Creato da Piero_Calzona il 14/03/2007

Verità...

Alla ricerca di soluzioni comuni per la pace e la libertà nel mondo

 

 

Quale Religione?

Post n°116 pubblicato il 12 Maggio 2009 da Piero_Calzona
 

Quale Religione?

Prima parte

 

Perché professare questa o un’altra religione?

Come afferma Marcello Massenzio, professore di Storia delle religioni all'Università di Roma, a Tor Vergata, il sacro, il rito, il mito, il simbolismo sono dei prodotti culturali, quindi niente di ereditario, niente di biologico, la cultura si acquisisce nell’ambiente in cui si vive, più l’ambiente è sano, culturalmente, più si ha possibilità di acquisire nuove ed importanti nozioni, viceversa se un individuo nasce in un ambiente dove non ci sono scuole o strutture culturali, come ad esempio nelle terre poverissime dell’Africa o di altri Paesi poveri, non si avrà quella possibilità di un’evoluzione culturale come invece si ha in Occidente. Oggi, come d'altronde anche nei tempi passati, ogni popolo ha la propria cultura, la propria tradizione, la propria etica, la propria religione. Ciò ci dimostra che l’ambiente ha una notevole capacità nel plasmare le nostre menti. Ciò dimostra anche come siamo fortemente influenzati nella scelta della religione, in effetti non si tratta di una vera e propria scelta ma di un adattamento all’ambiente in cui viviamo.

Questo fenomeno ci viene confermato anche da un noto etologo, Konrad Lorenz, che attraverso i suoi studi sul comportamento degli animali e poi confrontati con quelli dell’uomo, ci ha fornito dei dati inconfutabili sull’imprinting. Ma cos’è l’imprinting? L’imprinting è la forma di apprendimento di base, che si verifica in un periodo della vita detto periodo critico quando si è predisposti biologicamente a quel tipo di apprendimento, ad esempio quando un bambino di pochi anni incomincia ad acquisire le prime nozioni di base, queste nozioni hanno un’importanza fondamentale nella crescita. Da ciò possiamo dedurre che la religione viene acquisita sin da piccoli, attraverso il fenomeno dell’imprinting e attraverso i condizionamenti ambientali, ad esempio: se un bambino nasce in India la sua religione sarà probabilmente induista, se nasce nel Medio Oriente sarà islamica, se nasce in Italia sarà cattolica,  e così via. Questo fenomeno ci suggerisce che il proprio credo è condizionato fortemente dall’ambiente in cui si vive e non ha niente a che fare con la libera scelta, questo naturalmente riferito ai bambini. Quando si diventa adulti, attraverso l’evoluzione culturale, la libertà di scelta (libero arbitrio) potrà cambiare le cose, ma intanto nella mente di un bambino si crea un altro fenomeno altrettanto importante, la creazione degli archetipi, (le forme primitive alla base delle espressioni mitico-religiose dell'uomo). Questi archetipi, in effetti, sono dei modelli culturali che interagiscono sulle nostre scelte e ci possono condizionare anche da adulti. Se un bambino sin da piccolo ha avuto una educazione cristiana, il suo archetipo sarà la figura di Gesù, se ha avuto un’educazione buddista avrà altri archetipi, e così via.

Dopo questa breve illustrazione dei fenomeni di condizionamento, possiamo affermare che la scelta di una o di un’altra religione è semplicemente una circostanza casuale e non ha niente a che fare con una specifica Fede. In poche parole, una religione vale l’altra, anche perché in tutto ciò che abbiamo detto, sorge una domanda legittima: visto che ogni religione ha una verità assoluta, visto che ogni religione riconosce il suo credo come unico e assoluto, e visto che nel mondo, le religioni riconosciute, si sono oggi ulteriormente ramificate fino ad arrivare ad un numero di oltre 4200. Quale sarà quella giusta? Ma è poi vero che le religioni hanno delle verità assolute? Perché se ciò fosse vero dovremmo avere un numero altissimo di verità assolute!!! O è tutto derivato dai processi ritualistici degli uomini primitivi? Insomma, una sorta di necessità culturale-biologica di cui ancora non si conoscono i veri motivi, c’è qualcuno che addirittura ha avanzato l’ipotesi che ci sia un’area nel nostro cervello che soddisfa questa necessità. Si potrebbe avanzare l’idea che non sia solo una necessità culturale ma anche biologica, visto che siamo figli dell’evoluzione per selezione naturale.

 
 
 

OSCURANTISMO

Post n°115 pubblicato il 28 Marzo 2009 da Piero_Calzona
 

OSCURANTISMO

Siamo nel pieno del Medioevo

Mentre 33 milioni di persone nel Mondo sono sieropositive alla pandemia da HIV/AIDS, e migliaia di persone muoiono per questa terribile malattia per contagio, invece di arginare drasticamente questo fenomeno il nostro “amato” Pontefice dice:

IL PRESERVATIVO NON E' SOLUZIONE PER L'AIDS”.

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HIV/AIDS e infanzia: dati statistici

La pandemia da HIV/AIDS è in costante evoluzione, e spesso i dati di cui disponiamo non sono che stime con un grado di approssimazione più o meno ampio.
 
In questa pagina trovi le stime più aggiornate e affidabili prodotte dall'UNICEF e da UNAIDS (l'agenzia ONU specializzata su questo tema) sulle dimensioni globali dell'epidemia e sull'impatto che essa produce sull'infanzia e sull'adolescenza.
 
I dati qui riportati sono aggiornati a dicembre 2007.

 

 

Stime globali sulla pandemia

 

33,2 milioni di persone nel mondo sono sieropositive. 2,1 milioni hanno un'età inferiore ai 15 anni e circa il 90% di essi vivono nell'Africa sub-sahariana

Nel 2007 2,5 milioni di persone hanno contratto il virus. Di queste, 420.000 sono bambini sotto i 15 anni

Nel 2007, 2,1 milioni di persone sono morte per cause correlate all'AIDS. Di queste, 290.000 erano bambini sotto i 15 anni

 

Bambini (0-15 anni) sieropositivi: dati regionali

 

Africa Sub-sahariana: 1,8 2 milioni
Asia meridionale: 140.000
Asia orientale: 7.900
Oceania (Australia, Fiji, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea): 1.100
America Latina: 36.000

Caraibi: 11.000
Nord Africa e Medio-Oriente: 26.000
Europa dell'Est e Asia centrale: 9.500
Europa centrale e occidentale: 3.000
Nord America: 11.000

 

 

Trattamenti e cure pediatriche

 

Soltanto il 10% dei bambini sieropositivi riceve cure adeguate.

Globalmente, nel 2005, erano 780.000 i bambini (<15 anni) sieropositivi bisognosi di farmaci antiretrovirali.
 
Circa 4 milioni di bambini necessitano del cotrimoxazolo, un antibiotico facilmente reperibile che costa solo tre centesimi di dollari al giorno per bambino. Il cotrimoxazolo previene le infezioni che possono essere letali per un bambino sieropositivo o per un neonato figlio di madre sieropositiva. Esso inoltre può ritardare i sintomi dell'AIDS e il bisogno di ulteriori terapie antiretrovirali.

I dati mostrano che in assenza di trattamenti medici adeguati, un terzo dei bambini sieropositivi muore prima di  compiere un anno e circa metà entro il secondo anno di vita.

 

Prevenzione della trasmissione madre-figlio

 

Ogni giorno, 1.500 bambini contraggono il virus HIV. In massima parte, si tratta di neonati contagiati dalla mamma durante la gravidanza o alla nascita.
 
