Creato da zoeal il 05/02/2008

RASNA

semplice passione

Messaggi di Febbraio 2008

Post N° 27

Post n°27 pubblicato il 29 Febbraio 2008 da zoeal

HO AVUTO UNA SETTIMANA DAVVERO BRUTTA, NON HO VOGLIA DI SCRIVERE NIENTE, PERDONATEMI SE VI OFFRO SOLO RELAX ASCOLTATEVI QUESTA:

 
 
 

Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 28 Febbraio 2008 da zoeal

CHISSA’ SE MUSSOLINI LO SAPEVA?

VETULONIA ED I ROMANI COPIONI

Vetulonia oggi, è un ameno borgo nel comune di Castiglione della Pescaia (GR), posto al vertice di una collina immersa nei boschi, da cui si può godere di un bellissimo panorama. Vetulonia (Vetluna) invece, al tempo degli Etruschi era una potente e ricca Lucomonia che raggiunse il suo splendore massimo nel VII-VI secolo a.C., conosciuta per i suoi esperti orafi che ci hanno tramandato gioielli di fattura finissima, conservati quasi tutti al museo di Firenze ma che la maestria dell’attuale direttrice del piccolo Antiquarium di Vetulonia, intitolato a Isidoro Falchi, colui che ha individuato i resti della città ed ha speso la sua vita a riportarli alla luce, ha saputo far ritornare nel luogo di origine con una mostra, che qualche anno fa ha lasciato tutti a bocca aperta. Di questa Lucomonia, ce ne parla ampiamente Dionigi di Alicarnasso,  che tesimonia l’intervento armato degli Etruschi Vetuloniesi a supporto dei Latini, contro Tarquinio Prisco e che la città fosse una potenza militare se ne ha la prova dai ritrovamenti di corredi funebri, ricchi di armi, resti di carri da guerra, scudi, elmi di fattura raffinata. Restano a testimonianza degli antichi splendori, le mura ciclopiche, i resti dell’antica città e la sua necropoli, tra cui spiccano la Tomba della Pietrera, quella del Diavolino e la tomba del Littore.

Tomba del Littore? Si perché in età arcaica Roma avrebbe ereditato dalla città vetuloniese, la toga listata di porpora, la sedia curule in avorio, la tromba ed il fascio con la bipenne, che simboleggia l’unione del potere militare con quello giudiziario, un esempio del quale è stato rinvenuto proprio nella tomba del Littore. Quindi, romani di oggi, mettetevi il cuore in pace, che delle cose che hanno simboleggiato la grandezza dell’Impero e che sono state utilizzate come simboli di più moderni Capi….non avete inventato un bel niente!.

 
 
 

Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 27 Febbraio 2008 da zoeal

Pianto antico 

(Giosuè Carducci)


L'albero a cui tendevi 
La pargoletta mano, 
Il verde melograno 
Da' bei vermigli fiori
Nel muto orto solingo
Rinverdì tutto or ora,
E giugno lo ristora
Di luce e di calor. 
Tu fior de la mia pianta
Percossa e inaridita,
Tu de l'inutil vita
Estremo unico fior, 
Sei ne la terra fredda,
Sei ne la terra negra; 
Né il sol piú ti rallegra 
Né ti risveglia amor.

 PER QUEGLI ANGELI CHE TRADITI CRUDELMENTE DA QUESTO MONDO, SONO TORNATI IN CIELO

SANTISSIMA MARIA, COME MADRE CELESTE, PRENDITI CURA DI QUESTI PICCOLI AFFINCHE', LASSU' NON SI SENTANO PIU' SOLI

CHE LA PACE SIA CON LORO, AMEN

 

 
 
 

Post N° 23

Post n°23 pubblicato il 26 Febbraio 2008 da zoeal

E' LA MI' TERRA CHE CI VOLETE FA'.........

MAREMMA AMARA.....

Tutti mi dicon
Maremma, Maremma,
ma a me mi pare 'na
Maremma amara.

L'uccello che ci va
perde la penna,
il giovin che ci va
perde la dama.

Chi va in Maremma e lascia
la montagna,
perde la dama e nulla
ci guadagna.

Chi va in Maremma e lascia
l'acqua bona,
perde la dama e più
non la ritrova.

Chi va in Maremma e lascia
l'acqua fresca,
perde la dama e più
non la ripesca.

Sia maledetta
Maremma, Maremma,
maledetta Maremma
e chi l'ama.

