Questo blog non supporta l'uso improprio delle K e aderisce alla campagna Good Writing is Sexy per la salvaguardia del grafema CH.
In certe notti serene, con la luna grande, si fa festa
nei boschi. È impossibile stabilire precisamente quando, e non ci sono
sintomi appariscenti che ne diano preavviso. Lo si capisce da qualcosa di
speciale che in quelle occasioni c'è nell'atmosfera. Molti uomini,
la maggioranza anzi, non se ne accorgono mai. Altri invece l'avvertono subito.
Non c'è niente da insegnare in proposito. E' questione di sensibilità:
alcuni la posseggono di natura; altri non l'avranno mai, e passeranno impassibili,
in quelle notti fortunate, lungo le tenebrose foreste, senza neppur sospettare
ciò che là dentro succede.
Ci sono cose che non ritornano. Quando sarà il tuo turno non lasciartele sfuggire perché poi quello che è stato è stato.
Dino Buzzati
Il segreto del bosco vecchio
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« Messaggio #146 | Messaggio #148 » |
Post n°147 pubblicato il 05 Febbraio 2008 da diariodialice
E’ un caldo pomeriggio d’estate e la piccola Alice, sdraiata all’ombra di un albero, ascolta distrattamente la sua lezione di storia, quando improvvisamente vede passare un coniglio bianco, vestito di tutto punto, che corre in fretta ad un appuntamento. Alice, curiosissima, lo insegue e precipita in una profonda voragine che la porta alla scoperta del Paese delle Meraviglie. Inizia così la sua fantastica avventura in una nuova dimensione, il sogno, in cui sembrano reali anche le situazioni più bizzarre… Ma questa non è la classica versione dove Alice è la sola protagonista di questo mondo irreale che da sempre la aspettava… Questa volta c’è qualcosa in più… Qualcuno in più… o meglio:un qualcuno che c’è sempre stato, ma che solo ora si è fatto vedere… E che cambierà il corso della storia… Alice pensava di conoscerlo bene questo pazzo mondo… C’era già stata… O forse se lo era solo sognato… O semplicemente se lo era immaginato durante un pomeriggio passato sul ‘terrazzo del Paradiso’… Ma noi eravamo rimasti alla voragine… Ed è da lì che riprenderemo… Oh sì… Precipitata in questa voragine non le restava altro da fare che aprire la porta del mondo che avrebbe voluto le appartenesse per sempre… Ed immettersi in esso… Ancora una volta… Forse l’ultima… Ma con la promessa che questa volta sarebbe stato diverso… Con l’inconscia consapevolezza che qualcosa sarebbe cambiato… Ora le si propinava il solito bosco, quello che c’era dopo la spiaggia del Capitan Libeccio… Gli usuali ‘non sentieri’ percorsi, gli alberi che sembravano essere tutti uguali… L’insicurezza tipica di chi non sa se mai troverà la strada giusta, ma avvolta nella follia di chi inizia un viaggio come quello che sto per raccontare…. Questa volta però lo stregato si era fatto vedere prima del tempo… Di solito aspettava che Alice si perdesse tra il fumo del Brucaliffo prima di mostrarsi a lei… O forse Alice fumava col Brucaliffo e credeva di vedere lo stregato!...In ogni caso quel ghigno anticipato nel tempo, confronto alla solita storia, aveva già cambiato qualcosa… E Alice questo se lo sentiva… Come al solito, confusa dalle indicazioni deleterie che il gatto le dava, imboccò il primo ‘non sentiero’ a caso… Ma ecco, tutto ad un tratto, un vociferare in lontananza… Ah, non era altro che il solito motivetto canticchiato dal quel pazzo del cappellaio e dal suo coniglio della mezza tazza… -altro incontro anticipato!-… E la storia si stava scrivendo sempre più diversamente dalle altre volte… Alice decise di fermarsi da loro, pur essendo ancora offesa per il the più volte offerto, ma mai bevuto…Forse perché aveva sete… O forse perché, spinta da un non so che, aveva la sensazione che qualcosa di strano sarebbe accaduto, ma di diverso dagli altri viaggi…Era come attratta da quella musica che mai fino ad ora aveva ascoltato con cotanta attenzione…Si sentiva come una calamita vicinissima ad uno spillo…Impossibile la non unione… Il canto, ormai vicino e sempre più forte, proveniva solo dalla poltrona dove era seduto il cappellaio…Alice la poteva vedere solo di spalle… E quindi il cappellaio non poteva vedere l’arrivo di Alice…Il coniglio sì però e infatti salutò prontamente la bambina. Quel saluto aveva incuriosito il cappellaio che automaticamente si girò per vedere chi giungeva alla festa del suo non compleanno… Ma come…Non era il solito cappellaio vecchio e pazzo…Aveva una faccia diversa…Molto più giovane, direi quasi bodia…-il vecchio cappellaio era morto per troppa teina nel sangue!