L'intollerante

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Creato da eccelso86 il 20/03/2007

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L'epoca del "cialtronismo"

Post n°203 pubblicato il 16 Giugno 2010 da eccelso86

In questo breve e spero puntuale editoriale non voglio dilungarmi in sbadigliose disamine comparative tra la vecchia classe dirigente e quella attuale né, tanto meno, lasciarmi sedurre da nostalgiche rivisitazioni alla "stavamo meglio quando stavamo peggio". Ciò che ci tengo particolarmente far notare, però, è un dato probabilmente inconfutabile e cioè il "cialtronismo" generalizzato che si riscontra nell'azione degli esecuviti che hanno governato negli ultimi anni.

Prendendo in considerazione quello attuale di centrodestra non si può infatti non notare un dato lampante: si colpisce nel mucchio tentando di risolvere problemi causati da comportamenti ed illeciti particolari. In pratica si inverte il principio del "colpirne uno per educarne cento" e si colpiscono 1000 invidiui onesti per la cattiva educazione di qualcuno. Qualche esempio? Dalla scuola alle intercettazioni, passando per la Fiat di Pomigliano, è infatti fin troppo evidente come, il governo, agisca considerando come scienza gestionale esatta i vari luoghi comuni e non tentando di colpire il marcio valorizzando così il virtuoso.

Ci sono sprechi nel settore dell'Istruzione Pubblcia? Bene: taglio generalizzato ed indiscriminato proposto dal ministero. In Italia esiste un effettivo ed inneagabile uso eccessivo delle intercettazioni? Un tipo di "stampa giudiziaria" pigra e spesso politicizzata che agisce abusando di tale sistema d'indagine? Perfetto: si limita in maniera generalizzata l'utilizzo delle intercettazioni, proponendo un testo di legge che riesce a mettere d'accordo anche chi si è sempre trovato agli antipodi. E Pomigliano? Qualche dipendente fubrastro e lavativo ha magari abusato della possibilità di richiedere giorni di ferie per "malattie"? Perfetto: si toglie a tutti,indiscriminatamente, la possibilità di utilizzare un diritto sancito dalla costituzione. Si potrebbe continuare all'infinito, palesando un sistema di gestione del paese distorto ed appunto cialtrone. I provvedimenti presi, infatti, sembrano non essere stati preceduti da un'analisi competente e puntuale delle storture da correggere e mirano, nella peggiore tradizione antidemocratica ed antimeritocratica, a colpire nel mucchio. Ma allora, perdontemi, qual è la differenza tra un ministro e un comune cittadino? In Campania c'è crisi e la giunta propone l'aumento delle tasse..."Geniale"...una mossa che viene definita come suicida al primo anno di economia. E allora? Se chi ci governa è così incapace, noi che lo abbiamo votato quanto valiamo?

 
 
 

L'amore vince sempre sull'odio e sull'invidia

Post n°202 pubblicato il 12 Giugno 2010 da eccelso86

Il sottoscritto invita tutti i suoi eccelsi lettori a visionare con cura questo esilarante video che però, come leggerete poi, è molto più che una divertente ed imbarazzante sequenza d'immagini che vedono un asino arrapato mettere a pecora un povero sventurato. Ordunque visionate la "testimonianza" d'amore agreste e poi leggete la narrazione dell'intera, istruttiva vicenda....

 

 

 

E' un calmo e tiepido pomeriggio nelle pianure di Castellazzo; tranquilla e bucolica cittadina emiliana dalle pericolose quanto acclarate tendenze eversive. Un uomo, che i servizi segreti hanno identificato come iscritto al partito comunista, cerca di scaricare la sua fisiologica acrimonia schizzando dal proprio atrio anale alcune gemme color corteccia. Bersaglio di quella pioggia d'odio liquamoso sono un gruppo di ignari quanto inermi esemplari di Meconopsis betonicifolia (più comunemente conosciuti come papaveri azzurri) seminati direttamente da un monaco tibetano diversi mesi prima.

A difesa di quei fiori color libertà preziosissimi poichè unici nelle altrimenti brulle campagne di Castellazzo, decide di lanciarsi un gagliardo quanto particolare "promotore della libertà" che, carico d'amor (s)cortese, tenta in tutti i modi di tappare con il proprio generoso membro quell'antro oscuro che sta per scaricar chili di fisiologica blasfemia su 4 splendidi frutti della terra.  Ancora una volta l'amore si contrappone con fierezza e coraggio all'odio, la bellezza (dei fiori azzurri tibetani) resiste al becero attacco di chi, colto da viola invidia, tenta di coprire di marrone disdoro i  germogli perfetti di una natura generosa ed aperta verso il forestiero. La battaglia epica tra un fattore comunista ed un asino liberale si consuma senza alcuna esclusione di colpi; con l'uomo che prende a ceffoni il somaro nel disperato tentantivo di  dissuaderlo da ogni proposito di incaprettamento.

L'animale però continua indefesso nel suo erotico inseguimento e mette l'eversivo alle strette; impedendogli addirittura di tirarsi su mutanda e calzoni prima di soccombere. sotto le ripetute e pervicaci stille d'amor bestiale. Dopo una disperata corsa sguardo indietro nella prateria, a causa della corposa presenza di sterpaglie e dossi, il "rosso" inciampa infatti in un arbusto ed è costretto a genuflettersi per un paio di fatali secondi. Le immagini che avete visto nel video allegato non permettono di godere fino alla fine dell'opera di sottomissione della belva; spinta da democratica libidine sull'uomo ma, fonti certe e dalla verve poetica, lasciano una semplice nota-sonetto in rima baciata per favorire l'immaginazione dei lettori.