Soltanto il 23% delle donne incinte nel 2006 ha avuto accesso a profilassi antiretrovirale per prevenire la trasmissione del virus dell'HIV ai loro figli. Benché ancora molto basso, questo dato segna un notevole miglioramento rispetto allo sconfortante tasso del 3% che si registrava nel 2003.

Dati provenienti dal Nord America e dall'Europa dimostrano come le donne sieropositive che ricevono trattamenti completi per la prevenzione della trasmissione madre-figlio dell'HIV vedano ridursi a meno del 2% il rischio di contagio del virus al nascituro.

Senza servizi di prevenzione adeguati, circa il 35% dei bambini nati da madri sieropositive sono destinati a contrarre il virus.

 

Dati sulla prevenzione

 

Nel mondo, più di 10 milioni di ragazzi di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono affetti dall'HIV/AIDS: i giovani in questa fascia di età rappresentano un quarto del numero globale delle persone sieropositive e malate di AIDS.

L'80% delle persone con età superiore a 15 anni, anche nei paesi a maggiore diffusione del virus, non ha ancora accesso ai servizi di prevenzione.
 
Nell'Africa subsahariana, meno di un terzo dei giovani sono adeguatamente informati su come proteggersi dall'HIV. 

In molti paesi con le più alte percentuali di contagio, la diffusione del virus tra le donne di età compresa tra 15 e 24 anni è due o tre volte superiore rispetto agli uomini.

Meno del 20% delle persone che fanno uso di droghe iniettabili hanno accesso a servizi per la prevenzione dell'HIV, con punte di copertura inferiori del 10% nell'Europa dell'Est e nell'Asia centrale.

Le persone che hanno potuto sottoporsi al test per l'HIV e usufruire dei servizi di consulenza sono quadruplicate passando dai circa 4 milioni del 2001 ai 16,5 milioni del 2005 (su 70 paesi monitorati).

 

Protezione, cure e aiuti per i bambini affetti da AIDS

 

15,2 milioni di bambini e ragazzi minori di 18 anni hanno perso uno o entrambi i genitori per colpa dell'AIDS. Di questi, 12 milioni si trovano nell'Africa Sub-sahariana.

Si stima che entro il 2010 più di 20 milioni di bambini dell'Africa Sub-sahariana saranno rimasti orfani a causa dell'AIDS.

Meno del 10% dei bambini rimasti orfani o resi in altro modo vulnerabili dall'AIDS riceve aiuti o servizi al di fuori della loro comunità.
 
Una ricerca condotta da Organizzazioni non governative in 28 Stati africani ha rivelato che da 3,3 a 5 milioni di bambini orfani o resi particolarmente vulnerabili dall'epidemia ricevono prestazioni di assistenza sociale (scuola, cure sanitarie, sostegno alimentare o economico, supporto psico-sociale ecc.).

 

Lancet contro il papa: "Ha distorto la scienza"

ROMA - Lancet contro il Papa. Una delle più prestigiose riviste scientifiche del mondo critica duramente le affermazioni che Benedetto XVI ha fatto durante il viaggio in Africa sull'uso del preservativo per fermare l'Aids. "Il Papa, sostiene la rivista in un editoriale riportato anche da Bbc, "ha pubblicamente distorto le prove scientifiche per promuovere la dottrina cattolica sul tema. Non è chiaro se l'errore del Papa sia dovuto ad ignoranza o se sia un deliberato tentativo di manipolare la scienza per appoggiare l'ideologia cattolica. Ma quando qualsiasi personaggio influente, sia una figura religiosa, sia politica, fa una falsa affermazione scientifica che potrebbe avere conseguenze devastanti per la salute di milioni di persone, questi dovrebbe ritrattare o correggere la linea".

I recenti commenti di Joseph Ratzinger sul fatto che il condom aggrava i problemi del virus dell'Hiv sono "terribilmente imprecisi" e potrebbero avere conseguenze devastanti, mette in guardia il giornale. Nel suo primo giorno della sua prima visita in Africa il 17 marzo, Benedetto XVI ha affermato che "non si può risolvere il problema dell'Aids con la distribuzione dei preservativi", che al contrario, "aggravano il problema", scatenando le ire dei governi di Francia, Germania, Spagna e dell'Unione Europea. Invece del preservativo, Ratzinger ha proposto di combattere la "devastante epidemia" con astinenza e fedeltà coniugale.

La rivista londinese sottolinea come il Papa abbia "pubblicamente distorto le prove scientifiche per promuovere la dottrina cattolica sul tema", aggiungendo che il profilattico è l'unico modo efficace per ridurre la trasmissione sessuale della malattia. E chiede al Vaticano di rivedere le affermazioni.


 
 
 

OLOCAUSTO AMERICANO

Post n°113 pubblicato il 18 Marzo 2009 da Piero_Calzona
 

OLOCAUSTO AMERICANO

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Dichiaro che, con l'aiuto di Dio, entreremo con tutte le forze nel vostro paese, com­batteremo contro di voi in tutti i modi e vi sottometteremo al giogo e all'obbedienza dovuti alla Chiesa e alla Corona. Prenderemo voi, le vostre mogli e i vostri bambini e vi renderemo schiavi e, in quanto tali, vi venderemo e disporremo di voi secondo il volere della Corona. E prenderemo ciò che possedete, vi arrecheremo ogni offesa e danno possibile come ai servi che non obbediscono, rifiutano di ricevere gli ordini del loro signore, gli oppongono resistenza e lo contraddicono.

Tagliavano le mani a un indiano e le lasciavano penzolare attaccate a un ultimo brandello di pelle e poi gli dicevano: «Va', ora, dai la notizia al tuo capo». Provavano la lama delle loro spade e la loro forza virile sugli indiani catturati e scom­mettevano su chi sarebbe riuscito a tagliare la testa di un indiano o a dividerne in due il corpo con un unico colpo. I capi catturati venivano bruciati o impiccati.

Appena ventun anni dopo il primo sbarco di Colombo ai Caraibi, l'isola vastamente popolata che l'esploratore aveva rinomina­to Hispaniola era divenuta una terra desolata; quasi otto milioni di persone - che Colombo aveva scelto di chiamare indiani - erano state uccise dalla violenza, dalle malattie e dalla disperazione. Ci volle più tempo, l'arco di una generazione, ma ciò che avvenne sull'isola di Hi­spaniola equivalse a più di cinquanta Hiroshima. E Hispaniola non fu che l'inizio.

Nel giro di poche generazioni, in seguito all'incontro con gli euro­pei, la maggioranza dei nativi dell'emisfero occidentale era stata ster­minata. Il ritmo e la portata del loro annientamento variò nello spazio e nel tempo, ma per anni, fino a tempi recenti, gli storici hanno rivela­to, regione dopo regione, un calo demografico compreso tra il 90 e il 98 per cento, con tale regolarità che la media del 95 per cento è consi­derata un valido criterio di approssimazione. Ciò significa che, me­diamente, su venti nativi che vivevano nei territori americani al mo­mento dell'incontro con gli europei - quando quelle terre ospitavano diverse decine di milioni di persone - al termine del massacro solo uno era sopravvissuto.

indios 2

L’influenza del Cristianesimo

Il successo ottenuto dal cristianesimo, divenuto la religione ufficia­le di tutta l'Europa, è dovuto all'esuberante intolleranza dei suoi se­guaci. In un certo senso la fede stessa era fondata sull'idea di lotta spi­rituale - la lotta colossale tra il bene e il male, tra Dio e Satana - e sul concetto che non credere in Dio volesse dire credere in Satana. Di conseguenza, tollerare lo scetticismo nei confronti dei dogmi centrali del cristianesimo significava indebolire la fonte della fede stessa. In breve, i non credenti erano reputati uomini che desideravano la morte del Dio dei cristiani.