-…Infatti il nuovo cappellaio aveva fatto sostituire i fiumi di the con valanghe di cioccolata…Già questo piaceva molto di più ad Alice…Che decise di fermarsi un attimo per conoscere quel tipo simpatico che aveva preso il posto del vecchio…-in fondo non si può restare senza cappellaio!-… Gli sembrava diversamente pazzo. Non era la solita follia che caratterizzava tutti gli abitanti di quel mondo…Era un pazzo strano…Alice si azzardava però a dire che era uguale a lei, ma nel suo cervello malato sapeva che era così…Si capivano alla perfezione, avevano gli stessi pensieri, i medesimi gusti, identiche passioni…E la stessa paura: di perdere quella pazzia che li caratterizzava, di crescere e diventare vecchi, di divenire come la gente comune che non sa vivere un sogno, che non sa volare attraverso la propria mente… Per caso si erano conosciuti e insieme decisero di proseguire quel viaggio che fino ad ora Alice aveva sempre fatto da sola…Come se prima di quel momento non avesse mai trovato nessuno di adatto per un’avventura simile… Seguirono i palmapedoni, ovviamente facendo attenzione a non pestarli, incontrarono Pinco-Panco e Panco-Pinco che fumavano i funghi, quelli che fanno fare le lettere di fumo tutte colorate del brucaliffo, che ultimamente non si faceva più vedere nel giardino dei fiori…Aveva cambiato compagnia…Ora stava sempre in un appartamento di Torino, diceva di aver conosciuto un tipo simpatico…E con le sue amiche stava bene…Tutti insieme appassionatamente giocavano al gioco della pista e all’indovina chi (si traveste)… I due amici seguivano tutti i ‘non sentieri’ che c’erano e il cappellaio invocava sempre lo stregato…Ma Alice glielo aveva detto che compare solo dopo aver mangiato i funghi…Non si vede mica per caso il ghigno… Tutto ad un tratto però, seguendo il bianconiglio (e Alice non o inseguiva per caso, ma perché era alquanto affamata…e non si può vivere di soli funghi…anche se…-ma questa è un’altra storia-) i due matti, ma che più matti non si può, capitarono in un labirinto…C’erano delle carte che dipingevano delle rose bianche di rosso…Subito il cappellaio disse ad Alice: ‘vediamo se anche le rose fanno i fumi colorati come i funghi…’, ma Alice rispose: ‘non prendere questa storia all’acqua di rose, cappellaio!!!’…Ed egli subito ribatté: ‘PROViamo allora con le carte!’…E Alice con tono sarcastico: ‘non sono mica cartine, sono carte!!!’… Però, pensandoci bene, i due si dissero: ‘che male può fare?…dopo esserci ingranditi e rimpiccioliti almeno dieci volte, dopo litri di cioccolata, dopo le ostriche crude, dopo aver percorso ‘non sentieri’, dopo aver mangiato il bianconiglio (precedentemente catturato, mentre discutevano dell’effetto benevolo o meno delle rose), dopo aver pensato per ore, con relativa palla mentale, x risolvere l’indovinello ‘perché i tramonti sono pupazzi da legare?’…Che male possono fare delle rose?!...E il cappellaio aggiunse: ‘infatti non possono far male, sono anche profumate!?...Per Alice non era chiaro il legame profumo-rosa-cosa sana, guardò per due secondi il cappellaio e disse: ‘ faral mal?!’…’naaaaa!!!’…I due si dimenticarono però che sopra le rose c’era la vernice…No comment…Due settimane dopo si ripresero totalmente... Nel frattempo i due erano stati catturati dalla regina di cuori, avevano giocato a poker con lei (il cappellaio aveva perso persino le mutande ed ora andava in giro con solo il grembiulino bianco di alice legato in vita), avevano risolto l’indovinello, avevano ucciso tutti i palmapedoni (difficile evitarli in quello stato)…ed alice aveva persino digerito il binconiglio… Una volta ripresi però i due avevano paura di perdersi…In fondo appartenevano a due mondi diversi: il cappellaio faceva parte sempre di quel pazzo mondo (anche se con Alice ne aveva avuto un’alternativa interpretazione)…Mentre lei ogni tanto doveva tornare in quel mondo monotono da cui era venuta…E