"Dopo una corsa nell'alta sterpaglia

vedendo impigliata tra i rovi la maglia

L'uomo cattivo, raggiunto dal ciuco

Sentì doloroso l'arnese nel buco"

 

Ancora una volta, dunque, l'amore vince sull'invidia e sull'odio. IH-OHHHH!

 
 
 

Aborto si - aborto no ed il nuovo fondamentalismo Ateo!

Post n°201 pubblicato il 10 Giugno 2010 da eccelso86

Avete presente la religione? Quella che nei millenni così tanti morti e massacri ha causato e giustificato. Quella dell’arroganza di chi, non avendo una famiglia, crede di poter dare nozioni in merito a chi una moglie e dei figli ce li ha sul serio. Quella che si dice vicina ai poveri ed ai derelitti e che poi si veste con abiti pregiati e costosi gioielli; collezionando terreni, proprietà, privilegi e vere e proprie aziende. Quella che predica amore e tolleranza ma poi si scaglia con forza contro gli omosessuali. Quella che, in ultimo, ancora oggi favorisce asprissimi scontri e prese di posizione ottuse e retrograde da un lato e scellerate, irresponsabili e finto-progressiste dall’altro.

Ieri Andrea Bocelli ha “osato” raccontare la sua storia; collegata a quella di una giovane donna (sua madre) che non abortì nonostante tutti i dottori le avessero consigliato questa scelta poichè “suo figlio nascerà sicuramente con una menomazione grave”. La ragazza scelse però di continuare la gravidanza e di dare alla luce, in ultimo, un non vedente colpito da glaucoma congenito che ha poi deciso di macchiarsi di altre due colpe inaccettabili oltre a quella di essere nato: credere in Dio e fare tantissimi soldi grazie ad un talento che il fato ha voluto concedergli dopo avergli tolto la vista. Ho riportato ieri questa notizia-storia; omettendo tutti i particolari legati alla forte religiosità del tenore proprio per non urtare la sensibilità dei sempre più numerosi “atei integralisti” che popolano questo paese.

Tutto ciò perchè non mi interessava la questione aborto in sè, né le battaglie da tifosi che esplodono ogni volta che si affronta un tema del genere. Volevo infatti solo raccontare la storia, oggettivamente bella, di una donna che decide di mettere al mondo un figlio che sembra condannato all’infelicità e che, invece, riesce ad emozionare con la sua voce 70 milioni di persone dopo essere venuto al mondo. Eppure, nonostante questo, i crociati del non Dio, intolleranti ad ogni forma di pensiero che non sia il loro, hanno sfoderato le consuete spade mistificatrici e predicato il loro pensiero finto-prograssista e superficialmente deresponsabilizzante. In poche parole, per questa gentucola rancorosa dal cervello spento e turbato, chi osa rallegrarsi per un aborto mancato è automaticamente un prete o comunque “un bastardo cristiano bigotto”. La violenza espressiva di queste persone è identica a quella degli integralisti che tagliavano teste, incendiavano villaggi e stupravano donne in nome di Dio, Allah, Maometto, Gesù e via discorrendo.

Il livello di ottusità ed intolleranza è identico con la differenza che, mentre nel mare magnum delle ipocrisie e delle assurdità superstiziose la religione lasciava qualche valore innegabilmente positivo ed universalmente condivisibile, la battaglia atea di questi individui porta avanti quasi unicamente messaggi scelleratamente ed assolutamente relativisti: FATE QUEL CHE CAZZO VI PARE, FUMATE QUANTO VOLETE, TROMBATE CON CHIUNQUE E, SE CI SCAPPA “L’INTOPPO”, ABORTITE IN UN LAMPO. Un materialismo disarmante e sciatto che ha intristito un’intera società; catalogando i figli come “pesi” da evitare per più tempo possibile (o magari per sempre) insieme alla costruzione di una famiglia (anche quest’ultima vista come roba superata e da “cristiani bigotti”). In un circolo vizioso che giustifica ogni umana debolezza in nome di un’ipocrisia della virtù che viene considerata inevitabile e scontata; venendo allargata a tutta la popolazione (se decidi di volere una famiglia di sicuro cornificherai tua moglie come fanno “tutti”).

E la filosofia del tanto peggio tanto meglio che tanto in basso ci ha fatti cadere e che tanti giovani ha bruciato e continua a bruciare. A queste persone vorrei solo far riflettere su un punto: essere pro-aborto o anti-aborto in maniera assoluta è roba da dementi e da ottusi. Non esiste una bandierina da sventolare e, certe scelte, non si possono imporre (o giustificare) in un senso o nell’altro. Conosco una miriade di mamme che volevano abortire e che, costrette da genitori “cristiani e bigotti”, hanno alla fine continuato la gravidanza partorendo un figlio che ha regalato loro gioie immense (e non solo problemi e ritardi nella realizzazione professionale). Nessun uomo può scegliere con tanta sicumera ed incoscienza sulla vita e sulla morte; sia esso un fervente religioso o un ateo convinto. In ultimo conosco tantissimi non credenti che non abortirebbero mai ed altrettanti cristiani praticanti che abortirebbero senz’altro…conosco dunque persone e non pallide e prevedibili “equazioni-ideologiche”. Conosco e scorgo dunque le contraddizioni emotive e culturali che sono tipiche dell’essere umano. Voi che continuate a ragionare come macchine, francamente, avete stancato. Amen (per ci crede) The end (per i “progressisti”).