Ogni violazione delle leggi di Dio e, di conseguenza, ogni violazione della dottrina cristiana, può essere considerata un'ingiustizia che merita una punizione violenta e senza limiti. Inoltre le colpe del nemico meritano la punizione della popolazione nemica senza alcuna considerazione delle differenze tra soldati e civili. Spinti dal giu­sto furore, i guerrieri possono uccidere impunemente anche quelli il cui animo è in­nocente.

Dopo le parole di Agostino, la Chiesa accettò con entusiasmo l'idea di «guerra giusta» e da qui sviluppò il concetto di «guerra di missio­ne» o guerra santa, un'idea simile, sotto certi aspetti, alla jihad islami­ca. Questa evoluzione del pensiero cristiano acquisì una grande im­portanza negli ultimi anni dell'XI  secolo, quando l'Europa era scena­rio di immani disastri - alluvioni, pestilenze, siccità e carestia - e pos­sedeva schiere di soldati permanenti senza alcuna occupazione che vi­vevano alle spalle dei contadini.

Qui, per esempio, è ripor­tato ciò che il pio domenicano Tomàs Ortiz scrisse al Concilio delle Indie all'inizio del XVI secolo riguardo ai popoli del Nuovo Mondo:

Sul continente mangiano carne umana. Sono più dediti alla sodomia di ogni altra na­zione al mondo. Non esiste giustizia tra loro. Sono nudi. Non provano alcun rispetto per l'amore e la verginità. Sono stupidi e sciocchi. Non hanno rispetto per la verità a meno che non vada a loro vantaggio. Sono instabili. Non sanno che cosa sia la lungi­miranza. Sono ingrati e incostanti [...] Sono brutali. Si divertono a esagerare i loro di­fetti. Non esiste ubbidienza tra loro e nemmeno il rispetto da parte del giovane verso l'anziano, né del figlio verso il padre. Sono incapaci di apprendere. Le punizioni non hanno alcun effetto su di loro [...] Mangiano pulci, ragni e vermi crudi ogni volta che li trovano. Non esercitano alcuna arte o mestiere. Quando insegnammo loro i misteri della nostra religione, dissero che queste cose potevano andare bene per i castigliani, ma non per loro, e non desideravano cambiare le loro abitudini [...] Posso senz'altro affermare che Dio non ha mai creato una razza tanto viziosa e priva di gentilezza e cultura [...] Gli indiani sono più stupidi degli asini e si rifiutano di migliorare.

L'unica affermazione vera in questa litania di odio cristiano verso gli indiani è che gli indiani erano comprensibilmente riluttanti ad ab­bandonare la fede dei loro antenati e ad adottare quella del popolo straniero che era venuto a ucciderli, torturarli e renderli schiavi. Inol­tre, molti di quelli che sembravano essersi convertiti si rivelarono apostati o, in primo luogo, falsi convertiti. Naturalmente, gli spagnoli possedevano la risposta giusta a problemi del genere: l'inquisizione. Così istituirono tribunali dell'inquisizione tra i nativi, per trovare e  punire gli indiani che avevano fornito una falsa testimonianza o che erano ritornati a essere «idolatri» dopo aver detto di aver visto la lu­ce. Così i frati si unirono ai conquistatori e cominciarono anche loro a bruciare sul rogo gli indiani.

Elencando quelle che gli spagnoli consideravano le disgustose abitudini alimentari degli indiani (tra cui il cannibalismo e il consumo di in­setti e altri alimenti non reputati adatti alla dieta umana), la presunta nudità dei nativi e la mancanza di agricoltura, la loro devianza sessua­le e la lascivia, la brutale ignoranza, la mancanza di armi e l'incapacità di lavorare il ferro e l'irrimediabile idolatria, i conquistatori europei disumanizzavano deliberatamente e sistematicamente i popoli che stavano sterminando. Infatti, le specifiche categorie di comportamen­to scelte per queste accuse erano derivate apertamente dalle idee della tradizione cristiana e dell'antica cultura greca e romana riguardanti le caratteristiche di creature fondamentalmente non razionali e malva­gie, dalla razza di bronzo descritta da Esiodo ai selvaggi e alle streghe dell'epoca medioevale. Così, ancora una volta, l'asservimento e i mas­sacri terroristici compiuti dagli spagnoli contro gli indiani furono giu­stificati mettendo in evidenza la presunta ignoranza dei nativi o il lo­ro comportamento deprecabile e animalesco, come quando, per esem­pio, le truppe di Balboa uccisero centinaia di nativi mutilandoli fino alla morte e dando la loro carne in pasto ai cani perché Balboa aveva affermato che alcuni dei loro capi erano dediti al «nefando e osceno peccato di sodomia».

Tutto ciò, naturalmente, dalla miracolosa scoperta delle Indie alla distruzione dei pagani inca, faceva parte del grande piano di Dio. In­fatti, lo stesso prete che aveva persuaso Las Casas a divenire frate, pa­dre Domingo de Betanzos, nei primi anni della conquista, aveva dif­fuso con autorevolezza una profezia secondo cui «gli indiani erano be­stie e Dio aveva condannato l'intera razza a morire a causa degli orri­bili peccati commessi nel loro paganesimo». Benché Betanzos abbia ripudiato la profezia poco prima di morire mentre si trovava in pelle­grinaggio in Terra Santa - alcuni decenni dopo averla pronunciata e, a quanto pare, spinto dai suoi più gentili fratelli domenicani - questa era ormai stata comunemente accettata da persone di ogni ceto, da lai­ci e religiosi. Infatti, appena Betanzos morì, la profezia che egli aveva ripudiato fu rivista, stampata e nuovamente diffusa dallo scrittore do­menicano Dàvila Padilla.

I massacri ingiustificati e l'assoluto sadismo che i soldati spagnoli avevano dimostrato sull'isola di Hispaniola e nel Messico centrale ca­ratterizzarono anche la lunga marcia verso sud. Numerosi resoconti scritti da diversi testimoni raccontano di indiani che camminavano verso le miniere, incatenati l'uno all'altro per il collo, decapitati se so­lo inciampavano; di bambini intrappolati e bruciati vivi nelle loro ca­se, o uccisi a pugnalate perché camminavano troppo lenti; di donne cui gli spagnoli tagliavano i seni, e di quelle cui legavano ai piedi pe­santi zucche prima di lasciarle annegare nei laghi; di neonati, strappa­ti dal seno delle loro madri, per essere uccisi e abbandonati ai lati delle strade per indicare la via; di indiani «smarriti» smembrati e ricondot­ti nei loro villaggi con le mani e i nasi mozzati legati attorno al collo; di «donne incinte e prossime al parto, di bambini, di anziani, di tutti quelli che riuscivano a catturare» gettati dentro fosse in cui erano conficcati pali e «infilzati, uno sopra l'altro, fino a quando le fosse non erano piene». E molto, molto altro ancora.

Uno dei passatempi preferiti dei conquistatori era «dare la caccia agli indiani con i cani». Gli spagnoli viaggiavano accompagnati da de­cine di greyhound e di mastini, allevati con una dieta a base di carne umana e addestrati a sventrare gli indiani, che usavano per terrorizza­re gli schiavi e per intrattenere le truppe. Recentemente è stato pub­blicato un intero libro, Dogs of the Conquest, sulle prodezze di questi animali che seguirono i padroni durante tutto il periodo della conqui­sta spagnola. «Un cane aizzato a dovere - scrivono gli autori - poteva inseguire un "selvaggio" con lo stesso zelo generalmente riservato a cervi o cinghiali [...] Per molti conquistatori gli indiani non erano al­tro che animali selvaggi e i cani erano addestrati a inseguire e fare a pezzi le prede umane con lo stesso entusiasmo che provavano cacciando animali selvaggi.

