DUE DI DUE
"...la prima volta che ho visto Guido Laremi eravamo tutti e due cosi' magri e perplessi ,cosi' provvisori nelle nostre vite da stare a guardare come spettatori mentre quello che ci succedeva intorno entrava a far parte del passato. Il ricordo che ho del nostro primo incontro e' in realta' una ricostruzione ,fatta di dettagli cancellati e poi modificati . In questo ricordo io sono in piedi al lato della strada ho le mani in tasca e il bavero del cappotto alzato e cerco di assumere disperatamente un senso di non appartenenza al mondo . Ma ho 14 anni ed odio i vestiti che indosso , odio il mio aspetto in generale , e l'idea di essere qui in questo momento..."
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Monique ha sempre creduto nel suo matrimonio. Soprattutto, ha sempre creduto nel suo ruolo di moglie: muoversi sicura per casa, gestire la vita familiare, provvedere agli altri con la certezza di essere necessaria. Ma è bastata una frase di Maurice: "C'è una donna". E se Monique è tradita dal marito, la madre di Philippe lo è dal figlio, che al progressismo materno preferisce lo spirito pratico e conservatore della moglie. Murielle, invece, non ha né mariti né figli con cui scontrarsi: due matrimoni finiti male e il suicidio della figlia la condannano a una solitudine che la rende cruda e volgare, astiosa verso il mondo e verso un Dio che forse non c'è. Tre racconti, tre donne, tre crisi
In realtà il libro è composto da tre racconti diversi con tre vite diverse,e con dolori diversi. Tre donne accomunate dalla sconfitta, da un dolore incolmabile e distruttivo; tre donne in cui noi tutte ci potremmo immedesimare per ritrovare lo stesso amore devoto e totale per la famiglia,o dare per scontato che la persona accanto a noi non è solo un compagno,un coniuge che vive in simbiosi con noi,ma è una singola persona, di essere sempre come ai primi anni del rapporto amoroso,o forse ci rispecchiamo perché sappiamo ciò che prova una mamma di fronte all’improponibile verità che a volte i figli non sono ciò che si pensa, che non sono ciò che si è certo di forgiare, o condividiamo una perdita incommensurabile, la morte di un figlio. Ancora una volta,il grande protagonista è il dolore, è il lutto, è la morte di un sentimento;un sentimento strettamente legato alla vita, una linfa vitale , che diverrà la degradazione della persona stessa. Non è un libro dalla lettura piacevole; è bellissimo che L’Autore riesca a trasmettere le emozioni delle protagoniste: il vuoto di Monique, una vita dedita alla sua famiglia e poi,il nulla dentro e fuori di se; la desolazione della “Mamma” di Philippe (il cui nome non è scritto nel romanzo), scopre che il figlio è della Società, non più suo e si rammarica di vederlo vuoto di ideali;e Murielle, con la morte della sua anima, del suo cuore.
Una moglie, una madre e una donna: femme .
Ecco una citazione dal libro:
“ nell’oceano del tempo ,ero uno scoglio battuto da onde sempre nuove, che non si nuoce, che non si consuma mai. E d’un tratto la corrente mi porta via, e continuerà a trasportarmi finchè andrò ad arenarmi alla morte. Tragicamente, la mia vita precipita. E con tutto ciò, in questo momento cola lentamente goccia a goccia –ora per ora, minuto per minuto. Bisogna che lo zucchero fonda, che il ricordo svanisca, che la ferita rimargini, che il sole tramonti, che la noia si dissipi. Strana cesura tra questi due ritmi. … "
RECENSIONE A CURA DI L. A.
LIBRI CONSIGLIATI
POESIA
"Il tempo perso" di Jacques Prévert
Sulla porta dell'officina
d'improvviso si ferma l'operaio
la bella giornata l'ha tirato per la giacca
e non appena volta lo sguardo
per osservare il sole
tutto rosso tutto tondo
sorridente nel suo cielo di piombo
fa l'occhiolino
familiarmente
Dimmi dunque compagno sole
davvero non ti sembra
che sia un po' da coglione
regalare una giornata come questa
ad un padrone?
Inviato da: Wetter
il 10/08/2018 alle 18:01
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