Sono proprio io

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14 APRILE 2024

III DOMENICA DI PASQUA – ANNO B

“Sono proprio io”.

Gesù afferma la verità di sé stesso: è Lui che è morto ed è risorto, è Lui che ci ha liberato dai nostri peccati, è Lui in mezzo a noi a portare la pace.

Il nostro animo non dev’essere più turbato, il nostro cuore ora può rassicurarsi perché il Signore non ci ha abbandonato, è nel mezzo di ogni vita che vuole accoglierlo con cuore sincero.

Affidiamo a Lui il nostro cuore, ogni tempesta e sentiamo per noi queste parole: “pace a voi”. Pace a te, che in queste parole cerchi speranza, pace a te, le cui forze sono allo stremo. Egli è con te e ti porta la pace, affinché tu non ti senta mai solo e possa sentire la mano di Dio in ogni tuo passo.

“Signore,

“sono proprio io”,

uso le Tue parole per dirti la verità di Te:

ho bisogno di pace,

ho bisogno di forza.

Eccomi,

come i discepoli ho bisogno di una parola di speranza.

Mi abbandono a Te, come un figlio.

Tienimi per mano,

affinché nel sentirti provi coraggio.

Fa che la pace e la gioia

non siano solo per me,

ma che tutti,

tutti possano sentirti accanto

in ogni loro passo.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Tommaso

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07 APRILE 2024

II DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA – ANNO B

Gesù viene a trovarci nelle nostre porte chiuse, e viene per stare con noi da risorto. I discepoli erano proprio come noi, nonostante l’esperienza del Signore, essi si trovano chiusi in casa, nascosti, spaventati. Dov’è la loro fede? Sono come bloccati, e ancora una volta, Gesù si fa incontro, si mostra loro per ciò che è, ma manca qualcuno: Tommaso.

Tommaso per quanto venga visto come l’icona dell’incredulità, il suo gesto è comprensibile: Gesù è venuto e lui non c’era; passano otto giorni in cui Tommaso vive come da “separato in casa”, vive l’esperienza della mancanza, al punto che la sua reazione è forte, e afferma che se non vede o non tocca Gesù in persona, non crederà. Il Signore ancora una volta gli viene incontro, non solo si mostra, si fa toccare.

Possiamo essere come Tommaso, possiamo essere chiusi nella casa del nostro cuore come i discepoli, Egli troverà sempre il modo di lasciarsi vedere e toccare, e questo avviene perché prima di tutto è Lui che ci vede e ci tocca.

Lasciamoci incontrare da Lui, che bello vedere un Dio che ha voglia di incontrarci, di essere al nostro fianco, di mostrarci la strada della Risurrezione.

Oggi come Tommaso, contempliamo colui il cui fianco trafitto non ha portato rancore, perché ciò che è segnato non è il cuore. Il cuore di Dio rimane l’unico luogo dove io posso essere me stesso, dove posso ritrovare il mio volto ed è l’unico luogo dove al sicuro, io posso fare delle mie ferite, un incontro con Colui che per primo è venuto a visitarci.

“Signore,

vieni a visitarmi,

tocca il mio cuore così da sentirti

vicino.

Tu risorto, fa che ogni mia ferita

veda la Tua luce e si rinsaldi.

Apri le mie porte chiuse

e portale in vita,

così che germogli in me

un segno di Risurrezione

per ogni persona che incontro,

per ogni ferita mostrata,

per quel perdono che da tempo chiede pietà. Amen.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Credere

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06 APRILE 2024

SABATO FRA L’OTTAVA DI PASQUA

Il Vangelo di oggi, ci invita a renderci conto di quanto non è scontato credere, anche dinanzi a degli annunciatori pronti a dire che il Signore è risorto: il rischio è di non credere fino in fondo.

Sono passati tanti anni, eppure noi siamo ancora così… increduli!Crediamo a tante cose, ma su Dio non sempre la fiducia è totale, non lo possiamo vedere, né sentire, come credergli fino in fondo?

Magari il nostro cuore vorrebbe, ma le delusioni, le fatiche spesso lo chiudono alla relazione con Dio. Ecco che forse il tempo di Pasqua ci può aiutare; se prima abbiamo fatto fatica a credere a Gesù, che mutava l’acqua in vino, che guariva i malati, e in ultima analisi, se la nostra storia passata non ha dato a Dio un posto, ora ci viene consegnata un’occasione per credere in Gesù risorto.