Tutto mi trema il cor
quando ci vai,
per lo timor
che ci vedrem più mai.

generazioni di gente che ha combattutto contro la malaria, di contadini contro la terra amara, di minatori, avventurieri, disperati alla ricerca di un'opportunità, briganti e poveracci...hanno forgiato una razzaccia dalla pelle dura e dal cuore infuocato, non vi impressionate se nel cammino della vita troverete un maremmano doc,  non vi aspettate che non vi scruti guardingo,  non pensate che sia uno che ve le manda  a  dire, schietto, sincero e indagatore,  se ve lo fate amico sarà per sempre, se lo tradite vi poterà come un ramo secco….se vi offre un bel bicchiere di vino e un tozzo di formaggio,  non sia mai che lo rifiutate!  È per lui peggio di un’offesa mortale…..se il formaggio non lo chiami “cacio” se  la formica non lo chiami “cudera” se l’ombra non la chiami “meria”, che maremmano sei porca miseria? Ma non abbiate paura, purtroppo ormai siam rimasti pochi…….

 
 
 

DEDICATO AGLI ARETINI

Post n°22 pubblicato il 25 Febbraio 2008 da zoeal

IL MIO NOME E’ TEMPESTA, LA MIA VOCE IL TUONO

 la Chimera dice.......

Si parla di Kimaira, nome greco della “Chimera”, che significa  “Capra”, animale che raccoglie le caratteristiche di essere “il più selvatico tra i domestici ed il più domestico tra i selvatici”. Testa di leone, simbolo della forza, del calore e dell’estate, testa di capra che spunta dalla schiena, simbolo dell’autunno e della primavera i periodi di transizione, un serpente per coda che rappresenta il buio, l’inverno, la vecchiaia. Animale mitologico dedicato a Tinia è simbolo, se vogliamo anche delle tre epoche della vita: giovinezza, età adulta, vecchiaia.

Nella mitologia, la Chimera era figlia di Tifone, mostro dal corpo gigantesco con cento teste di drago, lo possiamo sentire ancora fremere nelle viscere della terra, proprio sotto la Sicilia e a volte sbotta con colate di lava, relegato nel sottosuolo dopo che volle spodestare gli Dei e quasi ci riuscì. Ma la madre non era migliore, trattasi di Echidna, altro mostro per metà donna bellissima e per metà orrendo serpente, professione, mangiatrice di uomini. Pure i suoi fratelli non erano da meno, chi non conosce infatti Cerbero, Idra e Ortro (questo in realtà si conosce un po’ meno, comunque era un terrificante cane a due teste).  Utilizzata dal re Amissodore per terrorizzare la Turchia, la Chimera fu sconfitta da tale Bellerofonte, aiutato da Pegaso. La sconfisse ritorcendole contro la sua stessa forza, infatti le fece ingoiare la punta del suo giavellotto, che fusa dal fuoco che scaturiva dalle sue stesse fauci, la soffocò. Ora, possiamo ammirarla in originale etrusco (seppur restaurato intorno al 1500) nel museo archeologico di Firenze, oppure in diverse copie sparse per Arezzo, di cui è simbolo.

 
 
 

STREGATI DALLA LUNA

Post n°21 pubblicato il 23 Febbraio 2008 da zoeal
 

Ve lo ricordate quel Tarkun (alias Tarquinio Prisco), lasciò la sua Tarquinia, forse perché chiuso politicamente dal fatto di possedere un padre greco, diretto verso Roma con la sua consorte Thanaquil. Durante il percorso, incappò in un' aquila, che gli rubò il copricapo, per farlo ricadere poi sulla sua testa dopo aver volteggiato in cielo più volte. Thanaquil, che da brava etrusca, era esperta delle arti divinatorie, interpretò quel segno, come la certezza che il marito sarebbe diventato re, essendo l’aquila uccello sacro a Tinia (per i Romani Giove) il re di tutti gli Dei. La storia successiva parla ampiamente di Tarquinio Prisco ed un po’ meno di Thanaquil, che invece fu regina-sacerdotessa a Roma, divinizzata dal popolo nel tempio di Eracle (quello dove re e regina effettuavano gli accoppiamenti sacri davanti a tutti…contenti loro…) come emanazione  della Dea della Terra e della Luna che dava alla regina il potere di conferire ai re l’investitura.

OHHHH, finalmente ci sono arrivata! A che cosa? Beh, alla LUNA! Il nome Thanaquil, fra l’altro diffuso nome femminile etrusco, deriva da Thana, corrispondente del celtico Dana e dell’Italico Diana e corrisponde al nome della Dea della Luce Lunare. Una antica leggenda narra che una fanciulla di straordinaria purezza di nome Thana, fu salvata dalle grinfie di un bruto dalla stessa Luna, che accecò quest’ultimo con i suoi raggi. La Luna disse alla fanciulla: “tu sarai la Dea della Luna, regina di tutti gli incantesimi”. Da cui Thana=luna con l’aggiunta di “chuil”=dono, per cui Thanaquil significa “dono della Luna”. Ma questo che per noi ormai è solo un satellite, lo ritroviamo anche altrove: vi ricordate la sacra Triade? C’era Uni (Giunone romana), poi Tinia (alias Giove) ed infine Menerva (Minerva a Roma) la dea della Sapienza e delle arti femminili. Menerva deriva dall’anatolico (ehhh siiii mi sa che con quel fatto degli Hitttiti c’avevano ragione!) Men-Mene e cioè “Dea Luna”, da questa radice derivano i nomi:

