Parafrasando il grande Nino – Pe’ fa la vita meno amara, Me so’ comprato ‘sta chitara -, Per superare la mia amarezza, ascolto questo grande, grandissimo chitarrista, anche bello, per la gioia del pubblico femminile… Sentite l’assolo!! ^____^

RESILIENZA

Resilienza, la capacità di sostenere gli urti senza spezzarsi, non è solo una proprietà della materia (quella che dovrebbe essere impiegata nelle zone sismiche) ma anche e soprattutto una capacità umana fondamentale, l’unica che consente un esito non devastante dei traumi. Richiede qualità personali, ma soprattutto capacità e possibilità di condivisione: nessuno può affrontare il trauma da solo:trauma in greco antico, è ‘perforare’, ‘danneggiare’, ‘ledere’, ‘rovinare’: è insieme la ferita e i suoi effetti nel tempo, che non affrontati diventano ancora più devastanti. Il ‘sé danneggiato’ si ricostruisce solo nella relazione con altri, prendendo consapevolezza che ciascuno ha comunque un contributo da portare, un’eredità da far rivivere, una competenza da offrire.

Vogliamo DAVVERO la pace ?!?

“Se gli uomini volessero davvero la pace la chiederebbero a Dio ed Egli la darebbe loro.
Ma perché Egli dovrebbe dare al mondo una pace che in realtà il mondo non desidera?
Perché quella pace che il mondo sembra desiderare non è affatto pace.
Per alcuni pace significa semplicemente libertà di sfruttare gli altri…
Per altri, pace significa la possibilità di derubarsi continuamente a vicenda.
Per altri ancora significa facoltà di divorare i beni della terra senza essere costretti a interrompere i propri piaceri per nutrire coloro che vengono affamati dalla loro avidità.
E per la grande maggioranza pace significa semplicemente l’assenza di ogni violenza fisica che possa gettare un’ombra su vite dedite alla soddisfazione dei propri appetiti di comodità e di piacere.

Molti uomini come questi hanno domandato a Dio ciò che essi credevano “la pace” e si sono chiesti perché le loro preghiere non fossero esaudite.
Essi non potevano comprendere che in realtà erano esaudite. Dio ha lasciato loro ciò che desideravano perché la loro idea di pace era soltanto un’altra forma di guerra.”

(tratto da “Semi di contemplazione” di Thomas Merton”)

Anche questa canzone per me è un gioiellino. Tuttavia, tra le persone che l’hanno ascoltata, c’è chi la considera una canzone discreta, poco più che sufficiente come voto, giudizio, valore; e chi la ritiene un capolavoro! Voi?

Ed ora 3 Gioiellini! Solo il primo è Metal, Heavy Metal. Loro sono i Metal Church, molto bravi e poco famosi. Il brano è tosto, potente ma anche melodico, intenso ma tutt’altro che monotono e monocorde, spero vi piaccia! *____*

La ricerca del nuovo è ciò che vince la noia e rimette in moto il desiderio. – Domanda (con risposta) al bravissimo D’Avenia

Lei oltre che scrittore è uomo di scuola. Qual è secondo lei la cifra più emblematica del “cuore” dei giovani in questi anni? Che cosa desiderano?

«Il cuore dei giovani è lo stesso di sempre, siamo noi adulti ad essere diventati spesso incapaci di mostrare il bene, la verità, la bellezza. Se una facoltà non viene utilizzata si rattrappisce, sparisce. Oggi è lo spirito ad essere nascosto, rattrappito, addormentato. Basta però andare a prendere i ragazzi in questo pozzo profondo di insoddisfazione, perché il desiderio riscopra se stesso e si metta in viaggio. Baudelaire, altro grande profeta della condizione moderna, all’inizio del suo poema dice che il grande vizio della natura umana è la noia, che tutto divora. I suoi Fiori del male sono il resoconto della ricerca dell’antidoto alla noia del piacere soddisfatto, che ha momenti di esaltazione e di prostrazione, con quella bipolarità tipica dell’adolescente. La soluzione è nascosta nell’ultima parola dell’ultima poesia, intitolata Il viaggio.
Questa parola è “nuovo”.

La ricerca del nuovo è ciò che vince la noia e rimette in moto il desiderio.

I ragazzi hanno un disperato bisogno di uscire dalla noia di una libertà che gira a vuoto, perché è ridotta a banale “non invadere” lo spazio altrui. Il nuovo è percepito come ciò è più recente, cioè in realtà ciò che è meno vecchio. Questo però non è il vero nuovo che disseta il cuore e vince il nemico della noia della routine quotidiana.

Il nuovo si trova solo in ciò che sa dare sempre più di sé stesso ad ogni incontro, ciò che ha profondità.

Dante è sempre nuovo, Shakespeare è nuovo, un panorama, un amico, un amore sono nuovi. Dio è il nuovo per eccellenza. Chesterton diceva che Dio è giovane, siamo noi ad essere vecchi. Sarà per questo che il Figlio dell’uomo nell’Apocalisse promette la grande soluzione: “Ecco io faccio nuove tutte le cose”».