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Messaggi del 18/11/2016

La sera prima dell'incoronazione, Elisabetta pensa...

Post n°3373 pubblicato il 18 Novembre 2016 da g1b9
 

 

Elisabetta II: la sera prima di diventare Regina.
Il racconto esclusivo di Kate Williams, storica della monarchia inglese. Che immagina Elisabetta II alla vigilia dell’incoronazione


Domani avrò su di me gli occhi del mondo, mentre percorrerò la navata centrale dell’Abbazia di Westminster per ricevere la corona ed essere unta con l’olio santo che mi renderà Regina del Regno Unito e dell’Impero. Sarò, ufficialmente, la donna più ricca e potente del mondo. Ma io mi sento consumare dall’ansia e dalla paura. Apparirò in televisione. Sei anni fa, il mio matrimonio fu trasmesso alla radio. Erano presenti mio padre e mio marito e io ero solo una principessa. La gente non pensava che sarei diventata regina, che sarei stata all’altezza del ruolo di monarca del grande impero britannico. Ero una semplice sposa. Adesso sono la regina e tutti si aspettano che io ne sia degna, che io sia perfetta.
Ci sarà mio marito, e ci saranno i miei due figli, Carlo e Anna, e mia madre, e tanti amici. Ma nei momenti più significativi sarò sola e tutti avranno gli occhi puntati su di me. Mio marito e il primo ministro mi confortano, dicono che nessuno potrebbe essere più aggraziato. Mi sono esercitata, indossando ogni giorno l’enorme corona imperiale di Stato, per abituarmi al peso. Le prove sono andate bene. Tutto è pronto. Le ricamatrici hanno lavorato per giorni sul mio abito, seguendo i disegni del signor Hartnell, pertanto indosserò i simboli di tutte le regioni del mio Commonwealth: dalla rosa dei Tudor per l’Inghilterra alla foglia d’acero per il Canada.
Sono giunti ospiti da tutto il mondo, la gente ha addobbato le proprie abitazioni e ha preparato da mangiare accingendosi a festeggiare per strada. Alcuni già si trovano lungo il percorso che conduce all’Abbazia di Westminster, trascorreranno la notte all’addiaccio per riuscire a vedere la processione, e me, domani. L’Abbazia è stata predisposta per l’evento e la corona e lo scettro sono già là. Ciononostante ho paura. Domani sarò incoronata regina alla presenza di Dio, e non abbandonerò mai questo ruolo. Non abdicherò mai come mio zio! Come dissi quando avevo 21 anni parlando a tutto l’Impero, dedicherò la mia vita a servirvi. E così sarà. Servirò il Regno Unito fino alla morte.
Non avrei mai pensato di perdere mio padre e di diventare regina così presto. Quando avevo dieci anni mio zio abdicò e mio padre divenne re, da allora so che sarei stata regina. Ricordo il giorno in cui fu dichiarato re: avevo dieci anni ed ero a casa con mia sorella Margaret. Quando ci rendemmo conto del motivo delle urla che provenivano dall’esterno, mi disse: «Significa che adesso sarai regina?». Risposi di sì. «Povera te», replicò. Io questo non l’ho mai pensato, ho sempre ritenuto che sarebbe stato un grandissimo onore. Eppure ho notato di tanto in tanto la stanchezza di mio padre per questo ruolo. Ho sentito dire che sono troppo giovane, ho 27 anni, sebbene io arrivi al trono in età più avanzata rispetto a monarchi come Enrico VIII, Giorgio III, Elisabetta e Vittoria. C’è anche chi dice che una donna non è adatta per questo compito, li ho uditi distintamente. Abbiamo avuto due grandi regine, Elisabetta I e Vittoria, eppure c’è chi sostiene che le donne non abbiano abbastanza cervello né energia. Dimostrerò loro che si sbagliano!
Alla mia età le donne restano a casa con i figli, si prendono cura dei mariti. Io non posso farlo. Abbiamo vissuto felicemente a palazzo, le mie incombenze non sono state ardue e ho potuto dedicare del tempo ai miei figli e a mio marito. Non dimenticherò mai il periodo idilliaco trascorso a Malta, io e Filippo da soli. Ero una moglie come tutte le altre, siamo andati a nuotare e a ballare. Devo conservare quei ricordi perché non potrò più fingere di essere normalmente moglie.
E mi preoccupo per mio marito. È un uomo d’azione e una persona integra, ha combattuto con grande coraggio durante la guerra. Ama la Marina, è stata tutta la sua vita da quando è diventato cadetto. La vita del principe consorte è difficile per un uomo, figurarsi per un uomo come lui. Il consorte deve camminare due passi dietro di me, deve attendere mentre stringo le mani, deve essere sempre presente, ma non sempre viene ringraziato. Mi ha assicurato che il suo più grande desiderio è darmi tutto il suo sostegno, che ritiene si tratti del suo compito più importante. Ma io so che si è sentito distrutto quando gli è stato impedito di trasmettere il nome ai figli, che devono essere dei Windsor.
Non è nato per servire, ma dovrà servire me. Mi ha supplicato di non obbligarlo a inginocchiarsi di fronte a me durante la cerimonia, è mio marito e non dovrebbe inchinarsi davanti alla propria moglie. Mi sono sentita molto combattuta. Lo amo, il giorno del matrimonio gli ho promesso obbedienza. Ed è quello che farò, come moglie. Ma in veste di regina non potevo permetterlo. Gli ho risposto: «Io sono la regina e tua moglie». Ho esercitato la mia autorità. Domani si genufletterà, mi renderà omaggio e io mi sentirò come se mi avessero strappato il cuore, perché so quanta forza gli ci sarà voluta per farlo.
Tutto il mondo sarà davanti al televisore e festeggerà fuori dall’Abbazia, senza sapere il prezzo che ho dovuto pagare. Poi, dopo la cerimonia, affronterò il mondo. Regnerò saggiamente su una Gran Bretagna in continuo cambiamento, consiglierò il Governo, ma sarò una brava moglie e madre. Non posso aver paura di quello che mi aspetta. È quello che Dio ha voluto per me e io devo esserne all’altezza.

 
 
 
 
 

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