mensis (latino)=mese, ciclo lunare

menstruum (latino)=mestruo, sangue lunare

imene=organo sessuale consacrato alla Luna

menisco=cartilagine a forma di lunetta

mens (latino)=mente, governata dalla luna in contrapposizione al cuore governato dal sole

minerale

menhir

dolmen

moon (inglese)=luna

Manas-Manava (sanscrito)=capacità di riflessione degli esseri umani                                                                                 

Manu (Indù)=divino sovrano cosmico.

C’è da dire che esiste un filo conduttore con le civiltà più antiche degli Estruschi, la differenza è che questi ultimi attibuirono il significato femminile alla divinità collegata alla Luna, cosicchè mentre Hittiti, Frigi, Lidii dell’Asia Minore, ma anche gli Egizi, avevano i sacerdoti della Luce Lunare, gli Etruschi dettero l’esclusiva alle sacerdotesse, ogni indizio ci riporta quindi al concetto matriarcale della società etrusca e della donna Madre e Dea….(accidenti ma perché poi nei secoli la società è cambiata così tanto? ^____^)

A proposito, l'immagine di cui sopra rappresenta la Minerva Etrusca, inoltre per chi volesse approfondire il discorso, interessanti sono i libri di Giovanni Feo, dai quali traggo spunto per i miei articoli sulla religiosità etrusca.

 
 
 

NON HO TEMPO: ARGOMENTO "LEGGERO"

Post n°20 pubblicato il 22 Febbraio 2008 da zoeal
 

 E TU DI CHE SEGNO ETRUSCO SEI?

 

Anche gli Etruschi, proprio come noi, avevano i loro 12 segni zodiacali, praticamente gli stessi di oggi se non per il fatto, che essendo un popolo fantasioso, perché rappresentarli con un solo simbolo? Leggete e vedete che animale (vero o mitologico) siete:

 

ZODIACO MODERNO          ZODIACO ETRUSCO                  

Ariete                                                 Ariete,cervo     

Toro                                      Lepre,Toro Alato,Minotauro

Gemelli                                   Cavallo,Cavaliere, Dioscuri

Cancro                                Tifone,Polipo,nave Argo,Spirali

Leone                                        Leone,Chimera e Lupo

Vergine                               Gorgone,Spiga, Civetta,Minerva

Bilancia                                                   Sfinge                     

Scorpione                                  Scorpione,Gallo, Aquila

Saggittario                                   Centauro,Cigno,Lyra

Capricorno                                      Grifone,Delfino

Acquario                                  Pantera,Cinghiale, Sirena

Pesci                                                      Tritone                     

 

 

                                                                  

 
 
 

PER SDRAMMATIZZARE.....

Post n°18 pubblicato il 21 Febbraio 2008 da zoeal

SFIDO A DUELLO CHI HA PIU' DI TRENT'ANNI E NON SE LA RICORDA!

 
 
 

FABRIZIO MORO PENSA.....E TU?

Post n°16 pubblicato il 20 Febbraio 2008 da zoeal

E' restrittivo limitare questa canzone solo al problema mafia...l'attività cerebrale pensante, in generale oggi è considerata un optional, nessuna riflessione significa nessun rimorso, nessun rimpianto, nessuno scrupolo, ...questo "è UOMO"?

 
 
 

DIVAGAZIONI...MARLENE KUNTZ

Post n°15 pubblicato il 19 Febbraio 2008 da zoeal

Abbiate pazienza ma sono nel periodo di scadenze fiscali...appena sarà possibile preparerò un nuovo post! intanto vi lascio con questa...

CANZONE SENSUALE

Oggi vedo te in tutte le cose...
vedo solo te,
proprio come se ogni cosa
avesse tutte le tue qualità.

E sento solo te
nella vita che bisbiglia in superficie:
ovunque intorno a me
scorre come acqua la tua nitidezza.

E anche se non sei qui
adoro stringerti,
scioglierti i capelli,
baciarti e sorridere.
Lievità celeste
e azzurra complicità:
quando io ti abbraccio vedo la vita in blu,
e questo è ciò che la tua bellezza mi dà.

E assaporo te
mentre mordo un frutto e poi una liquirizia:
il tuo gusto è
ciò che rende amabile la loro essenza.

Odoro l'aria
e mi sembra svanire dietro la tua scia:
è incantevole
come i tuoi profumi pervadono la via!

