Creato da anonimo.sabino il 06/09/2006

L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 04/03/2015

FU OTTAVIO... - 6° seguito

Post n°1848 pubblicato il 04 Marzo 2015 da anonimo.sabino
 

     Uno scontro in ottave rimasto famoso in paese, tra nonno Berni e zio Annibale, fu proprio in occasione del matrimonio dell’ultimo, avendo il Berni concesso allo spazzanido di insediarsi provvisoriamente in un angolo della casa paterna.

     “Affacciati, Mimmi’! Ché Nìbbile è venuto a fare la serenata a dispetto”.

     Il Berni si pose olimpico alla finestra al fianco di nonna Francesca, pronto a rispondere all’ottava del figlio riprendendo la rima baciata della sua chiusura, secondo la norma del certame poetico. E lo zio Annibale lanciò al grande genitore la sua sfida, rimproverandogli, civilmente da poeta ma decisamente, la sua parzialità…

    “…Son io il maggiore. O dove il giusto vale

ognuno deve avere parte uguale”.

    “Tu sai come per l’erta il carro sale…”

     Maestro di rime come di vita, il Berni gli ricordò che è il muletto più giovane e inesperto quello che va aiutato dal buon carrettiere, quando la ripidezza dell’ansa stradale fa slittare il carretto.

      Anche Ottavio, desideroso di avere la licenza per il carro, che gli avrebbe consentito di mettere su famiglia con la sua Maria, accettò la tessera  di camicia nera della milizia volontaria fascista, scarsamente cosciente di ciò che significava, ma piacevolmente gratificato dal saluto a braccio teso che gli rivolgevano i balilla e gli avanguardisti del paese.

     Chioma rossa e corporatura robusta, era gentile e forte, Ottavio. Grande lavoratore, simpatico nel trattare gli affari e buon cacciatore, come lo stesso Annibale e il cognato Giulietto, che facevano i lupari. Ed era l’amico di tutti, quello che aveva sempre una sigaretta per chi le aveva finite. Così almeno me l’hanno descritto, per quanto può valere la descrizione di un defunto. Confidando nella sua forza e nella sua giovinezza, rinunciò presto all’ospitalità paterna, anche perché le chiacchiere non s’incattivissero. Nella casetta presa in affitto in Contrada Pescaria Maria gli sfornò tre figli in quattro anni, con grande soddisfazione della Patria.

 
 
 


 

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