Forza Juve

Fonte: www.giulemanidallajuve.com

A tutti i lettori non sarà sfuggita la notizia, a metà tra il serio ed il faceto.
Il difensore della squadra che ben sappiamo e della Nazionale ha querelato la produzione di una fiction, ritenendosi “danneggiato nell’immagine” dagli autori per la battuta di un personaggio e chiedendo un risarcimento pari ad un Euro per ogni spettatore che ha seguito la puntata incriminata.

Ma cos’è successo di preciso? Beh, uno dei personaggi della fiction, che gioca al Fantacalcio (a proposito, un giorno vi racconterò una storia interessante sul Fantacalcio…), si lamenta con un altro personaggio per aver perso; fin qui tutto bene, se non che il tale espone anche le motivazioni della sconfitta: a rovinargli il punteggio sarebbe stata l’ennesima espulsione rimediata dal giocatore che tutto il mondo ricorda per il “diverbio” con Zidane alla Finale degli ultimi Mondiali.

Apriti cielo! La battuta – penso – sarà passata inosservata al 99,99% degli spettatori, ma non al diretto interessato, che ha agito per tutelare la propria immagine.
Già, perché al di là delle facili battute sulla carriera del giocatore, che non sarà mai stato propriamente un frate francescano, né un esempio gandhiano di “peace and love”, qui parliamo di danno d’immagine in termini economici.

Credete forse che il nostro Capitan Alex si intrattenga con la bella Chiabotto a discutere di acque minerali solo perché sono amici? O credete forse che il “pupone” nazionale si faccia riprendere nel talamo nuziale con la bella moglie a leggere “Le favole della buonanotte” solo perché è simpatico?

No. I calciatori, specie quelli che si sono fatti un “nome” non sono più degli atleti in senso stretto. Sono delle macchine per fare soldi , intorno ai quali si muovono interessi pazzeschi. Il Real Madrid non ha comprato Kakà e Cristiano Ronaldo a quelle cifre solo perché sono in grado di scambiarsi il pallone a quaranta metri. Nessun premio in palio per la Liga o per la Champions farebbe rientrare nelle casse delle Merengues le somme spese. E sempre ammesso e non concesso che li vincano.
Il vero business è l’immagine. A fare la differenza sono i diritti tv, sono i containers di magliette vendute il giorno dopo la presentazione, sono gli sponsor.
Le giocate spettacolari sono di sicuro il fondamento su cui si basa tutto il castello, certo, ma il 99% dei danè arriva proprio dai mille e mille modi di sfruttare l’immagine.

E i nostri autori della fiction che fanno?
Tacchete, cascano come dei pivelli nell’errore. Già, perché se io voglio usare il viso conosciuto di un giocatore in uno spot, pago. Se voglio mettere una sua immagine, pago. E se voglio usare il suo nome, è giusto che paghi.
Non solo, se io utilizzo il nome a rischio di “danneggiare l’immagine”, come in questo caso, e quindi svalutare l’appeal di quel giocatore presso gli sponsor, è giusto che paghi per il danno.
Per carità, giustamente qualcuno (primi tra tutti gli autori) dirà che “si è sempre fatto così”, che “nessuno si è mai lamentato”. Vero. Verissimo.

Quanti degli amici del forum muniti di patente sanno bene che il Codice della Strada vieta, ad esempio, il parcheggio nei primi metri da un incrocio. Nelle nostre città soffocate dal traffico, quanti hanno mai preso la multa per questo motivo, se proprio l’auto non creava grave intralcio? Credo nessuno. Però è un dato di fatto che, se il vigile di passaggio ce l’avesse proprio con noi, o avesse litigato con la suocera la sera prima, potrebbe multare la nostra auto per “sosta vietata”.
Per questo l’iniziativa legale di Materazzi, per quanto insolita, poggia su un fondo di verità. Intendiamoci, io credo personalmente che la battuta incriminata non gli abbia causato lo 0, 01% del danno d’immagine che gli crea, invece, questa sua stessa iniziativa. Di sicuro agli occhi dell’uomo della strada i “buoni” sono gli autori, non il calciatore. Autori che – certamente – saranno i primi due fan in meno, visto che entrambi si professano di fede interista da sempre, ed essere bastonati in tal modo dal proprio idolo non dev’essere certo piacevole.

Ma andiamo un attimo oltre la semplice querela. Se il tutto venisse accolto, quali scenari si aprirebbero? Beh, a questo punto credo che i tribunali sarebbero intasati da uno tsunami di querele da parte di tutti quei giocatori, ad esempio, che hanno ricevuto un voto basso sulle pagelle del lunedì o, peggio ancora, giudizi poco lusinghieri.
Ricordo ancora un celebre “Bergkamp: 2 un ectoplasma”. Quale risarcimento potrebbe chiedere oggi il lungagnone olandese?
E poi i TG sportivi, i blog, i “processi”, gli appelli e i contrappelli… nessuno potrebbe più fiatare: la Roma ha giocato bene? Boh… la Juve meritava di vincere? Mah… il Milan ha fatto bene a vendere Kakà? Forse che sì, forse che no…

Santo cielo, che macello! Sarebbe la fine dell’informazione televisiva. Anche se non sono così sicuro che sarebbe un male…

Inoltre, e questo penso sia il lato più interessante, il protagonista di questa vicenda ha dalla sua molte carte a favore. Già, perché la battuta rischia di avere anche un fondo di calunnia, se vogliamo: “Si è fatto espellere un’altra volta”, lascia infatti intendere che stiamo parlando di un calciatore rissoso, che prende cartellini rossi a giorni alterni, da tappezzarci una camera.
E invece, dati alla mano, Materazzi nel 2007 è stato scelto dall’OMPP (Organizzazione Mondiale per la Pace) come proprio Ambasciatore. Un uomo di pace per eccellenza, insomma. Purtroppo da nessuna parte ho trovato gli eventuali commenti e congratulazioni alla notizia da – ad esempio – tale Cirillo, giocatore del Siena, ma si sa… nella rete, ahimè, tante cose sfuggono!
E – udite, udite! – Materazzi in carriera ha raccolto una media di “rossi” molto ma molto inferiore ad altri nomi del Campionato Italiano, specie negli ultimi anni. Ed è questo che conta, davanti ad un giudice.

Se poi vogliamo sindacare se questo sia avvenuto per l’esemplare correttezza del giocatore o, per così dire, per “fattori esterni” , in questo caso il cosiddetto “onere della prova” spetta a noi. E quanto sia dura produrre delle prove inconfutabili, qui su GLM lo sappiamo bene.
Già, parliamo dell’uomo che ha indossato davanti al mondo un famoso smoking bianco simbolo di purezza. Parliamo dell’uomo-emblema della squadra che può permettersi di cantare “Noi vinciamo senza rubare”. Parliamo della squadra che si fregia di aver portato a casa lo “Scudetto dell’Onestà” , ed il cui presidente può lamentarsi che senza certe interferenze, il suo ciclo di vittorie sarebbe cominciato molto prima.

Tutto deve rimanere così: perfetto, immacolato, candido.
Guai a permettere anche solo la minima crepa, fosse anche solo per una battuta infelice…