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L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 25/05/2015

IL CARDELLINO- 1

Post n°1908 pubblicato il 25 Maggio 2015 da anonimo.sabino
 

5. IL CARDELLINO DEL CASTELLO DI PESCIA

      Dopo la mia partenza per il probandato anche Vanda era stata presa in collegio a Roma, mentre Franco occupava il mio posto a Tata Giovanni. Per questo, forse, la mamma , rimasta quell’anno da sola, oltre al pacco di viveri che mi ero portato appresso insieme con la valigia da Monteflavio, me ne aveva potuto spedire uno a Natale e un terzo a Pasqua, intuendone il mio bisogno. I superiori, a Pescia, me lo lasciavano per intero.Trattandosi di dolci asciutti, che si mantenevano a lungo, me li razionavo per settimane, come  preziosa risorsa, tenendoli sotto il letto (“…Non ci stanno l’ova sode”, scriveva lei, “perché le galline non fetano”).

     Ma dopo il primo anno Vanda aveva già concluso la sua esperienza convittuale. Le era toccato il Convitto Rinascita, tra i comunisti; per un solo anno, prima che il convitto fosse trasferito al Nord. Lei me li descrisse come i combattenti che avevano liberato l’Italia dal fascismo; e m’insegnò i canti partigiani. Ma nell’ambiente religioso, nei collegi e fuori, i comunisti erano i nemici di Dio: l’aveva stabilito il papa, d’accordo con l’America.

     Non per questo Vanda aveva rinunciato all’internamento, ma per paura della lontananza eccessiva da casa.

     “Tanto”, diceva, “io sono una donna”.

     “Ma che significa?”

     “Che troverò una sistemazione, come tutte le donne”.

     Franco, da parte sua, frignava che non voleva tornarci, in collegio, ora che non c’era più Vanda a Roma, che l’andasse ancora a prelevare e farlo uscire tutte le domeniche; e mi accusava, non a torto , di non avere denunciato le condizioni di vita del nostro piccolo lager.

     “Almeno non devi fare come me le visite facoltative in chiesa per non insospettire i superiori”, mi sfogai. “Io sto peggio di te, senza ritorni a casa, senza visitatori e sempre spiato. A che servono i lamenti?”

     Avevo incontrato anche Elena, che stava a Monteflavio in villeggiatura con i suoi. Non sembrava più una bambina.

     “Allora ti fai prete?” Che cosa rispondere?

     “Sì… Può darsi…” Lei aveva abbassato la testa ed era scappata via.

 
 
 


 

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