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"Ci sono terribili catastrofi naturali inevitabili a questo mondo, come i terremoti o gli uragani. A Gaza è in corso una catastrofe umanitaria innaturale perpetrata da Israele ai danni di un popolo che vorrebbe ridotto alla più completa miseria e sottomissione. Una popolazione disperata che non trova il pane e il latte per nutrire i suoi figli. Che non piange neanche più  i suoi lutti perché anche agli occhi è stata imposta una dieta ferrea. Il mondo intero non può ignorare questa tragedia e, se lo fa, NON INCLUDETECI IN QUESTO MONDO."

Vittorio Arrigoni da "Restiamo umani"

 

Messaggi del 16/11/2008

LO SQUALO E LA SARDINA.

Post n°25 pubblicato il 16 Novembre 2008 da OutOfTarget
 

Esistono persone che farebbero qualsiasi cosa pur di accumulare di più, sempre di più… che, per un solo euro,  metterebbero i piedi in testa a chiunque, soprattutto, se indifeso. Perché svantaggiato economicamente, perché debole psicologicamente, perché mancante di attitudine per gli affari, perché ingenuo o, semplicemente, sfortunato. Di solito, questi “squali”  sono individuabili per il fatto di guidare l’  ultimo modello di SUV  o BMW, di avere quel certo sorriso di circostanza sempre ben stampato sulla faccia, dalla decisione che imprimono alla stretta di mano o dalla facilità con cui ti spiccano la pacca sulla spalla, dalla battuta pronta che attrae o distoglie l’attenzione al momento giusto, dalla sicurezza emanata da ogni poro quando cercano di… “fregarti”. Questi squali si mangiano le “sardine” indifese, appunto.. Secondo voi a quale delle due categorie appartengo io?  Vi aiuto. Spesso finisco “fritta” e con me i miei sani principi, la mia caparbietà e la mia onestà. Che strano!! Eppure mi avevano detto che con l’impegno si può ottenere sempre ciò che si vuole, che perseguendo intensamente il proprio sogno lo  si realizza sempre, che allo sforzo profuso corrisponde sempre la giusta ricompensa. Me lo dissero i miei, per imprimermi una sana educazione. Me lo dissero gli insegnanti come base su sui costruire la mia cultura. Me lo disse il  mio principale assumendomi 20 anni fa. E qui casca l’asino. Secondo voi a quale delle due categorie suddette appartiene il mio principale? Vi aiuto, di nuovo, con la storia del mio rapporto di lavoro. Per i primi due anni lavoravo 40 ore settimanali e venivo pagata per 20, cioè la metà perché… ero appena diplomata e dovevo imparare. Per altri 6 anni ho accettato che mi versasse metà dei contributi “in cambio” dello stipendio pieno perché… lo studio era ancora piccolo e si doveva avviare. Poi  è arrivata mia figlia cosicché per corrispondermi l’ indennità di maternità per intero è stato costretto a regolarizzare la mia posizione. Nel frattempo gli straordinari non erano retribuiti e le ferie e i permessi non goduti si accumulavano sul cedolino. Ora, secondo voi,  a tanto sforzo è corrisposta, in fine, la già menzionata giusta ricompensa? Che so? Un aumento di livello? Il pagamento di un superminimo? Il panettone a Natale? Beh... gli ultimi anni a Natale non ho ricevuto nemmeno gli auguri. Potreste pensare: - E se fossi una fannullona (di cui tanto di parla) che non rende niente sul lavoro? Sarebbe giusto così! – Ribatto dicendovi che, in risposta alla mia ultima “disperata” richiesta  di aumento, per sua stessa ammissione meriterei di più ma: - i tempi sono quelli che sono e le mie risorse economiche non mi permettono di darti di più e, poi, lo sai che negli altri studi commerciali prendono una miseria, dovresti ringraziarmi che ti pago a tariffa… -. Già la tariffa. Quella di una video-terminalista che… discute direttamente con il clienti i bilanci di fine esercizio e le strategie per risparmiare sulle tasse facendo, spesso, le veci del ragioniere che non c’è (e non c’è quasi mai).  Quello che mi ha infastidito di più della sua giustificazione, però,   è stato il riferimento alle sue difficoltà economiche. Purtroppo reali ma non dovute alla crisi economica mondiale come vorrebbe far intendere lui bensì ad un tenore di vita, quello sì, al di sopra delle sue possibilità. Perché, tornando alle categorie animali già  menzionate, per lo squalo  non sei nessuno se non possiedi la seconda, anche terza casa,   non cambi il Suv ogni 2 anni anche se ha 40.000 km., non compri l’ultimo TV al plasma, non telefoni con l’i-phone, non investi in oggetti d’arte, non ti vesti nella boutique più in voga e via così. Insomma è il re convinto del  “sei quel che possiedi”  ma, non certo, nel senso delle qualità morali. E possedere costa. I soldi non sempre gli bastano. Quindi, si indebita. Troppo… per concedere un “riconoscimento” al lavoro della sardina  che  telefona con lo stesso cellulare da 3 anni, ha cambiato l’utilitaria a metano solo perché la vecchia aveva 20 anni e 260.000 km. sulle ruote, compra  i vestiti solo ai saldi del centro commerciale, fà la spesa con i prodotti “primo prezzo”, guarda la stessa TV a tubo catodico (poco in verità) da 15 anni e investe quel che le rimane sulle rate del mutuo di casa… l’unica. Quella sardina che, a causa sua, prova un sentimento fortemente contradditorio sospeso fra la soddisfazione di sapere che in 4 anni, dopo enormi sacrifici e crisi permettendo, quel mutuo  l’avrà estinto mentre lo squalo annaspa  fra i debiti fino alle pinne e la paura che quegli stessi debiti possano, anche, far affogare lo squalo, nel qual caso affogherebbe pure lei. Quella sardina, come dicevo onesta,  che sperando in un suo risveglio di coscienza ha confessato ciò che pensa allo squalo quando ha tentato di avere quel famoso aumento. Dimenticando che gli squali non hanno coscienza (perlomeno quelli umani).

 
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LA MAFIA SBANDA.

La mafia sbanda,
la mafia scolora,
la mafia scommette,
la mafia giura
che l'esistenza non esiste,
che la cultura non c'è,
che l'uomo non è amico dell'uomo.
La mafia è il cavallo nero dell'Apocalisse
Che porta in sella un relitto mortale,
la mafia accusa i suoi morti.
La mafia li commemora
Con ciclopici funerali,
così è stato per te Giovanni
trasportato a braccia da quelli
che ti avevano ucciso.

                          di  Alda Merini

 

 

 

 

 
 

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