Il regno di Dio

Colui che può negare Dio davanti ad una notte stellata, davanti alla sepoltura de' suoi più cari, davanti al martirio, è grandemente infelice o grandemente colpevole. G. Mazzini

 

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La stanzetta come la cappella. Il letto come Croce. Il "Fiat" come motto.

Post n°2 pubblicato il 09 Aprile 2013 da ilregnodidio2013

 

Luisa Piccareta nacque a Corato (Ba)  il 23 Aprile 1865.

Battezzata nella Chiesa Madre e nella stessa ricevette la prima Comunione e la Cresima (1874).

Nel 1881 la Vergine le apparve per la prima volta assieme a Gesù per chiederle se accettava lo stato di "vittima" di riparazione e di espiazione in favore degli uomini. Richiesta accolta pienamente dalla giovane.

Verso i 12 anni ebbe locuzioni di Gesù, specie quando riceveva la comunione, che come un maestro la correggeva e la guidava ad una vita spirituale sempre più elevata.

A 13 anni ebbe una visione di Gesù che portava la croce. L'anno successivo chiese di poter entrare nel monastero delle clarisse di Trani, ma la superiora rifiutò la sua ammissione a causa delle sue precarie condizioni di salute.

A 18 anni si fece terziaria domenicana col nome di suor Domenica. Dopo un'ennesima visione di Gesù sofferente la giovane iniziò un periodo nel quale difficilmente riusciva ad alimentarsi. Poco a poco questa situazione divenne permanente; Luisa rimetteva tutto quello che mangiava, tranne l'Eucaristia. Così la donna visse sino alla sua morte in uno stato di totale inedia. Inoltre essa fu costretta, dalle sue condizioni di salute, definitivamente a letto dall'età di 22 anni sino alla sua morte. Cioè per 60 anni, e nonostante ciò non accusò mai alcuna piaga di decubito.

Il 16 ottobre 1888 Gesù la unì in uno sposalizio mistico e l'anno successivo nello sposalizio della croce. Luisa scrisse le sue esperienze mistiche, sotto dettatura di Gesù, in ben 36 volumi.

Gesù stesso, per incoraggiarla a scrivere, le disse:" Figlia mia, non ti turbare; questi scritti sono miei, non tuoi...li posso chiamare sfogo del mio amore, follie, deliri, eccessi del mio amore, con cui voglio vincere la creatura, affinché mi ritorni nelle Mie braccia, per farle sentire quanto l'amo".

Il 28 Febbraio 1899: per obbedienza al Padre Spirituale inizia il suo diario.

Nel 1926 scrive "Memorie d'infanzia" per ordine del suo direttore spirituale e Censore degli Scritti il Beato Annibale M. Di Francia.

La stanzetta come la cappella. Il letto come Croce. Il "Fiat" come motto.

Pur con il titolo di studio di prima elementare il parlare era breve e saggio, il suo esempio luminoso e il suo corpo crocifisso con le stimmate invisibili, ne fecero di lei una vittima per circa settant'anni di letto, ma esente da mali fisici e come nutrimento l'Eucarestia per quasi tutta la sua vita.

Luisa, "la Piccola Figlia della Divina Volontà", scelta da Dio per la missione del "FIAT VOLUNTAS TUA come in Cielo così in terra", lascia la terra per il Cielo il 4 Marzo 1947.

Testimonianza del Beato Annibale Di Francia su Luisa Piccarreta:

"Sebbene non possegga alcuna umana scienza, pure e’ dotata in abbondanza di una Sapienza tutta celeste, della Scienza dei Santi. Il suo parlare illumina e consola. Di sua natura non e’ scarsa d’ingegno. Di studi quando era piccola, fino alla prima elementare."

"Quest’anima solitaria è una vergine purissima, tutta di Dio, che appare come oggetto di singolare predilezione del Divin Redentore Gesu’. Nostro Signore, che di secolo in secolo accresce sempre di più le meraviglie del suo Amore, pare che di questa vergine, che Egli chiama la più piccola che abbia trovato sulla terra, destituita di ogni istruzione, abbia voluto formarne un istrumento adatto per una missione così sublime, che nessun’altra le si possa paragonare, cioé il trionfo della Divina Volontà sull’universo orbe, in conformità con quanto è detto nel Pater Noster: "Fiat Voluntas Tua, sicut in Coelo et in terra."

