L'altra campana

SINCRETISMO FIDEISTA

28.

     Dal prete udiamo

che stoica Provvidenza e Caso scemo

negherebbero Dio... Negano l’uomo.

     Se il saggio non vedeva il Fato o  il Caso

come quel Super Dio che il mondo attrista,

l’odierno sincretismo è ormai pervaso

da un’esplicita febbre fideista.

L’Accademia ha un nuovo conio

e un Ammonio la consegna

al Plotino che ricaccia

l’animaccia dalla fregna.

     A Marcaurelio gli olocausti bianchi:

“Tu vinci i Parti e perdono i giovenchi”.

Ché in sogno al laico Cesare gli Dei

forniscono rimedi buoni assai.

     Filone d’Alessandria è appena morto

che da Platone un Verbo Cristo miete.

E un cristo in quel di Tiana è pure sorto

per consegnar Pitagora ad Ermete.

Non c’è più filosofia

che non sia arcano e cura;

e radice cura e male

hanno uguale, la Paura.

L’epigramma ironico sugli olocausti immolati dall’imperatore razionalista è in Ammiano Marcellino 25,5. I rimedi avuti da lui in sogno per favore divino  sono in Ricordi I,17. La parallela involuzione della Nuova Accademia  verso l’estasi plotiniana e del neopitagorismo nelle pratiche teurgiche e nell’ermetismo partono dallo stesso individualismo esasperato... Come volete voi che il sapiente, se crollano imperi e se la sua stessa città è abbattuta, ne tenga conto come di cose serie? ... Ecco la vita degli Dei e degli uomini divinamente beati: separazione dalle cose di quaggiù, vita cui non aggrada più cosa terrena, fuga da solo a solo (Plotino, Enneadi I,4.7; IV,9.11).