L'altra campana

NEMO PROPHETA

134.

di quel suo popolo assuefatto a un’esistenza

fatta di corna, patimenti ed indigenza.

Ma solo un lampo. E tra il cialtrone disonesto

e l’esaltato nel prolifico contesto

dei salvatori, ma ciascuno con licenza

di dirsi il Verbo, c’è chi l’ha per indigesto

e chi gli presta udienza.

135.

come il Messia! “Non è nato in una stalla,

da Mariuccia? Non usava sega e pialla?”

Il detto c’è: nessuno in casa è un personaggio.

E se a qualunque megalomane un passaggio

per qualche Olimpo si dà, altrove, mai s’installa

profeta in patria, dove immagine e linguaggio

hanno una storia in spalla.

136.

di divo in patria, prima qualche parolaccia

poi avvisaglia di linciaggio lo minaccia,

quando interviene il sacerdote forcaiolo:

“Ohibò! Superbia ed empietà, bestemmia e dolo”.

Per non giocarsi oltre la stima la pellaccia,

da un velo d’angeli protetto spicca il volo.

Né più tra i suoi s’affaccia.

...Si ritirò in Galilea e… venne ad abitare in Cafarnao, posta su quel mare, ai confini di Zabulon e di Neftali, affinché si adempisse quello che era stato detto dal profeta Isaia: “...il paese di Zabulon e il paese di Neftali... il popolo che giaceva fra le tenebre ha veduto una gran luce...” (Matteo 4, 13-17  che stravolge Isaia e ne cuce la fine del cap.8 con l’inizio del 9) ... In Galilea la sua fama si sparse per tutta la regione… Venne a Nazareth, dove era cresciuto... Aperto il Libro d’Isaia, trovò il passo che dice: “Lo Spirito del Signore è su di me; per questo mi ha unto...” E disse loro: “Oggi si è adempiuta questa scrittura...” Commentavano: “Ma non è il figlio di Giuseppe...?” “In verità vi dico che nessuno è accettato come profeta al suo paese”... (Luca 4, 16-24 anticipa agli esordi l’incidente che è in Marco 6 e Matteo 13)