Credere non in un futuro, ma in quel presente già preparato nel passato di Dio, e che per te, apre un nuovo futuro. L’evento della Risurrezione ci permette di poter “frequentare” un Gesù risorto, che a tutte le morti ha dato un senso, ha dato luce; persino il nostro non credere tenebroso, ha visto la luce di Dio, è avvolto dall’amore del risorto.

Non vi sono più preoccupazioni su come credere, perché il “come” è Lui, e quel “volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”, diventa lo sguardo che Lui volge a noi trafitti dalla vita, ma il suo sguardo è quello di un uomo risorto. Allora poniamo in Lui quella fatica di non credere mai abbastanza, lasciamo che la Sua luce invada il nostro cuore, così da poter scorgere quello sguardo, vivere di quella luce, credere e portare altri a credere in Dio.

“Signore,

aiutami a vedere il Tuo sguardo posarsi su di me,

Tu luce risorta,

illumina la mia oscurità.

Tu hai fiducia in me,

il Tuo amore non mi abbandona,

mio Dio, fa che queste convinzioni

scendano nel mio cuore,

affinché possa dire: credo.

Signore aiutami a credere in Te,

perché so che posso

grazie alla Tua forza.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Venite a mangiare

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05 APRILE 2024

VENERDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA

“Venite a mangiare”. Un invito che ha il sapore della casa, un gesto di premura ed accoglienza da parte di Gesù.

Egli sceglie di manifestarsi ai discepoli per la terza volta con una pesca miracolosa, quasi a far tornare a mente quella di un tempo, al punto che il discepolo amato esclama: “È il Signore!”. Non hanno bisogno di altri segni per credere, è Lui.

Il Signore è tornato! In verità non li aveva mai lasciati, anzi, sulla croce si verifica l’unico gesto capace di convincere chiunque: vincere la morte. Proprio perché è vivo ritornano i gesti di un tempo, ma Gesù è diverso: è risorto!

Alla nostra fatica, a quelle “morti” senza senso, abbia colui che è in grado di superarle dandoci vita, una vita che si esprime non solo sulla croce o in eventi eclatanti, ma nella quotidianità.

Quanto è difficile il quotidiano! È il tempo presente, che continuamente lotta nell’equilbrio tra passato e futuro e si fa spazio. Ecco, Gesù è il nostro presente, colui che ha unito passato e futuro e ne ha fatto Presenza, così che dovunque il cuore vada, si affanni o viva, possa sentire per sé l’invito a mangiare, a cibarsi di Lui, cibo per cui il cuore trovi casa e ristoro.

La nostra “pesca miracolosa”, è quell’abbondanza di relazioni, azioni, condivisioni, che nella rete della vita arrivano a Gesù e diventano segno di Risurrezione per tutti.

“Signore,

fammi sentire a casa con Te.

Io che spesso perdo le mie fondamenta

e vivo avvolto in una rete senza speranza.

Oggi la casa e la rete,

sono per me segni di vita,

di Te risorto.

Aiutami a sentire il Tuo invito: “Venite a mangiare”,

per non cercare altrove

ciò che solo Tu sai dare: una casa, un cibo, la vita.

Abbi Tu, cura di me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Spiegare le scritture

Screenshot_20240403_23410304 APRILE 2024

GIOVEDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA

Gesù appare ai suoi discepoli e mostra loro le mani e i piedi. Un gesto per rassicurare il loro cuore, che ancora stentava a credere a questo miracolo della risurrezione.

Gesù non è un fantasma, è il Dio che rimane con noi e porta nel suo corpo i segni della passione, del suo amore per noi, è proprio in quelle ferite che lo riconosciamo, in quei piedi che hanno percorso tanta strada per incontrare l’umanità dispersa, in quelle mani che hanno curato, accarezzato, guarito. Gesti di amore, di perdono, di misericordia, parole di salvezza come nessun altro aveva mai pronunciato. Gesù spiega ancora ai suoi discepoli quelle parole che avevano già sentito, ma non ancora compreso nel loro vero significato, perché il mistero pasquale è mistero dell’amore che passa attraverso il corpo, l’umanità di Cristo, che vince la morte e conduce l’uomo ad amare con tutto se stesso. La Scrittura illumina il mistero del corpo di Cristo e questo illumina il corpo di ogni credente: Cristo svela l’uomo all’uomo rendendolo capace di amore e di amare come Lui.