E anche se non sei qui
adoro stringerti,
scioglierti i capelli,

baciarti e sorridere;
scendere ai tuoi piedi
e piano tornare su,
soffermandomi ovunque.
Giungere ai tuoi occhi
e percepirne il calore,
odorando e guardando,
gustando e ascoltando...

Bella come il mare che ami,
è per te
che oggi
la vita
è in blu.

 
 
 

FUFLUNA, LA CITTA' DEL FUOCO

Post n°14 pubblicato il 15 Febbraio 2008 da zoeal
 

 Fofluna è il nome etrusco dell’odierna Populonia (golfo di Baratti, Piombino (LI)), che a dir la verità, storicamente ha avuto ben altro a che fare con il Dio del vino e dell’ebbrezza (appunto Fufluns) da cui prende il nome; ma gli Etruschi, dei piaceri erano esperti e può darsi che la zona, per le sue ricchezze, per il clima e per l’agricoltura fiorente, ben si prestasse alla produzione di quell’ambrosia sempre apprezzata e che non passa mai di moda!. Se decidete di visitare questi luoghi,  consiglio di andarci non nei mesi in cui ferve la stagione balneare perché rischiate di arrabbiarvi per il parcheggio e non vi godete neppure le bellezze naturali.

 Populonia in realtà è un paese medioevale (sorto presumibilmente sull’Acropoli Etrusca) arroccato su una rupe che si affaccia in modo pittoresco sul mare e che fa gustare bellissimi orizzonti, tuttavia interessante è tutta la zona. Infatti percorrendo l’unica strada di accesso, prima incappiamo nel suggestivo Golfo di Baratti e nel relativo borgo.  Scendiamo dalla macchina e facciamo una bella passeggiata, prima nella pineta e poi sulla spiaggia. Ebbene, anche se non siete dotati di guida turistica potete capire subito, quale era l’occupazione prevalente,nonché fonte di ricchezza, degli Etruschi del luogo, perché tutto il terreno che state calpestando non è altro che una colossale ed antichissima “discarica” di pezzi di materiale ferroso, ciò che rimane della fiorente attività condotta ad un livello che oggi si definirebbe “industriale”, quella metallurgica!. Il minerale proveniva dalle miniere della vicina Isola d’Elba e giungeva nel posto di fabbrica attraverso il mare. Ci sono pezzi di materiale di tutte le dimensioni e se anche a prima vista, possono sembrare dei comuni sassi rossastri, provate a prenderne in mano uno e vi accorgerete, dalla pesantezza, che proprio pietra non è. Dalla quantità che se ne trova in giro, si desume che, nei tempi di maggiore produzione, la costa doveva assomigliare più ad un girone dell’inferno dantesco che al luogo ameno di oggi! Gli Etruschi, i primi inquinatori della storia….ma sicuramente molto meno di noi oggi.

Sempre nei pressi di Baratti è visitabile la necropoli etrusca che presenta tombe ad edicola e tombe a tumulo, suggestive ma meno monumentali di quelle di Cerveteri. La visita al borgo medievale che svetta su nella collina è d’obbligo, così potete anche prendere visione dei resti dell’Acropoli e magari, dopo aver gozzovigliato in qualche ristorantino del luogo, (vi avverto che sono piuttosto cari ma generalmente la cucina è ottima e il vino pure), potete andare a smaltire in uno dei percorsi trekking che porta, attraverso il bosco alla visita della necropoli rupestre oppure fare una siesta al solicello ammirando i colori  che l’orizzonte sicuramente vi regalerà.

 

 

 
 
 

Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 15 Febbraio 2008 da zoeal

IL PREMIO 10 E LODE

Che cos'è?

"Dieci e lode" è un premio, un certificato, un attestato di stima e gradimento per ciò che il premiato propone.

Come si assegna?


Chi ne ha ricevuto uno può assegnarne quanti ne vuole, ogni volta che
vuole, come simbolo di stima a chiunque apprezzi in maniera
particolare, con qualsiasi motivazione (è o non è abbastanza elastico e
libero?!) sempre che il destinatario, colui o colei che assegna il
premio o la motivazione non denotino valori negativi come l'istigazione
al razzismo, alla violenza, alla pedofilia e cosacce del genere dalle
quali il "Premio D eci e lode" si dissocia e con le quali non ha e non
vuole mai avere niente a che fare.
Le regole: 

  1. Esporre il logo del "Premio Dieci e lode", che è il premio stesso, con la motivazione per cui lo si è ricevuto. E' un riconoscimento che indica
    il gradimento di una persona amica, per cui è di valore;
  2. Linkare il blog di chi ha assegnato il premio come doveroso ringraziamento;
  3. Se non si lascia il collegamento a questo post già inserito nel codice html del premio provvedere a linkare questa pagina;
  4. Inserire il regolamento;
  5. Premiare almeno 1 blog aggiungendo la motivazione.

