Creato da Kasimir.Malevic il 16/09/2011

LA GRANDE BELLEZZA

..... ovunque essa sia

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LA SINDROME DI STENDHAL

La Sindrome di Stendhal, detta anche "Sindrome di Firenze, la città in cui si è spesso manifestata, è una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e allucinazione in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se esse sono compresse in spazi limitati. Il nome di questa sindrome è attribuito allo scrittore francese Stendhal (1783/1842), che ne fu personalmente colpito durante il suo Grand Tour effettuato nel 1817, e ne diede una prima descrizione che riportò nel suo libro "Roma, Napoli, Firenze" - "Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere"

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La bellezza è l'insieme delle qualità percepite tramite i cinque sensi, che suscitano sensazioni piacevoli che attribuiamo a concetti, oggetti, animali o persone nell'universo osservato, che si sente istantaneamente durante l'esperienza, che si sviluppa spontaneamente e tende a collegarsi ad un contenuto emozionale positivo, in seguito ad un rapido paragone effettuato consciamente e inconsciamente, con un canone di riferimento interiore che può essere innato oppure acquisito per istruzione o per consuetudine sociale. Nel suo senso più profondo, la bellezza genera un senso di riflessione benevola sul significato della propria esistenza dentro il mondo naturale. (Wikipedia)

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Gli amanti di Magritte

Post n°10 pubblicato il 24 Marzo 2016 da Kasimir.Malevic

Tag: pittori, pittura

Gli Amanti

"Gli amanti" - 1928 - New York, Richard S.Zeisler Collection

Il dipinto, uno dei più noti di Magritte, ci mostra due persone che si baciano ed hanno i volti coperti da un panno bianco, che per molti esperti d'arte, che evidentemente conoscono anche le sue vicende familiari, ha dei riferimenti al modo di suicidarsi della madre con, appunto, la testa avvolta da un telo bianco.

Comunque sia, il bacio fra i due amanti è un'immagine che parla dell'impossibilità di comunicare, i due personaggi dietro il panno si scambiano un amore muto che conosce solo il linguaggio del corpo, e non quello dei sentimenti.

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Commenti al Post:

Gli amanti di Magritte

elyrav il 25/03/16 alle 08:24 via WEB

E' un quadro molto bello anche se mi mette un p� di tristezza. Buon fine settimana, Eliana

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Kasimir.Malevic il 25/03/16 alle 13:59 via WEB

E' vero, mette tristezza, si tratta di un bacio molto psrticolare, il telo impedisce un vero contatto fisico. Buon fine settimana anche per te - Tommaso

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licsi35pe il 25/03/16 alle 09:22 via WEB

Un dipinto molto bello e molto conosciuto. Il telo che avvolge i volti delle due figure, abbracciate. potrebbe essere un rimembrare il suicidio della madre, ma forse no. Magritte ama il telo bianco, in altre sue pitture. Io vedo, in questo loro essere vicini, un amore grande, probabilmente non comunicabile per ragioni personali. "Vedo" i loro che si guardano innamorati, le loro bocche che si toccano, la loro passione che trabocca. Lo sfondo scuro, i colori che interagiscono senza dare la netta consapevolezza dei contorni, pu� far immaginare tante cose. Mi piace molto questo lavoro, opera sensibile, un essere coinvolta da quello che vedi e quello che sogni. Sereno venerd� santo, caro Tommaso...licia

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licsi35pe il 25/03/16 alle 09:25 via WEB

scusa, Tommaso...mi � scappata la parola occhi, dopo il mio "Vedo" i loro...

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Kasimir.Malevic il 25/03/16 alle 13:53 via WEB

Tutto OK, nessun problema!

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Kasimir.Malevic il 25/03/16 alle 14:18 via WEB

In effetti Magritte ama il telo bianco, e lo dimostra il fatto stesso che lo ha proposto pi� volte e in situazioni diverse, e questa insistenza mi porta a considerare che si, la possibilit� che dipenda dal trauma causato dalla tragica morte della madre, un lutto tra i pi� devastanti quello della madre per un figlio e viceversa. Comunque, in questa occasione, io lo vedo come un ostacolo, un muro che crea l'impossiblit� della comunicazione, un divisorio che impedisce lo sguardo ed elimina la possibilit� di "contaminarsi", un ostacolo alla reciproca conoscenza e quindi un incontro vero e proprio. Detto questo, non si pu� non tener conto che l'opera, essendo non di semplice lettura, come del resto tutte le altre di Magritte, si presta a molteplici interpretazioni, e quindi le tue interessanti e profonde riflessioni, che ho letto con grande attenzione, sono certamente valide ma, come le mie, nessuno ci pu� dire se siano quelle esatte, e lo stesso Magritte non lo ha mai spiegato, rimandando a noi l'impegnativo compito. Ciao e buona giornata - Tommaso.

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divinacreatura59 il 25/03/16 alle 09:46 via WEB

Io rispetto il quadro di Magritte ma quel velo mi d� un senso di soffocamento....non posso guardarlo.Buona giornata caro Tommaso e un abbraccio per te da Divina.

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Kasimir.Malevic il 25/03/16 alle 14:01 via WEB

I grandi capolavori darte talvolta inquietano, soprattutto se si ha una sensibilit� come la tua. Un abbraccio e buon pomeriggio - Tommaso

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donadam68 il 25/03/16 alle 10:38 via WEB

un dipinto a dir poco stupendo, un amore che va oltre i confini di quel telo bianco, l'impossibilit� di amarsi liberamente , un linguaggio taciuto , un amore muto fatto non di sguardi e parole , un amore fatto di silenzi e pensieri , di sillabe d'emozioni , quali sono i sentimenti :)D

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Kasimir.Malevic il 25/03/16 alle 14:23 via WEB

Ho letto con grande attenzione le tue riflessioni, e per manifestare il mio pensiero in proposito, mi permetto di riportare quanto scritto in risposta all'amica licsi35: "In effetti Magritte ama il telo bianco, e lo dimostra il fatto stesso che lo ha proposto pi� volte e in situazioni diverse, e questa insistenza mi porta a considerare che si, la possibilit� che dipenda dal trauma causato dalla tragica morte della madre, un lutto tra i pi� devastanti quello della madre per un figlio e viceversa. Comunque, in questa occasione, io lo vedo come un ostacolo, un muro che crea l'impossiblit� della comunicazione, un divisorio che impedisce lo sguardo ed elimina la possibilit� di "contaminarsi", un ostacolo alla reciproca conoscenza e quindi un incontro vero e proprio. Detto questo, non si pu� non tener conto che l'opera, essendo non di semplice lettura, come del resto tutte le altre di Magritte, si presta a molteplici interpretazioni, e quindi le tue interessanti e profonde riflessioni, che ho letto con grande attenzione, sono certamente valide ma, come le mie, nessuno ci pu� dire se siano quelle esatte, e lo stesso Magritte non lo ha mai spiegato, rimandando a noi l'impegnativo compito. Ciao e buona giornata - Tommaso.

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