Naturalmente tutto questo era «il volere di Dio», come disse il testimone che riferì questi eventi, «e ciò infine ci dà ragione di dire: quanto è immensa la sua bontà! quanto è grande la sua grazia!». O come espresse lo stesso pensiero un altro scrittore del tempo, «così il Signore Gesù li farà in­chinare dinanzi a lui, e farà loro mangiare la polvere».

Questa è solo una piccolissima parte di storia che racconta di un genocidio senza precedenti, il più grande olocausto di tutti i tempi, che ha sterminato interi popoli delle Americhe. Tra il 1494 e il 1891 circa 90.000.000 di indiani sono stati uccisi dagli europei, prima dagli spagnoli, poi dagli inglesi. E’ stato sterminato il 95% della popolazione indiana. Tutto questo è successo in nome di DIO, sotto il dominio incontrastato del Cristianesimo che pretendeva con la forza la conversione degli indiani.

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Dal punto di vista ideologico l'effetto fu quello di dispensare individui, partiti e nazioni da ogni responsabi­lità morale per ciò che la storia aveva decretato». In realtà la quasi to­tale distruzione dei popoli nativi dell'emisfero occidentale non fu né involontaria né inevitabile.

Bibliografia:

“Olocausto Americano”

di: David E. Stannard

La sintesi completa potrete leggerla sul mio sito ufficiale, URL:

http://www.impressionisoggettive.it/index%20grandi%20temi.htm

 

 

 

 
 
 

La fabbrica dei santi

Post n°112 pubblicato il 02 Marzo 2009 da Piero_Calzona
 

 

La fabbrica dei Santi

Qual è il significato dell’adorazione dei Santi?

santi

 

Gesù nei suoi Vangeli non ha mai parlato né di Chiesa, né di sacerdozio, né di celibato, né di papato, né, tantomeno, di venerazione ai Santi. Tutto ciò che si sta verificando nel Vaticano, sotto la guida spirituale di alcuni Papi, è frutto di una manipolazione spietata dei Vangeli, attraverso i vari Concili che si sono avuti nella storia del Cristianesimo. Gesù nei suoi Vangeli ha parlato di Dio, come unica Entità Suprema a cui dobbiamo la nostra esistenza. La venerazione dei santi fa parte dell’idolatria e risale ad antichi riti pagani, ciò è in completa contraddizione  con i dogmi della religione cristiana, (Nuovo Testamento). Il Vaticano è diventato una “fabbrica di santi”. Troppe beatificazioni a San Pietro sotto il pontificato di Wojtyla. Giovanni Paolo II ha proclamato nel suo pontificato ben 1338 beati e 482 santi: cioè, da solo, più dei 1319 beati e 296 santi di tutti i suoi predecessori dal 1588, anno in cui Sisto V istituì la Congregazione dei Riti e fissò le procedure moderne.

 

 

 

 
 
 

Celibato

Post n°110 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da Piero_Calzona
 

CELIBATO

 

Perché i Preti non si possono sposare?

 

Come è stata manipolata la Bibbia

 

 

 

celibato

 


Nella Lettera a Tito, in una sezione intitolata «condizioni dei vescovi», San Paolo scrisse la seguente istruzione: «Per questo ti ho lasciato a Creta perché regolassi ciò che rimane da fare e per­ché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato: il candidato deve essere irreprensibile, sposato una so­la volta, con figli credenti e che non possano essere accusati di dissolutezza o siano insubordinati. Il vescovo infatti, come am­ministratore di Dio, dev'essere irreprensibile: non arrogante, non iracondo, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagno disonesto» (27 1, 5-7).

 

Imporre ai membri del primo clero la condizione - certa­mente ispirata da Dio - di essere «mariti di una sola donna» non poteva significare, come oggi comanda la Chiesa cattolica, che dovevano essere celibi, ma piuttosto, che fossero sessualmente fedeli a una sola donna, cioè, a quella con la quale si fossero spo­sati. Una norma morale che, come documenta la storia ecclesiastica del primo millennio, non è stata granché rispettata dal cle­ro cattolico: da papi, vescovi e sacerdoti, che sono stati sposati e nemmeno da coloro che sono rimasti formalmente celibi.


Per di più, il presunto e inappellabile magistero divino del­l'Antico Testamento, espresso nel capitolo intitolato «leggi circa la purezza abituale dei sacerdoti» della Legge proclamata nel Levitico - la cui validità è stata ratificata da Gesù in Mt 5, 17-18 - prescrive: «Sposerà una vergine. Non potrà sposare né una vedova, né una divorziata, né una disonorata, né una prostitu­ta; ma prenderà in moglie una vergine della sua gente. Cosi non disonorerà la sua discendenza in mezzo al suo popolo; poiché io sono il Signore che lo santifico» (Lv 21, 13-15).

Sembra, dunque, che Dio si sia preoccupato persino di legiferare sulle caratteristiche che dovevano avere le spose dei sacerdoti.


 


 


 

 

 
 
 

Gli Orrori della Chiesa

Post n°109 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da Piero_Calzona
 

GLI ORRORI DELLA CHIESA CATTOLICA

L’olocausto c’è stato solo nel periodo NAZISTA?

orrori chiesa

Tra il 375 d.C. e il XVII secolo, il cattolicesimo era l'unica  forma riconosciuta di Cristianesimo.

La madre Chiesa, formata e fondata da Re Costantino al Con­cilio di Nicea, sterminò molte delle pacifiche sètte mistiche allo­ra esistenti.

Costantino impose il voto dei vescovi che si erano riuniti a Nicea, così Gesù, "il Re degli Ebrei", diventò improvvisamente "Cristo, il Salvatore dell'Umanità". Il principe della pace fu uti­lizzato come giustificazione di guerre e dominazioni culturale.

Mai, sin dai primi giorni del Cristianesimo, risalenti a cento anni dopo la morte di Gesù, c'erano state divisioni e inquietudi­ni. Per molti anni, il Cristianesimo era stato un culto, esclusiva­mente ebraico, che si opponeva ai romani. A un certo punto di questa battaglia, Gesù fu etichettato come il "Re guerriero", "il Messia" o il "Maestro dei principi morali".

Questa confusione e disconoscimento sono ancora oggi evi­denti, con ben più di duemilacinquecento differenti sètte, chiese e denominazioni, che rivendicano, ognuna per sé, il ruolo di unica discepola di Gesù.

Quando presiedeva la cattedra di Filosofia alla Harvard University, Alfred North Whitehead fece questa osservazione: «La teologia cri­stiana è stata il più grande disastro della storia dell'umanità».

Aveva ragione?

 

Un po’ di Storia:

391 d.C. I cristiani bruciano ad Alessandria una delle più grandi biblio­teche del mondo, la quale custodiva oltre settecentomila pergamene.

1099 d.C. I crociati cristiani prendono Gerusalemme e massacrano ebrei e musulmani. Nelle strade c'erano teste, mani e piedi ammuc­chiati, e come risultato delle crociate milioni di persone furono ucci­se.

1208 d.C. Il Papa Innocenzio ordina una crociata contro i catari francesi. Più di centomila furono uccisi a Béziers dagli uomini di Arnaud.

1231 d.C. Il Papa Gregorio IX istituisce l'Inquisizione. Agli inqui­sitori viene data licenza di perpetrare con ogni mezzo l'orrore e la crudeltà. Le vittime vengono unte di lardo o grasso e poi lentamente arrostite vive. Forni costruiti per uccidere la gente, resi poi famosi dalla Germania nazista, furono usati per la prima volta durante l'In­quisizione cristiana nell'Europa dell'Est. Le macabre torture utilizza­te su centinaia di migliaia di non cristiani furono così ripugnanti e orribili.