 
 
 

Università Italiana, quando il 3+2 fa 4

Post n°200 pubblicato il 30 Maggio 2010 da eccelso86

Partorisco questo editoriale dopo essermi fatto ingravidare da un'immagine divenuta molto popolare in questio giorni (e che vedete allegata al mio pezzo): da un lato c'è Renzo Bossi, figlio d'arte di chi d'arte non ne ha mai avuta che, con le sue tre bocciature consecutive da guinnes dei minorati, rappresenta l'Italia che lavora (e ruba). Dall'altro, invece, c'è la ragazza studiosa da 110 e lode con il suo bel contratto a progetto in un call center. Il primo subumano citato guadagna circa 10.000 euro al mese mentre, la seconda "sfigata", se tutto va bene, arriva ad 800.

Ora, ogni volta che attacco l'Università Italica c'è qualche predicatore di saggezza che parla della volpe e dell'uva o che intona il solito ritornello:"Eh ma quel pezzo di carta serve e, se non lo vuoi è solo perchè non sei capace di prenderlo". Amici cari ma il sottoscritto di Università ne ha frequentate due (Economia e Scienze Politiche) e, ironia della sorte, ogni docente ad eccezione di due al termine dell'esame gli ha chiesto:"Vorrebbe preparare la tesi con me"? Viaggiare sull'onda dei 28-29 e 30 vuol dire che hai mezzi per prenderla con molta facilità quell'uva e che quindi non hai motivo di disprezzarla.

Anzi, vi dirò di più: io quell'uva l'ho assaggiata ed assaporata con gusto; innamorandomene per un lungo periodo di tempo...poi però ho visto che risultava sempre più insipida e, soprattutto, che veniva gettata ai porci senza ritegno. Già il fatto che si consideri la Laurea come qualcosa di "burocraticamente utile" per me rappresenta uno scandalo indicibile. La laurea non dovrebbe mai essere una sorta di lasciapassare, di pezzo di carta utile per non morire di fame. Il percorso di studi accademici dovrebbe essere elitario (e qui temo diventerò impopolare) e per pochi capaci e volenterosi che vogliono fare dell'intellettualismo una professione (ovviamente eliminiamo le facoltà di Ingegneria, Medicina e le poche altre che servono per un risvolto pratico). Non si può massificare l'alta cultura e renderla inevitabilmente dozzinale, cialtrona e quindi vuota e poco interessante.

Non si può continuare ad illudere i neo-maggiorenni facendoli inscrivere a facoltà che dovrebbero essere uffici di collocamento e dove, puntualmente, si fa a gara a chi ha la memoria migliore e la capacità critica inferiore. Io sognavo la vita d'Ateneo come una sorta di competizione intellettuale e stimolante tra professore e studente.  E invece? Un ammasso di carne umana ansiosa e pappagallesca che studia, si specializza, si "masterizza" per poi vedersi scavalcata da un bamboccio padano. Il conseguimento della laurea dovrebbe essere, a mio avviso, un traguardo personale per entrare a far parte di un'elite ma, nel momento in cui il titolo accademico diventa solo "un pezzo di carta" che può prendersi anche Del Piero con Cepu, perdonatemi, la mia più ampia ed efficace forma di protesta dovrebbe essere proprio quella di dire:"O CAMBIATE IL MODO DI FARE E CONCEPIRE L'UNIVERSITA', O IO COL CAZZO CHE PAGO LE TASSE".

Bisogna convincersi che, per fare il 90% dei lavori, una laurea non è necessaria...persino per giurisprudenza ed economia, se si è portati per tali ambiti, basterebbe un anno di studio approfonditissimo con i basimenti e poi via; subito a tirocinare. E invece? Studi per 5 anni economia e diritto per poi uscire dall'Università e non essere capace nemmeno di scrivere un atto di citazione o tenere la contabilità di un tabaccaio. E così, il massimo che possono offrirti, nonostante i tuoi roboanti (ma massificati) titoli, è un contrattino da massimo 1000 euro al mese. In italia sono triplicati i laureati ma non i posti di lavoro; ergo, senza essere un genio della matematica, si intuisce che nel sistema c'è qualcosa di profondamente sgangherato e squilibrato che va riaggiustato prima possibile e con metodi drastici. Come? Non sono io il ministro dell'Istruzione; purtroppo :D

 
 
 

