesso della Tua”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Perdonare per dono

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25 FEBBRAIO 2023

SABATO DOPO LE CENERI

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 58,9b-14

Salmo: Sal 85 (86)

Vangelo: Lc 5,27-32

Gesù è venuto per noi, che in fondo, un po’ peccatori lo siamo tutti, a volte l’unica differenza è riconoscersi come tali. Non sì tratta di dirlo in giro, ma di dirlo a Dio, di andare a Lui con tutto il cuore, così come siamo e vivere di  quella libertà, che solo Lui ci può dare.

Sbagliare è una gabbia da cui il Signore vuole liberarci per farci vivere meglio, ovvero, vivere alla luce di un amore in grado di rialzarci anche quando siamo a terra.

Il perdono è un dono che Dio ci dona, affinché oltre al senso del peccato, viva e permanga in noi il senso della grazia. Lasciamoci amare da Lui persino nel nostro peccato, respiriamo davvero cosa l’amore è capace di fare: trasformare quell’errore in occasione di grazia.

“Signore,

come un cieco vagavo alla ricerca di qualcosa,

e sbagliando strada, avevo paura di essermi allontanato da Te.

Eppure Tu, mi sei venuto incontro,

e accompagnandomi nel cammino

mi hai sostenuto.

Ora che ti ho riconosciuto,

desidero dirti grazie,

perché Tu sei un Dio fedele

persino a me, anima fragile,

che però ora sa in chi posare il suo cuore

e che con tutte le sue forze, desidera non sbagliare più.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

 

Perdonare

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DOMENICA 19 FEBBRAIO 2023

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Lv 19,1-2.17-18

Salmo: Sal 102 (103)

Seconda lettura: 1 Cor 3,16-23

Vangelo: Mt 5,38-48

Oggi il Signore ci invita a fare un passo in avanti accanto a Lui. Ci suggerisce un cammino di Misericordia verso tutti. Non è semplice perdonare eppure, non farlo, non è andare avanti ma rimanere indietro. Non perdonare è restare ancorati a quel dolore, a quella fatica, e non permettersi mai di proseguire la vita.

Un nuovo giorno sorge oggi, c’è qualcosa di speciale che ci aspetta: vivere come figli di un Padre celeste, che ci accompagna nel duro lavoro di lasciar andare quel dolore che tanto ha occupato il nostro cuore, per poter vivere finalmente da persone rinnovate.

Egli ci dona il suo sostegno, infonde in noi la Sua forza, affinché si riesca a mettere un punto, una fine a quel dolore infinitο, a quel torto subito, a quella parola che ha ferito.

Oggi il Signore ci insegna ad usare misericordia verso tutti, perché Egli per primo, l’ha avuta verso di noi.

Come fare? È la domanda antica e sempre nuova che “rimbomba” nel nostro cuore.

Affidati a Lui, digli con tutta la sincerità del cuore la tua debolezza, la tua fatica ad andare avanti, piangi perché sei nel cuore di Dio, Egli ti sta ascoltando ed in ogni momento, Lui c’è per confortare il tuo cuore, per donare la pace. Ti accorgerai ben presto che quello che ti sembrava impossibile, con Lui è possibile, e questo sarà la tua forza per ogni gesto di Misericordia che sarai chiamato a fare, sarai chiamato a vivere.

“Signore,

aiutami affinché le tue parole

rinnovino il mio cuore.

Fa che diventi capace di Misericordia, pace, bontà,

così che riesca a camminare in avanti.

Sostieni la mia mente,

che tira indietro le lancette del tempo.

Di al mio cuore, che un nuovo giorno è sorto,

per imparare a ricominciare a vivere

di quel perdono di cui Tu mi hai fatto dono,

di quella Misericordia, che Tu oggi chiedi a me.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

La forza di perdonare

 

la forza di perdonare

 

GIOVEDÌ 11 AGOSTO 2022

SANTA CHIARA, VERGINE – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: Ez 12,1–12

Salmo: Sal 77 (78)

Vangelo: Mt 18,21-19,1

Oggi siamo chiamati a ricordarci di quanta Misericordia il Signore ha riversato nei nostri cuori. Il regno dei cieli è paragonato a quel re che usa compassione verso il suo servo, condonandogli il debito.

È soltanto a partire dal comprendere quanto perdono il Signore ci dona che avremo la forza di perdonare, come quel servo a cui il debito è stato condonato, infatti il re lo rimprovera per non aver fatto come ha ricevuto, ed il peso per lui ora è più grande.

Non ci libereremo mai dal peso di chi ci ha ferito, finché il perdono non toccherà il nostro cuore, perché solo allora, perdonando, sapremo fare della nostra vita “parti di regno dei cieli”, dove la pazienza e la compassione, attributi di Dio, grazie al Suo perdono faranno parte anche di noi.

A volte non è facile, ci sono ferite i cui segni sono incancellabili, allora andiamo semplicemente davanti a Lui e chiediamo di liberarci da questo peso, di aver ancora pazienza perché non siamo riusciti a perdonare e respiriamo il Suo profondo amore. Egli ci è accanto anche in questa situazione e non abbandonerà i suoi figli nel ricordo di un dolore, come nel peso del peccato. Il Signore per tutti desidera redenzione e forse l’unica cosa che possiamo fare, è alzare gli occhi al cielo e dire: Padre mio, mi abbandono a te.

“Signore,

metto nelle tue mani

tutto il mio dolore,

affinché tu possa liberarmi.

Quanto è difficile perdonare

quando la ferita ancora sanguina!

Aiutami a liberarmi di questo peso,

insegnami a riconoscere il tuo amore,

a sentire la tua vicinanza

così da sanare il mio cuore.

Perdonami se non sono capace di perdonare,

se il dolore ancora mi blocca,

ma so che arriverà il mio tempo

in cui lo farò, grazie alla tua forza

e faremo festa insieme.

Padre mio, mi abbandono a te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)