1377 d.C. L'esercito del Papa discese sulla città italiana di Cesena. Il massacro continuò senza sosta per tre giorni e tre notti, a partire dal 3 febbraio. Le piazze traboccavano sangue. Le donne venivano vio­lentate, sui bambini veniva messo un riscatto, e inestimabili opere d'arte furono distrutte. Più di tremila persone furono macellate.

1497 d.C. La Chiesa diede inizio a un enorme rogo a Firenze. Le opere di poeti latini e italiani, manoscritti illuminati, ornamenti fem­minili, strumenti musicali e dipinti furono tutti bruciati.

Anni intorno al 1500 d.C. La caccia alle streghe prosegue a pieno regime. I membri del clero riferiscono con orgoglio il numero di quante ne hanno uccise. Il prelato luterano Benedict Carpzov si van­tava di aver ucciso oltre ventimila delle orribili «seguaci del diavolo». Secondo le stime degli storici, più di nove milioni (nove milioni) di persone furono giustiziate dopo il 1484, soprattutto donne. Tutto ciò è brutale tanto quanto quello che avvenne durante l'olocausto nazista del XX secolo.

1572 d.C. Più di diecimila protestanti vengono massacrati in Fran­cia nel giorno di san Bartolomeo. Papa Gregorio XIII scrisse: «Ci ral­legriamo che il mondo sia stato liberato da quegli eretici sciagurati».

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Tratto da un articolo di WILLIAM EDELEN, teologo e sacerdote congrezionalista, autore di numerosi saggi e di quattro libri, tra i quali “Toward the Mistery”.

 

 

 

 
 
 

Guerre e Religioni

Post n°99 pubblicato il 18 Gennaio 2009 da Piero_Calzona
 

Guerre  e  Religioni

Dalla storia delle tre religioni monoteiste si evince una sola cosa: tutte le scritture sono opera dell’Uomo.

 

Ebraismo

 

Prendiamo in considerazione l’evoluzione del pensiero della religione ebraica: Dalle tavole di Mosè (TORA’), gli ebrei hanno elaborato prima la MISHNA’, scritta in ebraico (2000 a.c.). Comprende, senza distinzioni tra diritto sacro (religioso) e diritto civile (profano), 63 trattati raggruppati in 6 sezioni principali (ordini) per lo più tematiche: “festività”  “origini”  “donne” “danni” “cose sacre” (sacrifici, giuramenti, prescrizioni alimentari, purificazioni cultuali). Solo un trattato (padri) è di contenuto non legale, edificante.

 

Seconda fase TALMUD

Nei tre secoli seguenti – si tratta dell’enorme lavoro di molte generazioni – anche la MISHNA’ viene a sua volta commentata – e precisamente in due centri di studi: in Palestina, ma soprattutto in Babilonia.

Ciò avvenne mediante la GHEMARA’ (ebraico “complemento”) composta in numerosi dialetti aramaici. GHEMARA’ e MISHNA’ poi formano insieme il TALMUD ( studio, dottrina) .

Il TALMUD è dunque , al di là di tutti gli ampliamenti edificanti, semplicemente un gigantesco commento alla MISHNA’, nella misura in cui i trattati di questa sono ancora rilevanti dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme. Esso si è imposto universalmente nell’ebraismo .

Nel TALMUD si contano 613 precetti, di cui 365 divieti.

Dio ha dato solo i DIECI COMANDAMENTI , come può un popolo convivere nell’età postmoderna con 365 divieti?

Anche qui la guerra è stata legittimata per difendere il pensiero filosofoco-teologico della religione ebraica.

 

Cristianesimo

 

La religione cristiana è stata architettata e ben congegnata da Imperatori e Papi corrotti dalla sete di potere, basta citare le inquisizioni, le crociate, le condanne per eresia, le falsificazioni papali. Qui è stata legittimata la guerra nel senso più completo del termine. Ciò è dovuto anche al famoso pensiero di Agostino, che affermava che la guerra santa è giustificata da Dio. Ma di pensatori, di Papi, di Imperatori, che hanno contribuito in questa mostruosa corsa verso il potere assoluto (Religione Cattolica Romana) nella storia del cristianesimo, ce ne sono tanti, non mi posso dilungare più di tanto.

 

Islam

 

Nel Corano non c’è scritto di nessuna guerra santa. Nel Medio Oriente è stata trascesa la vera essenza di questa religione, attraverso un processo di fondamentalismo e integralismo religioso che sfocia facilmente nel terrorismo internazionale, legittimando così la guerra, cosiddetta santa, e producendo dei fenomeni mostruosi come i “Martiri” o “Kamikaze”.

 

Conclusioni:

 

La Teocrazia non potrà mai avere la pace, ciò è stato confermato da uno dei più prestigiosi teologi del nostro tempo: Hans Kung, ecco il suo pensiero: “Non c'è pace tra le nazioni senza pace tra le religioni. Non c'è pace tra le religioni senza dialogo tra le religioni. Non c'è dialogo tra le religioni senza una ricerca sui fondamenti delle religioni”.

 

 

 

 

 
 
 

Papa Wojtyla

Post n°96 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da Piero_Calzona
 

Intervista al teologo cattolico dissidente Hans Küng

Articolo pubblicato sul “Corriere della Sera”, il 30 maggio 2005

Wojtyla, il Papa che ha fallito 

La situazione della Chiesa Cattolica è seria. Il Papa è gravemente malato e merita ogni compassione. Ma la Chiesa deve vivere. Per questo, nella prospettiva di un’elezione papale, ha bisogno di una diagnosi, di una sincera analisi svolta dal suo interno. Delle terapie si potrà discutere dopo.

Gli oltre venticinque anni di Pontificato di Karol Wojtyla sono stati una conferma delle critiche che già avevo espresso dopo un anno del suo Pontificato. Secondo la mia opinione, egli non è il Papa più grande ma il più contraddittorio del XX secolo. Un Papa dalle molte, grandi doti, e dalle molte decisioni sbagliate! La sua «politica estera» ha preteso da tutto il mondo conversione, riforma, dialogo. Però, in tutta contraddizione, la sua «politica interna» ha puntato alla restaurazione dello status quo ante Concilium, a impedire le riforme, al rifiuto del dialogo intra- ecclesiastico e al dominio assoluto di Roma. Questa contraddizione si evidenzia in undici ambiti problematici. Riconoscendo gli aspetti positivi di questo Pontificato, mi concentrerò quindi sui suoi aspetti critici e contraddittori.

 

Prima contraddizione. Giovanni Paolo II predica i diritti degli uomini all’esterno ma li ha negati all’interno, cioè ai vescovi, ai teologi e soprattutto alle donne. Il Vaticano, un tempo nemico convinto dei diritti dell’uomo ma ben disposto oggi a immischiarsi nella politica europea, continua a non poter sottoscrivere la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo del Consiglio d’Europa: troppi canoni del diritto ecclesiastico romano, assolutistico e medioevale, dovrebbero prima essere modificati. La separazione dei poteri, principio fondamentale del diritto moderno, è sconosciuta alla Chiesa Cattolica romana, nel cui comportamento non vi è nessuna lealtà: nei casi di disputa l’autorità vaticana funge nel contempo da legislatore, accusa e giudice.

