Creato da anonimo.sabino il 06/09/2006

L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 18/11/2015

TRASTEVERE - 3

Post n°2031 pubblicato il 18 Novembre 2015 da anonimo.sabino
 

 

La denuncia era dell’anno prima, ma io la ricevetti nel gennaio successivo, quando Antonietta era all’ultimo mese di gravidanza, con l’ingiunzione a comparire presso il Pretore di Palombara Sabina, per rispondere del reato di affissione di manifesti fuori dagli spazi elettorali consentiti. Era evidente che il brigadiere dei carabinieri l’aveva stilata per conto di qualcun altro.

 

Moricone lì 25/4/1968 PROCESSO VERBALE di denuncia a piede libero di DE MICO FABIO, fu Ottavio e di Gilardi Maria, nato a Monteflavio il 5/4/1937, ivi residente in via della Regina n. 4, celibe, avvocato; PER infrazione alla legge 2/4/1956 n. 212. Il 25/4/1968, nell’Ufficio dellaStazione cc. di Moricone alle ore 19; Noi sottoscritti (sic) Brig. Schintu Antonio comandante della suddetta stazione, riferiamo a chi di dovere quanto segue: Il giorno 23/4/1968, il sottoscritto si portava in Monteflavio per accertamenti e informazioni varie, quando nella bacheca della Piazza di Monteflavio riservata al P.C.I. sezione di Monteflavio, venivano scorti affissi due manifesti di cui uno con l’emblema del P.C.I. e uno del P.S.U.P.

 

Il sottufficiale lasciava l’incarico alla Guardia Municipale del luogo Gilardi Filippo di invitare il segretario della Sezione politica Comunista interessata a rimuovere detti manifesti siccome in quel momento era assente e di riferirgli che in caso di omissione sarebbe stato denunciato. La guardia nel pomeriggio del medesimo giorno riferiva le testuali parole “Il De Mico invitato nel senso richiesto rispondeva che i manifesti non li avrebbe levati e che il Brig. avesse fatto pure QUELLO CHE CAZZO VOLEVA”.

 

Al De Mico fu rivolto un invito in caserma… Il De Mico compariva in quest’Ufficio nel pomeriggio del giorno 24 detto e biasimava il provvedimento preso anche perché secondo lui i manifesti degli altri partiti non erano stati rimossi, cosa che non risultava però poiché ness’unaltro (sic) partito si era permesso di affiggere manifesti in spazi non consentiti.

 

La responsabilità del De Mico è palese, quindi ogni addebito per quanto concerne l’affissione è da attribuirsi ad esso o direttamente o indirettamente sia perché è il segretario della sezione Comunista del luogo e l’affissione di manifesti in quel determinato spazio sono riservate alla sezione, sia perché nelle conversazioni avute con esso non hanno lasciato adito a dubbio alcuno circa l’autore dell’affissione sia per la ostinazione nel rifiutare di togliere le stampe stesse.

 

Poiché nei fatti sopra esposti sono emersi gli estremi di cui alla legge 2/4/1956 n. 212… eccetera. Fto: Schintu Antonio Brig.

 

 
 
 


 

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