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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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Messaggi del 13/05/2015

Che barba... che barba.. che noia..

Post n°2580 pubblicato il 13 Maggio 2015 da g1b9
 

 

 Sentendo i discorsi che si fanno quotidianamente  nei vari programmi radio - televisivi,  avverto la strana sensazione che il mondo in cui viviamo  sia cambiato talmente che  noi , poveri umani  saremmo tanto inadeguati da  dover essere sottoposti a rieducazione, per poter continuare a vivere. C'è stato un perido in cui si parlava di educazine sessuale, della necesssità che questa venisse impartita molto presto,allora  si è iniziato questo percorso che ha portato , specialmente i  più giovani , ma non solo, così lontani dall'affezione, dall'amore, che ora si parla di introdurre un percorso di educazione al sentimento, all'amore. Per vivere  ormai bisogna seguire corsi di formazione, al benessere, alla consapevolezza, corsi pe qualsiasi cosa ti passa per la  mente. Stamattina ho sentito un lungo  discorso sull'educazione del gusto, un percorso già studiato ed in via ancora di perfezionamento, per bambini  e genitori , al fine di insegnare a mangiare ogni cibo come appagamento non solo fisiologico, ma sensoriale di ogni nostro senso. E tutto questo con testi ,che insegnano tramite il gioco. La cosa che mi stupisce maggiormente in questo marasma di proposte è come si possa continuare a parlare di libertà, in un mondo organizzato come questo, in   cui non solo siamo controllati 24 ore su 24 tramite i social, i cellulari,  le banche, lo spesometro, le carte fedeltà, ma  addirittura in quella che è la vita  dei bisogni primari. Si comincia col cibo, poi sarà la volta del bagno, poi del come dormire e trascorrere le notti bianche, quali libri scegliere e quali cruciverba siano più propedeutici al buon sonno.
" Che  barba... che noia, che barba , che noia" diceva Sandra  Mondaini a Raimondo Vianello in una vecchia trasmissione televisiva... però, che meraviglia quella noia, almeno eravamo noi a programmarcela, senza il diktat di tanti sapientoni.
  Però corsi di educazione ai valori semplici della vita, come il rispetto, il senso dell'onore,  l'onestà, la giustizia, la compassione , la condivisione non trovano spazio nel tempo dell'umanità se già   Bertrand Russell scriveva:
"L’educazione dovrebbe insegnare l’idea che l’umanità è una sola famiglia con interessi comuni. Che di conseguenza la collaborazione è più importante della competizione."

 

 
 
 

Antica favola cinese...

Post n°2579 pubblicato il 13 Maggio 2015 da g1b9
 

Ma-Lian e il pennello magico (Cina)

In un lontano paese della Cina, abitava tanto tempo fa un povero orfanello di nome Ma-Lian. Per vivere raccoglieva legna nel bosco per il contadino che lo ospitava. Quando non aveva nulla da fare si divertiva a disegnare con un ramoscello, sulla sabbia del fiume, paesaggi, foglie, fiori. Non aveva carta né colori e tanto meno pennelli, ma aveva ingegno, fantasia e buona volontà e, con gli strumenti adatti, sarebbe stato un bravo pittore.
Una notte stava sognando incantevoli cieli stellati, quando – sempre in sogno – gli apparve un simpatico vecchio con una lunga barba bianca. Sorrideva e, agitando un pennello, gli suggerì qualcosa che il ragazzo non comprese.
Quando si svegliò, stranamente, egli stesso stringeva nella destra un pennello che emanava una delicata luce rosata. Accanto al suo giaciglio, sul pavimento di terra battuta, luccicavano vari fogli di carta color paglierino.
Stupito e felice per il misterioso dono, il ragazzo disegnò subito un uccello, e non ebbe bisogno di colori: nelle setole del pennello stesso stavano nascosti anche i colori giusti. Quand’ebbe finito, l’uccello prese vita, agitò le ali e volò via, trillando.
Passato lo sbalordimento, Ma-Lian disegnò un pesce e il pesce, con un colpo di coda dette un guizzo e saltò nel fiume.
Ma-Lian era al colmo della gioia. Ogni giorno disegnava qualcosa per i poveri come lui: a chi aveva bisogno un aratro disegnava un aratro, chi voleva una zappa o qualsiasi altro oggetto poteva averlo: bastava che Ma-Lian glielo disegnasse col suo magico pennello.
Un giorno si presentò il ragazzo il padrone del paese: era un uomo ricchissimo e avaro. Ma-Lian si rifiutò di disegnargli qualsiasi cosa egli avesse desiderato:
- Tu hai già tutto, non hai bisogno di niente – si impuntò.
Adirato, il riccone lo fece arrestare e rinchiudere in una fredda prigione (era inverno), senza cibo e senz’acqua.
Il terzo giorno il crudele signore pensò: “Se quel testardo ragazzo non è ancora morto di fame o di freddo, sicuramente farà quello che vorrò io”.
Ma, entrato nella sua cella, lo trovò in ottima salute: stava seduto accanto a una stufa accesa e mangiava frittelle.
Fuori di sé urlò:
- Dammi il pennello! Svelto come il fulmine Ma-Lian disegnò un cavallo, gli saltò in groppa e fuggì… Galoppò fino alla città e qui trovò molti ammiratori e compratori dei suoi bellissimi quadri. Perché gli animali disegnati non prendessero il volo (come avevano fatto uccelli e pesci), li disegnava senz’occhi.
Un giorno però, per sbaglio, lasciò cadere una macchiolina di colore sul capo della cicogna che aveva appena disegnato. La cicogna socchiuse gli occhi, aperse le ali e volò via.
Lo strano avvenimento mise in subbuglio la città: un funzionario dell’Imperatore volle scoprire cosa c’era di vero nelle dicerie che correvano da un quartiere all’altro.
Quando l’Imperatore fu informato del singolare avvenimento fece imprigionare il ragazzo e gli confiscò il pennello. Provò a usarlo e, avido e maldestro com’era, tentò di disegnare una montagna di monete d’oro. Ne venne fuori, invece, una montagna di pietre. Una di queste ruzzolò dal mucchio e schiacciò un piede all’inesperto, improvvisato pittore. Il quale non si diede per vinto, ritentò, disegnando lingotti d’oro, ma per avidità, ne fece uno così lungo che all’improvviso lo stesso si trasformò in un serpente.
- Portate qui il ragazzo – urlò l’Imperatore esasperato.
Appena Ma-Lian ebbe impugnato il pennello, il serpente scomparve sottoterra. L’Imperatore, ripresosi dalla paura, ordinò a Ma-Lian:
- Disegnami il mare! E adesso una nave!
Quando la nave fu pronta, il tiranno salì a bordo insieme ai suoi cortigiani e ordinò al pittore di disegnare il vento.
Ma-Lian ubbidì, ma diede poi un ultimo sapiente colpo di pennello, gridando allegramente:
- Buon viaggio a tutti!
Si levò una tempesta spaventosa che portò via la nave col suo carico e da allora nessuno l’ha più vista.

 

 
 
 
 
 

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