 

Seconda contraddizione. Grande ammiratore di Maria, il Wojtyla predica gli ideali femminili, vietando però alle donne la pillola e negando loro l’ordinazione. Per molte donne cattoliche tradizionali (soprattutto le donne appartenenti a ordini religiosi), l’aspetto più apprezzato di questo Papa è il suo respingere le donne moderne, in quanto le ha escluse da tutte le consacrazioni più importanti e considera la contraccezione appartenente alla «cultura della morte ». Tuttavia, molte delle donne che partecipano alle manifestazioni di massa del Papa, rifiutano la dottrina papale che si oppone ai metodi contraccettivi.

 

Terza contraddizione. Questo Pontefice predica contro la povertà di massa e l’indigenza nel mondo ma, al tempo stesso, con la sua posizione in merito al controllo delle nascite e all’esplosione demografica, si è reso colpevole di questa indigenza. In occasione dei suoi numerosi viaggi e anche di fronte alla Conferenza delle Nazioni Unite su Popolazione e Sviluppo tenutasi al Cairo nel 1994, questo Papa ha preso posizione contro l’uso della pillola e del profilattico e, pertanto, potrebbe essere ritenuto responsabile più di qualsiasi uomo di Stato della crescita demografica incontrollata in alcuni Paesi e del dilagare dell’Aids in Africa.

 

Quarta contraddizione. Karol Wojtyla propaganda una figura sacerdotale maschile caratterizzata dal celibato ed è, quindi, il principale responsabile della catastrofica carenza di sacerdoti, del collasso dell’assistenza spirituale in molti Paesi e dello scandalo della pedofilia nel clero, ormai venuto alla luce. Agli uomini che si sono dichiarati pronti al servizio sacerdotale nelle comunità viene proibito il matrimonio. Questo è solo un esempio di come anche questo Papa abbia ignorato la dottrina della Bibbia e la grande tradizione cattolica del primo Millennio in cui non vi era alcuna legge sul celibato per i sacerdoti. I quadri si sono ridotti, il reclutamento è fermo e fra poco, non solo nell’area di lingua tedesca, quasi due terzi delle parrocchie rimarranno senza sacerdote e la stessa celebrazione domenicale dell’eucarestia non potrà più essere assicurata, nemmeno con l’importazione di parroci e il raggruppamento delle parrocchie in «unità spirituali». Il clero fedele al celibato è dunque in crescente pericolo di estinzione. Gli scandali della pedofilia verificatisi dagli Stati Uniti all’Austria hanno inoltre gravemente danneggiato la sua credibilità, portando sull’orlo della bancarotta grandi diocesi negli Stati Uniti.

 

Quinta contraddizione. Il Papa polacco ha praticato un numero elavatissimo di canonizzazioni,ma al tempo stesso ha ignorato l’inquisizione attuata nei confronti di teologi, sacerdoti e membri di ordini malvisti dalla Chiesa. I devoti, strumentalizzati politicamente e commercialmente con spese ingenti e conseguenti profitti per la Curia, sono soprattutto pie suore, fondatori di ordini religiosi o Papi come l’antidemocratico, antisemita, autoritario Papa Pio IX (controbilanciati dalla canonizzazione di Giovanni XXIII). Devoti sono divenuti anche l’imperatore asburgico Carlo I e il ben poco pio fondatore dell’Opus Dei Josémaria Escrivá. Uomini e donne (anche donne appartenenti a ordini religiosi) che si sono distinti, per il loro pensiero critico e per la loro energica volontà di riforme, sono stati invece trattati con metodi da Inquisizione. Come Pio XII fece perseguitare i più importanti teologi del suo tempo, allo stesso modo si comportano Giovanni Paolo II e il suo Grande Inquisitore Ratzinger con Schillebeeckx, Balasuriya, Boff, Bulányi, Curran, Fox, Drewermann e anche il Vescovo di Evreux Gaillot e l’Arcivescono di Seattle Huntington. Nella vita pubblica mancano oggi intellettuali e teologi cattolici della levatura della generazione del Concilio. Questo è il risultato di un clima di sospetto, che circonda i pensatori critici di questo Pontificato. I vescovi si sentono governatori romani invece che servitori del popolo della Chiesa. E troppi teologi scrivono in modo conformista oppure tacciono.

 

Sesta contraddizione. Il Papa elogia spesso e volentieri gli ecumenici, ma al tempo stesso ha pesantemente compromesso i rapporti con le Chiese ortodosse e con quelle riformiste ed evita il riconoscimento dei suoi funzionari e dell’eucarestia. Il Papa avrebbe dovuto consentire — come suggerito in molti modi dalle commissioni di studio ecumeniche e come praticato direttamente da tanti parroci — le messe e l’eucarestia nelle Chiese non cattoliche e l’ospitalità eucaristica.Avrebbe anche dovuto ridurre l’eccessivo potere esercitato dalla Chiesa nei confronti delle Chiese dell’Est e delle Chiese riformiste e avrebbe dovuto rinunciare all’insediamento dei Vescovi romano- cattolici nelle zone delle Chiese russe- ortodosse. Avrebbe potuto, ma non ha mai voluto. Ha voluto invece mantenere e ampliare il sistema di potere romano. La politica di potere e di prestigio del Vaticano è stata mascherata da discorsi ecumenici pronunciati dalla finestra di Piazza San Pietro, da gesti vuoti e da una giovialità del Papa e dei suoi cardinali che cela in realtà il desiderio di «sottomissione» della Chiesa dell’Est sotto il primato romano e il «ritorno» dei protestanti alla casa paterna romano-cattolica.

 

Settima contraddizione. Come Vescovo suffraganeo e poi Arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla ha preso parte al Concilio Vaticano II. Una volta diventato Papa, ha però disprezzato la collegialità del Pontefice con i Vescovi decretata proprio al Concilio. Questo Pontefice ha più volte dichiarato la sua fedeltà al Concilio, per poi tradirlo nei fatti attraverso la sua «politica interna». I termini conciliari come «aggiornamento, dialogo, collegialità e apertura ecumenica» sono stati sostituiti da parole quali «restaurazione, magistero, obbedienza, ri-romanizzazione ». Il criterio per la nomina dei Vescovi non è affatto lo spirito del Vangelo e l’apertura mentale pastorale, bensì la fedeltà assoluta verso la condotta romana. I sostenitori del Papa tra i vescovi di lingua tedesca come Meisner, Dyba, Haas, Groer e Krenn sono solo gli sbagli più eclatanti di questa politica pastorale devastante, la quale fa pericolosamente scivolare in basso il livello morale e intellettuale dell’episcopato. Un episcopato reso ancor più mediocre, rigido, conservatore e servile, è forse l’ipoteca più pesante di questo lunghissimo Pontificato.

 

Ottava contraddizione. Questo Papa ha cercato il dialogo con le religioni del mondo, ma contemporaneamente ha disprezzato le religioni non cristiane definendole «forme deficitarie di fede».In occasione dei suoi viaggi o «preghiere di pace», il Papa ha radunato con piacere attorno a sé dignitari di altre chiese e religioni. Non vi erano tuttavia molte tracce reali della sua preghiera teologica. Anzi, il Papa si è presentato in sostanza come un «missionario » di vecchio stampo.