Radio Onda pazza e l'antimafia insegnata ai figli dei camorristi

Post n°199 pubblicato il 29 Maggio 2010 da eccelso86

NAPOLI - Si può mettere in piedi un circolo culturale antimafia intitolato a Peppino Impastato proprio in uno dei luoghi simbolo della camorra? Può, un giovane nato a San Giovanni a Teduccio e cresciuto a Taverna Del Ferro, portare avanti un’autentica battaglia contro la malavita organizzata a due passi da rioni, quartieri e strade che sono considerate da sempre proprietà quasi esclusiva dei clan? A sentire la storia di Radio Onda Pazza e dei volontari meravigliosamente folli che la tengono viva pur possedendo risorse economiche ridottissime, a quanto pare si. A parlare con noi, in particolare, è stato Michele Langella; presidente del circolo culturale “Peppino Impastato”, laureato in sociologia e con un sogno del cassetto: rendere un posto migliore il luogo in cui vive recuperando, con un instancabile (e non retribuito) lavoro giornaliero, proprio i figli, i nipoti e i fratelli di uomini che stanno scontando il 41 bis o che, magari, sono stati uccisi durante un regolamento di conti tra bande rivali.
Orfani che portano un cognome che pare destinarli ad una vita nella malavita, ragazzini di 11-12-13 e 14 anni che hanno sulle spalle fardelli e pregiudizi schiaccianti ed umilianti e che, grazie ad Onda Pazza, posso avere qualcosa che per i ragazzi più fortunati è praticamente scontato: un’opportunità di scelta; un'alternativa alla carriera nel terribile mondo della camorra.
Michele, come molti altri dei componenti del suo circolo, è cresciuto giocando a pallone con quelli che sarebbero poi diventati boss, piantoni e spacciatori. Ancora oggi, magari proprio dopo una manifestazione anti-camorra, incontra qualcuno dei "pali" prima di rincasare. “E’ una strana sensazione – ammette – ci salutiamo anche ma loro sanno che non abbiamo nulla da condividere e che siamo agli antipodi”. Grazie a Radio Onda Pazza, che opera a San Giovanni a Teduccio con costanti attività ricreative, culturali e soprattutto di doposcuola, molti giovanissimi letteralmente emarginati da una società etichettante e frettolosa, hanno trovato stimoli ed obiettivi che la frequentazione “ordinaria” dei vari istituti scolastici non riusciva in alcun modo ad incentivare. Nella sede di San Giovanni, infatti, sono ospitati studenti ripetenti delle scuole medie che, grazie ad un paziente lavoro di affiancamento scevro di preconcetti  e carico di passione, sono riusciti non solo a preparare l’esame per l’ultimo anno ma, addirittura, a sentirsi desiderosi di continuare gli studi iscrivendosi alle scuole superiori. Tutti ragazzini dati per “persi” ed affidati, in molti casi, ai servizi sociali o alla vita in strada; in balia degli adescatori che lavorano quotidianamente per trovare “nuove reclute” da inserire nei plotoni della mala. Nella sede di Piazza Pacichelli, tra trasmissioni radio, escursioni e lezioni di storia, matematica e letteratura, quelli che in tanti considerano già futuri camorristi, riescono così a trovare le basi per costruirsi un futuro meno tetro e disumano.
Come quasi sempre accade per gli esempi virtuosi ed eroici di cittadinanza attiva e dotata di enorme senso civico, le istuzioni (ed i fondi) latitano, condita da un desolante e colpevolissimo silenzio degli organi d'informazione. “Per far sopravvivere Radio Onda Pazza basterebbero circa 10.000 euro all’anno – sostiene sicuro Langella -. Noi non pretendiamo uno stipendio per quello che facciamo ma abbiamo dei costi, tra fitto del locale, bollette ed attività varie, che non possiamo sostenere perché non abbiamo un lavoro e quindi una fonte di reddito”. Inizialmente il progetto aveva riscosso non poco interesse, con media locali e nazionali che si erano interessati di raccontare il piccolo grande miracolo sociale di San Giovanni a Teduccio. Poi, dopo le prime pacche sulle spalle, i primi plausi, gli articoli di giornale e persino un invito ad Annozero, il silenzio ed il disinteresse hanno fatto scivolare nello scontato un lavoro che si può definire senza troppe remore eroico. Del resto, come osserva ancora il presidente, non ci sono state bombe, lettere minatorie con proiettili allegati e soprattutto nessun morto a far notizia e garantire il giusto clamore.
Eppure, la miopia di gran parte della stampa, risulta ancora più assurda se si guarda ai risultati ottenuti da un gruppo di giovani innamorati della loro terra, liberi da ogni spirito di protagonismo e da anni capaci di sradicare letteralmente numerosi giovanissimi dai territori della mafia. Nessun nobel richiesto, nessuna prima serata in qualche patinata trasmissione tv, nessun best seller da vendere; a Langella e agli altri volontari basterebbero quei 10.000 euro annui per portare avanti, con umiltà e basso profilo, un lavoro antimafia svolto direttamente sul territorio e con chi, la camorra, l’ha respirata e la respira giornalmente. Nello speciale allegato a questo articolo, si trovano numerosi altri dettagli sull’esperienza straordinaria e scandalosamente ignorata di Radio Onda Pazza; al lettore non resta che valutare con coscienza ed attenzione quanto meriti di essere conosciuta e soprattutto sostenuta.

 
 
 

Appello a Michele Santoro...

Post n°198 pubblicato il 20 Maggio 2010 da eccelso86

"Noi di Samarcanda siamo così: facciamo le file, abbiamo macchine sfigate, andiamo a far la spesa nei supermercati, prendiamo la metropolitana"; sono le parole di un giovane Michele Santoro durante la storica trasmissione Samarcanda.

Sono le parole che, insieme a tutta la brillante carriera del noto giornalista nemico di truffatori e disonesti, hanno un peso specifico che si impasta in un dovere preciso: quello della coerenza. L'appello che state per leggere non potrei mai rivolgerlo a Vittorio Feltri, Augusto Minzolini, Emilio Fede, Maurizio Belpietro e via discorrendo. Non potrei rivolgere a tali personaggi questa accorata richiesta per il semplice fatto che, loro, hanno scelto una strada diversa e solitamente molto più facile e meno impervia di quella in cui si sono avventurati i vari Santoro italici.

