L'altra campana

IL DIGIUNO PER I GESU' BATTEZZATI

115.

subito all’handicap del figlio di puttana

mostrando al mondo la veridica sua grana,

mentre taluno soffrirebbe la tragedia

di far sedere il dio e l’uomo in una sedia;

lui che non certo battezzato s’allontana,

ma venerato dal Battista e che già insedia

una sua Chiesa a Cana.

116.

     C’è intanto almeno un galileo assai diverso,

che, evaso anch’egli dal confine dei Fenici,

dove ha lasciato genitori e falsi amici,

sta nel deserto col Battista che l’ha asperso

quaranta giorni e, di lui docile converso,

là si depura con digiuni e sacrifici,

contrapponendo ad un esistere perverso

la cura dei cilici.

117.

     “Perché il menù non ti riduca tutto cacca”,

lo rincuorava il suo maestro per quei siti,

“continua ancora a soffocare gli appetiti!

Ed alla fine tu vedrai che né casacca

ti servirà, né confettura, né baracca.

Ma avrai salvezza e potrai darla a tutti i miti

lasciando ai furbi i Machiavelli, i Migliavacca

e i Lenin ai partiti”.

… “Empite d’acqua i recipienti”…Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui (Giovanni 2, 6-11). In Giovanni evangelista, il teosofo impegnato a dare alla nuova fede simboli e riti, rubacchiandoli da altri Misteri, il Cristo è già puro mito, del tutto astorico... E’ il tentativo di storicizzarlo a farlo discepolo del Battista nel deserto; peraltro l’apologo delle tentazioni, come la sua predicazione, compendiata da Matteo nel successivo Discorso della montagna e rivisitata da Luca, non sembrano attagliarsi ad una personalità specifica, ma fanno confluire nei Vangeli, al pari delle varie figure storiche e mitiche dei Maestri, quella Letteratura sapienziale che, tramandata per lo più oralmente e ricca anche di contraddizioni, era tipica espressione della cultura popolare del tempo.