Creato da ShamanaInteriore il 25/06/2007

Madre Terra

Appunti sul Mito della Dea Madre

 

 

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Totem e linea materna 

Post n°67 pubblicato il 04 Settembre 2008 da ShamanaInteriore
 

“La tribù si aspettava dal suo totem protezione e favore. Se si trattava di un animale pericoloso, lo si credeva incapace di nuocere ai suoi compagni-uomini, e, in caso contrario, la vittima veniva esclusa dalla tribù avveniva che si rimettesse alla decisione del totem, quando si trattava di risolvere questioni di discendenza e di legittimità. Il totem assiste gli uomini nelle malattie, dispensa al clan presagi ed ammonimenti. La comparsa di un animale totem in prossimità di una casa era spesso considerata come l’annuncio di un presagio.
In particolari circostanze importanti, il membro del clan cerca di accentuare la sua parentela con il totem, rendendosi esteriormente simile a lui, coprendosi con la pelle dell’animale, incidendosi sul corpo la sua immagine, ecc. nelle solenni circostanze della nascita, della consacrazione virile, della sepoltura, questa identificazione col totem è realizzata con parole e con fatti. In vista di certi fini magici e religiosi, si eseguono danze, nel corso delle quali tutti i membri della tribù si travestono da totem ed imitano i gesti e l’andatura che lo caratterizzano. Vi sono, cerimonie durante le quali l’animale viene solennemente ucciso.
L’aspetto sociale del totemismo si esprime soprattutto nel rigore col quale viene osservata la proibizione e nell’estensione ed ampiezza delle limitazioni. I membri di un clan totemico si considerano come fratelli e sorelle, obbligati ad aiutarsi tra di loro ed a proteggersi reciprocamente.
I legami totemici sono più intensi che i legami familiari, nel senso che noi attribuiamo loro; essi non coincidono perché in genere il totem viene tramandato in linea materna, ed è probabile che in origine l’eredità paterna non fosse affatto conosciuta.
Ne deriva una limitazione tabù, per la quale i membri dello stesso clan totemico non devono contrarre matrimonio tra di loro e devono, in genere, astenersi da rapporti sessuali con appartenenti allo stesso clan e i nascituri seguivano il clan materno”


Sigmund Freud, “Totem e tabù e altri saggi di antropologia”


Commenti al Post:
lightdew
lightdew il 04/09/08 alle 21:53 via WEB
due giorni fa mi è stao chiesto che animale avrei messo in cima al mio totem..nn sapevo neppure che mi appartenesse..grazie per il tuo post, dew
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/09/08 alle 21:14 via WEB
vedi le coincidenze fortunate .. ciao dew, grazie a te! Shama :D
 
Kobalto.y
Kobalto.y il 05/09/08 alle 06:57 via WEB
Buon giorno e ben tornata Shamana. Un saluto
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/09/08 alle 21:17 via WEB
Thanks :D
 
SCIAZZUKA
SCIAZZUKA il 05/09/08 alle 10:22 via WEB
Ciao! Quanto c'è di arcaico nella nostra vita!!!...grazie del post...abbracci dell'altra tribù
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/09/08 alle 21:16 via WEB
Abbracci fra Tribù .. arcaiche!! Shama :DDD
 
Kobalto.y
Kobalto.y il 06/09/08 alle 07:48 via WEB
Un saluto, ti auguro una tranquilla giornata.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/09/08 alle 21:17 via WEB
E a te una bella serata! Shama :D
 
swala_simba
swala_simba il 21/09/08 alle 03:16 via WEB
Toc..toc..
sono tornata da un lungo viaggiare e sono passata a riabbracciarti...un sorriso
 
 
ShamanaInteriore
ShamanaInteriore il 11/10/08 alle 04:56 via WEB
Swalaaaaaaaaaaa che bello!!!! Abbraccissimooooo!!!! :DDDDD
 
AlessioFerrazzoli
AlessioFerrazzoli il 24/09/08 alle 18:09 via WEB
Bello il tuo blog. Un saluto, Alessio
 
