La vita come viene

LA SECONDA INIZIAZIONE
Come fui iniziato a tutti i piaceri...


Seconda parte. (La prima parte nel post. Nr.145)

La sera cominciammo. A casa di Iole. Io, lei e Teresa.
“Che effetto ti farebbe se ci baciassimo io e Teresa?”
“Non lo so.. “ risposi.
“Allora vediamolo, scopriamolo..”

E si avvicino a Teresa con la lingua di fuori. Teresa apri’ subito la bocca facendo scivolare fuori la lingua e si toccarono solo con quella.

Cominciarono a slinguarsi davanti a me in maniera molto eccitante. Solo per il gusto di macerarsi nel piacere liquido che sgorgava dalle loro conchiglie rosa gia’ percorse dalle loro sapienti dita.

Poi Iole si stacco’ da Teresa e mi lecco’ le labbra con un gesto lento e studiato.
L’erezione fu immediata. Teresa se ne accorse e poso’ la mano sul cazzo, massaggiandolo sopra i pantaloni.
Anche Iole si uni’ al massaggio mentre le bocche di tutti e tre si unirono per la prima volta in un bacio che sarebbe durato tre mesi..

Quella notte ci unimmo in un corpo solo, pieno di mani, di lingue, di posti umidi e caldi che accendevano il fuoco nei miei testicoli ed accoglievano il mio seme.

Nei giorni seguenti lo facemmo ovunque.. in auto, al cinema, nei bagni dei ristoranti, nelle cabine al mare, dietro le dune di sabbia.. ovunque.. noi tre.. un corpo solo..

Se due di noi iniziavano, il terzo s’univa a breve immancabilmente..
Scoprii che Iole e Teresa avevano la citta’ nelle loro mani, anzi fra le loro gambe..
Intrattenevano relazioni con le figure in vista nella citta’, industriali, imprenditori, concessionari d’auto, possidenti, giudici, il vicesindaco..
Ed ognuno di loro le ripagava con qualcosa..
Chi l’appartamento, chi l’auto, chi con regali, chi concedendo di pasteggiare gratis nel proprio ristorante..
Ognuno ripagava le grazie delle cuginette, per i loro favori, coprendo cosi’ con un velo ipocrita, la loro colpa, la loro debolezza..

E loro due erano bravissime a farli sentire, irresistibili, desiderati, unici..

Passai tre mesi incredibili..
Se dovessi scrivere tutto quello che vidi, che feci, e che mi apparve fugace da dietro una porta socchiusa, avrei bisogno di centinaia di pagine..

Mi sentivo come loro: onnipotente.

Ma, come tutto, anche questo fini’..

Fini’ quando mi sentii solo il loro giocattolo preferito, solo un pezzo di creta che loro plasmavano a loro piacimento, un pezzo di creta senz’anima.

Piano piano ripresi i contatti con i miei coetanei, e trovai la forza di staccarmi da loro, povere anime perse e tormentate, che cercavano negli angoli piu’ bui di ognuno degli uomini che concupivano, le risposte alle domande ingombranti che avevano costruito quei mostri cinici che erano diventate.

Passati questi tre mesi con le “cuginette”, il mio rapporto con le donne cambio’ radicalmente.

Dopo aver provato e provocato mille e piu’ orgasmi, in mille e piu’ modi diversi, le mie coetanee mi sembravano per la maggior parte insignificanti, scialbe, ordinarie.

Il risultato, fu che divenni totalmente anestetizzato al solito giochino che le donne imparano a fare molto presto.

Il giochino di tenerti sulla corda senza concedersi, di far intravedere il miraggio dell’amplesso, mentre ti girano su di un dito solo, come il loro pupazzo preferito.

No, io ridevo di questi tentativi di farmi interessare a loro, queste cose non avevano effetto su di me.

Forse mi hanno privato di qualcosa Teresa e Iole, di qualcosa che aveva a che fare con l’ingenuita’ dell’adolescenza avanzata.
Che aveva a che fare con il passare naturalmente da quello stadio pieno di sorrisi idioti ed ingenue infatuazioni.

Si, forse mi hanno tolto l’innocenza dei primi amori quando, a quell’eta’, c’e’ da fare i conti anche con il sesso.

Non ho mai avuto un approccio normale con le donne, il fantasma delle cuginette mi perseguita ancora.

Infatti mi sono innamorato, per la prima ed unica volta, solo cinque anni piu’ tardi, ed il mio cuore da allora non ha piu’ avuto un solo battito d’amore vero per una donna.

Almeno finora, domani chissa’..