INTERVIEW 2. VESCOVO O …..

La seconda intervista sarà ad un Vesvovo o Cardinale, o anche semplicemente al nostro parroco, o ad un sacerdote a nostra scelta…
Cosa diremmo, o meglio
cosa chiederemmo loro?
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INTERVIEW 2. VESCOVO O …..ultima modifica: 2019-09-28T13:34:23+02:00da QuartoProvvisorio

8 pensieri riguardo “INTERVIEW 2. VESCOVO O …..”

  1. La domanda la faccio direttamente al mio parroco.
    Gli chiederei se lui a più Fede di me, per aver deciso di mettere la sua vita al servizio di Dio.
    Poi gli chiederei se Dio Misericordioso, quantifica la Fede delle persone.

  2. il parroco della mia parrocchia mi segue non dal battesimo (prima ce n’era un altro) ma dalla prima comunione. Mi piacerebbe sapere da lui cosa di me trova ancora dalla bimba dei giorni del catechismo e cosa vede migliorato/cambiato/o anche peggiorato buona serata e buona domenica un forte abbraccio 🙂

  3. Un’altra domanda la rivolgo al Cardinal Bagnasco, su come vede il mondo oggigiorno, se orientato alla Fede, oppure al profano. La risposta l’ho trovata qui in rete, dal secolo XIX… Ecco a seguire quanto

  4. Genova – «Nella confusione diffusa di oggi, dove sembra che ognuno sia norma a se stesso e che abbia una propria verità da seguire, dove la coscienza – parola grande e sacra – è ridotta alle opinioni o alle emozioni soggettive, c’è tanto più bisogno di una fede devota». Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi europei, nell’omelia pronunciata questa sera durante la Messa celebrata presso il Santuario della Madonna della Guardia al termine del pellegrinaggio della vigilia della solennità della Madonna della Guardia che ricorre domani.

  5. «Non abbiate paura di apparire semplicisti o infantili – ha detto rivolgendosi ai fedeli -, non temete la derisione del mondo o non temete la cura dei piccoli segni come le immagini religiose nelle vostre case, il segno della croce quando entrate in chiesa, quando vi alzate al mattino e quando vi coricate alla sera. Non abbiate vergogna di fare la genuflessione davanti alla divina Eucaristia, di chinare la testa dinnanzi al Mistero».

  6. Inoltre, rivolgendosi direttamente ai giovani ha detto loro: «capita che, per tornare all’essenziale della fede, si inaridisce la fede. Con la scusa di togliere gli orpelli si scarnifica la religione e non si rispetta l’umanità dell’uomo: egli ha bisogno, anche per vivere l’invisibile, di segni visibili. Non dimenticate che la maturità della fede – ha proseguito – ha bisogno sia della grandezza come il Vangelo, i sacramenti, la comunità, il servizio… che della piccolezza dei segni e delle espressioni, come quella del bambino che corre e poi si gira per vedere la mamma in uno sguardo di fiducia e di amore, di affidamento e di obbedienza».

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