"Questa Vergine del Signore da più di 40 anni, dacché era ancora adolescente, e’ stata posta a letto come vittima del Divino Amore. Quello e’ stato letto di una lunga serie di dolori naturali e soprannaturali e di inebriamenti della Carità eterna del Cuore di Gesu’. Origine dei dolori, eccedenti ogni ordine di natura, e’ stata quasi continuamente un’alternata privazione di Dio…"

 "Ai patimenti dell’anima si aggiungono anche quelli del corpo, di cui la massima parte allo stato mistico. Senza che nessun segno appaia nelle mani, nei piedi e nel costato o sulla fronte, essa riceve da Nostro Signore stesso una frequente crocifissione. Gesu’ stesso la stende sopra una croce e le conficca i chiodi. Allora avviene in essa quello che diceva S. Teresa quando riceveva la ferita dal Serafino, cioè un sensibilissimo dolore da farla venir meno e nel tempo stesso un inebriamento di amore."

"Una nota del gran distacco di quest’anima da ogni cosa terrena, si e’ l’aborrimento e la costanza di non accettare qualunque dono o in denaro o in altro. Più di una volta, persone che hanno letto "L’Orologio della Passione" – e si e’ svegliato in loro un senso di sacro affetto per quest’anima solitaria e sconosciuta – mi hanno scritto di volerle inviare del denaro. Ma essa si e’ opposta così recisamente come le avessero fatto un’offesa."

 "Il suo vivere e’ molto modesto. Essa possiede poco, vive con una amorevole consanguinea che l’assiste. Il poco che possiede, non bastando per affitto di casa e pel mantenimento indispensabile in questi tristi tempi di caro vivere, essa lavora tranquillamente, come innanzi abbiamo detto, e trae qualche guadagno dal suo lavoro, e del tutto deve fruire specialmente la sua amorevole consanguinea, poiché in quanto ad essa non ha da fare spese per un vestito o per calzature; il suo cibarsi e’ di poche once al giorno, quale le viene presentato dall’assistente, perché essa non ordina di più e per di più, dopo qualche ora che ha preso lo scarso cibo, lo rimette. Però il suo aspetto non e’ di una morente, ma neanche di una persona perfettamente sana. Eppure non sta inerte, ma consuma le forze, sia con le sovrumane vicende del patire e dell’affaticarsi la notte, sia con il lavoro di giorno. Il suo vivere si riduce quindi quasi ad un miracolo perenne."

"Al suo gran distacco da ogni guadagno che non procacci con le sue mani, si deve aggiungere la sua fermezza di non avere mai voluto accettare un tanto, che di diritto le apparterrebbe come proprietà letteraria sull’edizione e vendita dell’ Orologio della Passione. Pressata da me a non rifiutarlo, ha risposto: "Io non ho nessun diritto, perché il lavoro non e’ mio, ma e’ di Dio."

 "Io non passo avanti. La vita e’ più celeste che terrena di questa vergine Sposa di Gesu’, che vuol passare nel mondo ignorata e sconosciuta, non cercando che Gesu’ solo e la sua SS. Madre, che essa chiama la Mamma, la quale ha preso di quest’anima eletta una particolare protezione."

 L' Orologio della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo

All'età di 17 anni, Luisa fece una novena di preparazione al Natale con nove ore di meditazione, e dopo averla finita, nostro Signore le chiese di meditare continuamente le ultime 24 ore che soffrì durante il corso della sua passione, incominciando dal momento in cui si congeda dalla sua Mamma (prima d’istituire l'Eucaristia), fino a terminare nel momento in cui fu sepolto.

Luisa, dopo aver finito di scrivere il manoscritto originale, lo inviò a Sant’Annibale insieme ad una lettera. In questa gli parla della compiacenza che Gesù sente quando si meditano queste ore, come lei stessa lo dice: è come se “Gesù sentirebbe riprodursi la sua stessa voce e le sue preghiere, quali le eleva al Padre suo nelle 24 ore della sua dolorosa Passione”. Altrettanto, insieme con il manoscritto e la lettera, Luisa gli inviò alcuni fogli in cui includeva gli effetti e le promesse che Gesù fa a coloro che mediteranno queste Ore della sua Passione.

Sant’Annibale Maria di Francia, che era ricevuto frequentemente in udienza dal Papa San Pio X, essendo suo amico, arrivò a casa di Luisa con una notizia molto gradevole: essendo stato in udienza col Papa volle darle a conoscere 

"Le Ore della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo"

che egli stava diffondendo e lesse alcune pagine dal libro, in particolare l’Ora della Crocifissione, giunto ad un certo punto della lettura, il Papa lo interruppe, dicendogli:

"Padre, questo libro si dovrebbe leggere in ginocchio, è Gesù Cristo che sta parlando!"

 
 
 
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