La vita, del resto, non è altro che gli incontri che fai e scelte che prendi: se sei un bieco arrivista-capitalista-egoista ed individualista dovrai preoccuparti esclusivamente di essere coerente con la tua coscienza muta e minuta e con l'idea poco esaltante che grossa parte della società ha della tua persona. Avrai i tuoi soldi, il tuo potere e i tuoi amici comprati e, dei soliti "comunisti" sfigati e rosiconi, non te ne potrà fregar de meno. Se invece, come Santoro, costruisci tutta la tua storia umana e professionale sul racconto delle vite di disoccupati, cassaintegrati, sfruttati, truffati, sottopagati e proprietari di "macchine sfigate"; vendendo libri e conducendo trasmissioni che parlano di questa parte di popolo meno "brillante" e fortunata, quando l'azienda (pubblica) per la quale lavori ti censura, mobbizza e stressa costringendoti a patteggiare una fuorisciuta ed una collaborazione che  insieme valgono più o meno 10 milioni di euro allora hai un dovere in più rispetto agli altri menefreghisti e servi del "regime".

TornandoIl dovere è quello morale di non girare le spalle, prendere i tuoi soldi, e spenderli tutti per te. Il dovere è quello di godersi grossa parte della ricchezza accumulata con fatica, serietà, onestà e competenza ricordandosi, però, di investirne una piccola parte per aiutare le persone che ti hanno seguito ed ammirato da sempre e che, diciamocelo, ti hanno anche finanziato acquistando i tuoi libri e seguendo le tue trasmissioni. Come fare? Beneficenza? Assolutamente no: al popolo di precari e disoccupati non serve il pesce ma la canna per pescare. E allora? Si prendono 2 di quei 10 milioni (che tanto con i restanto 8 qualsiasi indivuo "normale" può vivere da nababbo per il resto dei suoi giorni) e si fonda una nuova redazione che sia però composta da  cronisti giovani e meno giovani che abbiano alcune caratteristiche comuni: siano "sfigati" (nel senso di non raccomandati), preparati, motivatissimi ed onesti. Inutile fondare infatti una nuova "lobby dell'antisistema" con i soliti stranoti e straricchi del giornalismo politico d'opposizione. Insomma: per una volta nella storia di questo paese dare spazio ed opportunità di realizzazione a chi non fa parte di un cricca e di una "squadra del potere".

A Santoro dunque non si chiede di tramutarsi in novello S.Francesco  rinunciando a tutti i suoi averi o di migliorare la situazione di tutti i giornalisti italiani che ancora non hanno svenduto la propria dignità ma, semplicemente, di dare un esempio di generosità e di grandezza morale capace di zittire fino alla fine dei tempi i vari malpensanti che lo accusano di essere "il classico stereotipo di comunista-capitalista vicino al popolo quando c'è da far cassa e spettacolo e lontano da esso quando c'è da spendere". E allora, Michele, ti prego di non abbandonarci e di fornire a questo paese il primo grande esempio di democrazia ed informazione di qualità. Qualcuno diceva:"Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità"; io dico:"Da grandi giornalisti è lecito attendersi grandi rivoluzioni".

 

Ps Certo sulla cifrona sparata da Aldo Grasso sul Corriere non c'è da scommetterci troppo e, il compenso totale, potrebbe essere di gran lunga inferiore al doppio zero. In ogni caso, però, dato che i quasi tre milioni di buonuscita sono stati confermati, di sicuro si toccheranno i 5-6 totali.

 
 
 

Proposta a Fini, Bersani, Casini, Di Pietro (DA FAR GIRARE)