Queste regole sono obbligatorie soltanto la prima volta che si riceve il premio per permettere la sua diffusione, ricevendone più di uno non è necessario ripetere le procedure ogni volta, a meno che si desideri farlo. Ci si può limitare ad accantonare i propri premi in bacheca per mostrarli e potersi vantare di quanti se ne siano conquistati.Si ricorda che chi è stato già premiato una volta può assegnare tutti i “Premio Dieci e lode” che vuole e quando vuole ( a parte il primo), anche a distanza di tempo, per sempre. Basterà dichiarare il blog a cui lo si vuole assegnare e la motivazione. Oltre che, naturalmente, mettere a disposizione il necessario link in caso che il destinatario non sia ancora stato premiato prima.

  1. Il logo è già esposto con link in alto
  2. Il regolamento è qui sopra
  3. Blog premiati e motivazione

AND, THE WINNERS ARE.......

1.  http://blog.libero.it/MANGIARESANO/ IL BLOG DI BEA_75 perchè è una persona sensibile, intelligente, solare, una grande amica ed il suo blog è golosissimo!

2. http://blog.libero.it/LAISLA/ IL BLOG DE LA BRUJA_70 perchè è una persona vera e sincera ed è un piacere trascorrere del tempo nella sua isola dove si respira sempre aria pura e fresca.

3. http://blog.libero.it/RomanticaNapoli/ IL BLOG DI KEMPER E CO. perchè si trattano sempre tantissimi argomenti con gusto e correttezza e gli interventi letterari sono squisitissimi!

 
 
 

Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 14 Febbraio 2008 da zoeal

NON HO VOGLIA DI SCRIVERE NIENTE, QUINDI VI DEDICO QUESTO PEZZO DEI MITICI ANNI '80! (Mica starò invecchiando?)

 
 
 

DIVAGAZIONI...DI SAN VALENTINO

Post n°11 pubblicato il 14 Febbraio 2008 da zoeal
 

Premetto che non ho particolari simpatie per questa festa perchè ritengo, che in una coppia dovrebbe essere San Valentino tutto l'anno, quando ero single la odiavo (e pure San Faustino per ovvi motivi)...ma questo è un San Valentino particolare perchè è il primo che trascorro con la fede al dito ......per cui, PICCI, lo so che sei riservato ma voglio gridare al mondo che

SEI MERAVIGLIOSO!!!!!!

Ti vorrei

tu ed io

persi nelle inconfinate

parole delle mie

e delle tue labbra

che chiedono

solo amore

semplice, complicato,contorto

pauroso, sempre più pauroso

dove la paura

diventa più grande

di noi

conficcandosi nei tuoi anni

persi,

nei miei anni dispersi

dati a me stesso

e a non so

più chi,

o che cosa,

quando un pensiero

diventa te,

nel tuo disprezzo

di questa totalità

parziale che odi

e l’unica di cui sono

capace

in questa attesa umiliante

negli attimi del tempo

che tu disprezzerai

di me

perché io ho bisogno di te

per amarti

di un amore di cui oggi

posso amarti

e che se tu

se tu vorrai

cambierà, divenendo

vero amore

lo stesso che tu

brami

nelle tue vene

come il sangue di

cui

tu vivi

Lo so che ti ho fatto dannare....ma la verità è che di fronte alle tue poesie, sono capitolata subito anche se non volevo ammetterlo!

CHE L'AMORE SIA SEMPRE IL NOSTRO RIFUGIO, IL NOSTRO CAMINO ACCESO, IL NOSTRO FUTURO! 

 

 
 
 

Oggi sarò antipatica: ho la sindrome della "professorina"

