Creato da: Led_61 il 23/01/2011
Internet: mie riflessioni

Netiquette

Nei limiti del possibile cerco una sana convivenza con chi intrattengo rapporti in questa area virtuale, non sempre è possibile ...

Non sono in cerca dell'anima gemella o di avventure ma mi fa piacere scambiare opinioni sui più svariati argomenti con persone aperte di qualsiasi razza, sesso, religione o credo politico che non nutrano pregiudizi di sorta.
La perodicità dei post e la risposta ai commenti è influenzata dai miei impegni.
Non cancello mai i miei post al limite effettuo qualche restyling riguardo a parole ed immagini senza stravolgerlo troppo e sono disposto a farlo solo se violo il copyright di qualche utente.
I commenti sono liberi senza alcun filtro.
Bannare è un termine che non fa parte di questo codice, perchè la vedo come una misura di ritorsione che non ha senso in un mondo così etereo e impalpabile ed in cui è facile occultarsi dietro improbabili profili.
Sono diretto rispondo con post, che talvolta hanno un linguaggio ermetico ma fanno comprendere il mio disagio di fronte a situazioni e persone che non hanno desiderio di un sano confonto, ma preferiscono celarsi e giocare sugli equivoci giocando troppo con le parole mentre lo scrivente pur amando l'ironia rimane una persona con saldi principi maturati nel suo mezzo secolo di vita.
Come non sono stato protagonista attivo nell'attività di bannaggio, allo stesso modo non ne sono stato oggetto (fino ad oggi), indice che i miei post o racconti sono moderati e non urtano troppo la sensibilità dei lettori, anche perchè questo è un luogo di riflessioni personali anche abbastanza intime aperto ai commenti di chiunque.

 

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Tre scimmie: considerazioni.

Post n°209 pubblicato il 27 Dicembre 2014 da Led_61
 

   

 

Le tre scimmie sagge (giapponese: 三猿, san'en o sanzaru, o 三匹の猿, sanbiki no saru, letteralmente "tre scimmie") sono un motto illustrato. Queste tre scimmie insieme danno corpo al principio proverbiale del "non vedere il male, non sentire il male, non parlare del male". I loro nomi sono "Mizaru", “scimmia che non vede”, "Kikazaru", “scimmia che non sente il male” e "Iwazaru", “scimmia che non parla del male”. A volte è rappresentata una quarta scimmia insieme alle altre, questa, "Shizaru" simboleggia il principio del “non compiere il male” e può essere raffigurata con le mani incrociate.

Esistono molteplici significati attribuiti a queste scimmie e al loro proverbio, associati all'essere di buon pensiero, di buona parola e di buone azioni. Le tre scimmiette che si tappano con le mani rispettivamente gli occhi, le orecchie e la bocca, sono rappresentate in una cornice di legno nel santuario di Toshogu a Nikko. Insieme le tre scimmie erano le guardiane simboliche del mausoleo dello Shogun Tokugawa Ieyasu a Nikko.

(per gentile concessione di Wikipedia)

 

Sperimentiamo ogni giorno , per preservarci da spiacevoli equivoci quanto di saggio vi sia in questi atteggiamenti da tenere rispetto al comportamento del prossimo.

La saggezza orientale deve essere da monito per noi uomini occidentali “civilizzati” che spesso ci lasciamo andare ad atteggiamenti istintivi e non dettati da un normale vivere civile in cui primeggia l’ego e la sopravvalutazione dei propri diritti che sono tali solo se considerati nel contesto sociale in cui sono inseriti e nel rispetto del prossimo con cui siamo in contatto.

Richiede carattere e forte autocontrollo, anche una certa capacità di analisi delle tensioni e dello stress a cui siamo sottoposti per trovare una soluzione non dettata dall’istinto ma da una ponderazione dei pro e dei contro di una nostra reazione istintiva e non razionale.

I valori che queste tre figure rappresentano sono distanti dalla mentalità occidentale individualista e poco interessata al bene della collettività se va a limitare i diritti dei singoli , in realtà sono atteggiamenti che spesso istintivamente adottiamo per la nostra sopravvivenza nell’intricato mondo delle relazioni sociali e lavorative.

Credo che abbiamo molto da imparare dalla cultura orientale e dalla simbiosi mente-corpo che viene predicata in ogni ambito per ricercare quell’equilibrio e quella serenità d’animo per affrontare a mente lucida ogni piccolo problema o inconveniente di cui è costellata la nostra vita.

Solo nel momento in cui riusciamo a tenere sotto controllo le nostre emozioni e la nostra parte istintiva possiamo essere lucidi ed agire per il meglio ricercando la massimizzazione dei nostri benefici e riducendo al minimo gli ostacoli che si frappongono ai nostri scopi. (Sono un teorico poi … nella pratica lascio a desiderare).

In primo luogo l’identificazione di cosa sia il male è propriamente soggettivo e riguarda il nostro codice morale e di comportamento sociale nella collettività quindi la difficoltà di applicare quanto le tre scimmie ci indicano riguardano la sensibilità e il codice etico del singolo individuo. Il mio codice etico ha subito variazioni notevoli negli ultimi tempi adattandosi a situazioni nuove ma ne ho tratto benefici nel mio comportamento sociale, visto l’imbarbarimento degli anni precedenti.

Iwazaru non mi ha mai creato problemi, forse per il mio carattere taciturno,  mentre Mizaru  e Kikazaru  richiedono un profondo controllo e soprattutto la prima visto che per quanto riguarda l’udito ascoltare una lingua diversa da quella natia, fa si che spesso si perdono i doppi sensi che nelle parole e nel linguaggio sono nascosti, e nel momento in cui si parla del male colgo gli aspetti positivi di questa lacuna della decodifica del mio cervello di questa dura lingua.

Non a caso questo mio post nasce a cavallo di Natale, momenti in cui si riflette sulla propria situazione familiare, sui legami affettivi presenti o assenti e generalmente si traggono ispirazioni per affrontare un nuovo anno con i buoni propositi che ognuno di noi necessariamente compila, poi la teoria lascia il posto alla pratica, ma una teoria realistica e critica ha maggior possibilità di essere messa in pratica.

Queste tre scimmie sono a guardia di un mausoleo dei comandanti militari Tokugawa (1603-1867) a Nikko quindi si presta a diverse interpretazioni riguardo al suo significato simbolico, ma comunque dà indicazioni riguardo al comportamento da tenersi nel momento in cui si entra in questo luogo a memoria di una famiglia che ha governato il Giappone probabilmente senza lesinare metodi forti e brutali.

Il male c’è in questo mondo più o meno occultato in ogni campo (chi non lo vede è una persona superficiale e la vita gli riesce più facile della mia) possiamo solo fare una scaletta gerarchica dei mali e comportarci come le scimmiette nei piccoli mali innocui di ogni giorno, per poi adottare altri comportamenti quando il male raggiunga proporzioni non sopportabili e quindi a violenza si risponde con violenza, lasciando agli sdolcinati discorsi che senti nelle celebrazioni religiose il valore che hanno, quelli di ammorbare l’aria e di dare al credente la sua dose di buonismo quotidiano.

 

 
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