Post n°197 pubblicato il 07 Maggio 2010 da eccelso86

Premessa: questa lettera non chiede ai politici di diventare persone altruiste e di sacrificarsi per il bene della collettività (sarebbe come pretendere da Noemi Letizia la traduzione integrale di un testo in aramaico antico) ma, semplicemente, di continuare a battere la loro strada d'egoismo ricordarndosi semplicemente di essere un po' meno stupidi, avidi e miopi. Come? Partiamo dalla "meravigliosa" ed "originale" proposta del mitico mastro-parolaio Gianfranco Fini. Riferendosi al nuovo movimento "Generazione italia" (nella penisola ci sono più "nuovi movimenti politici" che posti di lavoro ndr) il buon presidente della Camera ha infatti sostenuto con fervente verve retorica che occorre formare dei circoli dove giovani volontari intrisi di ardente passione politica siano disposti a lavorare gratis (e quando mai) per mettere su una nuova corrente che possa ridare speranza al paese (il discorso era un po' più banale ma ho preferito sintetizzarlo). Dal canto suo anche Pier Ferdinando Casini ha avuto un'idea dannatamente geniale ed assolutamente rivoluzionaria: un nuovo partito. In pratica una barca che sta colando a picco e alla quale si concede na riverniciata posticcia lasciando però ai posti di comando sempre i soliti vecchi marinai cialtroni che l'hanno portata alla deriva. Bersani, anche lui particolarmente bravo ad indivuare soluzioni vincenti come gli italiani nel tennis e credibili come un rappresentante calvo che vende "crescina", bazzica in un buio sinistro ma assolutamente lontano dalla fame del popolo. Di Pietro?"Onorevole la crisi globale sta trascinando il nostro paese verso un baratro che pare senza fine, come agire?". Risposta:"Noi dell'Italia dei valori siamo assolutamente contrari a questa crisi globale causata dalle leggi ad personam di Berlusconi che vuole governare solo per non andare il galera...hai capit?".
Insomma ragà: siamo messi un po' maluccio e a sto punto ci vuole veramente un'ideona per risollevare le sorti di questo sgangherato paese di santi, poeti, navigatori e paraculi. Il sottoscritto non sa se la proposta che sta per avanzare sia geniale e, anzi, al 99% non lo è ma la provocazione va comunque tentata (tanto è gratis come "le collaborazioni" che si offrono oggi ai giornalisti).
1. Visto che il buon Gianfranco vuole fare affidamento sulla passione dei giovani e chiede loro di "sacrificarsi" (più di così?) per il bene della politica ed il loro futuro perchè non fa na bella cosa è da per primo l'esempio? Voglio dire: con lo stipendio d'oro che ha e tutti gli introiti extra che si vede assicurati annualmente, oltre a ciarlare potrebbe ad esempio rinunciare a 10-15.000 euro mensili per fornire 10-15 nuovi posti di lavoro ad altrettanti giovani e meno giovani capaci e meritevoli e disposti a lavorare anche 12 ore al giorno sul e per il proprio territorio. Perchè non finanziare questi fantomatici "circoli" con i PROPRI SOLDONI? Perchè chiedere ai giovani di fare i "volontari" continuando ad accumulare milioni senza fare praticamente un tubo? Mi sapete dire una sola azione concreta, bella e positiva nella quale si sia prodotti tutti i leader succitati? Giuro che me ne basta una soltanto...e allora? Il problema è proprio questo amici cari: che motivazioni possono avere un Bersani, un Casini o un Di Pietro? Sul serio ci illudiamo che agiscano nel nome del bene comune? Tanto vale tornare a scrivere letterine a Babbo Natale chiedendo che ci paghi il mutuo o che ci porti in dono un contratto a tempo indeterminato, no? A proposito: lo sapete che, chi scrive, è tra i pochi "miracolati" che il contratto a tempo indeterminato lo possiede?(così poi nessuno si azzarda a dire che "seiilsolitocomunistadisoccupatoavitachediprofessionefailcontestatore). Io non sono mai stato e mai sarò comunista, non sono mai stato e mai sarò un estremista...sono semplicemente un 23enne incazzato che non dorme la notte perchè passa le ore a farsi delle domande. Che i signori politici con ampi poteri comincino a circondarsi di ragazzi capaci (e certo non solo di quelli ma anche di 40enni, 50enni,60enni ecc) che amino LA POLITICA VERA, fatta sul e per il territorio che, se svolta bene e con grande spirito di sacrificio, può anche diventare una professione.. Qui non c'è lavoro, non c'è futuro e non c'è trippa per gatti ed il meglio che sti miliardari sanno fare è proporre "circoli dove operino volontari"? SIGNORI CARI LA PACCHIA E' FINITA...con questa storia della "gavetta" e della "passione giovanile" avete fracassato e sfruttato impietosamente già troppe generazioni. LA GENTE E' STANCA E SONO STANCHI GLI STESSI MILITANTI...o rinunciate ad un po' di quel troppo che avete o, molto presto, perderete tutto...e non è una previsione ma un giuramento!

Cordiali saluti
GERMANO MILITE

Ps se a voi che leggete ve gusta la lettere metteta na firma sotto la mia e fate girare...SPEDIAMOLA OVUNQUE ;)

 
 
 

Cosa vogliono gli italiani?

Post n°196 pubblicato il 09 Aprile 2010 da eccelso86

Roberto Conte, candidato in Campania per "Alleanza di Popolo" con una condanna in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa (con interdizione dalle cariche elettive) ha collezionato 10.000 voti. Pietro Diodato, noto amico stretto di pregiudicati e camorristi che ha per anni speculato sulla xenofobia collettiva per condurre gli affari immobiliari di Pianura a scapito degli immigrati, di preferenze ne ha addirittura collezionate 27.000.

Potrei continuare in un post lungo quando un'enciclopedia ma, a mio avviso, bastano questi due semplici casi simbolo per porci una semplice domanda: ma se, sul web, sembra che nessuno voti per Silvio Berlusconi, per i collusi, per i cialtroni, per i maghi del clientelismo ecc, questi "lord" come fanno a racimolare tali cifre? 30.000 persone che scrivono il tuo nome anche se sei un individuo incredibilmente losco cosa significano? Sento ovunque gente che si dice stanca, esasperata, schifata e pronta alla "rivoluzione" ma poi? Ma poi non si rivoluziona mai una ceppa e i giusti continuano ad essere poveri pazzi un po' sfigati e dannatamente soli. E allora? Cosa vogliamo noi italiani?

Ci siamo mai fermati un secondo, nella compulsiva frenesia quotidiana, per guardarci allo specchio e chiederci:"CHE CAZZO VOGLIO PER IL MIO PRESENTE ED IL MIO FUTURO?". Io vedo solo tantissime pecore che continuano ad iscriversi all'Università, a pagare le tasse e ad imbottirsi di nozioni inutili; sperando che il prof non sia di cattivo umore per passare un esame il cui contenuto sarà dimenticato due giorni dopo. Li vedo uscire dagli atenei con il pezzo di carta, non trovare lavoro e frignare dalla mattina alla sera. Cazzo ma non potevate pensarci prima; alzare la testa dai libri e fare domande? Esigere risposte credibili? Sia chiaro: l'Università non è un ufficio di collocamento ma, renderla un'industria sforna disoccupati (pure ignoranti) dovrebbe spingerci alla rivolta.

