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L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 22/01/2015

ROMA AI NERONI

Post n°1820 pubblicato il 22 Gennaio 2015 da anonimo.sabino
 

48.

    Quell’estasi non fu l’apoteosi

del Ladrone che apostolo si fece.

Ma adesso che la cronica nevrosi

bollente d’agri spiriti ricala

nel pettine dei giorni,

dal chiuso del suo carcere la esala

il Gobbo sulle epistole. Ed invece

d’uscirsene, prolunga quei soggiorni,

quando alla grazia vede

propenso il Quarto Erode:

“Io sono, Etnarca, quel proselitista

che aggiogando al tabù le menti inquiete

al regno di Javè l’orbe conquista.

Della città celeste cardinale,

insisto nell’idea

d’appellarmi al romano tribunale”.

Per due anni rimira le segrete

del pretorio romano in Cesarea,

covando in cuore il piano

d’esplodergli nel cuore, al regno umano.

     “Roma,Roma, Roma voglio”.

Cipro, Cnido e il Mar di Creta;

il naufragio sullo scoglio;

legni infidi e magra dieta;

dal corruccio del libeccio

alle vipere di Malta,

più l’apostolo si esalta

più pericoli incontrò,

fin a quando il peschereccio

ha l’Italia nell’oblò.

     E quivi trova

fratelli ovunque che il Mistero vi coltiva;

fratelli in Cristo;

e poco importa in quale cristo, nuovo o frusto.

     Roma. Vi starà sotto custodia militare,

cioè l’arresto detto poi domiciliare,

dopo una crociera tutta a spese dello Stato,

a parte il già salato

prezzo dei pericoli. Perché? Perché la causa

s’estingua, come pur sarà? Per una pausa

alle cristiananze sparse in Asia e per l’Egeo?

Pure, perdio!

Ma si sa che mirano alla Roma caput mundi

i geni vagabondi

avendo in animo le identiche ragioni

che vi trarranno i Mussolini e i Berlusconi.

     Egli infatti fu tra i primi,

sia rispetto ai padreterni

che vi sognano regimi,

come ancora quelli odierni,

sia tra i busti che aquilone

d’ogni parte mena a guazzi

sulle sedie dei Palazzi,

lui, quel gibbo di zebù,

a capir che per Nerone

Roma nostra venne su.

 

Succeduto nella provincia Festo… i giudei scesi da Gerusalemme imputavano a Paolo molte e gravi colpe… “Mi appello a Cesare” … “E a Cesare andrai”. Di lì a qualche giorno visitarono Cesarea il re (Erode) Agrippa e Berenice… “Da fariseo vissuto tra il mio popolo… per tutta la Giudea e infine ai pagani ho predicato di convertirsi a Dio…” E Agrippa disse a Festo: “Poteva essere rilasciato, se non si fosse appellato a Cesare". Deciso l'imbarco per l'Italia. consegnarono Paolo con altri prigionieri a un centurione… Scalo a Sidone… Navigazione al riparo di Cipro… da Mira di Licia su una nave alessandrina diretta in Italia…Costeggiando Creta… sbattuti dalla tempesta… e digiuni… alla deriva…naufragammo a Malta… (Atti 25-27) La creazione stessa attende impaziente la rivelazione dei figli di Dio… (Romani 8,19)

 
 
 


 

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