Post n°10 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da zoeal
 

TARKUN, ENEA, LA RELIGIONE RIVELATA E L’ARA DELLA REGINA

Avete presente Tarquinia (nome etrusco Tarkunia), ridente cittadina in provincia di Viterbo? Prende il nome dalla gens dei suoi fondatori, i Tarquini, famiglia approdata su quei lidi proveniente da Corinto. Tarkun non è altro che il nome Etrusco di colui che i Latini chiamarono Lucio Tarquinio Prisco, quinto re di Roma secondo la cronologia di Tito Livio. In realtà il vero nome fu Luchumun Tarkun, cioè Tarkun il Lucumone. Quest’uomo oltre che un abile politico fu un potente sacerdote,  prosecutore della religione dei Misteri di Samotracia, tramandata dalla sua famiglia Corinzia a cui apportò delle rivisitazioni e la esportò anche a Roma dove prese definitivamente campo. Anche il nome di cui è portatore è indice di potenza: deriva da Tark (forza taurina, il toro è fecondatore e compagno della Dea Madre Terra) ed è il nome preso dalla casta sacerdotale hittita (si ancora loro! Vedi post precedente) per cui si pensa che i Tarquini in realtà fossero una potente famiglia di sacerdoti Hittiti. Il luogo stesso dove fu edificata la città è stato scelto secondo una simbologia ben precisa, infatti essa sorge nel punto corrispondente al segno zodiacale del toro centrando la proiezione dal lago di Bolsena, considerato sacro dagli Etruschi ( e qui ci sarebbe da discorrere tanto sulla smilitudine con il significato religioso del lago Titicaca per i popoli andini). Il nostro Tarkun unificò in un solo tempio i culti, prima separati di Uni (la madre Cibele nella religione di Samotracia, Giunone per i Latini), Menerva (alias Persefone, alias Minerva) e Tinia (Dioniso, Giove per i Romani). A questi Tarquinio aggiuse Tages ( equivalente a Hermes o Mercurio). Questo perché? Perché, secondo la leggenda, il dio Tages, con corpo di bambino ma saggezza di vecchio, si manifestò al sacerdote Tarkun uscendo da un solco da lui stesso scavato rivelandogli i segreti e la Disciplina della scienza sacra ( un po’ come Dio a Mosè detto’ le tavole della legge). Nel luogo della rivelazione venne eretto il tempio più grande della religiosità etrusca, i cui resti li troviamo in un altopiano a oriente della città di Tarquinia.

Presso questo tempio detto “Ara della Regina” (Regina nel senso di Madre Terra), si riunivano annualmente i 12 Lucumoni della confederazione etrusca tra i quali veniva eletto, quello che oggi sarebbe chiamato “coordinatore generale”. Presso lo stesso tempio pare che Enea, dove in Etruria finì la sua fuga ivi guidato da Venere e Mercurio (Hermes-Tages), accolto come inviato degli Dei dal popolo etrusco, fu eletto capo supremo dell’alleanza tra Troiani, Etruschi e Pelasgi di Roma, tre popoli di origine (orientale) e culto simile (la triade prima citata). Quindi, Tarkun fu il prescelto di Tages come colui a cui rivelare la Sapienza, Tages stesso fece in modo di far approdare il grande Eroe Enea presso Tarquinia, cosa poteva meritarsi un tale Dio, se non essere venerato aggiungendolo alla Triade classica? E così Tarkun fece.

 
 
 

Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 12 Febbraio 2008 da zoeal
 

ULTIME NOTIZIE!!!!! CLAMOROSO!!!! I TOSCANI SONO HITTITI…I TOSCANI SONO HITTITIIIIII!!!!!!

Ne hanno fatto le spese centinaia di volontari il più possibile autoctoni della zona tra Chiusi (SI) e Sinalunga (sempre SI) che per mesi si sono sottoposti a test del DNA condotti da ricercatori universitari al fine di verificare la permanenza di geni Etruschi e compararli con quelli di altre popolazioni mondiali; lo scopo ultimo era quello di trovare informazioni attendibili sulla provenienza del popolo dei Rasenna.

Nel 2005 sono apparsi i risultati pubblicati sulle più prestigiose riviste mondiali e il verdetto è stato che i Toscani attuali hanno nel proprio sangue dei geni tipici di popolazioni medioorientali più specificatamente di natura “hittita”. Questo signifia che proveniamo dal Caucaso e che, prima di raggiungere le dolci e accoglienti colline toscane via mare, ci siamo insediati in Anatolia, salvo poi abbandonarla per motivi non meglio precisati.

Allora faccio queste considerazioni:

1-     C’è stato bisogno di scomodare centinaia di individui con grande dispendio economico per affermare una cosa che plausibilmente si sapeva già, dato che gli Etruschi stessi ci hanno tramandato che il loro popolo, guidato dal re Tirreno (o Tirseno), causa grave carestia, lasciò il suo regno in Lydia (Asia Minore) per cercare terre più accoglienti…ma va bene, mi direte almeno ora ne abbiamo la prova….

2-     Mi è caduto un mito…perché proprio non riesco ad accettare che la Rosy Bindi in quanto originaria di Sinalunga (senza offesa…) sia considerata "tipico soggetto somatico etrusco", piccoletti e tozzetti si…ma almeno per prestanza fisica speravo un po’ meglio…

3-     Non si saranno mica sbagliati con i geni lasciati dai pirati Fenici prima e Saraceni poi che hanno imperversato fino ad epoche relativamente recenti sulle coste Tirreniche, penetrando, in alcuni casi anche nell’entroterra?

4-     Stai a vedere che pure Ahmadinejad ha geni “toscani”…..

5-     Ora mi spiego perché non arrivo al metro e sessanta ed ho i polpaccetti torniti proprio come quelli dei soggetti rappresentati nelle pitture etrusche….e tutti che mi hanno sempre detto che se avessi fatto più sport, sarei cresciuta di più!