E invece no: io che ho sospeso per eccesso di schifo a 6 esami dalla fine perchè non trovavo più sensato perdere ore, giorni,mesi e soldi su di un libro mentre poi, l'autista di Luigi Cesaro, veniva nominato assessore al bilancio. Solo a me questo sembra intollerabile? Solo a me fa venire voglia di bruciare la Provincia di Napoli? E allora? Perchè gli italiani si lamentano? lanciano le urla e poi, quando qualcuno vuole raccoglierle, si voltano indietro e ritornano a beelare. Ma possibile che non capiamo che oggi le priorità sono altre? RIFORMA UNIVERSITARIA O BLOCCO PERENNE DEGLI ATENEI. IO CI SONO, CI VADO, SONO GIA' LI...ma non scimmiottando il fallito 68; organizzandosi con docenti, esperti e studenti cazzuti per PROPORRE ALTRNATIVE. Sto sognando? Pretendo troppo? Lo so...evidentemente alla maggioranza va bene così e, in un paese dove la maggioranza (anche se idiota) decide tutto di tutti, i poveri sfigati che si fanno semplicemente delle domande possono far poco o nulla. Ma perchè parlo di Università e studenti? Beh perchè tutto comincia (ed eventualmente, come avviene oggi) non comincia. A Roma il massimo a cui assistiamo è il deprimente spettacolo di un branco di cazzoni che giocano ancora ai comunisti contro i fascisti. E allora? Se i centri di sapere, aggregazione e libertà sono ridotti così male, perchè meravigliarci che tutto vada così male? Gli Italiani cosa vogliono?Probabilmente Studiare per 6 anni ritrovandosi poi precari e maledicendo il "governo ladro e cialtro". Oppure Lamentarsi che non c'hanno un cent e poi comprare le vacanze a rate.

Italiani: popolo di santi,poeti, navigatori e capre...

 
 
 

"Padania" Vs Mezzogiorno...i nuovi schiavi

Post n°195 pubblicato il 08 Aprile 2010 da eccelso86

Particolarmente pietosa (e per questo molto seguita) l'ultima puntata di Ciao Darwin; con un Bonolis redivivo pronto a condurre l'epico scontro tra la fantomatica Padania ed il nullafacente mezzogiorno. Uno battaglia che, come intuibile, è stata combattuta a suon di luoghi comuni: con i produttivi ed iperattivi nordici ad un lato del ring ed i sonnacchiosi e disordinati terroni dall'altro. Tosca D'Aquino è stata la bella  e combattiva regina del settentrione che si è opposta con fierezza e fino all'ultimo stereotipo disponibile al gagliardo Fabio Testi; nordico campione e noto lavoratore instancabile.

Dopo la puntata-successo, su web e riviste si leggevano le impressioni dei vari giornalisti, blogger ed opinionisti. Tra tutti mi ha colpito quella di una collega milanese che, su una testata on-line della quale ora mi sfugge il nome, rimaneva inorridita dinanzi alla "pigrezza" meridionale che sarebbe emersa anche durante il programma di Canale 5. In particolare, l'arringa è partita contro un discorso (decisamente banale a dire il vero) della D'Aquino. In pratica, la bella terrona, si consolava della minor produttività dei suoi conterranei osservando che così, almeno, le donne del sud avevano più tempo a disposizione per occuparsi di casa e figli. La giornalista milanese a quel punto non c'ha visto più ed ha commentato:"Cara Tosca piacerebbe anche a noi mamme del nord avere più tempo per la famiglia...ma se qui non lavori e produci non vai avanti. Qui tutto costa molto di più e non ci si può concedere il lusso della siesta pomeridiana". E poi ancora:"Prova a spegnere il cellurare per il pisolino pomeridiano che tanto piace a voli del sud...perdi un'opportunità di lavoro-guadagno e sei finita".

In ultimo l'amara constatazione:"Magari è sbagliato questo modo di vivere (mannò è il sogno di ogni persona dotata di cervello ndr) ma dobbiamo capire che non c'è alternativa e che non possiamo continuare così: noi che produciamo e voi che dormite".

Ora, lungi da me analizzare il coro deprimente di banalità a buon mercato espresse da una parte e dall'altra, mi piacerebbe riflettere brevemente su questa nuova schiavitù alla quale, a quanto noto, ci stiamo pericolosamente rassegnando un po' tutti. La lombarda in questione trova dunque giusto o comunque inevitabile lo spropositato costo dei beni di consumo e, cosa ancora più triste, si rassegna ad affidare i propri figli a tv e baby-sitter perchè si "deve lavorare e produrre". E visto che questa filastrocca "Il nord produce ed il sud non fa un cazzo" sta diventando il motto del governo, vorrei porre l'attenzione su alcuni aspetti annessi e connessi a tale "pensiero": ma siamo sicuri che, lavorare 13 ore al giorno per 7 giorni su 7 con capo chino e cervello attivo solo per ciò che riguarda la professione sia "progresso"?

Siamo sicuri, soprattutto, che sia da persone intelligenti e sensibili? Siamo sicuri che sia giusto perdersi l'infanzia dei propri piccoli per acquistare un'auto che potrebbe costare 2500 euro e che invece ti vendono "con la super-offerta valida solo a fine mese all'imperdibile prezzo di  12.500?". Volendo evitare la solita retorica anticonsumistica, in ultimo mi chiedo: siamo sicuri che il futuro sarà proprio nelle mani di questi nuovi schiavi egoisti quanto miopi e presuntuosi? Siamo sicuri che le risorse che al momento sono sulla terra ci permetteranno ancora a lungo questo tipo di (non) vita? Il lavoro nobilità l'uomo ma il solo lavoro uccide l'anima. Sarebbe forse il caso di ricordarsene, almeno ogni tanto. Senza lanciare urla di sdegno verso chi, ogni tanto, si concede il "lusso" di fermarsi. Che poi il meridione sia straripante di scansafatiche che non sanno cosa sia avere delle responsabilità e non essere assistiti dalla stato direi che è inconfutabile...ma, tra i due estremi, siamo certi che sia meglio quello "padano"? A giudicare dal livello intellettuale medio dell'elettore tipo leghista direi proprio che, entrambi gli esempi, sono decisamente deprimenti; con l'eccezione che il secondo abbina l'ignoranza e la pochezza con l'arroganza spropositata.