 
ShamanaInteriore
ShamanaInteriore il 11/10/08 alle 04:56 via WEB
Grazie, ciao a te! ;)
 
marcalia1
marcalia1 il 04/09/09 alle 16:37 via WEB
Blog interessante, afferente alle mie attività di ricerca. Mi prendo la libertà, però, di osservare che la Dea Madre NON è un mito: semmai un archetipo che ha da sempre agito a livello inconscio. Mito, tutt'al più, lo è diventato con l'evoluzione della coscienza religiosa, prima di essere scalzata dal Dyaus Pitar. In effetti la questione è complessa, perché nei misteri primordiali doveva esistere nella psiche una configurazione "magica" della donna, resa in termini cosmci come Grande Madre. La Grande Dea, o Dea Madre, presuppone al contrario già un concetto religioso sviluppato, sulla base di una criterio femminile inconscio. Personalmente ritengo che il mito ad essa propriamente attribuibile sia nel rapporto dea-paredro, il che è comunque situabile in una fase molto avanzata del sentimento religioso (si pensi anche all'immagine cristiana della Vergine col Figlio in braccio). In ogni caso, queste sono disquisizioni puramente intellettuali. Ciò che conta rimarcare, ed il suo blog lo manifesta molto bene, è che fin dal paleolitico la donna era superiore all'uomo. Ella perdeva sangue ad ogni luna nuova eppure non moriva; ella partoriva creature simili ad essa senza che se ne capisse la ragione; ella, dopo la "scoperta" dell'agricoltura coltivava la terra che aiutava, con la sua sapienza di genitrice, a germogliare; ella poi accudiva il fuoco della capanna di frasche, insinuando inconsapevolmente una prima forma di aggregazione domestica. Tutti i postulati sul matriarcato, le ipotesi sul totemismo, i dogmi sulla verginità divina, le "superstitiones" sulle pietre feconde, sulla couvade ed in genere sulle più arcaiche credenze umane sorgono essenzialmente da questo periodo (meta)storico in cui alla donna veniva riconosciuta una potenza sconsiderata. Se si presume infine che anche linguistamente la prima sillaba emessa dall'essere umano è *MA, allora comprendiamo come la donna, in virtù del parto, sia tuttora onnipresente nei miti e nei culti diversificati del mondo.
 
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Rifiutati di cadere.
Se non puoi rifiutarti di cadere,
rifiutati di restare a terra.
Se non puoi rifiutarti di restare a terra,
leva il tuo cuore verso il cielo,
e come un accattone affamato,
chiedi che venga riempito,
e sara’ riempito.
Puoi essere spinto in giu’.
Ti può essere impedito di risollevarti.
Ma nessuno puo’ impedirti
di levare il tuo cuore
verso il cielo -
soltanto tu.
E’ nel pieno della sofferenza
che tanto si fa chiaro.
Colui che dice che nulla di buono
da cio’ venne,
ancora non ascolta.

Clarissa Pinkola Estés
“Il giardiniere dell’anima”




 

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Io fui Guerriero. Il mio braccio era forte, il mio passo veloce, il mio respiro quello del cervo quando lo inseguivo.
Il mio cuore quello del cinghiale quando lo stanavo.
Il mio occhio quello dell'aquila perchè non avevo limiti.
Ora la mia spada è sepolta e il mio sonno tra le pietre ruba al vento il ricordo dei canti e delle battaglie.
Ma profonde radici mi legano.
E io sto - nella terra - con il mio Tempo.

Io fui Druido. La mia mente era forte, la mia fede luminosa, la mia sapienza come pozzo profondo e mai prosciugato.
La mia magia come musica nell'armonia degli elementi.
Ora la mia arpa è sepolta e il mio sonno tra gli alberi ruba al cielo il ricordo delle stelle.
Ma profonde radici mi legano.
E io sto - nell'aria - con il mio Tempo.

Io fui Donna. La mia anima era forte, il mio sorriso l'aurora distesa sul fianco dei monti.
Il mio respiro rugiada sull'erba di Beltane.
I miei fianchi la soglia nella sacra notte di Samhain.
Ora la mia chioma si è fatta vento per cullare il sonno del guerriero, e i miei occhi sono stelle per vegliare il riposo del sapiente.
E io sto - nell'universo - a custodire il Tempo.

(Mariangela Cerrino)

 
 

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VIAGGIO



Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere d'incontri se il pensiero resta alto e il sentimentofermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente e con che gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche aromi penetranti d'ogni sorta, più aromi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola,
tu, ricco
dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.


(Costantino Kavafis)

 
 

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