Un blog creato da cassetta2 il 07/11/2003

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L'importante è lasciarsi dietro un segno, un qualcosa per farsi ricordare, non importa che sia scritto per sempre su un libro di storia o solo un giorno su un ascensore.

 
 
 
 
 
 

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U n a m a t t i n a

Post n°2788 pubblicato il 27 Marzo 2011 da cassetta2

ti svegli e scopri che, per la prima volta in vita tua, ti piaci. Che non hai bisogno nè di pettinarti né di raderti, vai bene così. Come in un giorno in cui per circostanze straordinarie puoi svegliarti alle nove del mattino. La luce del sole illumina la stanza e la gente in strada che già si tuffa in una routine quotidiana qualsiasi, ognuno la sua, due passi in avanti e un piede indietro. Tutte quelle persone già in strada ti sembra siano lì per te, pronte a salutare il tuo risveglio. Così piccini e innocui, visti dalla tua finestra nella piena luce del tuo glorioso primo piano. In bagno ti guardi allo specchio, spettinato, sbadigliando ad occhi aperti. Fai schifo come in un giorno qualsiasi però ti piaci. Fai le smorfie allo specchio come un attore che si prepari a entrare in scena. Il grande attore nel ruolo di sé stesso, perfetto e geniale, malinconico e felice, acuto e maledetto. C'è un cellulare accanto al letto, un libro aperto sul comodino, uno stock di camice taglia L dal grigio chiaro al verde acido nell'armadio. Ci sono arazzi sulle pareti. Li guardi e ti dici che oggi, senza fatica, con il mondo potrai giocarci come più ti piace. Dal tuo angolo il mondo lo guarderai in faccia e dirai sorridendo: questo sono io. Una volta superata la soglia, la vita diventa una serie di polaroid sfocate e immutabili. Le rivedrai tirandole fuori da un cassetto tra cinque, dieci anni. Sfocate e immutabili. E vedrai un divano incorniciato da lampade a stelo e qualcuno seduto immobile nel mezzo. Vedrai i frammenti di un'estate autunno inverno assemblati in modo creativo e fotografati nel loro insieme. Vedrai una cena attorno a delle bottiglie di vino, quattro paia di braccia al lati del tavolo, un quadro blu sulla parete di fondo. Le luci di un concerto incorniciate di nero, tutto mosso e molte luci verdi. Raccogliere le polaroid. Infilarle in una tasca della giacca. Appuntarsi una spilla sul risvolto, di fronte allo specchio. Passarsi una mano tra i capelli. Sorridere.

Shot: Thiene

 

 

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