 
 
 

Il Santoro leghista si chiama Gianluigi Paragone

Post n°194 pubblicato il 07 Aprile 2010 da eccelso86

Dal 15 gennaio scorso, Rai Due, ha finalmente il suo Santoro di destra. Se non conoscete lui e la sua trasmissione non vergognatevi troppo però: quel 7,0% di share la dice lunga sull'appeal che il buon Gianluigi Paragone, gagliardo verdano d'origine sannita, riesce ad avere sui telespettatori. A guardar gli ascolti del "concorrente" Anno Zero e di quel comunista di Santoro (che arriva a sfiorare il 30%) pare quasi che il consenso popolare sia invertito; almeno su Raidue e per quanto riguarda le trasmissioni che si occupano di politica. Ma perchè mi occupo di questo ridicolo Paragone (che meraviglia i giochi di parole, eh?). Beh perchè sono letteralmente inciampato nell'ultima puntata della sua trasmissione che si chiama "L'Ultima parola" e che è andata in onda lo scorso 2 aprile con ospiti in studio
- Luca Zaia
- Francesco Storace
- Vincenzo De Luca
- Leoluca Orlando
- Maurizio Belpietro
Collegamenti esterni con Matteo Salvini (il genio dei cori da Stadio alla "Vesuvio lavali col fuoco") che conduceva la diretta con Radio Padania. Un po' di spazio(giusto per farli incazzare) è stato dato ai lavoratori di Termini Imerese (che non sia dica che la Lega non sia vicina ai lavoratori terroni). La trasmissione comincia in maniera patetica e quasi grottesca e si conclude in maniera vergognosa e goffa. Paragone tenta con una faziosità che in confronto Emilio Fede è la Svizzera di mettere in ridicolo la sinistra italiana (vuole fregare l'idea alla pubblicità del Gratta e Vinci "Ti piace vincere facile bonshi bonshi bom bom bom")...così si parla dei "compagni dal portafoglio sempre pieno in tasca" e dei "salotti radical-chic" dei sinistroidi ipocriti fino poi a toccare il tema dell'assistenzialismo del meridione, della produttività degli imprenditori della "Padania", della mafia, della camorra e della n'drangheta. E' ed carino notare come, chi parla di "salotti radical chic ipocriti", abbia poi il coraggio di pontificare dall'interno di un patinato studio Rai sulla lotta alla mafia che i meridionali dovrebbero combattere in prima persona giornalmente. Di sicuro l'impavido Paragone, avendo vissuto da sempre a Varese, sa bene cosa sia la malavita del mezzogiorno e come sia facile ragionare, ad esempio, con un camorrista. Lo sa così bene che non riesce proprio a spiegarsi come mai, i lavoratori di Termini Imerise, non combattano in prima persona contro la mafia. 
In ogni caso,a quel punto della trasmissione, confesso di aver pensato: "No dai: è tutto uno scherzo. E' il set di un film comico-caricaturale sulla Lega Nord e sui suoi uomini...adesso lo dicono chiaramente, entra qualcuno in studio a stringere la mano a Paragone congratulandosi con lui per aver interpretato alla perfezione il ruolo del non-giornalista verdano e finisce tutto".
E invece no: la trasmissione prosegue annegando in una serie imbarazzante di luoghi comuni che lasciano basito De Luca, interdetto Storace, sconfortato Orlano e soddisfatti Zaia e Belpietro.
E Belpietro in particolare non si smetisce: come spesso accade, infatti, riesce a parlare di una decina di argomenti diversi sparando 3 cose giuste facendosi fraintere e 7 minchiate facendosi intendere benissimo. L'episodio che mi rimarrà sempre nel cuore, sarà però il collegamento con Radio Padania e quel signore dall'accento tirolese che esordisce gagliardo e con marcato accento nordico:"Io voto Lega da 3 anni" con Salvini che chiede:"E perchè"? E lui:"Beh perchè mi piace l'inno della Padania". A quel punto persino Paragone ha un sussulto di dignità e commenta:"Ecco: la dimostrazione che le telefonate sono senza filtri sul serio"(un po' a dire:"Avete visto? Facciamo intervenire proprio tutti..anche i poveri stronzi").
Concludo con una speranza: fino a quando non ho visto "L'Ultima puntata" avrei tanto voluto partecipare attivamente ad una puntata di Annozero. Ma da quando ho avuto dimostrazione delle faziose doti del Paragone, ho un nuovo sogno: essere invitato nella sua trasmissione come "terrone originale esperto di amenità leghiste". Lo so: non accadrà mai...la Lega sfida solo chi è già sconfitto e si allea esclusivamente con chi ha già vinto. Lo fa da sempre, lo farà per sempre...amen e croce celtica al collo
Ps se siete particolarmente forti di stomaco (o siete troppo stitici per fare gli stronzi) qui c'è il link della puntata..buona cag..ehm visione!

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-4afd29e2-0a64-4b16-ab93-2213ab43d89f.html?p=0

 
 
 

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