Post n°641 pubblicato il 19 Dicembre 2014 da IlGrandeSonno
In un silenzio sospeso dalle onde senza pace il più era fatto, ed anche il meno che restava quando dissi: «aspetto un tram», alla folle dolce donna di quel tempo stampata sulle mie retine dalle macule bruciate irretite dal luccichìo della sua chioma poichè tutto sembrava sempre nuovo da capire perché lei era splendore e meraviglia al mondo ed il suo mistero intensionato, a volte era schianto soffice ed acqueo in marmellata di lamponi rossi a volte irriducibile peso per scontare i sogni. Affinchè tutto non fosse illusione od una partita solitaria od una nube nera che riempisse tutto il cielo nella duplice ombra di propositi enigmatici e clandestini aspettavo un' Aurora per ammirare un cielo rosachiaro fresco, di disgelante grazia, finchè non cantò il gallo, finchè non sorse il sole di quel che io credetti il nuovo giorno d'una nuova vita. L'aria era saporita di vita e di speranza e non era una distorsione dell'olfatto, così mentre attendevo piantai rose abrakadabra con spine magiche per squarciare l'aria ed il tempo e raggiungere il destino in viaggio su quel tram, che io aspettavo e che ancora aspetto, giacchè questo, forse, è il mio unico destino.