CARI TOSCANI DOC, SORPRESA!  SE INCONTRATE UN CURDO, UN TURCO, UN IRANIANO, UN AFGHANO, UN ARMENO, UN GEORGIANO….RICORDATEVI CHE POTREBBE ESSERE SANGUE DEL VOSTRO SANGUE!

 

 

 
 
 

ANCORA L'INDIMENTICABILE MORBELLO

Post n°8 pubblicato il 11 Febbraio 2008 da zoeal
 

Un uomo che non aveva peli sulla lingua di fronte a nessuno, ma che si toglieva il cappello davanti ad una tomba etrusca.......

La tomba del guerriero etrusco

Sotto le mura di Roselle antica,

nella Maremma ardente e pien di sole,

mentre, tra i rami della quercia annosa,

il cuculo nascosto tra le fronde,

malinconico canta;

dietro l'aratro tratto dai giovenchi,

dalle corna superbe e il manto bruno,

lavoro questa cara, amata terra,

de' nostri antichi padri.

L'aratro lento affonda nel terreno,

strappando con sommesso scricchiolio

la gramigna tenace.

I forti buoi dal collo muscoloso,

avanzan lentamente, a capo chino,

quando ad un tratto il vomere tagliente,

urta contro qualcosa e viene al sole,

di terra cotta un' urna cineraria,

e mescolati insieme all'alma terra,

si confondono i resti di un guerriero

che, un dì lontano, su le patrie mura,

con braccio forte e cuore generoso,

morì lottando contro l'oppressore.

Fermi, giovenchi miei, fermate il passo;

voglio osservà, pietoso e riverente,

gli avanzi di chi un giorno, come noi,

visse, gioì, soffrì, fu amato e pianto.

Dell'asta vedo qui la ferrea punta,

che un di' brandiva il braccio tuo

gagliardo, e i tuoi compagni, nell'estremo

addio, posero teco in segno di tua gloria.

 

 
 
 

LA DONNA ETRUSCA: MADRE E DEA

Post n°7 pubblicato il 11 Febbraio 2008 da zoeal
 
Tag: culto, dea, donna

Roma: potenza militare e religione patriarcale. Etruria: il potere supremo era nelle mani della casta sacerdotale o meglio del re-sacerdote e della regina-sacerdotessa. La Dea primaria era una Grande Dea Creatrice, la Madre Terra e il culto era officiato principalmente da donne, portatrici del mistero della fecondità, così come la Terra è la madre di tutte le creature. Non a caso, i defunti tornavano nel grembo della Madre Primordiale, riposando in eterno in tombe sotterranee insieme agli oggetti della quotidianità, tombe che nell'oscurità portavano come estremi omaggi alla Madre le splendide e sgargianti pitture che possiamo ammirare in alcune necropoli, al fine di illuminare il buio dell'aldilà. La dea creatrice per eccellenza fu Uni (Giunone) insieme a Menerva (Minerva) patrona delle arti femminili, e Turan (equivalente a Venere).

In particolare la desinenza "Tur" dà origine alle parole Tirreni (Turseni), Tiranno e Torre. Tiranno significa "padrone della torre" e Turan quindi è la Tiranna per eccellenza, cioè la padrona del cuore degli esseri umani. A lei si piegavano persino tutti gli altri Dei. Di particolare importanza è il culto delle Lase, divinità femminili alate, somiglianti ad "angeli" e praticamente con la stessa funzione di guida e protezione che diamo nella religione cristiana di cui forse rappresentano un' arcaica tradizione. Le Lase infatti nei millenni e a seconda dei culti, si sono trasformate in Ninfe e poi in Lares, cioè i Lari latini, rappresentazione del culto degli antenati.

Qusto aspetto religioso è ricollegato alla considerazione sociale che aveva la donna etrusca. Questa infatti, unico esempio nelle civiltà dell'epoca, godeva di un rispetto e di un' importanza centrale; poteva accedere alle cariche pubbliche, poteva amministrare i suoi beni dei quali rimaneva esclusiva proprietaria anche dopo il matrimonio, poteva ricevere eredità, trasmettere il proprio cognome ai figli, non era legata al vincolo dei matrimoni combinati (parlando sempre delle caste nobili si intende) semplicemente perchè aveva la possibilità di essere indipendente. Perchè la donna é lo strumento umano della Dea Madre per generare vita.