 

Nona contraddizione. Il Papa polacco ha assunto la funzione di rappresentante della fede in un’Europa cristiana, ma il suo ingresso trionfale e la sua politica reazionaria hanno involontariamente favorito l’inimicizia nei confronti della Chiesa, se non addirittura l’avversione contro il Cristianesimo stesso. La campagna di evangelizzazione del Papa, il cui punto centrale è rappresentato da una morale sessuale ben poco adeguata ai tempi, ha discriminato soprattutto le donne: quelle che in questioni controverse, quali la contraccezione, l’aborto, il divorzio, l’inseminazione artificiale hanno dimostrato di avere opinioni diverse da quelle della Chiesa, sono state definite portatrici di una «cultura della morte». Attraverso interventi politici— come è accaduto in Germania contro il Parlamento e l’episcopato nel caso del conflitto sul tema della gravidanza —, la Curia romana ha dato l’impressione di rispettare poco la separazione giuridica tra Stato e Chiesa. Il Vaticano cerca (attraverso il gruppo parlamentare del Partito Popolare europeo) di esercitare delle pressioni anche sul Parlamento Europeo, incentivando l’ingaggio di osservatori particolarmente vicini alle idee di Roma per questioni relative alla legislazione sull’aborto. Invece di farsi ovunque fautrice di soluzioni ragionevoli che consentano la mediazione, la Curia romana con i suoi proclami acutizza di fatto a livello mondiale la polarizzazione tra oppositori e sostenitori dell’aborto, moralisti e libertini.

 

Decima contraddizione. Come carismatico comunicatore e «star» mediatica, questo Papa fino alla sua veneranda età ha fatto presa in particolare sui giovani, ma si è appoggiato soprattutto ai «nuovi movimenti» di origine italiana, all’Opus Dei di casa in Spagna e a un pubblico acritico e fedele del Pontefice. Tutto ciò è sintomatico del rapporto del Papa con la laicità e della sua incapacità di dialogare con un pubblico critico. I grandi raduni mondiali dei giovani sostenuti a livello regionale e internazionale, sotto la sorveglianza della gerarchia dei nuovi movimenti laici (Focolare, Comunione e Liberazione, St. Egidio, Legionari di Cristo, Regnum Christi, etc.), hanno attirato e attirano centinaia di migliaia di giovani. Molti di essi volonterosi, troppi del tutto acritici. Il carisma personale di Wojtyla è quasi più importante dei contenuti da lui trasmessi. Le domande che i giovani avevano posto al Papa e che, in occasione del suo primo viaggio in Germania, lo avevano messo in serio imbarazzo, in seguito non sono state più consentite. Le associazioni cattoliche di giovani, che non si trovano sulla linea del Vaticano, vengono disciplinate e messe alla fame dall’ordine romano attraverso il ritiro di finanziamenti da parte dei vescovi locali. Inoltre viene messa in discussione la fiducia un tempo accordata all’ordine dei gesuiti: prediletti dai Papi precedenti, ora vengono percepiti come sabbia negli ingranaggi della politica di restaurazione del Papa a causa delle loro qualità intellettuali, dei loro teologi critici e delle opzioni teologiche di liberazione. Invece Karol Wojtyla, già ai tempi in cui era ancora arcivescovo di Cracovia, concesse la piena fiducia all’associazione segreta Opus Dei, potente sia dal punto di vista finanziario che in termini di influenze, ma antidemocratica e in passato compromessa con regimi fascisti.

 

Undicesima contraddizione. Giovanni Paolo II ha offerto nel 2000 una pubblica confessione dei peccati per gli errori della Chiesa nel passato, senza però trarne alcuna conseguenza pratica. La confessione dei peccati ampollosa e barocca inscenata a San Pietro per gli errori della Chiesa è rimasta vaga e ambigua. Il Papa ha chiesto perdono solo per gli errori dei «figli e delle figlie della Chiesa» ma non per quelle del «Santo Padre», per quelle della Chiesa stessa e dei gerarchi presenti. Il Papa non ha mai preso posizione in merito agli intrighi delle varie sedi della Curia in affari mafiosi e ha contribuito più all’occultamento che alla rivelazione di scandali e crimini (Banca Vaticana, il «suicidio» di Guido Calvi, l’omicidio avvenuto nell’ambiente del corpo delle guardie svizzere…). Anche con la rivelazione degli scandali della pedofilia dei clericali, il Vaticano è stato straordinariamente titubante. Nonostante alcune richieste, il Papa non ha mai dato udienza ad alcuna vittima. Anzi, ha riempito di elogi un insigne criminale nel corso di una fastosa cerimonia al Vaticano: il messicano Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo (500 sacerdoti e 2.000 seminaristi) e del movimento laico Regnum Christi, diventato ormai concorrente ancora più conservatore dell’Opus Dei.

 

Conclusioni. Per la Chiesa cattolica questo Pontificato si rivela, nonostante i suoi aspetti positivi, una grande speranza delusa, in fin dei conti un disastro, perché Karol Wojtyla, con le sue contraddizioni, ha profondamente polarizzato la Chiesa, allontanando i suoi innumerevoli uomini e gettandoli in una crisi epocale. Contro tutte le intenzioni del Concilio Vaticano II, il sistema romano medioevale — un apparato di potere caratterizzato da tratti totalitari — è stato restaurato grazie a una politica personale e dottrinale tanto astuta quanto spietata: i vescovi sono stati uniformati, i padri spirituali sovraccaricati, i teologi dotati di museruola, i laici privati dei diritti, le donne discriminate, le iniziative popolari dei sinodi nazionali e delle chiese ignorati. E poi ancora scandali sessuali, divieti di discussione, dominio liturgico, divieto di predica per i teologi laici, esortazione alla denuncia, impedimento dell’eucarestia. Di tutto questo è forse colpevole «il mondo»?

La grande credibilità della Chiesa Cattolica, cioè quella ottenuta da Giovanni XXIII e dal Concilio Vaticano II, ha lasciato il posto a una vera e propria crisi della speranza. Questo è il risultato della profonda tragicità personale di questo Papa: la sua idea cattolica di stampo polacco (medioevale, controriformista e antimoderna), in qualità di Pontefice Karol Wojtyla l’ha voluta portare anche nel resto del mondo cattolico. Si è però verificato il contrario di ciò che egli sperava: la Polonia stessa è stata travolta dal moderno sviluppo secolare e, dopo la sostituzione dell’alleanza elettorale in carica fino al 2001, Solidarnosch, si appoggia sempre meno alle idee di fede e di morale promosse dal Pontefice.

Quando verrà il momento, il nuovo Papa dovrà decidere di affrontare un cambio di rotta e dare alla Chiesa il coraggio di nuove spaccature, recuperando lo spirito di Giovanni XXIII e l’impulso riformistico del Concilio Vaticano II. «Videant consules», i consoli vogliano fare in modo che la Repubblica non subisca danni, si diceva nell’antica Roma. «Videant cardinales», i cardinali vogliano fare in modo—si dovrebbe dire nella Roma di oggi—che la Chiesa non subisca danni.

 

 
 
 

IL MIO PENSIERO SULL'ITALIA

Post n°94 pubblicato il 15 Dicembre 2008 da Piero_Calzona

IL MIO PENSIERO SULL’ITALIA

E’ passato troppo tempo per sperare che le cose cambino in Italia, e allora??? Come si può fare? Quali sono le ragioni per cui l’Italia è quella che è? Purtroppo sono domande senza risposta, perché tutto ciò che accade, anche le cose più banali, fanno parte della nostra cultura. Quindi bisogna cambiare cultura!!! Ecco, questa sarebbe una buonissima idea, cambiare cultura!!! Ci sono delle cose molto difficili da superare per poter cambiare la nostra cultura di italiani, la prima è sicuramente la “religione”. Fin quando in Italia ci sarà l’influsso del Vaticano, lo Stato non potrà mai essere uno Stato Laico. Seconda cosa molto importante, “la politica”. Fin quando la politica, sia di destra che di sinistra, non affronterà i problemi secondo delle regole etiche di base ci saranno sempre conflitti di ogni genere. Insomma, cambiare cultura significa abbandonare gli schemi arcaici politici e religiosi e cercare di costruire qualcosa di serio attraverso un’Etica Laica. Cosa significa Cultura Laica? Molto semplice!!! Significa usare la nostra razionalità, la nostra consapevolezza di Esseri Umani, significa abbandonare tutti gli schemi che finora non hanno prodotto nulla e cercare altrove nuove informazioni, quelle vere intendo, non quelle che ci vengono propinate dai nostri “amati” Mass Media. In definitiva, cultura Laica significa innovazione ed evoluzione del pensiero umano, cultura Laica significa avere gli elementi necessari per debellare uno Stato ormai “LACERO” da elementi che compromettono la normale evoluzione di una società. Qui potrei fare un lunghissimo elenco di cose che andrebbero eliminate, incominciando dalla MAFIA, e finendo alla CORRUZIONE a tutti i livelli, ma è un discorso troppo complesso. Potrete trovare informazioni più dettagliate, ho già esposto parte degli argomenti che mi sono proposto su questo mio Blog, basta andare sui TAGS, dove ho già trattato numerosi articoli importanti per ovviare a questo declino Socio-Culturale.

