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Post n°1951 pubblicato il 24 Luglio 2015 da anonimo.sabino
Passai tutto il resto della vacanza a suonare l’armonium nella chiesa vuota e in lunghe passeggiate mattutine per i sentieri delle mie montagne, che mi richiamavano nel loro abbraccio; il breviario in mano, senza riuscire a leggerlo. I paesani che incontravo sapevano chi ero, perché in paese dopo il primo giorno si sa tutto. Ma mi riconoscevano soltanto grazie a quella veste, di cui io mi vergognavo. Per la via della Madonnella, che porta al Monte Pellecchia, incontrai un giorno due ragazzine che, scendendo dal Colle della Caparnassa (vi possedevano sicuramente un terreno da spratare, ossia da liberare dalle pietre), mi guardarono a lungo curiose. Non conoscevo le figlie di Giusto e non sapevo quale ruolo decisivo avrebbe avuto la maggiore delle due nella mia vita. Non rividi Elena, che sarebbe arrivata più tardi in villeggiatura e avrebbe giustamente inseguito altri sogni. Il fatto che io invece coltivassi ancora, in fondo, quel sogno infantile, non tanto denunciava un tradimento virtuale dei voti temporanei, quanto rivelava a me stesso com’ero ridicolo. E veramente mal ridotto. Fui quasi contento che finisse presto, quella falsa libertà. Ma anche la mia fede precipitava. Tornato a Camino, ne parlai schiettamente al Maestro Spirituale dello Studentato, il Padre Mariani: “La mia crisi è seria:non si tratta solo di una crisi di vocazione, ma di una crisi di fede. E’ possibile che Dio goda di più nel vederci afflitti da più tormenti? Non è il nostro padre?” “E il Crocifisso non era il suo vero ed unico figlio divino?” “Appunto. Io, che non sono così buono, non avrei permesso la sua crocifissione; mentre lui l’avrebbe addirittura pretesa, per perdonare l’uomo. Lei è sicuro che sia stata rivelata da Dio questa… assurdità? Il dubbio è peccato e mi spaventa. Ma io non riesco a credere…” I nostri colloqui si concludevano con dubbi sempre meno reprimibili in me e con inviti suoi alla preghiera e alla mortificazione: a mortificarmi per vincere la superbia (tale era per lui il coraggio della ragione) e a pregare S. Tommaso che mi ispirasse la fede, S. Girolamo che mi confermasse nella vocazione, la Madonna che intercedesse per me presso l’Onnipotente, che dona la fede e la vocazione. Ma anche quell’Onnipotente che ci sottoponeva al bisogno di tante intercessioni mi convinceva sempre meno. ----°---- |
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