 
 
 

SCENE DA UN MATRIMONIO

Post n°6 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da zoeal
 

Questi bellissimi sarcofaghi, purtroppo, sono finiti al museo di Boston, per le solite vicende all'Italiana su cui non mi soffermerò.  Ritrovati infatti a Vulci nell'800 e sottoposti a vincolo, furono fatti emigrare con uno stratagemma che fruttò all'ideatore un gran bel gruzzolo. Rappresentano con estremo realismo, a differenza di altri sepolcri in cui le figure sono piuttosto standardizzate, i tratti somatici delle due coppie della famiglia Tetnies. Inoltre, sul lato del sarcofago della coppia più anziana, è possibile vedere l'unica documentazione pervenuta, di un matrimonio etrusco. Il primo sarcofago risale al 340 a.c. e rappresenta Larth Tetnies e la moglie Thancvil Tarnai, stretti in un immortale e sensuale abbraccio dal quale traspare la passione e la complicità dell'amore, il secondo invece ritrae Arnth Tetnies con la moglie Ramtha Visnai, genitori di Larth e risale al 370 a.c.. Notate come l'espressione della coppia più anziana denota una intimità meno passionale, i due coniugi sono ritratti in un gesto d'affetto che ha perduto l'erotismo tipico della gioventù ma in un abbraccio che denota una complicità aperta al dialogo e alla comprensione reciproca, con una estrema dolcezza. Anche la donna,  avanti con gli anni non è completamente denudata, ma coperta pudicamente con una leggera veste. Gli effetti dei drappeggi a mio avviso sono straordinari. Nella foto centrale possiamo ammirare il bassorilievo che rappresenta il matrimonio di Arnth e Ramtha; i due sposi sono al centro della scena, abbigliati con vesti eleganti, ognuno dei due ha il suo seguito, tra cui si notano musicanti, ancelle, un personaggio che porta una specie di pergamena, forse il contratto matrimoniale, un altro che si fa accompagnare da un servo che porta uno sgabello pieghevole, tipico di un magistrato che probabilmente doveva dare valore "legale" all'unione. Risalgono a 2400 anni fa ma sono di una bellezza incommensurabile, gli artisti sono riusciti a rendere immortale la testimonianza di due amori così grandi da continuare oltre la morte terrena.

 
 
 

10 FEBBRAIO: PER NON DIMENTICARE LE FOIBE

Post n°5 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da zoeal
 
Tag: foibe

TESTIMONIANZA DI UNA SOPRAVVISSUTA

C. era appena ragazza quando vinse il concorso per maestra elementare. Le fu comunicato con un telegramma dalla sorella, quando lei, ospite di parenti, si godeva qualche settimana di mare; aveva una ventina d'anni e tanta voglia di vivere. Telefonò tutta emozionata alla sorella: - hanno scritto che puoi scegliere tra tre destinazioni e gliele lesse-

- non importa- scrivi loro che va bene la prima -

C. in realtà non sapeva neanche dove fosse, quel paese dal nome un pò strano, ma non gliene importava, lei era indipendente.

Poco tempo dopo partì per quella località dell'Istria dove cominciò a svolgere il suo lavoro di maestra elementare, andando avanti tranquilla fino al 1943 (o giù di lì).

Lei racconta: -ad un certo punto quelli che ti erano amici, non lo erano più; quelli che conoscevi, non ti conoscevano più-. Comiciarono i rastrellamenti degli Italiani; persone con cui per anni era convissuta cordialmente cominciarono a disconoscerla, finchè una mattina, un gruppetto armato fino ai denti andò a prelevarla da casa. La spinsero fuori malamente; lei vide che c'era un camioncino stipato di gente e tante persone a piedi di ogni età, donne, uomini e bambini. Guerriglieri armati li tenevano bruscamente in fila, alla quale fu costretta ad aggregarsi. Nessuno sapeva dove li stavano portando, nessuno seppe successivamente più niente di loro. Ma il fato volle che C. non subisse la stessa sorte perchè proprio lei incorse in un episodio di "inspiegabile umanità". Riconobbe il "rivoluzionario" che le era accanto come un suo ex scolaro di qualche tempo prima: -ma come, non mi riconosci?- le disse chiamandolo per cognome come si fa a scuola. E lui, si l'aveva riconosciuta, le dette una spinta violenta e la scaraventò in una fossetta laterale alla strada salvandole la vita.

C. risucì a tornare a piedi in Italia, dandosi alla macchia, cibandosi di quello che trovava, fino a che, gravemente debilitata, fu trovata e ricoverata in un ospedale di un paese veneto, un posto dove rimase a fare la maestra fino alla pensione e dove abita anche adesso...quasi centenaria, memoria vivente di una storia che non si stanca ancora di raccontare. 

 
 
 

GIOCO LETTERARIO

Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer

INCIPIT

 clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto

ho scritto anche:

 LA FINE E L'INIZIO

e per la serie RACCONTI BREVI:

HIRUMINA IL PERUGINO

DEUXIPPO (prima parte)

DEUXIPPO (seconda parte)

DEUXIPPO (terza parte)

DEUXIPPO (ultima parte)

L'INFAME (prima parte)

L'INFAME (ultima parte)


 

E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!

 

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LA LETTURA NOBILITA LA MENTE

"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)

"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato

 

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PIACEVOLI DISCUSSIONI

POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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