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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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Messaggi del 13/11/2014

Un castello quasi sconosciuto...

Post n°2253 pubblicato il 13 Novembre 2014 da g1b9
 

 

 

C’è un castello invisibile nel cuore della Toscana. E’ il più importante esempio di architettura orientalista d’Italia eppure, come in un inspiegabile sortilegio, solo pochi eletti lo conoscono. Il maniero sorge a Leccio di Reggello, in un luogo di sorprendente bellezza, e la sua magnificenza è paragonabile (se non superiore per arredi e simbolismi) al fiabesco “Neuschwanstein”, il regno di Ludovico di Baviera. Il secondo sortilegio è il suo essere quasi inaccessibile. Dopo un progetto finito male per rilanciare il monumento, le  trecento stanze dagli arredi esoterici, i saloni, i porticati, le scale e i trabocchetti, sono chiusi. A combattere il malvagio incantesimo la volontà e l’ostinazione di Massimo Sottani, funzionario di banca, politico (Pd) sempre dalla parte della gente e di un comitato di volontari. Sottani, insieme a un gruppo di uomini e donne di buona volontà (Simonetta Alberti, Ester Bulli, Angelo Arnetoli, Gianni Simonti) ha fondato Fpxa, comitato dedicato al nobile personaggio che dalle rovine ricostruì il castello nell’Ottocento: Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona.

 


Il comitato, senza guadagnare un centesimo, cerca di conservare e valorizzare Sammezzano organizzando, in accordo con la proprietà (una società italo-inglese), visite guidate ma soprattutto onorando la memoria del marchese  Ferdinando, nato il 10 marzo 1813, incredibile personaggio d’intellettuale dagli interessi e dalle capacità universali. Autodidatta, si rivelò architetto, ingegnere, botanico, bibliofilo, imprenditore, politico nazionale e intellettuale poliedrico, mecenate ed esperto di simbolismo. Fu lui a progettare il maniero ereditato dalla nobile famiglia (il castello originario, ridotto in rovine, pare abbia ospitato Carlo Magno) e ad arricchirlo da architetture orientaliste, sculture, bacili, colonne e percorsi labirintici. Ma anche capitelli, archi, volte a ventaglio e cupole persino stalattiti. E scritture esoteriche in parte non ancora decifrate. Si dice anche che lo straordinario marchese avesse nascosto da qualche parte un tesoro e che solo svelando i segreti di questi enigmi un giorno, assai lontano, sarà possibile trovarlo.  Ferdinando disegno anche il grande parco (praticamente un’intera collina) che ruota attorno al castello e decise, pensate un po’, di creare anche un bosco di sequoie tutt’oggi visibile. Il primo gigantesco albero l’acquistò nel  1864 pagandolo 224 lire, un patrimonio per il tempo. Oggi le sequoie raggiungono i 35 metri e la più grande a un tronco di dal diametro di dieci metri.

 

 


Chi ha la fortuna di entrare nel castello (le poche visite sono contingentate e le prenotazioni vanno a ruba) è proiettato in un ambiente magico. Le centinaia di sale, praticamente una per ogni giorno dell’anno, raccontano storie da Mille e una Notte. Diversi stili architettonici si fondono, culture eterogenee si sovrappongono, persino religioni e filosofie. Ci sono capolavori, come la Sala degli Specchi, la Sala Bianca, quella dei Pavoni, delle Stalattiti, degli Amanti. Si cammina in corridoi che sembrano labirinti, si leggono scritte sorprendenti (che non vogliamo rivelarvi perché unica è l’emozione di scoprirle durante una visita). Le due facciate del castello sono solare e lunare (con tanto di simboli) e il parco, tra i più belli d’Italia, custodisce grotte, fontane, vasche, statue.

 

 

Dopo un passato da hotel e ristorante, nel 1999 Sammezzano fu acquistato da una società inglese. Doveva partire un grade progetto, poi una serie di vicissitudini l’hanno bloccato e oggi il maniero sta per lo più chiuso.  Solo il Comitato e Massimo Sottani (qualcuno dice scherzando che è l’incarnazione del marchese) riescono a non far perdere la memoria di questo monumento. E questa è proprio una buona notizia. Se un giorno avrete la possibilità di visitarlo chiedete di incontrare Sottani e fatevi raccontare un po’ di storia del marchese e di quelle stanze. Sarà come ascoltare una favola. E chissà magari vi svelerà dove si trova il tesoro segreto.

 

 

mgasperetti@corriere.it

 
 
 

Una lei che mi somiglia

Post n°2251 pubblicato il 13 Novembre 2014 da g1b9
 

 

Pedro Salinas

XXXIX

 

Il modo tuo d'amare
è lasciare che io t'ami.
Il sì con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sanno offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole, abbracci
mi diranno che sei esistita
che mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi;
tu, no.
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Perché non debba mai scoprire
con domande o carezze
l'immensa solitudine
d'essere solo ad amarti.


(da “La voce a te dovuta”, 1933)

 

 

 
 
 
 
 

RELATHIONSHIP

Don't let someone become a priority in your life , when you are an  optional in their life... Relationships work best when they are balanced.

 

 

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