In quella carne ferita di Cristo è compresa tutta la sofferenza umana, che cerca nella fede uno spiraglio di luce, un Dio che si fa accanto, non come prima, ma con un corpo da risorto, che irradia sulla sua Chiesa

la luce della sua Pasqua.

“Signore,

la Tua promessa attraversa la storia,

supera il tempo

per tenere la mia mano,

per toccare le mie ferite

e vedere in Te

il mio salvatore.

Risorgi per me da quella fatica,

da quell’orizzonte a cui manca la speranza.

Tu sei la mia luce.

Tu sei la mia speranza.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Maria di Magdala e Gesù

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02 APRILE 2024

MARTEDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA

Maria di Magdala si reca alla tomba di Gesù, il dolore è ancora grande per i fatti accaduti, ma la tomba è vuota, dov’è il suo Signore? Lei vuole ritrovarlo a tutti i costi, andrà a prenderselo. Una voce le parla, eppure non lo riconosce, Maria sta cercando un Gesù “morto”, solo quando sente pronunciare il suo nome lo riconosce, Gesù è vivo e la chiama, chiama ciascuno di noi per nome.

Appena nasciamo ci chiamano per nome. Gesù risorto chiama per nome, ovvero chiama a nuova speranza di vita; è Lui che si fa incontro e ci apre ad una nuova missione, ci manda dai fratelli.

L’esperienza del Signore risorto, ci fa toccare la vita, la fede non è un bel pensiero da esprimere, ma vita concreta da condividere. L’annuncio della resurrezione è vita in movimento.

Credere nella Parola del Signore e nel suo amore, ci consente di vivere da risorti anche in mezzo agli innumerevoli segni di morte, che attraversano la nostra vita e il nostro mondo. I nostri occhi come quelli di Maria di Magdala, ora vedono risplendere la vita; la risurrezione ci porta vita che nasce dalla morte, grazie alla forza dell’amore di Cristo.

“Signore,

chiama il mio cuore,

così che ascolti la Tua voce da Risorto.

Ti fai accanto

e seppur a volte io non Ti riconosca,

Ti vorrei trattenere,

ma oggi mi insegni che non ho bisogno di farlo,

perché non si trattiene Colui che è sempre con te.

E Tu, mio Signore,

sei una presenza che ha voce

per dire sempre al mio cuore:

non temere ci sono io per te”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Lunedì dell’angelo

 

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01 APRILE 2024

LUNEDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA

Nella tradizione spirituale, la gioia è il segno della presenza di Dio

Alla nascita di Gesù l’angelo dice: vi annuncio una grande gioia; le donne davanti al sepolcro vuoto corrono con gioia grande a dare l’annuncio della resurrezione. Non hanno ancora visto il Signore, ma la fede le spinge a credere, cosi tra la paura e la gioia, emerge la gioia più grande della paura.

La gioia da un annuncio di vita. Gesù si mostra, incontra le donne, “esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono”. Una gioia incontenibile, un amore che vuole trattenere. Lo stupore non basta, Dio lo si adora chinati a raccogliere un mistero di vita, un germoglio uscito dal cuore della terra per vedere il miracolo del cielo.

Dove cercare la gioia che dona pienezza di vita al cuore, se non in un Dio che risorge?

“Cerca la gioia nel Signore esaudirà i desideri del tuo cuore” (Sl 36,4). E qual’è la nostra gioia se non il desiderio di incontralo di trovarlo, vivo, presente?

La fede in Gesù risorto si fa audacia di annunciarlo, di mettersi in cammino lungo i sentieri della vita per raggiungere tutti, vicini e lontani, per raccontare un evento di salvezza.

Camminare è il verbo del discepolo, del Risorto, è abbandonare il sepolcro per correre sulle strade della storia, una storia gia abitata da Cristo risorto.

“Signore,

il Tuo annuncio corre sino a me:

sei risorto!

La Tua risurrezione è il passo di vita nelle mie “morti”.

Tu luce che rifletti nel buio,

sole del mattino,

stella delle notte,

vieni e risplendi nel mio cuore,

così che risorga anch’io io camminando verso di Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

 

Gesù presente e vivo

Gesù presente e vivo

15 APRILE 2023

SABATO FRA L’OTTAVA DI PASQUA

Prima lettura: At 4,13-21

Salmo: Sal 117 (118)

Vangelo: Mc 16,9-15

Il Vangelo di oggi ci invita a pensare Gesù presente e vivo nella nostra vita. Egli si manifesta da risorto a chi prima aveva già incontrato per vari motivi. È così anche per noi: la nostra vita è attraversata dalla sua presenza in modi differenti, poiché sempre Egli  ha cura di noi.

