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Senza fineEternit. La fortuna del materiale, oltre che nella resistenza del medesimo, risiedeva nel nome. Eternit. A evocare, oltre la fisica, qualcosa che sopravvive all'uso contingente. Connotato di eternità. In grado di durare indefinitamente. Come resistere all'impatto travolgente di una promessa di eternità? Infatti gli anni del miracolo economico furono i medesimi anni della fortuna inossidabile dell'Eternit. Inossidabile come la promessa intrinseca di una durata indefinita. Eternit ovunque, allora. Eternit nei tetti, nelle cisterne, nelle tubature, Eternt nei rivestimenti degli edifici. Eternit ovunque. Con la promessa di una durata indefinita. Promessa mantenuta, purtroppo. L'Eternit sopravvive all'uso/abuso che se n'è fatto. Quando il numero delle morti intervenute tra gli operai addetti alla lavorazione del materiale cominciò a superare di gran lunga la soglia entro la quale si può ragionevolmente pensare a una coincidenza fortuita, quando fu chiaro che le fibre e le polveri del materiale erano, se inalate anche in piccole quantità, strettamente collegate all'insorgere di mesoteliomi, asbestosi e neoplasie polmonari, la rincorsa all'utilizzo dell'Eternit fu rimpiazzata dalla rincorsa allo smantellamento dell'Eternit. Via dai tetti, via dai rivestimenti, via dalle cisterne. Da eliminare, sostituire, da smantellare. Dappertutto. Era ovunque, tuttavia. La bonifica è stata lunga e sofferta, ed è tuttora in corso. Il problema è lo smaltimento. Ardua impresa, lo smaltimento di un materiale destinato a durare. A durare. A durare indefinitamente. E dura, purtroppo. E rispunta sempre fuori. Riciccia come i funghi. Lo si elimina dal soffitto e lo si ritrova nelle discariche. Per lo più abusve. In tutta la sua esiziale durevolezza. Eternit: come l'eternità. Eternit senza fine. La fine, invece, l'hanno conosciuta, e dopo intensa sofferenza, quanti furono addetti alla lavorazione del materiale, poi incorsi in patologie dai nomi difficili, di quelle che non lasciano sperare in una guarigione.. La fine l'hanno subita, e con sofferenza, quanti hanno visto morire, uno dietro l'altro, i loro congiunti. Si è scritta la parola fine anche per il reato di disastro ambientale provocato dall'Eternit: la Corte di Cassazione l'ha dichiarato prescritto e ha annullato le condanne comminate e i risarcimenti per le parti civili. La fine. L'Eternità. I poli dialettici di un percorso metafisico. I poli dialettici di una vicenda che lascia l'amaro in bocca. Quanti hanno precocemente incontrato la fine, a causa di un materiale che prometteva l'eternità, non hanno avuto giustizia. A corollario di una vicenda che lascia l'amaro in bocca, mi viene da pensare a chi ha avuto parte in causa nella vicenda, in qualità di amministratore delegato della casa produttrice del materiale. La sua vicenda processuale si è conclusa per prescrizione. Mi pongo una domanda. Mi chiedo se il presunto responsabile non più responsabile in virtù della prescrizione abbia mai riflettuto sull'idea dell'eternità. Gli auguro di non riflettere mai sull'idea dell'eternità. Potrebbero venirgli in testa brutti, bruttissimi pensieri.
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NOTA DELL'AUTRICE DEL BLOG
Tutti i testi qui pubblicati
sono esclusivo frutto della mia creatività. Cinzia M.
Tutti i diritti sono riservati.
Ho scorto su You Tube un canale intitolato Rubra Domus.
Non ha a che fare con me, che sono unicamente l'autrice
di questo blog e dei testi che vi sono quotidianamente
inseriti.
Cinzia M.
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