 
 
 

Etica e Televisione

Post n°93 pubblicato il 28 Novembre 2008 da Piero_Calzona
 

In un Mondo dove l’informazione è diventata “DISINFORMAZIONE” è necessario capire i meccanismi che usano i più importanti Mass Media.

Ho pensato di pubblicare una piccola parte della mia ricerca, tratta dal mio Sito Ufficiale: www.impressionisoggettive.it – (Seguiranno altri articoli)

_____________________________________

ETICA E TELEVISIONE

Con la nascita delle tv commerciali diventa così inevitabile l'introduzione delle indagini di mercato, necessarie per la sopravvivenza delle reti televisive private. E ciò significa produrre spettatori e quantità d'ascolto sufficiente per garantire alle aziende che hanno investito in pubblicità una percentuale più sicura del ritorno economico. All'interno di questa logica appare evidente che i programmi che hanno contenuti riflessivi hanno difficoltà a trovare spazio. L'imperativo categorico della tv diventa così la massimizzazione del valore d'uso. Ciò significa che i prodotti della tv, dai film agli show sono creati per sedurre lo spettatore e devono essere adeguati ai prodotti delle pubblicità per poter garantire un maggior ritorno di audience.

 

Una mentalità che è incompatibile con produzioni televisive più impegnate, quali possono essere i film d'autore, il teatro, approfondimenti di storia e di cultura, che difficilmente verranno trasmessi in prima serata.

  

Il pensiero di Karl Popper sulla TV

"Popper dalla metà degli anni '80 sentì l'urgenza di esporre il problema della tv generalizzata, gratuita, nei quali intravedeva dei pericolosi vizi strutturali, il costante inserimento di elementi viziosi, di superficialità, di volgarità, "spezie" in cui predominava la violenza. Karl Raimund Popper identificò nella tv un potere destabilizzante per la democrazia per la sua capacità di rompere e d'alterare determinati equilibri. Un'alterazione dell'equilibrio individuale che conduce a manifestazioni di violenza. In questo caso nei bambini la violenza della tv modifica il paesaggio dei suoni e delle immagini, e ciò impedisce una corretta crescita del sistema psico-mentale. Popper inoltre intuì ciò che già sta avvenendo, che si creasse nella popolazione una minor reattività alla violenza, un atteggiamento mentale che è l'anticamera di comportamenti aggressivi.

 

 

Alcuni aspetti eticamente dannosi della televisione:

Il fatto che l’informazione e l’educazione sono in mano alla televisione presenta seri problemi per la democrazia, basta accrescere o ridurre certe dosi di immagini e la risposta risente necessariamente della loro efficace influenza, basta pensare all’evento della tragica morte di Lady Diana per capire il fenomeno: è stato l’evento mediatico del secolo, ha interessato circa due miliardi di persone. Com’è possibile che una persona come Diana attraverso la televisione diventa un mito? Ed invece centinaia di migliaia di persone che muoiono di fame passano inosservate come se niente fosse, la televisione in quest’ultimo caso interviene solo con qualche breve notizia o non interviene affatto. Il motivo di questo fenomeno è molto chiaro: la cronaca mondana fa notizia, la realtà drammatica di questi poveri esseri non fa notizia, perché è un cattivo prodotto commerciale. In questo caso è abbastanza duro ammettere questa realtà, ma bisogna sottolineare in maniera obbiettiva che è proprio colpa della scarsa cultura delle persone a non voler capire che è più importante prendere in considerazione le realtà drammatiche che ci sono nel mondo anziché le cronache mondane, che fanno nascere nelle persone false emozioni, emozioni costruite sapientemente da questa macchina mostruosa per distruggere la vera sensibilità.

 

Dietro i programmi televisivi c’è una gigantesca macchina del vendere e comprare, si tratta ovviamente di  prodotti di pessima qualità culturale, ma che fanno colpo sulla sensibilità superficiale di alcune persone, senza accorgersi che dietro questi programmi girano quantità enormi di danaro investiti da sponsor pubblicitari per un loro proprio tornaconto, difatti quello che è importante oggi in televisione è l’audience non la qualità.

 

Alla fine il potere passerà a “grande fratello” come rimedio etico, come informatore di una buona morale, come programma capace di istruire le persone nel modo di comportarsi.

 

La cultura di oggi è molto povera, i giovani sanno meglio dei divi del cinema e della canzone che non di storia, filosofia, scienze, cioè del pensiero che ha contribuito a formare la cultura che ci aiuta a capire i fondamenti della Democrazia.

 

Ma cos’è la Democrazia? Democrazia significa potere del popolo.  

Il popolo sovrano è veramente titolare del potere?

In che modo è anche in grado di esercitarlo?

 

Il problema a queste domande è dovuto alla disinformazione e disinformazione significa il dare notizie falsanti che inducono il telespettatore in inganno.

Oggi la televisione produce immagini e cancella concetti, informa con notizie non con nozioni, è un formidabile formatore di opinioni e l’opinione è semplicemente sondaggio, parere, non è sapere e scienza, un opinare soggettivo per il quale non si richiede una prova, le opinioni sono deboli e variabili, se diventano convinzioni allora il mondo è veramente in pericolo perché si fa uso di questi meccanismi deleteri per formare la propria cultura.

 

Purtroppo la televisione è stata ed è ancora monopolizzata da partiti politici e il caso evidente di questo stato di cose è realistico, i grandi magnati europei  come Murdoch o Berlusconi hanno il monopolio sulle nostre idee, propinandoci giorno dopo giorno la loro filosofia, con messaggi politici preconfezionati e ben congegnati, che impoveriscono la nostra libertà di pensiero, siamo stretti in una morsa d’acciaio, dove tutto il marciume dei loro imperi televisivi ed economici scorre sotto i nostri occhi, e passivamente, senza battere ciglio, viene accettato da una grande massa di persone. L’interesse economico per queste persone è tutto, e l’interesse etico – morale o culturale e pari a zero.

 

Ma non basta, la televisione condiziona pesantemente il processo elettorale, sia nella scelta dei candidati, sia nel loro modo di combattere la contesa elettorale, sia, infine, nel far vincere chi vince. Inoltre la televisione condiziona o può fortemente condizionare, il governo, e cioè le scelte di governo: quel che un governo può fare, non può fare, e decide in concreto di fare.

 

Ci sarebbero da dire ancora tante altre cose sulla politica e i mass media, ma poi il problema esulerebbe dalla vera ragione di questa ricerca, quindi mi fermo qui.

 

Questa è purtroppo l’Etica, la morale, che oggi i mass media ci offrono come realtà oggettive.

 

 

 
 
 

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