così prese loro la paura di invecchiare, di perdere la loro follia…E di non incontrare più qualcuno che li capisse a pieno come si capivano loro a vicenda…Il cappellaio allora propose ad Alice di far parte, per sempre, di quel suo mondo…Ogni giorno sarebbe stata una favola…La loro pazza favola…E sempre scritta in modo diverso…Nulla avrebbe più avuto senso, per la felicità delle loro menti deliranti…Nessun obbligo e mille fantasie…Non sarebbe esistito l’impossibile…Non ci sarebbe stata paura di crescere ed invecchiare… Alice si girò verso la porta che l’avrebbe riportata a casa…La guardo a lungo…Fino a che fece un rutto (sotto effetto ancora del bianconiglio) e saldò per sempre la serratura…Non se ne sarebbe più andata da lì, era quello che aveva sempre desiderato… I due si presero per mano e iniziarono una nuova avventura…Urlando, isieme: ’NON FERMARTI MAI, IL MONDO GIRA INTORNO A NOI…’ |
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Commenti al Post:
PERCHE' I TRAMONTI SONO PUPAZZI DA LEGARE?
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Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo
sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o
prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli.
Morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al
cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della carne, è
soluzione da accogliere a mani giunte. Morire, dormire, sognare forse:
ma qui é l'ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di
morte quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene: é
la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti. Chi
vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti del tempo, le
angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, le angosce del
respinto amore, gli indugi della legge, la tracotanza dei grandi, i
calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di
mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale? Chi
vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il
peso di tutta una vita stracca, se non fosse il timore di qualche cosa,
dopo la morte, la terra inesplorata donde mai non tornò alcun
viaggiatore, a sgomentare la nostra volontà e a persuaderci di
sopportare i nostri mali piuttosto che correre in cerca d'altri che non
conosciamo? Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l'incarnato
naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido
pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo sono distratte
dal loro naturale corso: e dell'azione perdono anche il nome...
Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
amo in te l'impossibile
ma non la disperazione.
A te si arriva solo attraverso te.
Ti aspetto.
Io sì che so dove mi trovo,
la mia città, la via, il nome
con cui tutto mi chiamano.
Però non so dove sono stato con te.
Là mi hai portato tu.
Come avrei imparato la strada
se non guardavo nient'altro che te,
se la strada era dove tu andavi,
e la fine fu quando ti sei fermata?
Che altro poteva esserci
più di te che ti offrivi, guardandomi?
Però adesso che esilio,
che mancanza,
e lo stare dove si sta.
Aspetto, passano i treni,
i destini, gli sguardi.
Mi porterebbero dove non sono stato mai.
Ma io non cerco nuovi cieli.
Io voglio stare dove sono stato.
Con te, ritornarci.
Che intensa novità,
ritornare un'altra volta,
ripetere mai uguale
quello stupore infinito.
E fino a quando non verrai tu
io resterò sulla sponda
dei voli, dei sogni,
delle stelle, immobile.
Perché so che dove sono stato
non portano né ali, né ruote, né vele.
Esse vagano smarrite.
Perché so che dove sono stato con te
si va solo con te, attraverso te.
Amica mia, questa sera
mi sembra che,
attraverso mondi innominabili
dove già siamo vissuti,
abbiamo lasciato
il ricordo della nostra unione,
Tu e Io.
Quando leggo antiche
leggende, ispirate
da passioni spente, oggi,
mi sembra che una volta
eravamo una persona sola,
Tu e Io
e che la memoria ritorni
a quel tempo...
Inviato da: annalisa196
il 02/09/2012 alle 12:11
Inviato da: perlarosadifiume
il 25/12/2008 alle 16:07
Inviato da: il_ramo_rubato
il 06/10/2008 alle 07:38
Inviato da: diariodialice
il 04/10/2008 alle 00:52
Inviato da: associazione.aefula
il 03/10/2008 alle 18:44