L'altra campana

ONNE - 2

Almeno come fenomeno sociale, il plagio perpetrato negli istituti religiosi nei confronti di probandi, novizie e chierici avrebbe dovuto gridare vendetta presso tutte le coscienze civili. Non sarei stato né un rivoluzionario né un buon demonio, se avessi omesso una denuncia che nessuno poteva avanzare meglio di me; non contro i Somaschi, cari vecchi compagni di sventura, ma anche per loro conto, contro il terrore che avevano subito prima di armarsene.

Pensai alla forma del racconto, per rendere la lettura più attraente, una versione romanzata della personale esperienza; ed era un’appropriata appendice del Processo al cristianesimo.

Su consiglio di qualcuno del partito, lo portai poi in visione a Rino Dal Sasso, noto critico letterario. Il giovane intellettuale, morto poco dopo, attraverso la sua compagna, l’attrice Edmonda Aldini che mi restituì il dattiloscritto, mi comunicò il suo giudizio positivo, ma anche il consiglio di riscriverlo ambientandolo nel medioevo… “per renderlo più credibile”. E ci scommetto che anche il lettore di queste memorie sarà convinto che siano storie di altri tempi, ignaro che quel sistema di lavaggio del cervello è attualissimo, in un sistema di certezze dove tutto deve essere eterno.

Qualche tempo dopo spedii il racconto a quello che per Donini era l’editore più coraggioso.

Parma 9 febbraio 1965 Gentile dottore, abbiamo esaminato il suo manoscritto “Il Giannizzero” che ha rivelato una apprezzabile omogeneità narrativa. Purtroppo, per motivi dettati dalla generale situazione dell’editoria dobbiamo contrarre i nostri programmi e rinunciare ad ogni progetto che non sia nell’ambito delle nostre attività tradizionali. Le rimandiamo il manoscritto augurandole di trovare un editore più coraggioso. Voglia gradire i nostri più cordiali saluti. p. Ugo Guanda editore.

Il lettore mi bisbigliava dunque che era il coraggio, che mancava. Sempre quello. Avevo così una conferma che la Chiesa si reggesse non tanto sulla fede religiosa, quanto sui forti interessi che vi si erano strutturati sopra.

Aveva ragione Luigi Longo? Io continuo a credere di no: se è vero che tutto è mosso dall’interesse e che tanti interessi si sono strutturati attorno agli altari, è altrettanto vero che non esistono soltanto interessi economici. Io stesso sentivo o presumevo di essere la dimostrazione di un attivismo che non mirava a un interesse economico; non almeno a un interesse economico meramente personale.