Il rischio è: ma ci crediamo? Crediamo ad un Dio presente davvero nella nostra vita, oppure viviamo questa relazione come un Dio che invoco ogni tanto?

Credere non è un punto di arrivo, è il primo passo: Maria di Màgdala ha fatto quell’esperienza iniziale con Gesù che è stata un mezzo che l’ha portata a credere in Lui risorto, così i suoi discepoli, c’è sempre un momento che prepara a quel nuovo incontro con Gesù risorto.

Dobbiamo chiedere al Signore l’aiuto di sentirlo vivo e accanto a noi, di liberare il nostro cuore da tutto ciò che frena o può frenare la nostra relazione con Lui, così da poter scorgere segni di Risurrezione, segni di Dio nella nostra vita, che non esclude la fatica quotidiana, ma essi saranno la forza da cui attingere. Diventeremo anche noi dei risorti, ovvero persone capaci di Dio, in grado di mettere luce, di far brillare la nostra vita persino in quelle parti più buie, poiché Lui le ha già perdonate e per il quale ha amato e ha dato tutto, tutto se stesso.

“Signore,

illumina la mia vita del Tuo amore risorto.

Aiutami a credere sempre,

nonostante il dolore o la fatica.

Aiutami a ricordare quel primo giorno

in cui ho percepito il Tuo amore,

affinché possa guardare

la mia vita con speranza,

una speranza che viene dall’esperienza

che Tu per me, o Signore, ci sei”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Resta con noi

resta con noi

12 APRILE 2023

MERCOLEDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 3,1-10

Salmo: Sal 104 (105)

Vangelo: Lc 24,13-35

“Egli fece come se dovesse andare più lontano”

Il Signore non si impone mai alla nostra volontà, ma fa sorgere in noi la nostalgia del suo incontro. La sua vicinanza fa ardere il cuore della sua presenza, che non possiamo più trascurare.

Allora come i discepoli esclamiamo: “resta con noi perché si fa sera”. Senza la sua presenza non vediamo bene, ci viene meno la lucidità della fede e la magnanimità del cuore, abbiamo bisogno della Sua luce nella nostra notte.

Gesù ci conosce e fa della sua presenza un luogo in cui ci è possibile sentire il cuore ardere, ovvero: sentirlo vivo in noi, al punto da non poter piu stare senza di Lui. Siamo invitati a dire al Signore: “resta”, resta nelle nostre case, nel nostro cuore, resta, perché senza di te il nostro cuore non arderebbe.

Gesù è il presente, per questo è nato, morto e risorto, per poter essere sempre con noi, con tutti, anche con chi non lo conosce, con quanti non lo cercano affatto.

Un Dio che per restare sempre sceglie un pezzo di pane, la cosa piu semplice di questo mondo, ma anche la piu unica, perché chiunque riceverà di quel corpo, non potrà che sentire il cuore ardere, poiché l’amore scalda, brucia, si consuma e sopratutto non finirà mai.

La certezza che Lui è risorto

La certezza che Lui è risorto

 

10 APRILE 2023

LUNEDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 2,14.22-33

Salmo: Sal 15 (16)

Vangelo: Mt 28,8-15

 

Il Signore nel Vangelo di oggi ci dona una certezza: Egli è qui, è risorto per tutti, per chi come quelle donne vivono di timore e gioia, e per coloro che tentano di modificare la realtà e usano ogni mezzo possibile per ostacolarlo.

Due situazioni, due realtà diverse ed entrambe possono coabitare in noi, poiché è vero, Cristo è risorto, ma noi? Noi siamo sempre gli stessi! Finisco le feste, torniamo nelle nostre case e cosa è cambiato nella nostra vita? Eppure nonostante tutto siamo gli eredi di una promessa: la certezza che Lui è risorto! La sicurezza che nel marasma dei giorni, una luce promessa nei secoli prorompe nella nostra esistenza, per liberarla dal peccato che ci portiamo dentro, dal dolore dei nostri oggi.

Questo racconto giunge a noi per ridare speranza e risanare i cuori, perché qualsiasi situazione abbiamo vissuto, questo è il tempo della grazia, dove ogni pietra può essere rotolata via. Sia questo tempo di Pasqua, un tempo in cui “accendere una luce” sulle nostre strade, la luce di Cristo risorto, poiché davvero oggi e sempre, “la vita ha vinto la morte” rendiamo gloria al Signore.