LA GRANDE BELLEZZA

Le "copie" di Van Gogh (1)

Le opere di Vincent Van Gogh che fanno parte della serie "copie" sono più di 30 ed è intitolata così perchè, in effetti, sono copie di quadri famosi realizzati da altri artisti come: Gustave Doré, Eugéne Delacroix, Jean-Francois Millet ed altri.

"La Méridienne" -  Jean-Francois Millet 1866 - Boston - Museum od Fine Art

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Per Van Gogh la scelta delle opere da imitare non è stata casuale, ma riferite a quelle di artisti da lui preferiti.  Come detto sono più di 30 e vorrei proporne le più interessanti, e tanto per cominciare: "La Méridienne"  di Jean-François Millet e "Mezzogiorno - riposo dal lavoro" di Van Gogh che, in pratica, non ha fatto altro che, al soggetto identico di Millet,   introdurre il suo uso dei colori e le caratteristiche pittoriche che lo hanno reso unico e irripetibile, come l'eccezionale presenza del vento che fa  ondeggiare la vegetazione. 

"Mezzogiorno – Riposo dal lavoro" -  Vincent Van Gogh 1890 - Parigi - Musée d'Orsay

I fiori della domenica

Insieme al mio affettuoso augurio per una Domenica serena, questi fiori certemente particolari, ma comunque di grande fascino e dalla tecnica insolita.

Nicolas Berniére - Parigi 1970 - "Compter Fleurettes 2" - 2009

Per la realizzazione su tela  di quest'opera, il pittore ha fatto uso di svariati elementi, come ad esempio: acrilico, pigmenti, terra, schiume poliuretaniche e vegetazione.

Margarita Sikorskaia

Margarita Sikorskaia  è nata nel 1968,  a Sestroresk, una piccola località alle porte di San Pietroburgo. Incoraggiata   dalla sua famiglia ha studiato arte presso il Dipartimento di Arti e grafica, l'Università Pedagogica Herzen di  San Pietroburgo.

Nel 1990 , all'età di 22 anni, si è trasferita negli Stati Uniti e si stabilsce a Minneapolis, dove attualmente vive e lavora come artista.

Mentre imparava l'inglese, si è sostenuta facendo lavoretti e cominciò a tessere legami con la comunità di artisti in città, tra cui Charles Thysell con il quale ha lavorato per tre anni.

I suoi quadri rappresentano la tenera fusione tra la forza e la semplicità, e mi colpisce il contrasto tra la mole dei soggetti (che certamente rimandano a Botero) e la tenetezza degli atteggiamenti dei protagonisti, in modo particolare le madri e la maternità.

Le leggenda della Befana

"La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, col cappello alla romana,

viva viva la Befana"

Così recita la filastrocca che cantano i bambini il giorno della befana.
La Befana è nell’immaginario collettivo una vecchietta che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, sopra una scopa, passa sopra i tetti e calandosi dai camini riempie le calze lasciate appese dai bambini, di doni, caramelle e dolciumi di ogni tipo.

La sua origine si perde nella notte dei tempi, discende da tradizioni magiche precristiane e, nella cultura popolare, si fonde con elementi folcloristici e cristiani: la Befana porta i doni in ricordo di quelli offerti a Gesù Bambino dai Magi.

Secondo la leggenda, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni a una vecchia. Nonostante le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli.

In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò a ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.

Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare. L’iconografia è fissa: un gonnellone scuro e ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate.

Secondo l’immaginario della tradizione porta dolcetti e caramelle ai bambini buoni e carbone a quelli che hanno fatto molti capricci. Carbone forse una volta no, ma adesso è di infinita dolcezza, e quindi nessun bambino resterà deluso.

Vietato!!!

E' un bellissimo spazio verde, adiancente il  mare e il porto turistico, e quindi con una vista mozzafiato, dove spesso, la mattina della domenica, mi sedevo su una delle tante panchine per leggere, e insieme a me tante altre persone. Ma da un po' di tempo delle cancellate ne impediscono l'ingresso, come segnalato dal cartello che certamente nessuno vorrebbe vedere.

Rapallo - ottobre 2016